INCONTRI IN DIECI CITTA’ ITALIANE
L’11 SETTEMBRE di Gandhi
Dieci citta’ italiane ricordano l’11 settembre, il Satyagraha di Gandhi, per rilanciare in Italia e nel mondo l’azione nonviolenta.
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L’11 settembre 1906, nel Teatro Imperiale di Johannesburg in Sudafrica, una grande assemblea di immigrati indiani decideva di intraprendere una campagna di disobbedienza civile alle leggi discriminatorie del cosiddetto Black Act. Lo stesso Gandhi riconobbe in quell’evento l’atto di nascita del satyagraha, cioe’ di un modo nuovo di lottare che sostituisce alla forza fisica una forza piu’ grande, generata dalla Verita’ e dall’Amore.
Il convegno del 2006 a Pisa per il centenario, promosso dalla rivista "Quaderni Satyagraha", vide la partecipazione di oltre duecento abbonati e lettori provenienti da tutta Italia, oltre ai principali studiosi e personalita’ del mondo della nonviolenza.
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Quest’anno in occasione della pubblicazione del n.12 dei "Quaderni Satyagraha" ( per riceverlo scrivere all’indirizzo e-mail: centro@gandhiedizioni.com) che comprende le relazioni piu’ importanti del convegno: L’11 Settembre di Gandhi - la luce sconfigge la tenebra (Firenze, Libreria Editrice Fiorentina, 16 euro) sono stati organizzati incontri di riflessione, preghiera e presentazione del volume in dieci citta’ italiane. Di fronte allo smarrimento e al senso di impotenza di molti pacifisti, all’uso spesso strumentale del termine "nonviolenza" e della stessa immagine di Gandhi, il quaderno riafferma con forza che la nonviolenza non e’ passivita’, rassegnazione al male minore: e’ invece attiva obiezione di coscienza alle strutture di dominio e di guerra, scelta rivoluzionaria di trasformazione sociale per costruire il potere di tutti (l’omnicrazia di Aldo Capitini).
Le varie iniziative italiane sono collegate a quelle che si svolgono in tutto il mondo in risposta all’appello di Arun Gandhi, nipote diretto del Mahatma, per trasformare l’11 settembre in giornata della speranza, della pace, del rilancio della lotta Satyagraha.
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Ecco il calendario degli appuntamenti italiani:
Bergamo
Lunedi’ 10 settembre, presso la sede universitaria, nell’aula 1, alle ore 18, presentazione del n. 12 dei "Quaderni Satyagraha", con Fulvio C. Manara, coautore del volume.
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Palmi di Calabria
Martedi’ 11 settembre alle ore 17 si terra’ un incontro di preghiera ecumenica per la pace sul Monte S. Elia, uno dei luoghi simbolici della citta’, davanti al monumento dedicato a Domenico Antonio Cardone, filosofo calabrese della pace, amico e collaboratore di Aldo Capitini, protagonista negli anni ’50 della campagna Russell-Einstein per la messa al bando delle armi nucleari. Sara’ rievocato il Satyagraha di Gandhi, nella compresenza dei due grandi maestri Domenico Antonio Cardone e Danilo Dolci, che tanto hanno insegnato alla comunita’ di Palmi con la loro presenza, nel perdurante impegno quotidiano contro la violenza mafiosa, per il disarmo e l’educazione alla nonviolenza. Animeranno l’incontro Raffaello Saffioti, Rosellina Scarcella e tutti gli amici della Casa per la pace "D. A. Cardone".
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Palermo
Martedi’ 11 settembre alle ore 21 presso la Chiesa di San Francesco Saverio nel quartiere storico dell’Albergheria incontro di riflessione e di presentazione del n. 12 dei "Quaderni Satyagraha". Partecipano allíincontro don Cosimo Scordato, Andrea Cozzo, Enzo Sanfilippo, Augusto Cavadi.
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San Ferdinando di Puglia
Martedi’ 11 settembre alle ore 21 presso la Casa per la nonviolenza incontro di preghiera e riflessioni sul Satyagraha di Gandhi con Mariella Dipaola e Matteo Della Torre, coautori del n. 12 dei "Quaderni Satyagraha".
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Tempio Pausania
Martedi’ 11 settembre alle ore 17, a cura dell’associazione Nord Sud, incontro di riflessione e presentazione del n. 12 dei "Quaderni Satyagraha", con la partecipazione di Maria Erminia Satta, redattrice dei "Quaderni Satyagraha".
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Napoli
Martedi’ 11 settembre, alle ore 17,15, presso l’Istituto Italiano Studi Filosofici, in via Monte di Dio 14, presentazione del n. 12 dei "Quaderni Satyagraha". Interverranno Rocco Altieri, Franz Amato, Gianfranco Borrelli, Adriana Buffardi, Renato Briganti, Isadora D’Aimmo, Corrado Gabriele, Giuseppe Ferraro, Geppino Fiorenza, Giovanni Laino, Gordon Poole, Francesco Ruotolo, Donatella Trotta, Alex Zanotelli.
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Firenze
Martedi’ 11 settembre alle ore 21 presso la Chiesa di San Martino a Giogoli di Scandicci incontro di preghiera e presentazione del n. 12 dei "Quaderni Satyagraha". Sara’ presente Pierpaolo Calonaci della redazione dei "Quaderni Satyagraha".
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Piacenza
Martedi’ 11 settembre alle 21 presso il Caffe’ letterario Baciccia, via D. Carli, presentazione del n. 12 dei "Quaderni Satyagraha", con la partecipazione di Piero P. Giorgi, Daniele Novara, Federico Fioretto.
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Torino
Martedi’ 11 settembre alle ore 20,30, presso il Centro Studi "Sereno Regis", in via Garibaldi 13, presentazione del n. 12 dei "Quaderni Satyagraha". Saranno presenti Alberto Pellissero, docente di sanscrito presso l’Universita’ di Torino, Enrico Peyretti e Nanni Salio del Centro Studi "Sereno Regis".
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Ovada
Martedi’ 11 settembre presso il Teatro comunale, Corso martiri della Liberta’ 10, alle ore 9 con le scuole e alle ore 21,30 con la cittadinanza nell’ambito della manifestazione "Testimone di pace" presentazione del n. 12 dei "Quaderni Satyagraha". Presenzieranno Ruben Dario Pardo Santamaria e Carla Mariani della Rete di solidarieta’ "Colombia Vive" e redattori dei "Quaderni Satyagraha".
Tratto da
Notizie minime de
La nonviolenza è in cammino
Numero 205 del 7 settembre 2007
proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a
tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini.
Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel.
0761353532, e-mail: nbawac@tin.it
Arretrati in:
http://lists.peacelink.it/
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[Da Rocco Altieri (per contatti: centro@gandhiedizioni.com) riceviamo e diffondiamo. Rocco Altieri e’ nato a Monteleone di Puglia, studi di sociologia, lettere moderne e scienze religiose presso l’Universita’ di Napoli, promotore degli studi sulla pace e la trasformazione nonviolenta dei conflitti presso l’Universita’ di Pisa, docente di Teoria e prassi della nonviolenza all’Universita’ di Pisa, dirige la rivista "Quaderni satyagraha". Tra le opere di Rocco Altieri segnaliamo particolarmente La rivoluzione nonviolenta. Per una biografia intellettuale di Aldo Capitini, Biblioteca Franco Serantini, Pisa 1998]
* Il dialogo, Venerdì, 07 settembre 2007
PALMI 11 settembre 2007 - H 17
di ASSOCIAZIONE CASA PER LA PACE “D. A. CARDONE” - PALMI (RC)
RICORDANDO DOMENICO ANTONIO CARDONE E L’11 SETTEMBRE DI GANDHI
PREMESSA AD UN INVITO
Perché la Casa per la Pace a Palmi
Perché i contributi al futuro di un mondo destinato ad evolvere anche oltre l’angusta ’globalizzazione’...devono provenire da quanti hanno cose nuove ed importanti da dire, cose decisive come quelle che da questa terra hanno, in altri tempi, indirizzato al mondo uomini della grandezza di Gioacchino da Fiore, Tommaso Campanella, Domenico Antonio Cardone e di cui noi oggi non possiamo che farci tramite...
E... non fu casuale l’impegno di Dolci per la Calabria, non la sua presenza a Palmi, il suo amore per questa terra...
...costruire dentro questo paesaggio, tra la vista del mare e il complesso della ’Casa della Cultura’ un ambiente, un oggetto, un’architettura che dica con parole semplici, con un linguaggio chiaro e suggestivo, usando tecniche costruttive antiche, materiali naturali, della possibilità di costruire un mondo pacifico e giusto, una vita organica per tutti.
Lucio C. Giummo
Architetto progettista della
Casa per la Pace “D. A. Cardone”
L’IMPEGNO DELL’ASSOCIAZIONE CASA PER LA PACE “D. A. CARDONE”
La nostra Associazione è nata per ricordare il Filosofo di Palmi, candidato al Premio Nobel per la Pace del 1963 e per promuovere la cultura della pace e della nonviolenza. E’ nel clima della sua fervida attività di questi anni che è stata concepita l’idea del TEMPIO PER LA PACE, in continuità con il Progetto della “Casa per la Pace”.
Il 25 agosto scorso l’Associazione ha ospitato un incontro regionale dei gruppi nonviolenti, in vista del XXII Congresso Nazionale del Movimento Nonviolento che avrà luogo a Verona dall’1 al 4 novembre prossimo. In quella occasione sono stati presentati due documenti: uno, per aderire al documento della rivista “Azione nonviolenta” per la messa al bando delle armi atomiche, ricordando l’impegno di pensiero e di opere del nostro Filosofo; un altro “Per l’11 settembre di Gandhi”.
Questo documento riprendeva una proposta avanzata dal nipote diretto di Gandhi, Arun Gandhi, nel convegno che ha avuto luogo a Pisa dal 9 all’11 settembre dell’anno scorso, per ricordare il centenario della nascita della nonviolenza moderna.
“PER L’11 SETTEMBRE DI GANDHI”
Arun Gandhi ha scritto:
In ossequio a ciò che Gandhi ci insegnò, noi possiamo osservare l’11 settembre come giorno di preghiera per la pace e l’armonia.
...Gandhi comprese più di un secolo fa che noi uomini abbiamo fatto delle religioni un fattore di divisione, nocivo alla pace e all’armonia. Come ragazzo cresciuto con il nonno, lo ricordo dire che “la religione è come scalare una montagna”. Se noi stiamo cercando di raggiungere tutti la stessa cima perché dovremmo questionare con coloro che cercano di arrampicarsi da un versante della montagna diverso dal nostro? Quando interrogato, egli soleva dire che era nello stesso tempo un indù, un musulmano, un cristiano, un buddista, perché rispettava tutte le religioni e prendeva le pepite di saggezza presenti in ciascuna, per accrescere la sua comprensione di Dio. Il possesso conduce all’arroganza e alla mancanza di rispetto verso gli altri, mentre la ricerca induce rispetto e umiltà.
...Io propongo che la nazione decida di celebrare l’11 settembre 2006 e ogni successivo 11 settembre, come giornata di preghiera per la pace e l’armonia. ...Inoltre propongo che le comunità, ciascun gruppo di vicinato, rione o città, organizzino una preghiera ecumenica con le diverse fedi per invocare la pace e l’armonia, alla maniera di Gandhi. Dal tempo della mia adolescenza io posso ricordare che le preghiere di Gandhi si tenevano, ogni mattina e ogni sera, in luoghi aperti o in saloni neutri, dove non erano in mostra simboli di alcuna religione. Al massimo ci poteva essere una candela accesa e tutti, radunati in assemblea, potevano cantare insieme le preghiere di ciascuna delle maggiori religioni mondiali. Possiamo noi ripetere ciò?(“La dualità dell’11 settembre”, in “Quaderni Satyagraha”, L’11 settembre di Gandhi. La luce sconfigge la tenebra, n. 12)
ATTUALITA’ DEL PENSIERO PROFETICO CARDONIANO
Il pensiero profetico cardoniano di un “autentico ecumenismo” rivela sempre più la sua attualità. E’ un pensiero che tende a farsi preghiera. Il bisogno religioso è un bisogno comune a tutti gli uomini. Come anche il bisogno della pace. Ma la pace rappresenta una sfida per le religioni. “Non ci sarà pace mondiale senza pace religiosa”.
Accogliamo la proposta di Arun Gandhi. Come in altre città italiane, nella Città di Palmi, che vuole essere “Città per la Pace”, organizziamo un incontro di preghiera ecumenica per la pace sul Monte S. Elia, davanti al Monumento a Domenico Antonio Cardone, uno dei luoghi simbolici della nostra Città, per il prossimo 11 settembre, alle ore 17.
Palmi, 5 settembre 2007
* Il dialogo, Sabato, 08 settembre 2007
SUL TEMA, NEL SITO, SI CFR.:
FLS
LETTERA AL TURISTA
IN OCCASIONE DELLA VISITA GUIDATA AL MONUMENTO AL FILOSOFO DOMENICO ANTONIO CARDONE
MONTE SANT’ELIA - PALMI 17 AGOSTO 2012
di Raffaello Saffioti *
Caro Turista,
questo luogo è sacro, è uno dei luoghi della memoria della Città di Palmi.
Ti trovi davanti al monumento che, opera d’artista, vuole ricordare uno dei figli più grandi della Città. Su questa cima si sente il respiro dell’anima profonda della Calabria.
Se vuoi ascoltarlo, questo monte chiamato Sant’Elia parla e racconta una leggenda per bocca del filosofo-poeta DOMENICO ANTONIO CARDONE (Palmi, 1902-1986).
La poesia “La Leggenda del monte S. Elia” pubblicata nel 1971 (in Ritmi astrali, Gesualdi Editore, Roma) fu riportata nella Prefazione a Canti e racconti del Sant’Elia (Lalli Editore, Poggibonsi, 1976).
A conclusione della Prefazione, che ha carattere autobiografico, Cardone ha scritto:
Qualcosa di tutto ciò ho voluto cantare e raccontare, nella pace del mio tramonto, così come un avo antico, sulla soglia di casa, al declinare del sole, racconta ai suoi nipoti le fiabe della sua giovinezza, intercalando ogni tanto un canto con una voce tremula che fa ridere i più piccini.
Turista, porta con te, il testo dell’Autore, con la poesia riprodotta nel Monumento, come documento a ricordo della visita.
Questa lettera vuole essere un invito alla conoscenza e alla meditazione.
La montagna sacra è in ogni cultura. La montagna è un simbolo ed ha vari significati: “di altezza e di centro, di vicinanza al cielo, di viatico alla trascendenza, di fulcro di teofanie e di silenzi. Si deve pensare a qualcosa dove gli dei possono abitare e dove finiscono le scalate umane. (...) Sulla montagna, insomma, l’Occidente ha cercato le ragioni dello spirito, il nutrimento rarefatto di cui ha bisogno la psiche ...” (Armando Torno, Prefazione a Filosofia della montagna, di Francesco Tomatis, Bompiani).
IL SENSO DEL LUOGO.
Il Poeta cerca di ricordare “una leggenda di Santi e di Demoni”, dalla quale è “circonfuso” “Il monte dalla testa leonina”.
Nella poesia leggiamo:
Un giorno fu grande tripudio di demoni estrosi
ambigui com’uomini
Tentavano salti acrobatici
su su verso il cielo
giocavano gincane tra i pini
...
Sul carro di fuoco partì
da candidi continenti
Elia liberatore
...
Piombò sul regno dei Demoni
spinse a calci impetuosi le folli legioni
allo strapiombo
con impeto nuovo
le mandò alte sul mare
fino al ventre beante di Stromboli
Il monte si fece santuario
Le macerie dei secoli s’accumularono
rugginose
Il segno del grande brucio
restò sulle rocce scavate
con bordi anneriti
Ma nel cuore degli uomini
il segno dell’antica tregenda
bruciò sempre vivo
...
IL SANTO
Sant’Elia, nato ad Enna nell’823 e morto a Salonicco nel 903, la cui memoria ricorre il 17 agosto, nel profilo tracciato da Domenico Minuto, illustre studioso dei Santi della Calabria bizantina,“è un fondatore, un restauratore ed una pietra miliare nella storia del monachesimo orientale della Calabria: cioè, dell’aspetto più profondo, nobile e caratterizzante dell’identità calabrese”.
“Sant’Elia visse in un’epoca in cui i monaci facevano vita dinamica percorrendo terre e paesi recando la buona parola ed il buon consiglio. Sant’Elia vagabondò l’intera vita, a piedi o con quelli che noi oggi chiameremo ‘mezzi di fortuna’.
(...) Dappertutto predica alle folle. (...) Infine il miracoloso Monte Aulinas. E la fondazione di un Monastero. (...) La morte a Tessalonica nel 903. (...) Gli allievi riportarono il corpo ... fino al Sant’Elia, dove fu sepolto” (Kazimiera Alberti, L’anima della Calabria, Rubbettino).
La leggenda racconta, in una delle sue versioni ricorrenti, lo scontro avvenuto tra il Santo e il Diavolo.
“... un uomo dal volto nero, con un gran sacco sulle spalle, si presentò al Santo Elia, che se ne stava in solitaria meditazione. L’uomo, che era il diavolo, aprì il sacco e mostrò al Santo una grande quantità di monete.
Raccontò che aveva trovato l’ingente fortuna in un casolare abbandonato e pensava di poterla dividere col Santo, il quale, invece, prese le monete e cominciò a lanciarle lungo la china: mentre rotolavano si tramutavano in pietre nere, di quelle che ancora oggi si possono reperire sul monte.
Contrariato, il diavolo balzò in piedi, ma, all’improvviso, alle sue spalle si aprirono due grandi ali nere di pipistrello, con le quali egli si alzò in volo, planò sul mare e vi si tuffò sprofondando.
Le acque gorgogliarono e schiumarono, si innalzò una nuvolaglia e, quando questa si fu dileguata, ecco che sul mare si delineò un’isola a forma di cono, dalla cui sommità incavata uscivano lingue di fuoco e fumo. Era lo Stromboli col demonio imprigionato che soffiava fiamme e tuoni”.
Un macigno conserva le impronte lasciate dal Diavolo prima di inabissarsi nel mare.
La vita di Sant’Elia ha ispirato il romanzo storico di Oreste Kessel Pace che ora vede la luce.
La leggenda simboleggia l’eterna lotta tra il bene e il male.
Il diavolo è protagonista anche nella famosa favola “Quando fu il giorno della Calabria” che apre l’opera Calabria grande e amara, di Leonida Répaci, altro figlio illustre di Palmi.
Viene raccontata la creazione della Calabria.
“Era teso in un maschio vigore creativo il Signore, e promise a se stesso di fare un capolavoro. Si mise all’opera, e la Calabria uscì dalle sue mani più bella della California e delle Hawaii, più bella della Costa Azzurra e degli arcipelaghi giapponesi”.
Dopo aver creato la nostra regione, “il Signore fu preso da una dolce sonnolenza, in cui entrava il compiacimento del creatore verso il capolavoro raggiunto. Del breve sonno divino approfittò il diavolo per assegnare alla Calabria le calamità ...
Dopo le calamità, le necessità ...
E, a questo punto, il diavolo si ritenne soddisfatto del suo lavoro, toccò a lui prender sonno mentre si svegliava il Signore.
Quando, aperti gli occhi, poté abbracciare in tutta la sua vastità la rovina recata alla creatura prediletta, Dio scaraventò con un gesto di collera il Maligno nei profondi abissi del cielo. Poi, lentamente rasserenandosi, disse: - Questi mali e questi bisogni sono ormai scatenati e debbono seguire la loro parabola”.
Ma parlando del diavolo tentatore, come non ricordare la pagina del Vangelo che racconta come Gesù nel deserto venne tentato dal diavolo?
Perché questa poesia è uno dei Canti del Sant’Elia?
“... Sant’Elia non è soltanto una vetta di monte, ma è vita di anime, voci di natura e sorrisi e malinconie di costumi che, tutti insieme, creano il fascino del Sant’Elia. E, ... quelle voci, quei profili, quei sorrisi e quelle malinconie echeggiano quel fascino filtrati da una mente di pensatore e da un’anima di poeta” (Gaetano Sardiello).
Franco Trifuoggi, profondo conoscitore dell’opera poetica di Cardone e suo autorevole interprete, scrivendo di “Cardone poeta della pace”, ha spiegato “lo stretto rapporto fra il pensiero filosofico di Cardone e la sua poesia, da lui sentita come ‘nostalgia di ciò che avrebbe dovuto essere e vorrebbe essere’, e ritenuta atta ad accogliere ‘gli interrogativi dell’antica ricerca’, insieme con alcuni temi topici del suo pensiero e della sua etica: l’insonne anelito al bene, la visione pan- animistica della natura con l’inquieta e cangiante ricerca del divino, la disperazione di fronte alla condizione esistenziale, l’appassionato francescanesimo, l’orrore dinanzi a un mondo privo di carità ... : un’osmosi di animus lirico e fermento filosofico legittimata da precedenti storici di filosofi poeti, sin dall’antica Grecia fino al grande conterraneo Campanella”.
Domenico Antonio Cardone, filosofo della pace
L’opera prevalente di Cardone fu quella filosofica e costante nella sua vita fu l’impegno teorico-pratico per la pace. Questo impegno gli meritò la candidatura al premio Nobel per la Pace del 1963, con la seguente motivazione:
Il Cardone, con una serie ininterrotta di scritti ed iniziative, soprattutto rimarchevoli dal 1948 in poi, ha cercato e cerca non solamente di lottare per la pace e l’abolizione del pericolo nucleare, affiancandosi a quanti lottano nello stesso senso, ma per di più: a) ha cercato di giungere alla radice di ciò che alimenta l’incomprensione e il contrasto fratricida tra i popoli; b) ha mostrato come, pur partendo da ideologie e interessi diversi, gli uomini possano giungere a consensi e fraterni accordi su punti determinati di natura etica, tali da eliminare ogni pericolo per tutti; c) ha instaurato una concezione della pace diversa da quella consueta, semplicemente statica e conservatrice, avente nel suo seno, come tale, i germi di sempre nuove guerre, in quanto per la sua concezione la pace assume l’aspetto di clima morale determinante un continuo progresso civile in tutti i settori della vita sociale. Per una simile opera egli ha richiesto anche la solidarietà dei filosofi di tutto il mondo, cercando di realizzare, per primo, tra essi, un’intesa etica, quali che fossero le metafisiche di ciascuno ed altresì quella degli scienziati, cui ha cercato mostrare la grave responsabilità da essi assunta con le loro scoperte e con il consentire alle applicazioni belliche di esse, oltre che quella degli spiriti religiosi di ogni credenza e degli uomini politici delle tendenze progressiste, anche se tra loro divergenti su alcuni postulati.
Sono pochissimi, purtroppo, i filosofi della pace e la filosofia della pace di Cardone ha una dimensione planetaria, ancora poco conosciuta.
La città di Palmi ricorda Cardone, oltre che con questo monumento, con la targa posta sulla facciata della sua abitazione, oggi rinnovata, con la intitolazione di un tratto della via, già via Cesare Battisti, con il busto in bronzo collocato nella Villa Comunale e altro busto collocato nell’atrio del nuovo Palazzo di Giustizia.
Il debito della Città verso il Filosofo della Pace
L’Associazione e il Progetto di Casa per la Pace “D. A. Cardone”
A quasi ventisei anni dalla morte del nostro Filosofo, grande rimane il debito della Città nei suoi confronti.
Dopo il 2002, in seguito alle iniziative per il Centenario della nascita del nostro Filosofo, si è costituita un’associazione col suo nome, con lo scopo di promuovere la cultura della pace e della nonviolenza, raccogliendo l’eredità del pensiero e dell’opera del Filosofo.
Dagli studi e dalle iniziative dell’Associazione è nato un Progetto di Casa per la Pace intitolata al Filosofo, da realizzare in collaborazione con l’Amministrazione Comunale.
Questo Progetto venne accolto inizialmente dall’ Amministrazione Comunale guidata dal Sindaco Parisi, che destinava un terreno di proprietà comunale, ma fu poi vanificato dall’ Amministrazione Comunale guidata dal Sindaco Gaudio.
Ora quel Progetto rimane in deposito negli uffici del Comune.
Palmi è una città grande e amara, come la Calabria di Répaci.
Palmi da una parte vuole ricordare i suoi figli più illustri dopo la loro morte con i monumenti, ma dall’altra ne tradisce il pensiero e l’opera.
Ricordiamo cosa scrisse Cardone sul suo rapporto con Palmi nella Prefazione citata:
In questo paese, sempre risorgente, pigramente dalle macerie dei suoi terremoti, io son vissuto dalla nascita con un rapporto non direi proprio di amore-odio, ma di affetto-dispetto, le cui motivazioni possono vedersi riflesse in quelle “Memorie” che ho ricordato all’inizio.
Il Diavolo della leggenda è ancora all’opera.
Il panorama fisico che ammiriamo da questa cima mostra i segni della violenza della natura e degli uomini.
Il Diavolo della leggenda vaga ancora in questa Città.
“Che cosa è oggi la città per noi?”, si chiede Italo Calvino nel suo Le città invisibili.
“... e Le città invisibili sono un sogno che nasce dal cuore delle città invivibili”.
La filosofia di Cardone fu una “filosofia profetica”.
Cardone è morto fisicamente, ma il suo pensiero è ancora vivo.
Questa visita è stata occasione per ricordarlo, coltivandone la memoria, con la speranza che il Progetto della Casa per la Pace “D. A. Cardone” possa essere realizzato.
Il modo migliore di concludere questa lettera è di riportare un pensiero emblematico tratto da un suo scritto sul destino del filosofo:
... fuori da ogni ottimismo o pessimismo, l’utopia è la nostra vera realtà permanente.
Palmi, 17 agosto 2012
Raffaello Saffioti
rsaffi@libero.it
LETTERA AL TURISTA
IL SANTO IL DIAVOLO E IL FILOSOFO-POETA
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
DOMENICO ANTONIO CARDONE, Canti e racconti del Sant’Elia, Antonio Lalli Editore, Poggibonsi, 1976
DOMENICO MINUTO (a cura di), Profili di Santi nella Calabria bizantina, Giuseppe Pontari editore, Reggio Calabria, 2002
ANTONIO DE SALVO, Da Palmi e dal suo Sant’Elia, Edizione Pro-Loco, Palmi, 1992
LEONIDA REPACI, Calabria grande e amara, Rubbettino, Soveria Mannelli, 2002
SEZIONE BIBLIOGRAFICA DELLA SOCIETA’ FILOSOFICA CALABRESE (a cura di), Seguito della biobibliografia critica di Domenico Antonio Cardone (1962-1980), Tipografia MIT, Cosenza, 1980
SOCIETA’ FILOSOFICA CALABRESE, Atti Dal 1948 al 1979, Stab. Tip. Editoriale C. Biondi, Cosenza, 1980
FRANCO TRIFUOGGI, Cardone poeta della pace, 2009, inedito
KAZIMIERA ALBERTI, L’anima della Calabria, Rubbettino, Soveria Mannelli, 2007
FRANCESCO TOMATIS, Filosofia della montagna, Bompiani, 2005
VITO TETI, Il senso dei luoghi, Donzelli editore, Roma, 2004
FRANCESCO BEVILACQUA, Genius Loci, Rubbettino, Soveria Mannelli, 2010
Il Filosofo e la Città, Quaderno dell’Associazione Casa per la Pace “D. A. Cardone”, Palmi, luglio 2004
LUCIO C. GIUMMO, “Cosa sarà la Casa per la Pace” (“Bollettino di Collegamento” dell’Associazione Casa per la Pace “D. A. Cardone”, Palmi, dicembre 2005)
ITALO CALVINO, Le città invisibili, Mondadori, Milano, 2006
DOMENICO FERRARO, A egregie cose monumenti targhe epigrafi di Palmi, Nuove Edizioni Barbaro di Caterina Di Pietro, Delianuova, 2009
ORESTE KESSEL PACE, S. Elia Juniore, Kaleidon editrice, Reggio Calabria, 2012
* Il dialogo. Lunedì 20 Agosto,2012 (ripresa parziale)