[...] A tutti i fedeli cattolici, Voice of The Faithful inoltra questo invito: in virtù del vostro battesimo, siete un popolo sacerdotale. E’ arrivato il tempo di alzarsi e parlare. Per amore della nostra chiesa, oggi dovete fare la vostra parte per la crescita e il benessere della nostra chiesa.
Col vostro aiuto possiamo riuscirci!
Per favore consultate il sito www.votf.org e iscrivetevi per ricevere gli aggiornamenti sulle attività volte a trasformare la nostra chiesa.
CHI E’ VOICE OF THE FAITHFUL
Voice of The Faithful (VOTF) è un movimento internazionale di cattolici impegnati, nato nel 2002 in risposta alla crisi degli abusi sessuali del clero [...]
Da VOICE OF THE FAITHFUL
CHIAMARE I CATTOLICI A TRASFORMARE LA NOSTRA CHIESA
Da parte di tutti i cattolici che condividono il nostro desiderio di aiutare la nostra chiesa, Voice of the Faithful diffonde questo messaggio in occasione della visita di Papa Benedetto XVI negli Stati Uniti.
Consapevoli delle gravi sfide che la chiesa oggi affronta, e sperando in nuove e migliori prospettive, i 35.000 membri di VOTF puntano alla trasformazione della chiesa:
· Noi vogliamo una chiesa aperta, trasparente e responsabile
· Noi immaginiamo una chiesa che accolga i doni e i talenti dei laici
· Noi sogniamo una chiesa governata dalla compassione e dal senso di giustizia, basato sull’eguaglianza e animata dalla collegialità
Ma non possiamo ottenere questa trasformazione se non saniamo le ferite ancora aperte.
La crisi morale che oggi affrontiamo
Molti cattolici conoscono bene le sofferenze umane e gli esborsi finanziari legati alla crisi degli abusi sessuali del clero. Nel 2004, solo negli Stati Uniti, più di 4.300 preti sono stati accusati di aver abusato di circa 11.000 minori nel periodo che va dal 1950 al 2000. Gli accordi per i risarcimenti da parte delle diocesi americane ammontano a 615 milioni di dollari nel 2007, e superano, nel complesso i 2,3 miliardi di dollari. Le diocesi cattoliche sono arrivate alla bancarotta in Alaska, Arizona, California, Iowa, Oregon e Washington.
Ugualmente preoccupante è che i nostri leader hanno contribuito a questo disastro.
Come può la nostra chiesa essere un faro morale se così tanti vescovi hanno ripetutamente trasferito i preti, i cui abusi erano stati accertati, lasciandoli in ministero?
Senza giustizia per le vittime e responsabilità da parte dei vescovi, questa crisi continuerà ad essere una piaga nella chiesa.
La nostra chiesa affronta anche altre sfide
Il numero sempre decrescente di preti rende l’Eucaristia sempre più indisponibile. I laici continuano ad essere esclusi dalla partecipazione nelle scelte decisionali. I cattolici - particolarmente i giovani - lasciano la chiesa per abbracciare altre confessioni, o diventano atei.
Il panorama di speranza del Vaticano II resta disatteso, e rimane la polarizzazione nella chiesa su come si possa meglio realizzare la nostra sacra missione.
Auspichiamo un Corpo di Cristo durevole, nuovo che sia a servizio di tutti con compassione, collegialità e cooperazione. Crediamo che la collaborazione tra i membri della chiesa sia il mezzo per raggiungere tale trasformazione.
La risposta è trasformazione
Auspichiamo un Corpo di Cristo completamente trasformato - una chiesa che responsabilizzi e al contempo sia responsabile di tutti i membri, laici e ordinati, con compassione ed onestà.
Una chiesa trasformata dovrebbe:
· Trattare le vittime con giustizia e compassione. Papa Benedetto e tutti i vescovi dovrebbero incontrare le vittime, ascoltare le loro storie e trattarle con rispetto e compassione. Mostrare a loro e al mondo di riconoscere il grave danno che la chiesa ha fatto e cercare di sanarlo.
· Responsabilizzare i vescovi nei confronti del popolo a loro affidato.Papa Benedetto dovrebbe chiedere le dimissioni di quei vescovi che hanno ri-assegnato i preti accusati di abusi. I vescovi onesti dovrebbero smettere di bloccare i risarcimenti, iniziare a portare avanti controlli annuali e sostenere il cambiamento delle norme che governano lo statuto delle limitazioni. Proteggere i nostri bambini dovrebbe essere la priorità, iniziando con la creazione di un database nazionale dei preti colpevoli. Altra priorità è stabilire serie modalità di indagine e pronta risoluzione dei casi.
· Accogliere la piena partecipazione dei laici.I laici cattolici amerebbero avere più responsabilità e ruoli nel Popolo di Dio. I laici dovrebbero essere interamente coinvolti delle decisioni che abbiano impatti sulla vita delle parrocchie e delle diocesi, incluse le chiusure delle parrocchie. Le nostre parrocchie crescerebbero e i nostri figli e nipoti sarebbero membri fieri e propositivi all’interno della chiesa cattolica.
· Garantire maggiore trasparenza e responsabilità amministrativa/finanziaria. Ogni parrocchia dovrebbe pubblicare il proprio bilancio annualmente. Ogni parrocchia e diocesi dovrebbe prevedere un comitato amministrativo che fornisca prospettive indipendenti ai pastori e ai vescovi. La conferenza episcopale statunitense dovrebbe cambiare le procedure di reporting finanziario prevedendone l’obbligatorietà. Cesserebbero così sottrazioni indebite di fondi e non ci troveremmo più di fronte ad indagini da cui risulta che l’85% delle diocesi riporta appropriazioni indebite, come avvenuto negli ultimi 5 anni.
· Liberare i doni dello Spirito. Percezioni spirituali e teologiche innovative verrebbero incoraggiate. Si faciliterebbe un cambiamento significativo e positivo creando forum ed opportunità di espressione per tutti i fedeli per approfondire la propria fede personale e metterla in pratica.
A tutti i fedeli cattolici, Voice of The Faithful inoltra questo invito: in virtù del vostro battesimo, siete un popolo sacerdotale. E’ arrivato il tempo di alzarsi e parlare. Per amore della nostra chiesa, oggi dovete fare la vostra parte per la crescita e il benessere della nostra chiesa.
Col vostro aiuto possiamo riuscirci!
Per favore consultate il sito www.votf.org e iscrivetevi per ricevere gli aggiornamenti sulle attività volte a trasformare la nostra chiesa.
CHI E’ VOICE OF THE FAITHFUL
Voice of The Faithful (VOTF) è un movimento internazionale di cattolici impegnati, nato nel 2002 in risposta alla crisi degli abusi sessuali del clero. Il nostro obiettivo è costruire una voce, attenta allo Spirito, attraverso la quale il fedele possa partecipare attivamente nella gestione e nella guida della Chiesa Cattolica.
I nostri scopi sono: supportare le vittime degli abusi sessuali del clero, aiutare i preti onesti, e strutturare un cambiamento sostanziale all’interno della Chiesa Cattolica.
* Il dialogo, Martedì, 01 aprile 2008, ripresa parziale
All’indomani dell’incontro con Bush alla Casa Bianca la prima messa a Washington
Benedetto XVI salutato con calore da fedeli arrivati da tutti gli Usa
In 50 mila allo stadio per il Papa
"Dolore per gli abusi sui minori"
il Pontefice: "Crollo dei valori anche nella Chiesa e tra i cattolici"
WASHINGTON - Un crollo preoccupante dei valori nella società statunitense. Un fenomeno che riguarda anche la Chiesa e i cattolici. Come dimostra lo scandalo della pedofilia nella chiesa cattolica americana, un dramma di fronte al quale "nulla possono anche le parole del Papa". E’ questa la denuncia di Benedetto XVI nella sua omelia durante la messa celebrata al Nationals Park Stadium di Washington. Il Pontefice è tornato sullo scandalo degli abusi sui minori nella chiesa cattolica americana, esprimendo "profondo dolore". E ha invitato gli americani, "popolo della speranza", a non dimenticare le ingiustizie compiute nei confronti dei nativi e degli schiavi. Ad ascoltare Benedetto XVI 50mila fedeli di tutte le diocesi Usa che hanno affollato fin dalla mattina lo stadio.
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Crollo dei valori. "Vediamo - ha detto Benedetto XVI - segni evidenti di un crollo preoccupante negli stessi fondamenti della società: segni di alienazione, rabbia, contrapposizione in molti nostri contemporanei; crescente violenza, indebolimento del senso morale, involgarimento nelle relazioni sociali e accresciuta dimenticanza di Dio".
"Anche la Chiesa - ha proseguito - percepisce, in modo spesso doloroso, la presenza di divisione e polarizzazione al suo interno, e fa pure la sconcertante scoperta che tanti battezzati, invece di agire come lievito spirituale del mondo, sono inclini ad abbracciare atteggiamenti contrari alla verità del Vangelo".
Lo scandalo della pedofilia. Benedetto XVI è poi tornato ancora una volta sullo scandalo della pedofilia nella chiesa cattolica americana."Nessuna mia parola - ha detto - potrebbe descrivere il dolore e il danno arrecati da tali abusi. E’ importante che a quanti hanno sofferto sia riservata un’amorevole attenzione pastorale".
"Sono già stati fatti - ha aggiunto - grandi sforzi per affrontare in modo onesto e giusto questa tragica situazione e per assicurare che i bambini possano crescere in un ambiente sicuro". "Queste premure per proteggere i bambini devono continuare. Oggi - ha proseguito - esorto ciascuno di voi a fare quanto gli è possibile per promuovere il risanamento e la riconciliazione e per aiutare quanti sono stati feriti".
Indiani e schiavi. Benedetto XVI ha poi ricordato le "ingiustizie" compiute dai colonizzatori nei confronti dei nativi del continente (gli indiani) e poi nel commercio degli schiavi dall’Africa. "Gli americani - ha spiegato - sono sempre stati un popolo della speranza". "Certo - ha osservato il Papa - questa non è stata l’esperienza di tutti gli abitanti di questo Paese: basti pensare alle ingiustizie sofferte dalle native popolazioni americane e da quanti dall’Africa furono portati qui forzatamente come schiavi".
La folla dei fedeli. Il Papa è stato accolto dal saluto caloroso e dai cori di 50 mila persone che hanno affollato il nuovissimo Nationals Park Stadium di Washington per assistere alla prima messa del suo viaggio negli Stati Uniti. Il Pontefice ha fatto il giro dello stadio, a bordo della "papamobile" con le fiancate trasparenti, accolto da forti applausi della folla che attendeva da ore il suo arrivo.
Lo stadio si è riempito fin da prima dell’alba, con fedeli arrivati da tutte le diocesi Usa. I biglietti, distribuiti dall’arcidiocesi di Washington alle parrocchie e ai gruppi cattolici dell’area, erano esauriti ormai da giorni. Migliaia di persone sono rimaste comunque all’esterno dello stadio per seguire da fuori la messa. Tutti gli spettatori sono stati sottoposti a meticolosi controlli, dagli addetti alla sicurezza. Il Papa, che ieri ha incontrato il presidente Bush alla Casa Bianca, ha celebrato insieme a 14 cardinali, 250 vescovi e 1.300 sacerdoti, accompagnati dai canti di quattro cori che raccolgono complessivamente 570 cantanti. Tra le voci ’eccellenti’, quelle del soprano Denyce Graves e del tenore Placido Domingo.
Studenti di architettura della Catholic University di Washington, l’ateneo della capitale americana che il Papa visiterà nel pomeriggio, hanno disegnato l’altare, il leggio e il trono papale.
* la Repubblica, 17 aprile 2008. (ripresa parziale, senza immagini)
Decollato da Fiumicino, Benedetto XVI atterrerà stasera negli Stati Uniti
La visita di Ratzinger dopo lo scandalo dei religiosi accusati di abusi sessuali
Il Papa in volo verso gli Usa
"Mai più sacerdoti pedofili" *
ROMA - C’era anche Romano Prodi all’aeroporto di Fiumicino a salutare Benedetto XVI in partenza per gli Stati Uniti. Il Boeing 777 dell’Alitalia atterrerà alla base di Washington alle 16 ora locale. Accolto dal presidente George W. Bush, il Papa inizierà tra qualche ora l’ottavo viaggio apostolico fuori dai confini italiani.
Ratzinger sarà il primo Papa ad approdare negli Stati Uniti dopo la crisi spirituale dei preti pedofili che ha travolto la Chiesa americana, il terzo pontefice dopo Paolo VI e Giovanni Paolo II.
"I pedofili saranno completamente esclusi dal sacerdozio", ha assicurato Benedetto XVI conversando in aereo con i giornalisti durante il viaggio sull’Oceano. "Ci vergognamo profondamente e faremo tutto il possibile affinchè questo non si ripeta in futuro", ha affermato il Papa.
La visita di Ratzinger è la prima di un Papa negli Usa da quando nel 2002 esplose lo scandalo degli abusi sessuali dei sacerdoti, che ha costretto le diocesi a pagare danni per oltre due miliardi di dollari. Benedetto XVI ha assicurato che la Chiesa cercherà di selezionare i candidati al sacerdozio "in modo che solo le persone davvero integre possano esservi ammesse". "E’ più importante avere buoni preti che avere molti preti", ha sottolineato il Pontefice. "Se leggo le storie di quelle vittime - ha aggiunto Ratzinger - è difficile per me comprendere come sia stato possibile che i sacerdoti abbiano tradito in questo modo la loro missione".
Il viaggio papale, pensato per il duecentesimo anniversario di molte diocesi statunitensi, si è arricchito con l’invito del segretario dell’Onu a parlare alla assemblea delle Nazioni Unite, dove il 18 aprile il Pontefice interverrà davanti ai rappresentanti di 192 nazioni accreditate. Tra gli appuntamenti più fortemente simbolici, la sosta a Ground Zero, domenica prossima. E, nella stessa giornata, la Messa allo Yankee stadium del Bronx dove sono attesi migliaia di fedeli.
Domani, giorno del suo ottantunesimo compleanno, Ratzinger incontrerà una volta ancora Bush alla Casa Bianca, accolto da 21 colpi di cannone a salve, dagli inni del Vaticano e degli Stati Uniti, festeggiato da una folla record di 12 mila persone tra cui, chissà, potrebbe affacciarsi anche qualche candidato presidenziale.
Nello studio ovale, Ratzinger e Bush proseguiranno, secondo le indicazioni della Casa Bianca, il dialogo su "fede e ragione" e sugli "obiettivi comuni". Tra i due c’è convergenza di vedute su molti temi sociali, come l’aborto, le ricerche sulle cellule staminali e i matrimoni gay. Ma come ha già fatto nel messaggio di Pasqua, Benedetto XVI non perderà l’occasione per differenziarsi sulla guerra in Iraq e sulla giustizia capitale. E a Washington, come poi nel discorso di venerdì all’assemblea generale dell’Onu, il Papa insisterà sul tema della pace. Il rientro in Vaticano del Pontefice è previsto per la mattinata di lunedì.
* la Repubblica, 15 aprile 2008.
PAPA: ATTESA ED EMOZIONE TRA I CATTOLICI D’AMERICA (di Luciano Clerico)
WASHINGTON - Di sicuro lo aspetta un’America "inquieta". Ma se per i cattolici americani quella in corso sia una fase di crisi oppure di rinnovamento, neppure gli studiosi del mondo cattolico Usa lo sanno dire. L’unico dato certo è che tutti attendono papa Benedetto XVI con emozione e grandi aspettative. I principali quotidiani americani, dal New York Times al Washington Post, presentano così oggi l’imminente visita del Papa, e sottolineano quanto e come l’America cattolica sia oggi una terra di contraddizioni. Da un lato negli Stati Uniti i cattolici sono cresciuti. Negli ultimi 30 anni, soprattutto grazie all’ immigrazione ispanica, sono aumentati di 20 milioni, erano 48,7 milioni nel 1975, sono 64,8 milioni 2005. Dall’altro, però, è diminuito il numero di coloro che vanno a messa ogni settimana (erano quasi il 70% nel 1965, sono poco sotto il 50% oggi). Ancora: da un lato, la figura del Papa viene vista come quella di una guida spirituale assoluta; dall’altro sono molti coloro che lo criticano per le sue posizioni su temi come aborto, gay, donne-sacerdote.
Da un lato la partecipazione alla fede viene espressa in termini molto emotivi e spirituali; dall’altro però - come sottolinea oggi sul Washington Post monsignor Lorenzo Albacete, teologo di Comunione e Liberazione molto vicino a Papa Benedetto XVI - manca una riflessione seria sulla fede come elemento capace di distinguere "tra ciò che è vero e ciò che non lo è". E’ in questi termini che l’America attende il Papa, in un misto di curiosità ed emozione, desiderio di ’evento’ ma anche bisogno di raccoglimento. "In Vaticano c’é ammirazione per la religiosità americana - spiega Albacete - ma ci si chiede anche se la religiosità americana sia abbastanza forte. Sembra essere, dal punto di vista del Vaticano, più spirituale ed emotiva che non una seria domanda su ciò che è vero e ciò che non lo è". E’ anche per questo che Benedetto XVI ha scelto l’America per il suo ottavo viaggio internazionale. Non solo: l’ha scelta anche perché - come rileva il Washington Post - nonostante i cattolici Usa rappresentino solo il 6% dei fedeli nel mondo, sono considerati troppo importanti per quella che il Papa considera essere "la vera sfida di questo tempo: dimostrare che la modernità non deve schiacciare la fede religiosa". Benedetto XVI troverà tra i cattolici americani anche dissensi. Un sondaggio WP-ABC ha riscontrato questo "sentimento diffuso" sui temi della sessualità e dell’aborto: il 63% dei cattolici (contro il 55% di tutti gli americani adulti) ritiene che le coppie omosessuali dovrebbero avere le stesse protezioni legali di quelle eterosessuali; il 62% si dice favorevole all’aborto (contro il 57% degli americani). Nello stesso tempo, però, la maggioranza dei cattolici americani (54%) è favorevole alla pena di morte, e solo il 37% si dice contro, il 9% dice di non avere un’opinione. Sono queste percentuali, e il delicato tema degli scandali sessuali che inducono molti osservatori a parlare di America ’inquieta’. (luciano.clerico@ansa.it).
UN VIAGGIO NEL TRAMONTO DELL’AMERICA DI BUSH (di Elisa Pinna)
CITTA’ DEL VATICANO - Si lascia alle spalle un’ Italia che si risveglia da un voto dove la Chiesa cattolica ha fatto sentire la sua voce, e sbarca a Washington per cominciare un viaggio in cui religione e politica finiranno inevitabilmente per intrecciarsi sul grande palcoscenico mediatico americano. Papa Ratzinger parte martedi’ 15 aprile per una visita di sei giorni negli Stati Uniti, con tappe nella capitale e a New York, segnate da appuntamenti importanti per contenuti, solenni nella forma, simbolici per il loro messaggio al mondo: dai colloqui alla Casa Bianca all’intervento davanti all’Assemblea delle Nazioni Unite, dagli incontri con i vescovi e il clero, per chiudere lo scandalo della pedofilia, alla visita alla sinagoga di East Manhattan, dopo le polemiche con gli ebrei sulla preghiera del Venerdi’ Santo, fino all’invocazione di pace nel cratere di Ground Zero. Sara’ il primo ospite straniero ad essere accolto da George W. Bush ai piedi della scaletta dell’aereo nella Andrews Air Force Base, nel pomeriggio, ora americana, di martedi’: un privilegio motivato dal presidente americano con il fatto che nel Papa vede ’’Dio’’, e con lui condivide l’idea di una politica ispirata ai valori e alle indicazioni dell’Onnipotente. Benedetto XVI sara’ anche il primo pontefice a visitare Washington nel pieno della campagna per le presidenziali di novembre.
Prima di lui, solo Giovanni Paolo II aveva fatto una tappa a Fairbanks, in Alaska, nel 1984, in un anno elettorale: si era trattato pero’ di una sosta tecnica di poche ore in un viaggio verso paesi asiatici. Anche se le intenzioni di Ratzinger sono di dedicare la sua missione al tema ’’Cristo, nostra speranza’’, ogni sua parola finira’ per essere letta e interpretata per le ripercussioni che potra’ avere sull’elettorato cattolico e cristiano in generale, sia nell’imminente resa dei conti tra Hillary Clinton e Barack Obama per la nomination democratica, sia, piu’ a lunga scadenza, nel voto finale. Il 16 aprile, giorno del suo ottantunesimo compleanno, Ratzinger comincera’ la sua giornata pubblica sul prato della Casa Bianca, dove sara’ salutato nuovamente da George Bush e dalla moglie Laura, onorato da 21 salve di cannone, dagli inni nazionali vaticano e americano suonati da una banda vestita in costumi del XVIII secolo, e festeggiato da una folla di 5 mila persone, tra cui, chissa’, potrebbe affacciarsi anche qualche candidato presidenziale. Quello nello Studio Ovale, sara’ poi l’ultimo incontro ufficiale tra il Papa e il presidente uscente. Nel colloquio - ha annunciato la Casa Bianca - i due leader proseguiranno il loro dialogo su ’’fede e ragione’’ e sui loro ’’scopi comuni’’: su aborto, famiglia, coppie gay, ricerche sulle staminali, Benedetto XVI e Bush la pensano alla stessa maniera. Piu’ spigolosi gli argomenti di politica internazionale, in particolare l’Iraq, dove la minoranza cristiana rischia di essere sterminata nel mattatoio interreligioso seguito ad una guerra fortemente osteggiata dalla Santa Sede e da Giovanni Paolo II. Ratzinger tornera’ a chiedere protezione per i cristiani iracheni e ad esprimere le sue preoccupazioni per i futuri assetti del Medio Oriente, dove il pluralismo religioso (con la presenza dei cristiani) sembra destinato a scomparire.
L’altro evento di grande rilievo del viaggio statunitense avverra’ a New York il 18 aprile, quando Benedetto XVI, terzo papa dopo Paolo VI e Giovanni Paolo II, parlera’ dal podio dell’assemblea generale dell’Onu, davanti a 3 mila diplomatici e osservatori in rappresentanza di 192 nazioni. Il suo, ha anticipato il segretario di Stato vaticano, card. Tarcisio Bertone, sara’ ’’un messaggio di riconoscimento del valore del ruolo delle Nazioni Unite’’ e, al tempo stesso, ’’sull’unita’ e l’indivisibilita’ dei diritti umani fondamentali, che affondano le loro radici nella natura dell’uomo creato ad immagine di Dio’’. Contro il ’’relativismo etico’’ che domina - a suo avviso - il dibattito negli organismi internazionali, Ratzinger ammonira’ il mondo che tra i diritti dell’uomo non possono rientrare le legittimazioni dell’aborto o dell’eutanasia, o decisioni prese a colpi di maggioranza contro il ’’disegno’’ di Dio. Tra gli incontri con i religiosi statunitensi, il piu’ atteso e’ quello della mattina del 19 aprile (terzo anniversario di pontificato): la messa con il clero della East Coast nella cattedrale di St. Patrick a Manhattan.
Qui, per la prima volta da Papa, Ratzinger parlera’ dello scandalo dei preti pedofili negli Stati Uniti, una vicenda che ha seguito come Prefetto della Congregazione per la Fede e sui cui spesso lo si accusa di aver taciuto. Ne parlera’ sopratutto con i sacerdoti americani, che hanno vissuto in prima persona quella catastrofe morale (ed economica, dati i risarcimenti pagati) per la Chiesa statunitense, su cui si allungano ancora le ombre dei sospetti. A loro - ha detto ancora il card. Bertone - chiedera’ una purificazione collettiva. Tra gli ultimi momenti della visita del Papa ci sara’ infine la tappa a ’’Ground Zero’’, luogo dove sorgevano le Torri gemelle, abbattute nell’attentato dell’11 settembre 2001. Qui nessun discorso: solo una preghiera di pace, con l’auspicio di una conversione degli stessi terroristi, da recitare davanti ad un gruppo di superstiti e di parenti delle vittime di quel terribile giorno. E poi, ancora nella visita del Papa , ci saranno messe con decine di migliaia di fedeli, gadget e curiosita’ di ogni tipo, dall’orsetto Ben agli skateboards in suo onore, fino a una cena di gala organizzata dai Bush la sera del 16 aprile alla Casa Bianca per il compleanno di Ratzinger. Il Papa ha ringraziato, ma ha fatto sapere di preferire il riposo in nunziatura. Niente paura: il party si terra’ lo stesso, anche senza il festeggiato.
BERTONE, PAPA NON TEME MINACCE TERRORISMO, E’ SERENO
Il Papa e’ ’’molto tranquillo e sereno’’ per il viaggio negli Stati Uniti che sta per compiere, pur sapendo che ci sono state ’’minacce’’, come del resto era tranquillo per il viaggio in Turchia, preceduto da altrettante minacce. Lo spiega il cardinale Tarcisio Bertone ai microfoni di Radio vaticana, interpelallato sulle ’’minacce che sono arrivate, ad esempio, dal mondo islamico’’. Il cardinale rileva anche la ’’fiducia nei mezzi di protezione’’ approntati dagli Stati Uniti. Alla Radio il segretario di Stato del Papa spiega poi i motivi della ’’divaricazione’’ presente nel cattolicesimo americano tra valori affermati e stile di vita concretamente vissuto.
’’Voi pensate - ha risposto il card. Bertone a una domanda sulle minacce al Papa - ad un altro viaggio del Santo Padre: ricordate il viaggio in Turchia? Era stato preceduto da minacce ed accompagnato da minacce. Anche adesso, non v’e’ dubbio, ci sono minacce. Devo dire che il Santo Padre era molto tranquillo e sereno in occasione di quel viaggio, ed anche adesso e’ molto tranquillo e sereno. Noi abbiamo fiducia anche nei mezzi di protezione che il Governo provvedera’, naturalmente, a sistemare in ogni punto di passaggio del Santo Padre, cosi’ come e’ accaduto anche in Turchia. Pero’ dobbiamo dire che c’è molta gente al mondo, molte comunita’ cattoliche cristiane, soprattutto contemplative, che pregano in modo speciale per questo viaggio del Santo Padre, e quindi ci affidiamo alla protezione di Dio anzitutto. E vorrei dire: ci affidiamo alla protezione degli angeli - il Papa e’ devoto agli angeli custodi - che non mancheranno di accompagnare il Papa anche in questo viaggio’’.
Alla domanda se il Papa negli Stati Uniti avra’ un messaggio anche per quegli americani che su punti come il divorzio o la contraccezione si stanno allontanando dal cattolicesimo, il card. Bertone osserva che ’’C’e’ sempre una divaricazione, in genere, nelle comunità cristiane e cattoliche occidentali. Ma e’ naturale: una cosa e’ la fede, nei suoi elementi fondamentali, una cosa è realizzare, in se stessi, nelle proprie famiglie, nella societa’, un progetto morale che e’ esigente. E’ chiaro che ilPapa e’ preoccupato della defezione di membri, o di strati della Chiesa cattolica negli Stati Uniti o in altre Nazioni. Il Papa lancia un messaggio innanzitutto di carattere, direi, intellettuale. Da’ prima di tutto le ragioni della fede e le ragioni della speranza, una speranza ben fondata ed affidabile’’.
* Ansa» 2008-04-13 20:01