Tutte le cose che, anche poeticamente, sogna il nostro Pierluigi in merito alla Città dei Fiori, nostra origine e terra promessa da Monsieur Montgolfier al Tandem di Renzo Piano, non possono realizzarsi. La ragione è assai semplice. E la spiego in breve. Fino a che la destra capitalistico-oligarchica, di cui è solo nominalmente resposabile mister Camicia bianca, governerà la Sanremo della Sila e della Sial, non potranno che costruirsi palazzi armati e vendersi merci disarmanti. La difesa civica, il bilancio partecipato e altre tipicità pubbliche toscane ed emiliane non appartengono alla cultura dell’attuale classe dirigente, che agisce con classe pur declassando e si pone ai vertici della categoria di specie. Per Causa nostra, solo per Causa nostra non ci sono, nella città dei Fiori, diritti tutelati e servizi pubblici efficaci. Non dobbiamo dimenticare che, comunque, il luogo è stupendo e superbo, nonostante che le strutture di culto non abbiano la Cupola. Tutto chiaro, dunque: i nostri ideali cozzano con l’asse Montgolfier-Camicia bianca-Baffo Schioppa, la vera anima del capitalismo destrorso dell’Ovile, non dell’Ulivo, polo nuovo che deve salvaguardare la sua esistenza socciacendo. L’Ovile è posizionato a destra, una destra libertina e non liberale. Una destra fine, sottile, fatta di salamelicchi, salame e "licchi". Scusate la mia intromissione, vado, ché non mi si regge.
Emiliano Morrone