2008. Lavoro insicuro? Vincano i diritti

MORTI BIANCHE. All’Italia il terribile primato europeo delle vittime sul lavoro. Messaggio del Presidente Napolitano al Presidente dell’Inca-Cgil - a cura di Federico La Sala

martedì 5 febbraio 2008.
 

-   Morti bianche, per l’Italia triste primato
-  in Europa siamo il Paese con più incidenti

Si continua a morire sul lavoro e anche il numero degli infortunati, seppur in calo, e’ sempre troppo elevato. Nel periodo tra il 1995 e il 2004 riduzione del 25,49 per cento. Nel resto d’Europa flessione di quasi il 30%. La denuncia nel 2° Rapporto dell’Anmil sulla tutela delle vittime del lavoro: "Effetto perverso profondamente innervato nel modo di produzione". Ancora pochi gli interventi e le risorse per il controllo e la prevenzione

Resta all’Italia il non invidiabile primato delle vittime sul lavoro in Europa. Nel nostro paese il numero delle "morti bianche", seppure in calo rispetto agli anni scorsi, è infatti diminuito meno che nel resto d’Europa. Negli ultimi dieci anni, nel periodo compreso tra il 1995 e il 2004, da noi il calo registrato è stato pari al 25,49 per cento mentre nella media europea la flessione è stata pari al 29,41 per cento.

La riduzione è stata ancora più accentuata in Germania, dove il numero di vittime si è quasi dimezzato (-48,3 per cento), e in Spagna dove si è registrato un decremento del 33,64 per cento. Sono questi alcuni dei risultati resi noti nel secondo rapporto sulla ’’Tutela e condizione delle vittime del lavoro tra leggi inapliccate e diritti negati’’ presentato oggi dall’Anmil, Associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro, al Capo dello Stato Giorgio Napolitano.

Gli autori del rapporto sottolineano come anche negli incidenti non mortali le cose non vadano molto meglio. Visto che nelle cifre ufficiali, seppure meno allarmanti di quelle relative alle vittime, non sono compresi gli incidenti che non vengono denunciati da chi è impiegato nell’ambito del lavoro nero dove, secondo l’Inail, si verificherebbero almeno 200 mila casi.

Nel complesso gli incidenti sul lavoro sono circa un milione l’anno e i morti più di mille. In Germania nel 1995 le vittime erano state mille e cinquencento, duecento più di quelle italiane. Oggi sono scese a 804 unità, un numero ben inferiore a quello attuale delle vittime italiane. Questi numeri, dicono dall’Amnil, mostrano come non si tratti di un fenomeno occasionale e relegato a situazioni straordinarie ma piuttosto "un effetto perverso che sembra profondamente innervato nel modo di produzione".

L’indennizzo ridotto

Al danno sembrerebbe aggiungersi anche la beffa. La riforma realizzata con il decreto legislativo 38/2000 che ha introdotto, in via sperimentale, la copertura del danno biologico, di fatto, dicono dall’Anmil, ha comportato un "netto ridimensionamento del livello delle prestazioni in rendita se non addirittura la trasformazione dell’indennizzo da rendita, a capitale liquidato una tantum".

Se un lavoratore infortunato che perde un piede ha una moglie e un figlio a carico e una retribuzione media, si ritrova oggi a percepire dall’Inail il 13,39% di rendita in meno (ovvero 963 euro l’anno) ripetto a quanto previsto del regime precedente al Decreto 38/2000. La perdita in termini di risarcimento in sede civile sarebbe poi pari a circa 45 mila euro.

Passi troppo timidi

La rinnovata consapevolezza della gravità del fenomeno, cresciuta anche in ragione dei numerosi interventi del Presidente della Repubblica sul tema, sembra non essere riuscita a produrre ancora una significativa inversione di tendenza. Gli autori del rapporto sottolineano come a cinque mesi dall’entrata in vigore della legge 123/07, che ha stabilito nuove norme in materia di sicurezza sul lavoro, i coordinamenti provinciali delle attività ispettive stanno appena muovendo i primi passi mentre il personale impegnato nella prevenzione infortuni, al ritmo attuale, impiegherebbe 23 anni a controllare tutte le aziende. L’Anmil inoltre sottolinea anche come si intervenga quasi sempre a cose fatte e molto raramente a livello di prevenzione.

Le cose da fare

Tra i rimedi necessari indicati dall’Anmil ci sono un maggiore investimento sulle attività di prevenzione e controllo, l’introduzione di sanzioni adeguate alla gravità ed alle conseguenze dei comportamenti, l’organizzazione di un apparato amministrativo e giudiziario che assicuri l’applicazione certa e rapida delle sanzioni e la promozinoe di iniziative informative, formative e culturali che sviluppino nel medio-lungo periodo una maggiore attenzione alla prevenzione.


Data: 04-02-2008

-  Messaggio del Presidente Napolitano
-  al Presidente dell’Inca-Cgil, Minelli

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in un messaggio al Presidente dell’Inca-Cgil, Raffaele Minelli, ha espresso "particolare apprezzamento" per l’iniziativa dell’Inca-Cgil di dedicare la campagna di comunicazione del 2008 al problema della salute e della sicurezza nei posti di lavoro.

"Importanti risposte sono già venute e stanno venendo da più parti per contrastare il gravissimo fenomeno degli infortuni sul lavoro e delle ’morti bianche’ la cui preoccupante frequenza suscita grande allarme sociale. La campagna di comunicazione che presenta oggi l’Inca-Cgil, importante componente del movimento sindacale e del mondo del lavoro, offre un prezioso contributo per la diffusione e l’affermazione di una radicata cultura sulla salute e sulla sicurezza nel lavoro. Auspico che lo slogan della vostra campagna ’Lavoro insicuro? Vincano i diritti’, il disegno strappato del bambino che trasmette con efficacia le tragiche conseguenze, anche familiari, del ’lavoro insicuro’, le varie iniziative che intendete intraprendere nel Paese, diano un forte impulso ad operare attraverso impegni puntuali, a prendere decisioni, concrete, ad adottare efficaci misure volte a prevenire la piaga degli infortuni sul lavoro. E’ un cammino di civiltà e giustizia che deve vedere impegnati tutti i lavoratori, le imprese, le istituzioni nazionali e locali e la stessa opinione pubblica in una opera congiunta volta a individuare le priorità di intervento e realizzare appropriate ed efficaci azioni di prevenzione per il miglioramentio dei livelli di sicurezza nei luoghi di lavoro".

Roma, 4 febbraio 2008(www.quirinale.it/Comunicati)


Sul tema, nel sito, si cfr.:

-  ITALIA 2006. Record europeo...
-  657 le persone morte sul lavoro dall’inizio dell’anno!!! Fausto Bertinotti chiede al Parlamento di dare avvio ad un’indagine conoscitiva

-  ITALIA, 2008. Il grido del Presidente dellla Repubblica, Giorgio Napolitano: "Basta stragi"!!!
-  PEGGIO DI UNA GUERRA: MORTI SUL LAVORO IN SICILIA SEI OPERAI.

-  ITALIA 2010. Il lavoro spogliato dei diritti


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