MILANO. UNA RIVELAZIONE APOCALITTICA.
L’AMORE VINCE SEMPRE ...
Il premier, intanto, ha trascorso un’altra giornata all’ospedale: l’ultima, prima di essere dimesso. E ha parlato, anche se solo attraverso un messaggio pubblicato sul sito del Pdl: «Grazie di cuore ai tantissimi che mi hanno mandato messaggi di vicinanza e di affetto. Ripeto a tutti di stare sereni e sicuri. L’amore vince sempre sull’invidia e sull’odio». (Corriere della Sera, 15 dicembre 2009: Da Berlusconi un messaggio sul sito Pdl).
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1 Corinzi 13
1 Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la "carità: l’Italia", sarei come bronzo che rimbomba o come cimbalo che strepita.
2 E se avessi il dono della profezia, se conoscessi tutti i misteri e avessi tutta la conoscenza, se possedessi tanta fede da trasportare le montagne, ma non avessi la "carità: l’Italia", non sarei nulla.
3 E se anche dessi in cibo tutti i miei beni e consegnassi il mio corpo per averne vanto, ma non avessi la "carità: la parola Italia", a nulla mi servirebbe.
4 La "carità: l’Italia" è magnanima, benevola è la "carità: l’Italia"; non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia d’orgoglio,
5 non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto,
6 non gode dell’ingiustizia ma si rallegra della verità.
7 Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.
8 La "carità: l’Italia" non avrà mai fine. Le profezie scompariranno, il dono delle lingue cesserà e la conoscenza svanirà.
9 Infatti, in modo imperfetto noi conosciamo e in modo imperfetto profetizziamo.
10 Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà.
11 Quand’ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Divenuto uomo, ho eliminato ciò che è da bambino.
12 Adesso noi vediamo in modo confuso, come in uno specchio; allora invece vedremo faccia a faccia. Adesso conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch’io sono conosciuto.
13 Ora dunque rimangono queste tre cose: la fede, la speranza e la "carità: l’Italia". Ma la più grande di tutte è la "carità: l’Italia"!
L’APOSTOLO ASTUTO MENTITORE, SENZA GRAZIA ("CHARIS") E SENZA AMORE ("CHARITAS")! UNA NOTA SULL’OPERAZIONE DI SAN PAOLO:
Sul tema, in rete e nel sito, si cfr.:
INDIETRO NON SI TORNA: GIOVANNI PAOLO II
FLS
STORIA E MEMORIA
MILANO - «Ravviso che lei è sempre più bella che intelligente». La frase di Silvio Berlusconi rivolta a Rosy Bindi durante la puntata di Porta a Porta dedicata alla bocciatura del lodo Alfano getta ulteriore benzina sul fuoco delle polemiche divampate dopo la decisione della Corte Costituzionale. Il premier, in collegamento telefonico, aveva accusato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, affermando che avrebbe dovuto, «con la sua influenza», garantire un voto dei giudici costituzionali favorevole al lodo Alfano. Parole che hanno provocato la dura reazione dell’esponente del Pd: secondo la Bindi, quelle del premier sono frasi gravissime. «Ravviso che lei è sempre più bella che intelligente» ha replicato secco Berlusconi, citando, non si sa quanto volontariamente, Vittorio Sgarbi che ebbe già modo di definire così l’ex ministro prodiano e che ora, parlando con Corriere.it, assicura di non voler chiedere i diritti d’autore al premier (ASCOLTA). «Non mi interessa nulla di quello che lei eccepisce» ha scandito Berlusconi.
Una «cortesia» che la stessa Rosy Bindi non ha lasciato cadere nel vuoto: «Sono una donna che non è a sua disposizione» ha replicato (riferimento neanche troppo velato alla vicenda delle escort che vede coinvolto il Cavaliere) «e ritengo molto gravi le sue affermazioni».
«REAGIRE DAVVERO» - La stessa Bindi, interpellata in mattinata da Radio Popolare, ha poi voluto precisare che «ho reagito non per difendere me dalle offese di Berlusconi che non mi sfiorano minimamente, mi sono sentita di reagire perché penso di doverlo fare in nome di tutte le donne». «Questo Presidente del Consiglio- ha aggiunto - ha una concezione strumentale delle donne, veicola messaggi pericolosi a questo Paese ed è arrivato il momento che le donne reagiscano davvero».
IL PRECEDENTE - Lo stesso Berlusconi, in ogni caso, aveva già avuto modo in passato di usare parole praticamente simili nei confronti della Bindi. Era l’8 aprile 2003 e il Cavaliere era andato a Brescia per sostenere la candidatura a sindaco di Viviana Beccalossi. Parlando della giovane esponente di An, il premier aveva spiegato che nei suoi occhi «si legge tutta la passione politica necessaria in questa sfida. È più brava che bella, il contrario di Rosy Bindi». Ma quell’intervento divenne più famoso per un’altra (involontaria?) gaffe dell’allora leader della Cdl: chiudendo il suo intervento incoraggiò infatti la portacolori del centrodestra con un equivocabile: «Forza Viviana, fagliela vedere!».
«PIÙ ALTO CHE EDUCATO» - All’indomani del battibecco negli studi di Bruno Vespa, il segretario del Partito Democratico, Dario Franceschini, ha telefonato a Rosy Bindi per esprimere alla vicepresidente della Camera la sua solidarietà per le «offese volgari e maleducate» a lei rivolte dal presidente del Consiglio. Anche Giovanna Melandri, responsabile Cultura del Pd, in una nota ha preso le difese di Rosy Bindi: «Berlusconi ha fatto gravissime affermazioni nei confronti delle istituzioni, attaccando il presidente della Repubblica e la magistratura. Altrettanto indegna è stata la frase con cui ha apostrofato Rosy Bindi: in queste offensive parole c’è tutto il ’Berlusconi-pensiero’ nei confronti delle donne: l’idea che la donna non abbia il diritto di prendere la parola se non per compiacere l’ego smisurato del sultano di Arcore. Il presidente del Consiglio ha dimostrato di essere più alto che educato». «Credo che le parole che Berlusconi ha pronunciato nei confronti di Rosy Bindi si commentino da sole nella loro profonda volgarità - ha aggiunto Anna Finocchiaro, presidente del Pd al Senato - e credo anche che una dirigente politica come Rosy non abbia certo bisogno di essere difesa. Rosy non è certamente a disposizione del Presidente del Consiglio, ma per fortuna è a disposizione e al servizio delle donne, del Pd e della democrazia del nostro Paese».
«C’E’ CONCITAZIONE, PUO’ SUCCEDERE» - Un tentativo di smorzare i toni arriva da Paolo Bonaiuti, sottosegretario della presidenza del Consiglio e portavoce di Berlusconi, in un intervento a Radio 2: «Questi sono momenti di estrema concitazione, questo può succedere. Una cosa sono i momenti asprezza politica, altra i momenti di vita normale». In precedenza, però, Bonaiuti aveva detto: «È sempre la solita storia del cane cattivo, prima lo attaccano, lui si difende. Evidentemente una difesa da una serie di attacchi mediatici che vanno avanti da mesi e mesi».
* Fonte: Corriere della Sera, 08 ottobre 2009 (ultima modifica: 09 ottobre 2009) (ripresa parziale).
DIO E’ VALORE! Sul Vaticano, in Piazza san Pietro, sventola il "Logo" del Grande Mercante: "Deus caritas est" (Benedetto XVI, 2006)!!! Il papa teologo, ha gettato via la "pietra" su cui posava l’intera Costruzione ...
SE DIO SI E’ FATTO PAROLA, IO NON POSSO GIOCARE CON LE PAROLE ... IL CATECHISTA NON USA MAI PAROLE EQUIVOCHE: PARLARE DI CARITÀ SIGNIFICA PARLARE DI GRAZIA
L’AMORE NON E’ LO ZIMBELLO DEL TEMPO (William Shakespeare).
AMORE E’ PIU’ FORTE DI MORTE (Cantico dei cantici: 8.6: trad. Giovanni Garbini).
“DUE COLOMBI”, “DUE SOLI”. A KAROL J. WOJTYLA - GIOVANNI PAOLO II, in memoriam (03.04.2005)
FARE COME GIOVANNI XXIII E GIOVANNI PAOLO II: RESTITUIRE L’ANELLO A GIUSEPPE!!!
******************Buon Natale, ITALIA***************
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Benedetto XVI fa gli auguri all’Italia
"Natale ispiri concordia e solidarietà"
CITTA’ DEL VATICANO - Dopo la caduta di questa notte, a mezzogiorno Benedetto XVI si è affacciato regolarmente dalla Loggia di San Pietro per impartire la benedizione Urbi et Orbi e fare gli auguri di Natale in 65 lingue diverse. Il Papa, il volto sereno, è apparso in buona forma e ha salutato come sempre le migliaia di fedeli radunati nella piazza. Nel suo messaggio nessun riferimento a quanto accaduto nella notte. Ratzinger ha toccato vari temi e nell’augurio all’Italia, il primo, ha auspicato che il Natale ispiri "un generoso impegno epr la concorede costruzione di una società più giusta e solidale".
* la Repubblica, 25 dicembre 2009
L’episodio nella basilica prima della messa di Natale. Ricoverato un cardinale
La donna ha saltato le transenne e ha trascinato a terra il Pontefice
Paura a San Pietro, spinto il Papa cade e si rialza. Fermata una donna *
CITTA’ DEL VATICANO - Paura a San Pietro nella notte di Natale. Una donna si getta su Benedetto XVI mentre si avvicina all’altare per celebrare la messa. Il papa cade, ma si rialza quasi subito, aiutato dai cerimonieri, mentre il card. Roger Etchegaray, 87 anni, si accascia e viene portato via.
Attimi di tensione, che è rimasta nella basilica per tutta la messa che è stata celebrata per la prima volta con due ore di anticipo per non affaticare troppo il pontefice ottantaduenne.
Alla fine della messa dalle immagini televisive si è riuscito a chiarire l’accaduto: si vede il Papa unirsi alla processione dei cardinali e dei concelebranti, poi una donna vestita di rosso che salta le transenne e gli si getta addosso. Il pontefice cade a terra. Per qualche secondo si vede solo un gran trambusto, e il card. Etchegaray che si accascia. Poco dopo, questione di pochi secondi, il Papa è di nuovo in piedi, la processione prosegue, raggiunge l’altare e la messa comincia. Il Papa appare appena un po’ scosso, e conduce la celebrazione senza tentennamenti. Legge sicuro il testo dell’omelia, in cui esorta ad andare incontro a Dio, rinunciare all’egoismo e alla violenza, a usare "solo le armi della verità e dell’amore".
La donna è ora nella Gendarmeria vaticana in stato di fermo. Viene descritta come confusa e agitata, forse sofferente di mente, dice di aver voluto abbracciare il pontefice. Si sospetta possa essere la stessa che lo scorso anno tentò un gesto analogo, ma al momento non ci sono conferme. E’ certo che non aveva addosso alcuna arma o oggetto contundente.
Il card. Etchegaray è stato ricoverato al pronto soccorso vaticano per accertamenti, ma è stato trasferito in nottata al Policlinico Gemelli. Nessuna preoccupazione invece per la salute del Papa, il quale, nonostante l’età, qualche disturbo alla circolazione, e la frattura al polso subita la scorsa estate in una caduta accidentale, ha lasciato tranquillamente la Basilica, appena sostenuto dai cerimonieri nello scendere le scale dell’altare, alla fine della Messa
* la Repubblica, 25 dicembre 2009
A TERRA ANCHE IL cardinale Etchegaray, PORTATO AL PRONTO SOCCORSO PER ACCERTAMENTI
Tensione prima della messa:
una donna spinge a terra il Papa
Nel trambusto Benedetto XVI è caduto ma si è subito fermato. Fermata l’autrice del gesto *
ROMA - Confusione e tensione prima dell’inizio della messa di Natale, quando una persona, presente nella Basilica di San Pietro, ha scavalcato le transenne e si introdotta nel corteo con Benedetto XVI . Poco dopo le immagini hanno mostrato le guardie del corpo correre all’interno della Basilica e poi il corteo è ripreso, con il Papa che raggiungeva l’altare. La messa è iniziata e proseguita senza altri incidenti. Secondo testimonianze, poi confermate dai portavoce vaticani, nel trambusto il Pontefice è caduto, ma è stato prontamente sorretto dai cerimonieri pontifici e ha raggiunto senza conseguenze l’altare della confessione, dove ha iniziato la celebrazione della Messa.
A TERRA ANCHE IL CARDINALE ETCHEGARAY - Secondo la ricostruzione dei fatti una donna, ha oltrepassato le transenne che separano la zona riservata al pubblico dalla navata centrale della Basilica proprio durante la processione di cardinali e concelebranti alla quale si era appena unito il Papa. Il pontefice ha perso l’equilibrio ed è caduto, ma si è prontamente rialzato, aiutato dai cerimonieri, e ha raggiunto l’altare della Confessione, da dove ha poi celebrato la messa. Nel trambusto è caduto anche il cardinale francese Roger Etchegaray, che è stato portato al pronto soccorso per accertamenti. La donna è stata fermata. A quanto riferito, si tratterebbe di una persona con disturbi psichici. Lo ha confermato un portavoce della sala stampa vaticana, precisando che la donna si trova ora «trattenuta in stato di fermo presso la Gendarmeria vaticana». Secondo i primi accertamenti, avrebbe voluto avvicinare il Pontefice ma senza cattive intenzioni. Non si esclude che si possa trattare della stessa persona che aveva tentato anche lo scorso anno un simile gesto, allora, però senza conseguenze.
«RINUNCIAMO ALLA VIOLENZA» - «Rinunciamo alla violenza, e usiamo solo le armi della verità e dell’amore» ha poi detto Papa Benedetto XVI durante la messa della notte di Natale a S. Pietro, invitando a «guardare Dio», e ad imparare da lui «la bonta» e «l’umilta», «vera grandezza». Un ennesimo appello alla pace, che si esprime, a Natale, nell’immagine di Dio che si fa presente agli uomini in forma di bambino. «Tale è la novità di questa notte - ha detto il Papa - la Parola può essere guardata, poichè si è fatta carne». Ma «il segno di Dio», «che viene dato ai pastori e a noi, non è un miracolo emozionante. Il segno di Dio - ha sottolineato il pontefice - è la sua umiltà». Un Dio che si fa «piccolo», diventa «bambino», «si lascia toccare e chiede il nostro amore».
INAUGURAZIONE DEL PRESEPE - Nel pomeriggio si era svolta l’inaugurazione del maestoso presepe in piazza San Pietro. La cerimonia - presieduta dai cardinali Giovanni Lajolo, presidente del Governatorato, e Angelo Comastri arciprete della Basilica Vaticana - è stata accompagnata da una veglia di preghiera e dalla benedizione finale del Papa. Intorno alle 18, infatti, Benedetto XVI aveva acceso il lume della pace sul davanzale della finestra del suo studio, impartendo la benedizione a tutti i fedeli riuniti in piazza San Pietro.
Il presepe in piazza San Pietro (Ansa) Il grande presepe, voluto da Giovanni Paolo II nel 1982, si rinnova ogni anno nell’allestimento e nei personaggi, secondo l’impianto tradizionale, che risale alla sacra rappresentazione messa in scena da San Francesco, a Greccio nel 1223, con veri pastori, contadini, frati e nobili dell’epoca. Al centro del colonnato berniniano, il presepe si estende su una superficie di 300 metri quadri con un fronte di 25 metri; al centro la grotta con la Natività, posta ai margini della città; ai lati i simboli cristiani dell’acqua e del fuoco; e poi intorno scene ambientate in luoghi di pescatori e di pastori.
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* Corriere della Sera, 24 dicembre 2009 (ultima modifica: 25 dicembre 2009)
LA POLITICA DELL’ODIO
di Alexander Stille (la Repubblica, 18.12.2009)
Dopo l’attacco contro Berlusconi si parla molto di amore e odio, del “clima di odio” che la sinistra e giornali come Repubblica avrebbero creato criticando Berlusconi e dell’amore che Berlusconi richiede al Paese e al suo popolo.
Ma il dissenso politico e il diritto di critica non sono questioni di amore ed odio. Il Washington Post non era animato da odio per il presidente Richard Nixon quando fece l’inchiesta su Watergate. La proprietaria del giornale, Katherine Graham, aveva tanti amici tra i repubblicani dell’amministrazione e il presidente non accusò mai il Post di odio. Come il New York Times non odiava Bill Clinton quando fece i primi pezzi sull’affare "Whitewater," che portò alla vicenda di Monica Lewinskye che quasi gli costò la presidenza. Il dissenso e la critica - talvolta anche aspri - sono elementi fondamentali di una democrazia sana. La mancanza di critica all’amministrazione Bush - nel clima intimidatorio dopo l’undici settembre - ha contribuito forse in un modo decisivo alla guerra disastrosa in Iraq.
Ma porre il problema in termini di amore e odio - cioè in termini personalistici - è caratteristico della politica di Berlusconi. Il momento che mi colpì di più intervistando Berlusconi nel 1995 arrivò alla fine del nostro incontro quando, cercando di convincermi che non poteva neanche esistere il problema del conflitto d’interesse, disse: «So creare, so comandare, so farmi amare». Come se farsi amare - piuttosto che gestire l’economia o riformare il sistema pensionistico - fosse il più grande requisito di un uomo politico.
Il dissenso in Italia parla di Berlusconi perché è costretto a farlo. Berlusconi si è sempre posto al centro delle cose e parlare del Popolo della Libertà senza parlare di Berlusconi è semplicemente un non-senso.
Parliamo di Berlusconi perché da quando è entrato in politica nel 1994 l’Italia è diventata ingovernabile. Ingovernabile perché i massicci conflitti d’interesse presentati da Berlusconi - un monopolista della televisione privata che ora controlla il suo competitore principale, la televisione di Stato, un indagato di reati gravissimi che gestisce il sistema della giustizia - sono macigni sulla strada di ogni governo.
Così il Paese ha vissuto colpi di spugna, lodi di tutti i tipi, leggi ad personam cucite su misura per evitare la galera a questo o quel collaboratore stretto del Cavaliere e possibili condanne allo stesso Berlusconi. Nel mezzo di questa crisi, il governo propone una legge per limitare la pubblicità alla televisione via satellite di Rupert Murdoch, il primo vero concorrente privato di Berlusconi. E subito siamo costretti a chiederci: è stata fatta per il bene del telespettatore o per il bene di Mediaset, l’azienda del premier? E così è per tutto, o quasi: lo scudo fiscale, i condoni per l’evasione fiscale, la detrazione di tasse per le aziende, l’eliminazione delle tasse di successione. Le ultime proposte di legge del centro-destra - sempre retroattive - dimostrano che Berlusconi è pronto a smantellare tutto il sistema giudiziario italiano pur di salvare sé stesso. Abbiamo il. governo di un uomo solo che si occupa esclusivamente della sua persona e delle sue aziende.
Siamo costretti a parlare di Berlusconi perché Berlusconi ha personalizzato la politica come mai era accaduto nel dopoguerra. I vecchi partiti come la Dc e il Pci, per esempio, rappresentavano delle idee e delle aree sociali del Paese, ma i loro leader erano decisamente meno importanti dei blocchi che rappresentavano: i cattolici da una parte, la classe operaia dall’altra. Berlusconi ha personalizzato la politica, presentandosi continuamente come l’unico capace di "salvare" il Paese dal pericolo del comunismo. «Sono in politica perché il Bene prevalga sul Male», ha detto nel 2005: «Se la sinistra andasse al governo l’esito sarebbe questo: miseria, terrore, morte. Così come avviene ovunque governi il comunismo».
Berlusconi ha creato attorno a sé il culto della personalità, nel decimo anniversario della creazione di Forza Italia ha perfino detto che la sua "discesa in campo" era stata un atto suggerito dallo Spirito Santo. Il volto di Berlusconi è su ogni manifesto politico. Ha cambiato la legge elettorale in modo che deputati e senatori servano al piacere personale del premier. Il Parlamento è pieno di veline e amiche e amici, molti impiegati o avvocati di Berlusconi. Non contento, Berlusconi propone di far votare solo i capigruppo, riducendo il ruolo dei parlamentari a quello di puro ornamento.
Berlusconi ha cambiato il lessico della politica italiana, introducendo il linguaggio privato, quello del bar e della rissa in casa nella sfera pubblica. Ha dato dei «coglioni» agli elettori del centrosinistra, ha chiamato «stronzate» le parole del suo avversario politico, Romano Prodi, «criminoso» il giornalismo di Enzo Biagi, Marco Travaglio e Michele Santoro. I magistrati sono «matti» e «mentalmente disturbati». L’ex presidente della Repubblica Scalfaro è un «serpente» e un «traditore».
Pensiamo allo spettacolo indecente in cui durante l’ultima legislatura, i senatori del Pdl, aizzati dall’attuale presidente del Senato Renato Schifani, hanno coperto di insulti e ingiurie il premio Nobel Rita Levi Montalcini per spingerla a dimettersi da senatore a vita e far cadere la maggioranza di governo. Sfido gli esponenti del centrodestra a trovare un singolo episodio in cui i principali leader del centrosinistra (Prodi, D’Alema,Veltroni) si siano lasciati andare a un linguaggio simile.
E’ stato Berlusconi ad invitare gli italiani dentro la sua vita privata: con i mille commenti sulla vita da "playboy" e le sue prestazioni sessuali («Se dormo per tre ore posso fare l’amore per altre tre»), sul suo matrimonio («Rasmussen è il primo ministro più bello dell’Europa. Penso di presentarlo a mia moglie»). E ci ha portati dentro il suo divorzio con le sue apparizioni a fianco di Noemi Letizia e le comparsate a "Porta a Porta". Se si facesse il conto di chi negli ultimi quindici anni ha parlato di più sulle televisioni italiane scopriremo, credo, che gli italiani hanno dovuto ascoltare e vedere Berlusconi almeno dieci volte di più di qualsiasi altro politico. La verità è che Berlusconi ha trasformato un intero Paese in un grande reality: "Casa Berlusconi". Chi non lo gradisce ha il diritto di protestare. Non è la politica dell’odio. È, semplicemente, la democrazia.
Le grandi manovre nel governo della Chiesa
di Gian Guido Vecchi (Corriere della Sera, 19 dicembre 2009)
L’unico non tenuto a presentare le dimissioni era il cardinale Tarcisio Bertone, dato che l’ufficio del Segretario di Stato si esercita ad nutum Summi Pontificis : dipende dalla sola volontà del Papa. Così quando Bertone, 75 anni il 2 dicembre, si è presentato con la lettera, Benedetto XVI ha sorriso, «guardi che non ce n’era bisogno! », e lo ha confermato finché resterà lui. Per tutti gli altri vertici della Curia romana, invece, a 75 anni si rimette il mandato, al massimo ci sono proroghe: e anche quelle limitate.
Perciò nei prossimi mesi si preparano a cambiare alcune caselle decisive, nel governo della Chiesa: a cominciare dalla potente Congregazione per i vescovi, che dal 2000 è guidata dal cardinale Giovanni Battista Re. La sostituzione di Re è data per imminente, il 30 gennaio compirà 76 anni, scadrà il primo anno di proroga e Oltretevere non è previsto un secondo. Ci sono state dilazioni più lunghe, due anni e oltre, ma il dicastero che «provvede a tutto ciò che attiene alla nomina dei vescovi» non vive un bel momento: da ultimo, lo scandalo dei preti pedofili in Irlanda, con relativi vescovi che li hanno coperti, ha provocato lo «sdegno» e la «vergogna» del Papa, qualcosa non ha funzionato nella gestione dei pastori e si impone un rinnovamento. Non sono ancora state prese decisioni, anche se il nome più accreditato è quello dell’arcivescovo Giuseppe Bertello, 67 anni, nunzio apostolico in Italia: originario del Canavese come il cardinale Bertone, è molto stimato dal segretario di Stato, che lo volle nunzio nel 2007. Un altro nome autorevole è quello del cardinale George Pell, arcivescovo di Sydney: a luglio, però, il Papa ha nominato segretario della congregazione (cioè numero due) il portoghese Manuel Monteiro de Castro, ed è quindi più probabile che il prefetto sia italiano. Il cardinale Pell, piuttosto, potrebbe guidare in futuro Propaganda Fide , congregazione per le terre di missione, il cui prefetto viene definito «Papa rosso »: il cardinale Ivan Dias, 73 anni, non è in scadenza ma ha qualche problema di salute.
Oltre la scadenza, invece, è il cardinale Walter Kasper, 77 anni a marzo, presidente del Consiglio per l’unità dei cristiani: entro Pasqua è atteso il successore (sì è parlato, ma è solo un’ipotesi, del vescovo di Ratisbona Gerhard Müller). Anche il cardinale Claudio Hummes, prefetto della Congregazione per il clero, compie in agosto 76 anni, come in settembre il cardinale Franc Rodé, alla guida degli istituti di vita consacrata, e il cardinale Paul Cordes, presidente del pontificio consiglio «Cor Unum» per i progetti umanitari. Si provvederà per gradi: nello stile della «riforma gentile» avviata nel 2005 da Benedetto XVI.
Messaggio del premier a una manifestazione di solidarietà organizzata a Verona
"Mi date un’ulteriore spinta. L’amore vince sempre sull’invidia e sull’odio", ha ripetuto
Berlusconi: "Vado avanti per il bene del Paese" *
VERONA - "Andrò avanti per il bene del Paese". Questo il messaggio inviato stamane da Silvio Berlusconi ai partecipanti all’iniziativa indetta in Piazza Brà a Verona una settimana dopo l’aggressione subita dal premier a Milano. "Queste manifestazioni - ha detto Berlusconi, che ha chiamato al cellulare il sottosegretario Aldo Brancher - mi danno una ulteriore spinta ad andare avanti e a sostenere il nostro impegno per il bene del Paese".
"Sono commosso - ha aggiunto il presidente del Consiglio - e ringrazio Verona che ha per prima voluto organizzare questa manifestazione di solidarietà". "L’amore vince sempre sull’invidia e sull’odio", ha ribadito Berlusconi usando le parole pronunciate il giorno in cui è uscito dall’ospedale San Raffaele e scritte lo stesso slogan dello striscione che questa mattina campeggiava sulla scalinata del Municipio di Verona. "Questo è il messaggio - ha proseguito il premier - che stiamo portando in giro per tutta l’Italia". "Sotto l’albero di Natale - ha detto ancora, rivolgendosi ai sostenitori - regalate una tessera del Pdl".
In piazza Brà, secondo una prima stima, un migliaio di persone, tra le quali oltre a Brancher il sottosegretario Alberto Giorgetti, e vari sindaci e assessori comunali. La manifestazione si è chiusa con le note di "Meno male che Silvio c’è".
* la Repubblica, 20 dicembre 2009