[...] Il centrodestra resta forte. Federalismo fiscale, stretta sugli immigrati, ronde: tutti temi cari al Carroccio, molto presenti sia nell’agenda politica che nei titoli di giornali. Prevedibile, dunque, il balzo della Lega, che passa dall’8,3 al 9,5%. Sottraendo consensi, probabilmente, al Pdl: sempre di gran lunga primo partito italiano col suo 36%, ma che comunque perde l’1,4% rispetto allo scorso anno. Lievissimo calo dell’Mpa di Raffaele Lombardo dall’1,1 all’1%, più consistente per La Destra (dal 2,4 al 2%). [...]
ATTENTATO ALLA COSTITUZIONE? GIA’ FATTO!!!: IL SONNO DELLA RAGIONE COSTITUZIONALE GENERA MOSTRI
I democratici perdono circa un terzo di voti rispetto allo scorso anno
Ma se Ds e Margherita si presentassero separate andrebbe ancora peggio...
di CLAUDIA MORGOGLIONE *
ROMA - Se le elezioni europee - indette per il 6 e 7 giugno - si svolgessero oggi, quali risultati uscirebbero dalle urne? Alla domanda prova a rispondere il sondaggio Ipr Marketing, che per Repubblica.it ha interpellato gli italiani, il 26 e 27 febbraio, sulle loro intenzioni di voto. Con esiti interessanti: a fronte di un forte tonfo del partito democratico, che passa dal 33,2 delle Politiche 2008 al 22%, va registrato un boom dell’Italia dei valori (dal 4,4 all’8%); una notevole crescita dell’Udc (dal 5,6 all’8); un aumento della Lega (dall’8,5 al 9,5%), a cui corrisponde un lieve calo del Pdl (dal 37,4 al 36%). E, infine, una piccola ripresa delle forze di sinistra. Che però, frantumate in tanti rivoli, rischiano di non superare la soglia necessaria del 4%.
Ma c’è dell’altro. Viste le attuali vicissitudini del Pd, Ipr ha provato a porre - sempre al campione prescelto, pari a mille elettori residenti in Italia - un’altra domanda: se al posto dei democratici tornassero le vecchie due formazioni, ovvero Ds e Margherita, lei come voterebbe? Ebbene, questo scenario virtuale non lascia spazio a dubbi: la Quercia prenderebbe il 13%, i Dl il 7%. Totale: 20%, meno del 22% che (sempre alle Europee 2009) otterrebbe il nuovo partito nato dalla loro fusione. Tornare indietro, dunque, non è la strada migliore.
Il Pd nella bufera. Le polemiche interne, le divisioni, le dimissioni di Walter Veltroni: il travaglio del partito si riflette con forza, nelle intenzioni di voto degli italiani. Con una perdita di circa undici punti, visto il passaggio dal 33,2% delle Politiche 2008 all’attuale 22. A cui va aggiunto - visto che lo scorso anno in lista c’erano anche gli esponenti radicali - l’1% di Marco Pannella e soci, in campo da soli. Sul fronte democratico, dunque, in un anno viene perso circa un terzo dell’elettorato. A guadagnare, invece, è l’alleato Antonio Di Pietro, che quasi raddoppia i consensi. Ma, dal lato moderato, una parte dei consensi democratici potrebbero essere stati catturati anche da Pierferdinando Casini che, con il suo Udc, registra un incremento dal 5,6 all’8%.
La sinistra frammentata. Dopo la batosta dello scorso anno, che li ha visti esclusi dal Parlamento italiano, i partiti dell’area potrebbero riprendersi. Alle Politiche, Pdci, Prc, Sinistra democratica e Verdi ottennero il 3,1%. Ora, separatamente, ottengono i seguenti risultati: Rifondazione comunista di Paolo Ferrero 2,5%; Rifondazione per la sinistra (il movimento nato dalla scissione di Nichi Vendola) 1%; Sinistra democratica 2%; Verdi 1,5%; Pdci 0,5. Percentuali basse, se prese da sole. Ma l’unione tra Rifondazione comunista e Pdci è pari al 3%; mentre quella tra Vendola, Verdi, Sinistra democratica, e con l’eventuale aggiunta dei socialisti di Nencini, varrebbe un considerevole 6%.
Il centrodestra resta forte. Federalismo fiscale, stretta sugli immigrati, ronde: tutti temi cari al Carroccio, molto presenti sia nell’agenda politica che nei titoli di giornali. Prevedibile, dunque, il balzo della Lega, che passa dall’8,3 al 9,5%. Sottraendo consensi, probabilmente, al Pdl: sempre di gran lunga primo partito italiano col suo 36%, ma che comunque perde l’1,4% rispetto allo scorso anno. Lievissimo calo dell’Mpa di Raffaele Lombardo dall’1,1 all’1%, più consistente per La Destra (dal 2,4 al 2%).
"Ritorno al futuro". E’ lo slogan di sapore cinematografico scelto dall’Ipr per indicare uno scenario virtuale, in cui Ds e Margherita si ripresentano separate. Con risultati poco incoraggianti, sul piano delle intenzioni di voto per le prossime europee: i due partiti otterebbero, rispettivamente, il 13 e il 7%. E a guadagnare - sempre in questa ipotesi - sarebbero Idv e Udc. Che arriverebbero entrambe a quota 10%.
* la Repubblica, 3 marzo 2009
Sul tema, nel sito, si cfr.:
SCUOLA. IL CALENDARIO SCOLASTICO DEL PROSSIMO ANNO
ATTENTATO ALLA COSTITUZIONE? GIA’ FATTO!!!: IL SONNO DELLA RAGIONE COSTITUZIONALE GENERA MOSTRI
Il governo censura la campagna pubblicitaria dell’Ue
di Simone Collini *
C’è una campagna pubblicitaria fatta dall’Unione europea per invitare i cittadini a votare che gli italiani non vedranno. Negli altri paesi sì, sui muri delle principali città d’Europa verranno affissi manifesti come quello raffigurante un massiccio castello da una parte e una verde siepe dall’altra, con la scritta: «Quanto devono essere aperte le nostre frontiere?».
Il Pd ha ora presentato un’interrogazione parlamentare al ministro delle Politiche comunitarie per chiedere al governo il perchè di questa censura. Il sospetto è infatti che alla base della decisione di non dare il via libera a questa campagna ci sia il fatto che non è in linea con i messaggi veicolati dal governo. «Gli italiani hanno il diritto di sapere per quale motivo il governo italiano ha rifiutato di diffondere nel nostro paese i manifesti della campagna», si legge nell’interrogazione presentata al ministro Andrea Ronchi dai deputati Pd Walter Verini, Alberto Losacco, Sandro Gozi e Jean Leonard Touad. E il dito viene puntato proprio sul manifesto dedicato al tema dell’immigrazione, così poco in sintonia con la linea dei respingimenti. Ma ce ne sono anche altri che veicolano messaggi decisamente distanti dalle politiche del governo Berlusconi.
Il Parlamento europeo ha approvato la campagna nelle scorse settimane, con il voto favorevole di tutti i gruppi, compreso il Ppe (quello di riferimento, a Strasburgo, del Popolo delle libertà). Poi i creativi si sono messi all’opera consegnando sei diversi manifesti, con messaggi tematici tradotti in 23 diverse lingue. Ma quelli con le scritte in italiano rimarranno negli armadi.
«Sembra che il ministro Ronchi, interrogato in merito, abbia definito tale campagna "inadeguata", dicendosi disposto a predisporne una propria», fa sapere Verini. «Corrisopndesse al vero», dice il deputato del Pd, «credo sia necessario ed urgente conoscere le reali motivazioni alla base di una decisione che sarebbe grave ed arbitraria. Una scelta che, alla luce anche delle posizioni di aperto contrasto assunte dal nostro esecutivo perfino con organismi sovranazionali, come avvenuto sul tema dell’immigrazione, rappresenterebbe una nuova conferma della scarsa sintonia del governo italiano con il comune sentire dell’Europa comunitaria».
* l’Unità, 22 maggio 2009
Indice
1 Riassunto
2 Curiosità
3 Note
4 Bibliografia
5 Voci correlate
6 Collegamenti esterni
Riassunto
Si tratta di un film-collage di diversi frammenti di documentari filmati dal dopoguerra in poi, che illustrano varie situazioni:
Il viaggio di Alcide De Gasperi in America nel 1947.
La cacciata del Partito Comunista Italiano dal governo di unità nazionale.
L’istituzione del Piano Marshall di aiuti economici americani per la ricostruzione dell’Europa, in particolare è descritta la situazione italiana.
Le elezioni politiche del 1948, mettendo in evidenza l’utilizzo da parte dei partiti di frasi come: «Dio ti vede, Stalin no», i comizi di Padre Lombardi.
Il festival canoro di Sanremo.
Nunzio Filogamo che presenta in televisione (la RAI, unica TV esistente) "La rassegna del dilettante".
La "Mostra dell’aldilà", che presentava in modo atroce la situazione economica e sociale dell’Europa di oltrecortina
La sconfitta della Democrazia Cristiana, comandata da De Gasperi nelle elezioni del 1953. Dopo questa sconfitta, la DC sarà costretta ad abbandonare il "monocolore DC", ed a formare coalizioni di governo, alcune volte il monocolore tornerà sostenuto da indipendenti (come l’estrema destra del MSI nel governo Tambroni) ma quasi sempre verranno formate coalizioni della D.C. con altri partiti conservatori o moderati come il PRI, il PLI, il PSDI, fino ad includere il PSI di Pietro Nenni (che successivamente, durante gli anni 80 con Bettino Craxi avrebbe formato il cosiddetto "Pentapartito").
La sciagura provocata dal crollo della diga del Vajont, nel Veneto, 1963.
L’elezione dell’onorevole Giuseppe Saragat alla presidenza della Repubblica, nel 1964.
La strage di Piazza Fontana, a Milano, nel 1969
La contestatissima visita del presidente americano Richard Nixon in Italia, all’epoca della guerra del Vietnam.
Papa Paolo VI (Giovan-Battista Montini) che assiste ad un comizio televisivo di Amintore Fanfani osteggiando il referendum a favore del divorzio.
Viene mostrato il Presidente della Repubblica Giovanni Leone, mentre pubblicamente esegue il gesto scaramantico di «fare le corna».
Presenta spezzoni di filmati sul congresso della Democrazia Cristiana di Roma del 1976, narrando di come non sembra esserci alcun seguito alla promessa (fatta più volte nei decenni anteriori) di rinnovare finalmente la DC, rendendola più «trasparente» nelle sue decisioni, e più flessibile nell’elezione di nuovi volti dirigenziali, tra questi Aldo Moro (WIKIPEDIA)