ITALIA: 25 APRILE 2009

FESTA DELLA LIBERAZIONE: AUGURI ALL’ITALIA E AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, GIORGIO NAPOLITANO

L’eredità spirituale e morale della Resistenza, della lotta per la liberazione d’Italia vive nella Costituzione, Carta fondante della Repubblica, pietra angolare del nostro agire comune e della nostra rinnovata identità nazionale. Giorgio Napolitano, Roma 24 aprile 2009
sabato 25 aprile 2009.
 

Napolitano: «La Resistenza vive nella Costituzione». Il capo dello Stato rende omaggio al Milite Ignoto *

Alla vigilia dell’anniversario della Liberazione, Giorgio Napolitano ha ricordato che lo spirito della Resistenza vive nella nostra Costituzione, nei valori universali di libertà che esprime e ciò spiega perchè la ricorrenza del 25 aprile è una festa che tutti gli italiani devono celebrare con spirito di unità. La lotta di liberazione, ha aggiunto il capo dello Stato, fu vissuta con lo stesso animo con cui oggi partecipiamo alle missioni internazionali di pace, missioni che dobbiamo continuare a svolgere nonostante le ristrettezze di bilancio.

«Il messaggio, l’eredità spirituale e morale della Resistenza, della lotta per la liberazione d’Italia - ha detto il presidente della Repubblica - vive nella Costituzione, Carta fondante della Repubblica, pietra angolare del nostro agire comune e della nostra rinnovata identità nazionale. In essa possono ben riconoscersi anche quanti vissero diversamente gli anni 1943-45, quanti ne hanno una diversa memoria per esperienza personale o per giudizi acquisiti». Alla cerimonia solenne al Quirinale hanno preso parte i ministri dell’Interno, Roberto Maroni, e della Difesa, Ignazio La Russa, e le rappresentanze delle Associazioni Combattentistiche, d’arma e partigiane.

Ieri in Val Sangone Napolitano aveva riaffermato il ruolo «determinante» delle formazioni partigiane, che non si può disconoscere. Oggi ha messo l’accento sulle altre componenti fondamentali: quella popolare e soprattutto quella militare. È doveroso dire che «anche i militari» dopo l’8 settembre 1943 diedero un «apporto essenziale» alla liberazione dell’Italia, combattendo contro gli occupanti tedeschi o unendosi ai partigiani. Il capo dello Stato ha citato l’odissea, per molti senza ritorno, di centinaia di migliaia di militari italiani deportati e internati nei lager nazisti, e l’impegno d’onore di altre migliaia di militari che subito dopo l’armistizio confluirono nelle rinate Forze Armate per liberare l’Italia dall’occupazione militare tedesca.

Domattina Napolitano renderà omaggio proprio a questi ultimi, recandosi in un luogo simbolo: Mignano Monte Lungo, nell’alto Casertano, dove il 27 settembre 1943 nacque il Primo Raggruppamento Motorizzato dell’Esercito italiano (poi confluito nel Corpo Italiano di Liberazione) al comando del generale Umberto Utili. Ne fecero parte militari di tutta Italia. Al comando del generale Vincenzo Dapino, il Raggruppamento combatté contro i tedeschi coordinandosi con le truppe Alleate guidate dal generale americano Geoffrey Keyes, per sfondare la Linea Gustav nella zona strategica di Cassino. Napolitano renderà onore ai caduti di quelle battaglie.

Oltre a ricordare i caduti e i fatti, ha detto Napolitano, occorre «riflettere sull’insegnamento fondamentale e ricorrente» di quegli anni, che è ancora attuale, e che consiste nel «rifiuto di ogni forma di sopraffazione e di violenza e di conseguenza il ripudio dell’indifferenza e dell’ignavia di fronte all’offesa recata alla dignità dei popoli, ovunque e comunque si compia». Un ripudio decretato di fronte «alle conseguenze che l’arbitrio e l’oppressione, come facemmo esperienza negli anni della dittatura fascista e dell’occupazione nazista, producono ineluttabilmente: sofferenza, sottosviluppo, distruzione guerra...».

Nel corso della cerimonia sono state conferite Medaglie d’Oro al Merito Civile alle Province di Genova e di Forlì-Cesena. «È un doveroso riconoscimento - ha detto Napolitano - a popolazioni che reagirono con fermezza ad angherie, deportazioni, stragi infami e distruzioni.». La lotta di Liberazione, ha concluso Napolitano, fu fatta con enormi sacrifici e oggi «il nostro ricordo e il nostro omaggio si unisce all’impegno a non ripetere gli errori del passato».

Che sia una festa condivisa da tutti è anche l’auspicio di molti esponenti politici. Anche di destra. «Un’Italia normale? Forse è arrivato il momento se, anche da destra, soprattutto da destra, si comincia a pensare, con convinzione, senza infingimenti, che i partigiani sono stati buoni italiani. Che la resistenza è stata roba di patrioti. E non di traditori». Così Ffwebmagazine, periodico online della Fondazione Farefuturo presieduta da Gianfranco Fini, motiva la decisione di dedicare un’edizione speciale al 25 aprile.

A spegnere le polemiche dei giorni scorsi contribuisce lo stesso Ignazio La Russa, ministro della Difesa, che oggi ha sottolineato il «significato unitario particolare della cerimonia di oggi, che contribuisce a fare della data del 25 aprile una ricorrenza da tutti condivisa. Condivido e siceramente apprezzo quanto detto da Napolitano». Sulla stessa linea il leghista Roberto Maroni: «Il 25 aprile non può essere cancellato» perchè «stabilì dei valori comuni che ancora oggi condividiamo». Ragione per cui «bisogna onorare quegli uomini e quelle donne che a prezzo della loro vita ci hanno consegnato un’Italia libera e democratica».

«Questo 25 aprile deve essere di svolta, la Liberazione deve essere un valore condiviso» ha invece commentato il sindaco di Roma Gianni Alemanno. «Il dato di fondo - ha spiegato Alemanno - è che la Liberazione è un valore condiviso proprio perché i combattenti furono persone di sinistra, comunisti, ma anche di destra e di centro, liberali e monarchici, ed è giusto che venga rivendicato. Lo stesso Berlusconi - ha proseguito - ha detto che domani deve essere la festa di tutti».

Di questo avviso anche l’esponente del Pd Massimo D’Alema che ha giudicato «giusto» che il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi abbia deciso di partecipare alle celebrazioni del 25 aprile. «L’anomalia era che non vi avesse mai partecipato da presidente del Consiglio», ha detto. «Non può che essere considerato un fatto positivo che finalmente vi partecipi». Tuttavia, ha tenuto a sottolineare, dietro la festa per la Liberazione c’è un «sistema di valori che è a fondamento della nostra democrazia e che è scritto nella prima parte della Costituzione». E «sul fatto che Berlusconi sia coerente con questi valori ho molti dubbi», ha aggiunto, «spesso non lo è nel suo comportamento e nelle sue scelte politiche».

Se, con un certo ritardo, anche la destra decide di partecipare al giorno della Liberazione, c’è ancora una frangia estrema che non si identifica in quei valori. In alcuni quartieri di Roma, alla vigilia del 25 aprile, sono apparsi alcuni manifesti a firma Militia (formazione di estrema destra) sui quali compare la scritta «Oltre il fascismo non c’è nulla». Su altri manifesti, sempre a firma Militia, si legge: «Foibe, via Rasella, Triangolo Rosso, questa è la vostra Resistenza. Onore ai Camerati del Rsi». I manifesti, che il sindaco ha promesso di rimuovere, sono apparsi al quartiere Appio, nella zona di Piazza Bologna ed anche nei pressi di via Tasso dove sorge il Museo della Liberazione.

Per l’associazione “Veneto Fronte Skinheads”, il 25 aprile «non è e non sarà mai la giornata di tutti gli italiani». Il movimento di estrema destra - in una lettera aperta - critica le dichiarazioni del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e definisce il 25 aprile «la festa di infami e traditori». «Nei giorni immediatamente prossimi a quell’infausta data, molti piangono i propri cari caduti per mano partigiana», si legge nella nota degli skinheads veneti, secondo i quali «solo la mistificazione storica accecata dall’ideologia politica può presentare certe infami gesta come azioni valorose». Il Fronte Veneto skinheads annuncia poi che come ogni 25 aprile si recherà sulla foiba di Basovizza «a commemorare gli italiani uccisi dalla liberazione».

* l’Unità, 24 aprile 2009


Ansa» 2009-04-25 11:03

25 APRILE: BERLUSCONI, PIETA’ ANCHE PER REPUBBLICHINI

ROMA - Sessantaquattro anni dopo, l’Italia celebra la Liberazione, quel 25 aprile del 1945 che segnò la fine dell’occupazione nazista. Una festa segnata quest’anno dalla tragedia del terremoto che il 6 aprile scorso ha sconvolto l’Abruzzo, provocando quasi trecento morti. Ed è proprio per questo che si svolgerà ad Onna - il paese simbolo del sisma, con 40 morti su 250 abitanti - una delle celebrazioni più significative alla presenza sia del premier Berlusconi sia dei leader dell’opposizione Franceschini e Casini. Ecco nel dettaglio le principali manifestazioni.

ROMA: Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, accompagnato dalle più alte cariche dello Stato (il presidente del Senato Renato Schifani, quello della Camera Gianfranco Fini, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi) ha reso omaggio al Milite Ignoto, deponendo una corona di fiori all’Altare della Patria in occasione delle celebrazioni del 25 aprile. Nella capitale è in programma anche la tradizionale manifestazione organizzata da Anpi e studenti che partirà da Porta San Paolo e si concluderà a piazza Vittorio. Non ci sarà il capo dello Stato che, subito dopo l’omaggio al Milite Ignoto, si recherà al Sacrario militare di Monte Lungo, dove sono raccolte le salme di 974 caduti tra il 1943 e il 1945 provenienti dai vari cimiteri di guerra, per rendere omaggio simbolicamente al sacrificio di tutti coloro che sono morti per la Liberazione.

ALEMANNO, RINUNCIO A PORTA SAN PAOLO - "Purtroppo la Questura mi ha comunicato ufficialmente che i centri sociali hanno fatto una mobilitazione a Porta San Paolo contro la mia presenza, organizzandosi anche con forme di protesta e di contestazione molto violente. Come atto di responsabilità rinuncio ad andare a Porta San Paolo", ha detto il sindaco di Roma Gianni Alemanno all’Altare della Patria.

BERLUSCONI, PIETA’ ANCHE PER REPUBBLICHINI - Fra partigiani e sostenitori della Repubblica di Salò "ci sono state differenze anche se la pietà deve andare a coloro che credendosi nel giusto hanno combattuto per una causa che era una causa persa". Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi all’altare della Patria, rispondendo ad una domanda sulla proposta di legge per equiparare repubblichini e partigiani e su cui il presidente del Consiglio ha sottolineato di non aver opinioni in merito "in quanto - ha detto - non ci ho ancora messo la testa". "E’ un tema su cui non ho avuto modo di riflettere", ma è un argomento su cui "rifletteremo".

ONNA: Nel paese simbolo del terremoto alle porte dell’Aquila e che l’11 giugno del 1944 fu teatro di una strage nazista in cui furono uccise 17 persone, ci saranno in mattinata, tra gli altri, il premier Silvio Berlusconi, il segretario del Pd Dario Franceschini e quello dell’Udc Pier Ferdinando Casini. Prevista anche la partecipazione di alcuni funzionari dell’ambasciata tedesca: la Germania si è infatti offerta di ricostruire il paese.

FRANCESCHINI, NON EQUIPAPARE PARTIGIANI- REPUBBLICHINI - "Un conto è il rispetto umano ma non si può equiparare chi combatté dalla parte giusta e chi invece lottò per una causa tragicamente sbagliata". Il segretario del Pd, Dario Franceschini, in visita ad Onna, non condivide le parole di Berlusconi. "Lo dico anche per ragioni familiari - aggiunge -: mio padre partigiano ha sposato la figlia di un repubblichino. Un conto è la comprensione, altro è l’equiparazione, che non va fatta".

MILANO: Nel capoluogo lombardo è in programma la grande manifestazione nazionale, con un corteo che partirà alle 14,45 dai bastioni di Porta Venezia per concludersi in piazza Duomo. Già annunciate le presenze di Dario Franceschini, Niky Vendola e Roberto Formigoni. Dal palco parleranno invece il segretario della Cgil Guglielmo Epifani e il presidente emerito della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. Non è escluso che alla manifestazione possa partecipare anche qualche esponente della maggioranza, oltre al presidente della Regione.

EMILIA ROMAGNA: Due le manifestazioni più importanti: a Marzabotto, teatro di un’altra strage nazista, dove ci sarà Pierluigi Bersani, e quella a Gattatico, in provincia di Reggio Emilia, dove c’é la casa dei fratelli Cervi. Per il Pd ci sarà Anna Finocchiaro.

LONDRA: La Liberazione si festeggerà anche all’estero. A Londra il neonato circolo dell’Anpi organizza nella sede dell’Inca-Cgil la proiezione del film "Senza Tregua".


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