Il Papa a Cagliari: in Italia serve
nuova generazione politica cattolica
CAGLIARI - In Italia serve una "nuova generazione" di politici cattolici, che abbiano "rigore morale" e "competenza". Lo ha affermato Benedetto XVI, durante la messa celebrata oggi a Cagliari, sul sagrato del santuario di Nostra Signora di Bonaria. Ad ascoltarlo centomila fedeli e, in prima fila, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il governatore della Sardegna, Renato Soru, e il sottosegretario Gianni Letta.
Nell’omelia il Papa ha esortato la Chiesa e i cattolici a tornare a "essere capaci di evangelizzare il mondo del lavoro, dell’economia, della politica" che, ha sottolineato, "necessita di una nuova generazione di laici cristiani impegnati, capaci di cercare con competenza e rigore morale soluzioni di sviluppo sostenibile".
Il Papa ha anche esortato i cristiani a "far sì che Cristo sia incontrato dai giovani, portatori per loro natura di nuovo slancio, ma spesso vittime del nichilismo diffuso, assetati di verità e di ideali proprio quando sembra negarli". Di giovani e ai giovani Ratzinger tornerà a parlare oggi pomeriggio, nell’incontro in programma in piazza Yenne.
I fedeli sardi hanno rivolto una calorosissima accoglienza a Benedetto XVI che dall’aeroporto di Elmas ha raggiunto il santuario di Nostra Signora di Bonaria in papamobile attraversando tra due ali di folla il centro della città e il lungomare. Grandi manifestazioni di affetto lo hanno accompagnato lungo tutto il percorso.
Papa Ratzinger è arrivato alle 9.30 con un aereo dell’Aeronautica Militare, a bordo del quale ha viaggiato anche il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, che resterà accanto al Papa per l’intera giornata. A bordo pista, con il premier c’erano l’arcivescovo di Cagliari Giuseppe Mani, l’ambasciatore presso la Santa Sede Antonio Zanardi Landi, il presidente della Regione Renato Soru e il sindaco di Cagliari Emilio Floris. Tre bambine, Chiara, Valeria e Giorgia, hanno consegnato al Pontefice un bouquet di fiori avendone in cambio un grande sorriso e una carezza.
Una brutta pagina nella storia della Chiesa.
di Rosario Amico Roxas *
Una brutta pagina quella scritta di suo pugno a Cagliari da Benedetto XVI; una brutta pagina dove si parla di divisione, di selezione, di giudizi non sempre ponderati, di valutazioni interessate.
Una brutta pagina che fa da corollario definitivo a tanti altri capitoli di una intera storia che coinvolge la religione e la religiosità come mezzo al servizio del potere e non come fine supremo dell’uomo.
Il sasso nello stagno, che dilata le sue evoluzioni, è stato lanciato con l’affermazione che occorrono più cattolici in politica, auspicando che una tale risoluzione possa surrogare l’assenza di etica nell’attuale gestione del potere.
Così detto sembrerebbe una condanna senza equivoci di quei troppi politici che all’ultimo momento hanno indossato i paramenti della religione per cattivarsi distratte simpatie.
Ma lo scopo pontificale è sottinteso, è riservato agli addetti ai lavori, rimane comprensibile solo a chi cerca di capire oltre le parole, analizzando l’intero itinerario dialettico.
E’ casuale che tale suggerimento papale arrivi all’indomani del meeting di Rimini di CL ?
Sappiamo benissimo che in Vaticano nulla accade casualmente, ma tutto è valutato nei minimi particolari che devono tutti rientrare in un disegno e un programma ben definito.
La richiesta di “nuovi cattolici in politica” non è una domanda, una richiesta per migliorare la qualità della politica, è, bensì, una risposta implicita, o, se si preferisce, una interrogazione indiretta alla quale era già stata fornita la risposta.
Se qualcuno volesse chiedere dove trovare questi auspicati “nuovi giovani politici cattolici”, il meeting di Rimini, i discorsi ufficiali dei cardinali e dei dirigenti, hanno fornito la risposta, prima ancora che fosse perfezionata la domanda , in modo da non far capire il rapporto diretto di causa ed effetto, dove l’effetto precede la causa.
Rimane una pagina bruttissima, ma anche triste per il mondo cattolico, perché ci presenta la guida spirituale di tutto il mondo cattolico, schierato con il potere, senza prendere in nessunissima considerazione il livello etico della persona che gestisce tale potere, la sua caratura morale, la sua integrità come uomo, come imprenditore e come politico, i suoi fini diventati palesi, i suoi programmi che minacciano la democrazia, le sue soluzioni che penalizzano le fasce più povere della popolazione e esaltano le opulenze che non contribuiscono ad affrontare i problemi della nazione.
Una brutta pagina perché sancisce l’accettazione da parte del vicario di Cristo dello “status quo”, consegnando la nazione, e quel che è peggio, il mondo cattolico, nelle mani di chi della religione ha dimostrato di volersi servire, lontanissimo dall’ipotesi di mettersi al servizio della religione, servendo il paese e nel paese i “figli prediletti di Dio”, dove Cristo si incarna e vive in comunione.
Con questa brutta pagina l’ufficialità “burocratica” della Chiesa coniuga i suoi intenti con il mondo opulento, in una confusione di ruoli dove non si riconosce più Dio da Mammona.
Rosario Amico Roxas
Il Papa: «In Italia c’è bisogno di una nuova generazione di politici cattolici»
di Rosario Amico Roxas *
E’ una affermazione di parte, foriera di auspici confessionali, di rinnovamento degli schieramenti, nonché di un ritorno alle ipocrisie dei Guelfi e Ghibellini.
Per amministrare la Cosa Pubblica serve una nuova generazione di politici preparati, onesti, solidali, capaci di una visione globale della politica e non semplicemente utilitaristica nell’immediato.
Che poi siano anche cattolici, in grado di recepire dalla Chiesa non i dictat bensì i suggerimenti e le testimonianze, accogliendo l’universalità predicata dal Magistero Sociale e sancita dal Concilio Vaticano II, può migliorare la programmazione degli interventi; ma dalle parole del pontefice si evince l’auspicio di una armata schierata unilateralmente, con ampie possibilità di intervento della stessa Chiesa in talune scelte che guardano solo al mondo confessionale, trascurando il mondo laico.
Il “politico cattolico” deve operare una scelta di fondo; se vuole privilegiare il suo status di cattolico, allora deve lasciare la politica attiva e rimanere dietro le quinte come apportatore delle esigenze confessionali.
L’alternativa non è quella di un politico che rinnega il cattolicesimo per abbracciare la laicità, ma quella di un cattolico in grado di affrontare le problematiche laiche, recuperando dal cattolicesimo l’etica sociale; inoltre in non-cattolico non è il nemico della Fede, se accoglie l’esigenza di una interpretazione della politica su base etica, anche se non confessionale.
Il suggerimento del pontefice conduce al paradosso nel quale politici senza scrupoli si inginocchiano davanti al pontefice per entrare nel novero di “figli graditi”; l’auspico del pontefice diventa, così, l’esaltazione dell’ipocrisia che, purtroppo ci si manifesta in troppe circostanze.
Non vale a nulla estendere l’invito kantiano “a vivere come se Dio esistesse”, già rivolto al razzista Pera. Per il credente Dio esiste, pur nel mistero che si accetta per fede; per il non credente Dio non esiste, e basta; tertium non datur.
Una donna è gravida o non è gravida, non potrà mai essere “un po’ gravida, come se lo fosse”. Il laico non rientra in nessuna delle due specie, perchè è quel politico che opera la netta distinzione tra potere confessionale, che rimane limitato alla sfera spirituale, pur con valide interpretazioni umanistiche non confessionali, e potere dello Stato che non interviene nelle scelte religiose, ma opera nello spirito della solidarietà che non è appannaggio esclusivo del cattolicesimo.
Rosario Amico Roxas
Ansa» 2008-09-07 13:39
PAPA: SERVE NUOVA GENERAZIONE DI POLITICI CATTOLICI
CAGLIARI - Benedetto XVI riprende a pieno ritmo la sua attività pastorale con una visita di una giornata a Cagliari.
Il breve viaggio ha un intento molto spirituale: terzo pontefice a visitare la Sardegna, dopo Paolo VI e Giovanni Paolo II, Ratzinger rende omaggio di persona a "Nostra Signora di Bonaria", nel santuario mariano cagliaritano, in occasione del centenario della proclamazione della Madonna come "patrona massima della Sardegna".
In Italia serve una "nuova generazione" di politici cattolici, che abbiano "rigore morale" e "competenza". Lo ha affermato Benedetto XVI, durante la messa celebrata a Cagliari, davanti al Santuario di Nostra Signora di Bonaria a Cagliari. Ad ascoltarlo decine di migliaia di persone e , in prima fila, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il governatore della Sardegna, Renato Soru, e il sottosegretario Gianni Letta.
Nell’omelia il Papa ha esortato la Chiesa e i cattolici a tornare ad "essere capaci di evangelizzare il mondo del lavoro, dell’economia, della politica" che - ha sottolineato - "necessita di una nuova generazione di laici cristiani impegnati, capaci di cercare con competenza e rigore morale soluzioni di sviluppo sostenibile".
Il Papa ha anche esortato i cristiani a "far sì che Cristo sia incontrato dai giovani, portatori per loro natura di nuovo slancio, ma spesso vittime del nichilismo diffuso, assetati di verità e di ideali proprio quando sembra negarli". Di giovani e ai giovani Ratzinger tornerà a parlare oggi pomeriggio, nell’incontro in programma alle 18:00 in piazza Yenne.
TROPPI DIVORZI E DOLORI, TUTELARE FAMIGLIA - Papa Benedetto XVI, nel riaffidare la Sardegna ancora una volta alla Madonna di Bonaria, ha denunciato i troppi divorzi e i troppi dolori che affliggono la famiglia nell’isola ed ha invocato Maria a proteggere i nuclei familiari dalle "sofferenze e dalla difficoltà", di tutelare i giovani "spesso tentati dalla droga" e di dare agli "adulti un supplemento di responsabilità perché ognuno si senta educatore".
10’ COLLOQUIO DA SOLO CON BERLUSCONI - Benedetto XVI ha avuto un colloquio di circa 10’ da solo con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Quest’ultimo aveva raggiunto alle 13:07 la Penitenziaria adiacenti alla Basilica insieme al sottosegretario Gianni Letta, ma poi il premier è rimasto da solo col pontefice.