[...] Liste note da tempo tra gli adolescenti, e di cui solo oggi, invece, gli adulti conoscono l’esistenza. A parlarne per la prima volta un gruppo di teenager milanesi, seguiti da Luca Bernardo, il medico ha messo in piedi un ambulatorio sul disagio giovanile. «Gli elenchi non restano in mano agli studenti dello stesso istituto. Si scambiano con quelli delle altre scuole, creando un vero e proprio mercato della prostituzione minorile» [...]
ATTENTATO ALLA COSTITUZIONE? GIA’ FATTO!!!: IL SONNO DELLA RAGIONE COSTITUZIONALE GENERA MOSTRI
LA STORIA
Inchiesta-choc del Comune di Milano. Baby-escort, le liste delle ragazze disponibili girano di istituto in istituto
Sesso a scuola, basta un sms
di ELENA LISA (la Stampa, 31/8/2009)
MILANO. I segnali per darsi appuntamento nelle zone più nascoste della scuola per avere un rapporto sessuale, è lo stesso in quasi tutti gli istituti di Milano: il «cliente», al massimo un diciassettenne e la baby prostituta, a volte anche di tredici anni, entrambi studenti, abbassano la suoneria del telefonino e si mandano un sms per confermare gli accordi presi il giorno prima. Entrambi fanno di tutto per rispettare l’impegno: se non ricevono il permesso di uscire dall’aula, si fanno cacciare fuori. Non sempre a incontrarsi sono soltanto un lui e una lei. Il sesso, rapido, può essere anche di gruppo. Dipende dai desideri e da cosa offre il momento.
Il catalogo delle ragazze
Non è neppure indispensabile conoscersi: i ragazzini possono contare su una «lista elettronica», fatta circolare sui telefonini e sui blog via internet, che descrive la disponibilità della studentessa. Oltre al nome, cognome e numero di telefono, anche il prezzo e il tipo di prestazioni fornite: rapporti orali, sessuali completi, anali, con singoli o coppie, durante le lezioni, soltanto nell’intervallo, in cambio di vestiti firmati, ricariche per i cellulari e compiti. Liste note da tempo tra gli adolescenti, e di cui solo oggi, invece, gli adulti conoscono l’esistenza. A parlarne per la prima volta un gruppo di teenager milanesi, seguiti da Luca Bernardo, il medico ha messo in piedi un ambulatorio sul disagio giovanile. «Gli elenchi non restano in mano agli studenti dello stesso istituto. Si scambiano con quelli delle altre scuole, creando un vero e proprio mercato della prostituzione minorile».
Ragazzi che stilano elenchi di mini escort e che, per vincere la timidezza, usano droghe nei bagni di scuola. Addirittura più piccoli, attorno ai dieci anni, quelli trovati da una maestra intenti a scambiarsi immagini di rapporti sessuali con animali. Un’emergenza sociale che l’assessore alla Salute di Milano, Giampaolo Landi di Chiavenna, ha intenzione di arginare, non senza difficoltà: «Non è semplice trattare certi temi perché un certo bigottismo, politico e civile, tende a imporre la regola che di alcune questioni sia meglio non parlare».
Sono stati proprio i presidi, oltre ai medici che si occupano di malattie a trasmissione sessuale, a tracciare il quadro della situazione all’assessore. Da qui è partita una strategia di difesa: spedire lettere e opuscoli informativi per mettere in guardia le famiglie, creare un osservatorio permanente, e proporre al governo un progetto, così che il corto circuito attualmente in atto tra sesso e giovani non venga «curato» con soluzioni a macchia di leopardo, ma attraverso una politica nazionale. «La mini prostituzione più diffusa, ma che desta inspiegabilmente poca preoccupazione, è quella cibernetica - dice Landi di Chiavenna -. Sono moltissime le studentesse che si spogliano davanti alle webcam per arrotondare la paghetta. E poi vivono come se nulla fosse».
Il disagio delle famiglie
Vendere e comprare corpi come scorciatoia a disagi ogni giorno più marcati: ragazzine sempre più malate di protagonismo e maschi schiacciati dall’incapacità di relazionarsi e da un senso opprimente di incomunicabilità. Ma anche un fenomeno che mette in luce l’incapacità delle famiglie di discutere con i propri figli di temi «tabù» come quello del sesso.
A Milano, nei mesi scorsi, sono state proprio le associazioni dei genitori a pretendere che l’amministrazione comunale bloccasse le lezioni di educazione sessuale, organizzate con l’Asl, nelle scuole pubbliche: «Insieme a una campagna contro la smisurata disinvoltura dei teenager che mi piacerebbe promuovere grazie a nomi famosi della musica e dello spettacolo - dice ancora l’assessore - è mia intenzione, a inizio anno scolastico, riproporre alla giunta l’idea di corsi in cui insegnanti preparati sappiano spiegare agli studenti le conseguenze devastanti che certi atteggiamenti comportano». Effetti che conosce bene Luca Bernardo: «Ragazzi e ragazze si presentano nell’ambulatorio spavaldi. Dicono di esserci arrivati perché costretti dalla scuola o dai genitori, ma di non avvertire alcun disagio. È a poco a poco, quando si aprono, che in loro si spalanca una voragine».
Sul tema, nel sito, si cfr.:
ATTENTATO ALLA COSTITUZIONE? GIA’ FATTO!!!: IL SONNO DELLA RAGIONE COSTITUZIONALE GENERA MOSTRI
PSICOLOGIA
Se le ragazzine si spogliano on line
di Gustavo Pietropolli Charmet (Corriere della Sera, domenica 13 settembre 2009)
Mia figlia, di quindici anni, mi ha raccontato che una sua amica si lascia riprendere dalla web camera in pose ed abbigliamenti sconvenienti su proposta di ragazzi che conosce: in cambio delle immagini che invia, i ragazzi le ricaricano il cellulare con alcuni euro. A mia figlia ho detto che si tratta di prostituzione sia pure virtuale e che la sua amica si è messa su una strada pericolosa. Mia figlia mi ha risposto che non le sembra grave, che fra di loro può succedere si facciano queste cose, ma per divertirsi e prendersi in giro. Sono terrorizzata dall’idea che anche mia figlia possa accettare di spogliarsi a pagamento e il passo tra realtà virtuale e realtà "vera" potrebbe essere corto. Come debbo intervenire?
LETTERA FIRMATA
Sua figlia e la sua amica evidentemente non pensano che spogliarsi un po davanti alla telecamera e a un pubblico virtuale di coetanei disposti a comprare loro le ricariche del cellulare sia prostituzione, sesso a pagamento, pornografia domestica e scolastica. Di che cosa pensano si tratti? Questo è il suo e il nostro problema: capire bene perchè le giovani pensano che questo sia un comportamento ammissibile e divertente... Non la sto invitando a fare la psicologa invece della mamma ma a capire prima di punire e interdire la relazione con l’amica e l’uso del PC.
Conosciamo ancora poco ciò che succede nella comunicazionde " informatica", ma è ovvio che la relazione virtuale può facilmente essere più spudorata... L’assenza del corpo in Internet è infatti importante, si possono correre più rischi. In alcuni casi si corre il rischio di cadere in pericolose imboscate, ma è anche vero che in altri si sviluppano amicizie profonde.
Si faccia dunque spiegare da sua figlia il nuovo galateo della realtà virtuale e poi a sua volta le spieghi che ci si spoglia davanti a un ragazzo solo per amore e mai per denaro....
Gustavo Pietropolli Charmet, psicoterapeuta dell’adolescenza