Giovanni Verga (1880). Veris-si-mo!!!

ROSSO MALPELO. UN’AZIONE E UN PROGETTO CONTRO L’INVISIBILITA’ DELLO SFRUTTAMENTO DEI MINORI. In collaborazione con Arci, Cgil e Cisl, Libera, AgiScuola e Mlal-Progetto Mondo, Pasquale Scimeca ha realizzato un film che dalla Sicilia arriverà fino in Bolivia - a cura di pfls -

mercoledì 14 marzo 2007.
 

Rosso malpelo: un progetto e un film per i bimbi boliviani

di Paola Zanca *

«Era avvezzo a tutto lui, agli scapaccioni, alle pedate, ai colpi di manico di badile, o di cinghia da basto, a vedersi ingiuriato e beffato da tutti, a dormire sui sassi colle braccia e la schiena rotta da quattordici ore di lavoro; anche a digiunare era avvezzo, allorché il padrone lo puniva levandogli il pane o la minestra». Giovanni Verga, nel 1880, raccontava così di Rosso Malpelo, il ragazzino costretto a lavorare nelle miniere siciliane. Più di un secolo dopo, questa storia di sfruttamento non ha perso l’attualità di un tempo. A raccontarla, ora, è il regista Pasquale Scimeca - già autore, tra le altre cose, di Placido Rizzotto - che in collaborazione con Arci, Cgil e Cisl, Libera, AgiScuola e Mlal-Progetto Mondo, ha realizzato un lungometraggio che dalla Sicilia arriverà fino in Bolivia.

Sì, perchè il progetto Rosso Malpelo, non è solo un film. È un viaggio andata e ritorno: tutti i proventi ricavati dalle sale cinematografiche in cui verrà proiettato saranno destinati a due paesini della Bolivia, Atocha e Cotagaita. Due piccoli centri della regione del Potosì, una delle più povere della nazione sudamericana, dove molti bambini sono costretti a lavorare in miniera, e dove il tasso di scolarizzazione dei giovani tra i 5 e i 24 anni arriva solo al 40%. L’obiettivo è quello di raccogliere 500mila euro che potranno radicalmente cambiare le condizioni di vita di almeno mille bambini boliviani: con questa cifra, si stima che per tre anni si potrebbe garantire un pasto quotidiano di qualità, anche grazie alla collaborazione con i contadini locali, si riuscirebbero a finanziare alcuni progetti di imprenditoria femminile, sarebbe possibile potenziare e mantenere un ospedale pubblico e finalmente l’acqua potabile potrebbe raggiungere anche questi due paesini situati a oltre 4000 metri di altezza.

Un bel colpo contro l’invisibilità, come la chiama don Luigi Ciotti, uno dei garanti dell’iniziativa, di cui sono vittima 50 milioni di bambini nel mondo: bambini che non vengono nemmeno registrati all’anagrafe e che sfuggono ogni garanzia e tutela sociale, dalla scuola alla salute. Un lavoro che può dare dei risultati, se, come precisa don Ciotti «le iniziative e i progetti realizzati in questi ultimi anni contro il lavoro minorile, hanno fatto scendere dell’11% il numero dei bambini sfruttati».

Ma l’obiettivo di Rosso Malpelo, non si ferma qui. Il film, a partire dal 9 marzo, inizierà un tour in moltissimi istituti italiani: «riaprire i circuiti delle scuole», come ha sottolineato il segretario della Cgil Guglielmo Epifani, è un passo importante per far conoscere ai ragazzi quello che accade non lontano dalle loro finestre: è il caso dei minori stranieri che arrivano nel nostro paese non accompagnati e che si ritrovano costretti a percorsi di vita obbligati, dove il lavoro diventa non solo una costrizione ma anche una necessità. O è il caso, come ricorda don Ciotti, dei piccoli italiani sfruttati dalla malavita perchè impunibili: proprio martedì, aggiunge il fondatore di Libera, a Napoli verrà ricordata la storia di Giancarlo Siani, il giornalista ucciso vent’anni fa dalla camorra perchè aveva osato denunciare il caso di una nonna che mandava il nipote a vendere eroina nei vicoli della città.

* l’Unità, Pubblicato il: 05.03.07, Modificato il: 05.03.07 alle ore 19.18


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