Inchiesta

Calabria/ Il prete omosessuale e la potenza paramassonica: spariti due milioni di euro in silenzio

giovedì 19 luglio 2012.
 

Un prete incapace di tenere cassa, un geometra che lo rappresenta in vendite gonfiate e un sodalizio per smerciare opere sacre, sottratte alla chiesa. Il sacerdote s’indebita. Compra regali costosi, dicono i fedeli, incrociandolo in ristoranti, bar e pasticcerie. Apostolato e gola, mormorano le comari, che ridacchiano d’una presunta omosessualità del personaggio, rimproverandogli il vizio del whisky...

Nella foto la prova di un bonifico in favore del parroco

Al religioso servono soldi, quindi cede abusivamente loculi che la parrocchia dovrebbe donare ai poveri. Dopo manda in restauro confessionali, reliquari e candelabri. Tutto alla buona, sulla fiducia. Lo riferisce in una telefonata a un vecchio amico.

Colpevole, poi il prete patteggia: per le opere sparite, i loculi e dei terreni venduti a prezzo doppio rispetto all’autorizzazione della curia. Un anno con pena sospesa e via, esce di scena. Gli altri del giro, tra cui commercianti e restauratori, sono a processo. Imputato anche un vescovo, per aver informato il prelato, da vicario dell’arcidiocesi, delle indagini a suo carico. Ma c’è molto altro...

L’apparenza inganna

Messa così, sembra una storia di spiccioli, di complici che corrono per arrotondare. Come il geometra, che per l’allegra provvigione viaggia in su e giù a piazzare immobili parrocchiali, tra compromessi congelati e nuovi acquirenti; guarda caso funzionari comunali, pronti a trasformarne la destinazione: da suoli agricoli a edificabili.

La vicenda saprebbe di classico dell’Italia in miniatura; quella riunita intorno al campanile, in cui i bravi praticanti ricevono umane ricompense: un aiuto, una spinta, un incarico. Parrebbe l’altra faccia del presepe di borghi, lentezza e calore sociale, quella col mito della «roba»; tutto sommato fisiologico in provincia, dove si mangia sano, l’aria è pura e la crisi ancora astratta.

Invece no, la storia è molto più complessa e articolata, sporca.

Un giro da due milioni di euro

Tanto per cominciare, non si sa che fine abbiano fatto i quattrini incassati dal prete, don Franco Spadafora, allora parroco di S. Maria delle Grazie-Abbazia florense, a San Giovanni in Fiore (Cosenza). «Parliamo - riferisce l’attuale abate, don Germano Anastasio - di qualcosa come due milioni di euro».

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