F. CRISTIANA: PROPOSTA RAZZISTA SULLE IMPRONTE *
ROMA - Un attacco duro, senza appello, quello di Famiglia Cristiana, che boccia senza mezzi termini l’idea del ministro dell’Interno Roberto Maroni di prendere le impronte ai bambini rom. "Prima però le impronte dei parlamentari e dei figli" titola il settimanale dei paolini, in un’ anticipazione del prossimo numero in edicola mercoledì prossimo, in cui denuncia il "silenzio assordante contro l’indecente proposta di Maroni". E ancora, l’accusa del settimanale è che non c’é altrettanta "ostinazione nel combattere la criminalità vera". "Avremmo dato credito al ministro - prosegue la rivista - se, assieme alla schedatura, avesse detto come portare i bimbi rom a scuola, togliendoli dagli spazi condivisi coi topi. Che aiuti ha previsto? Nulla".
Berlusconi "permetterebbe che agenti di polizia prendessero le impronte dei suoi figli o dei suoi nipotini? Oggi - argomenta Famiglia cristiana - con le impronte digitali, uno Stato di polizia mostra il volto più feroce ai piccoli rom, che pur sono cittadini italiani. Perché non c’é la stessa ostinazione nel combattere la criminalità vera in vaste aree del Paese?". Anche la proposta di togliere la patria potestà ai genitori rom non piace e viene considerata "una forzatura del diritto: nessun Tribunale dei minori la toglierà solo per la povertà e le difficili condizioni di vita". Un forte attacco arriva da Famiglia cristiana ai ministri cattolici del Governo del Cavaliere che, alla prima prova, "escono bocciati, senza appello. Per loro la dignità dell’uomo vale zero. Nessuno che abbia alzato il dito a contrastare Maroni e l’indecente proposta razzista di prendere le impronte digitali ai bambini rom".
Le affermazioni di Famiglia Cristiana hanno scatenato una ridda di polemiche. "Con l’editoriale sulla proposta Maroni di prendere le impronte ai minori nomadi, ’Famiglia Cristiana’ si iscrive a pieno titolo nel gruppo dei critici ’a prescindere’ del Governo Berlusconi" osserva Alfredo Mantovano, sottosegretario all’Interno, mentre il ministro degli Esteri, Franco Frattini, sottolinea che i prefetti devono eseguire l’ordinanza. Per Alessandra Mussolini (Pdl), presidente della commissione parlamentare Infanzia (oggetto delle critiche, in un passaggio, del settimanale) "l’articolo di Famiglia Cristiana è un misto di confusione e intolleranza".
Il ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini si dice favorevole alla misura "se potrà facilitare la frequenza scolastica da parte di questi minori". Sul lato opposto Giorgio Tonini, Pd: "Le parole ferme e puntuali di Famiglia cristiana, a cui va il mio totale apprezzamento, denunciano in maniera autorevole il carattere inquietante del provvedimento di schedatura delle impronte dei bambini Rom voluto dal ministro Maroni". Paolo Ferrero (Prc) lancia l’idea della disobbedienza civile contro la proposta Maroni.
"Non solo non capiamo come questa schedatura possa portare risultati positivi, ma il rischio è quello di criminalizzare le vittime che sono i bambini stessi" attacca il presidente di Unicef Italia, Vincenzo Spadafora. E infine il presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga ironizza: "la prossima direttiva del ministro Maroni sarà quella di tagliare ai bambini Rom la prima falange del dito mignolo della mano destra o della mano sinistra o ancora meglio un pezzetto del lobo dell’orecchio destro o di quello sinistro in modo che siano immediatamente riconosciuti".
Intanto il presidente della Croce Rossa Italiana, Maurizio Barra, ha reso noto che il censimento nei campo nomadi di Roma partirà il 10 luglio e sarà ultimato il 15 ottobre. La Croce Rossa Italiana opererà comunque "con un’intenzione positiva e umanitaria" ha ribadito Barra, per il quale sul tema c’é un’attenzione "un po’ strumentale" e, comunque, si tratta di "scelte delle autorità di governo, che la Croce Rossa Italiana, come ente ausiliario, deve solo applicare, nel rispetto dei diritti dell’uomo e in una prospettiva umana".
Sul tema, nel sito, si cfr.:
CONTRO LA XENOFOBIA ITALIANA, L’APPELLO E LA DENUNCIA DI PADRE ALEX ZANOTELLI
’’E’ come quando i bambini ebrei venivano identificati con la stella gialla al braccio’’
’Famiglia cristiana’: ’’Da Maroni indecente proposta razzista sui rom’’
Affondo del settimanale paolino contro la proposta del ministro dell’Interno di prendere le impronte ai nomadi. ’’Il centrodestra non ha fatto ancora i conti con le leggi razziali. Per loro la dignità dell’uomo vale zero’’. Quanto al silenzio del presidente della commissione per l’Infanzia, Alessandra Mussolini ’’non stupisce perché le schedature etniche e religiose fanno parte del Dna familiare’’. Ma il titolare del Viminale insiste: ’’Siamo in linea con norme Ue’’. Barrot: ’’No alle discriminazioni’’
Roma, 30 giu. (Adnkronos) - "Alla prima prova d’esame i ministri ’cattolici’ del governo del Cavaliere escono bocciati, senza appello. Per loro la dignità dell’uomo vale zero. Il principio della responsabilità di proteggere (cioè, il riconoscimento dell’unità della famiglia umana e l’attenzione per la dignità di ogni uomo e donna), ampiamente illustrato da papa Benedetto XVI all’Onu, è carta straccia. Nessuno che abbia alzato il dito a contrastare Maroni e l’indecente proposta razzista di prendere le impronte digitali ai bambini rom".
Lo scrive ’Famiglia cristiana’, nell’editoriale pubblicato sul prossimo numero. "Avremmo dato credito al ministro -prosegue il giornale dei Paolini- se, assieme alla schedatura, avesse detto come portare i bimbi rom a scuola, togliendoli dagli spazi condivisi coi topi. Che aiuti ha previsto? Nulla. Il prefetto di Roma, Carlo Mosca, s’è rifiutato di schedare, il presidente del Veneto, Galan, ha parlato di ’fantapolitica’, ma il ministro non arretra d’un millimetro. Non stupisce, invece, il silenzio della nuova presidente della commissione per l’Infanzia, Alessandra Mussolini (non era più adatta Luisa Santolini, ex presidente del Forum delle famiglie?), perché le schedature etniche e religiose fanno parte del Dna familiare e, finalmente, tornano a essere patrimonio di governo".
"Non sappiamo cosa ne pensi Berlusconi: permetterebbe che agenti di polizia prendessero le impronte dei suoi figli o dei suoi nipotini? A sessant’anni dalle leggi razziali, l’Italia non ha ancora fatto i conti con le sue tragiche responsabilità (non ce ne siamo vergognati abbastanza). In particolare, quei conti non li ha fatti il centrodestra al governo, se un ministro propone il concetto di razza nell’ordinamento giuridico. Perché di questo si tratta. Come quando i bambini ebrei venivano identificati con la stella gialla al braccio, in segno di pubblico ludibrio".
"Oggi, con le impronte digitali, uno Stato di polizia - denuncia ancora ’Famiglia cristiana’ - mostra il volto più feroce a piccoli rom, che pur sono cittadini italiani. Perché non c’è la stessa ostinazione nel combattere la criminalità vera in vaste aree del Paese? Rende meno, forse, politicamente?".
"La schedatura di un bambino rom, che non ha commesso reato, viola la dignità umana. Così come la proposta di togliere la patria potestà ai genitori rom è una forzatura del diritto: nessun Tribunale dei minori la toglierà solo per la povertà e le difficili condizioni di vita. E’ giusto reprimere, con forza, chi nei campi nomadi delinque, ma le misure di Maroni non servono a combattere l’accattonaggio (che non è reato)’’.
’’C’è un solo modo perché i bambini rom non vadano a rubare: mandarli a scuola. Qui, sì, ci vorrebbe un decreto legge perché, ogni mattina, pulmini della polizia passassero nei campi nomadi a raccoglierli. Per la sicurezza sarebbero soldi ben spesi".
"Quanto alle impronte, se vogliamo prenderle, cominciamo dai nostri figli; ancor meglio, dai parlamentari: i cittadini saprebbero chi lavora e chi marina, e anche chi fa il furbo, votando al posto di un altro. L’affossa ’pianisti’ - conclude ’Famiglia cristiana’ - sarebbe l’unico ’lodo’ gradito agli italiani".
"La nostra iniziativa di censire chi vive nei campi nomadi, adulti o minori, è ineludibile", ribadisce in serata il ministro dell’Interno Roberto Maroni in un’intervista al Tg1. Per il titolare del Viminale la validità di tale proposta è confermata dagli episodi legati allo sfruttamento dei minori operato dai genitori rom e al disconoscimento operato dagli stessi una volta che i piccoli sono stati fermati dalle forze dell’ordine.
la preghiera domenicale dedicata all’ultimo naufragio nel canale di Sicilia
Immigrazione, l’appello del Papa
«La politica dia risposte efficaci»
Ratzinger: «Basta stragi, i paesi europei accolgano gli irregolari».
Il Vaticano: in Ue xenofobia verso i rom
CASTEL GANDOLFO (Roma) - L’emergenza immigrazione e le stragi del mare «impongono efficaci risposte politiche». È questo il duro monito di Benedetto XVI, che ha quasi interamente dedicato l’Angelus recitato a Castel Gandolfo al naufragio dei giorni scorsi nel canale di Sicilia. «In queste ultime settimane la cronaca ha registrato l’aumento degli episodi di immigrazione irregolare dall’Africa. Non di rado - ha spiegato Benedetto XVI -, la traversata del Mediterraneo verso il continente europeo, visto come un approdo di speranza per sfuggire a situazioni avverse e spesso insostenibili, si trasforma in tragedia».
APPELLO ALL’EUROPA - All’Europa Ratzinger ha rivolto un appello preciso: sviluppare strutture di aiuto e accoglienza degli immigrati irregolari. «I Paesi europei e comunque quelli meta di immigrazione - ha detto il Pontefice - sono, tra l’altro, chiamati a sviluppare di comune accordo iniziative e strutture sempre più adeguate alle necessità dei migranti irregolari». «Allo stesso tempo - ha aggiunto il Papa - questi ultimi, poi, vanno pure sensibilizzati sul valore della propria vita, che rappresenta un bene unico, sempre prezioso, da tutelare di fronte ai gravissimi rischi a cui si espongono nella ricerca di un miglioramento delle loro condizioni e sul dovere della legalità che si impone a tutti». «Come Padre comune - ha quindi affermato ancora Ratzinger - sento il profondo dovere di richiamare l’attenzione di tutti sul problema e di chiedere la generosa collaborazione di singoli e di istituzioni per affrontarlo e trovare vie di soluzione. Il Signore ci accompagni e renda fecondi i nostri sforzi!».
«UE XENOFOBA VERSO I ROM» - L’appello di Ratzinger arriva a quattro giorni dal sesto Congresso mondiale della Pastorale per gli Zingari, in programma dal primo al 4 settembre a Freising, in Germania. In quell’occasione la Chiesa cattolica farà un appello a tutti gli Stati, e in primo luogo quelli europei, perché rispettino i diritti delle popolazioni nomadi, difendendole dalle discriminazioni. Ad anticiparlo è il segretario del pontificio Consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti, l’arcivescovo Agostino Marchetto, che concluderà i lavori del congresso. Marchetto ha ribadito di ritenere che oggi gli zingari siano vittime di discriminazione. «Basta pensare alle polemiche suscitate negli ultimi mesi da alcuni provvedimenti legislativi sfavorevoli alle popolazioni zingare. Dai rapporti che ci pervengono dalle Chiese locali - ha detto - constatiamo che un po’ dappertutto gli zingari sono vittime di discriminazione, disuguaglianza, razzismo e xenofobia». Non si salva neanche l’Europa, dove «i Rom e Sinti, pur se cittadini di Stati membri e muniti di documenti validi, non possono godere degli stessi diritti degli altri cittadini. In alcuni Paesi - ha aggiunto - i bambini zingari sono costretti a frequentare scuole speciali per disabili fisici o mentali, mentre molte donne vengono sottoposte a sterilizzazione forzata. E la generale mancanza di fiducia - ha concluso - fa sì che ai giovani, pur se ben preparati professionalmente, non è concesso l’ingresso al mondo del lavoro come per gli altri».
* Corriere della Sera, 31 agosto 2008
Corriere della Sera 27.08.08
Nuovo obiettivo
La rivista paolina chiede un «governo di unità nazionale»
«Famiglia Cristiana» ora attacca il Pd
«È in confusione mentale e balbetta»
di Virginia Piccolillo
ROMA - «L’Italia stramazza a terra e anche Veltroni gira a vuoto». Si intitola così l’editoriale di Famiglia Cristiana che torna in edicola oggi, dopo le aspre polemiche suscitate dalle accuse del settimanale al governo con i sospetti di una rinascita del fascismo. Ora tocca al Pd. E il magazine dei Paolini, accusato dalla Pdl di fiancheggiare i «cattocomunisti », striglia l’opposizione, colpevole, come il governo, di non fare abbastanza per la «vera emergenza nazionale »: «La povertà di milioni di famiglie che non arrivano alla seconda settimana». Citando l’esempio di Sarkozy con la commissione Attalì, e lodando il sindaco di Roma Gianni Alemanno per averlo seguito, la rivista ne auspica una contro la povertà, «magari presieduta da Amato e Pisanu ». E invita destra e sinistra a uscire dai «bizantinismi» e collaborare: «Più che giocare al "monopoli della legge elettorale" forse serve un governo di unità nazionale».
«Mentre il governo ci distrae con presunte emergenze - bacchetta la rivista -, l’opposizione (sempre litigiosa, masochista e divisa su tutto) brilla per "confusione mentale" e totale assenza di proposte efficaci a favore delle famiglie». «Su temi che dovrebbero esserle più congeniali, la sinistra latita e balbetta ». E «piuttosto che varare una solida politica familiare il Pd si "fa male da solo" tra personalismi, incomprensioni e "guerre" tra centro e periferie. Così da rendere perfettamente inutile (se non imbarazzante) il "giro d’Italia" veltroniano ». «Il pullman Salva l’Italia ha già le ruote sgonfie» aggiunge. Più che agli italiani «forse potrà servire a Veltroni in cerca di consensi per una leadership mai del tutto accettata dai suoi, e ora tornata ancora in discussione. L’antiberlusconismo fine a se stesso non ha mai pagato. Anzi, è stato controproducente». Infine l’auspicio di «un colpo d’ala, prima che il Pd imploda per schizofrenia o depressione sia della classe dirigente che dei suoi stessi elettori».
Il Pd ostenta savoir faire. «Chi aveva accusato Famiglia Cristiana di essere fazioso o di parte oggi viene decisamente sconfessato» rimarca Giuseppe Fioroni. E aggiunge: « Famiglia Cristiana è un po’ come il grillo parlante di Pinocchio: c’è chi gli tira il martello per farlo tacere e chi, come noi, ne fa tesoro». Come dire, noi non ce la prendiamo. Ma poi l’ex ministro del-l’Istruzione rinfaccia alla rivista: «Una settimana dopo aver espresso riserve motivate su un governo e su una maggioranza più attenta agli annunci che alla sostanza e che rischia di arrivare ad un processo involutivo per la qualità della stessa democrazia, come si può chiedere al nostro partito di formare con loro addirittura un governo di unità nazionale?». Anche il veltroniano Giorgio Tonini accoglie le critiche: «Ascoltiamo e prendiamo sul serio Famiglia Cristiana. La settimana scorsa ho detto al governo di ascoltare il settimanale; adesso lo stesso discorso lo faccio anche per me. Condivido anche le critiche. Ho parlato io stesso del pericolo che la gente non capisca il senso politico del momento troppo confuso tra i personalismi. Ma mi convince meno la chiusa: c’è un governo che ha avuto la maggioranza sta a loro governare».
Ansa» 2008-08-13 19:08
SICUREZZA: F.CRISTIANA, SPERIAMO NON RINASCA FASCISMO ITALIA
CITTA’ DEL VATICANO - Famiglia Cristiana respinge le accuse di "cattocomunismo" lanciate da esponenti del centrodestra e, citando un rapporto dell’organizzazione Esprit, si augura che "non sia vero il sospetto" che in Italia stia rinascendo il fascismo "sotto altre forme". In un editoriale firmato da Beppe del Colle, il settimanale cattolico torna poi a criticare aspramente le misure varate dal governo italiano in tema di sicurezza, soprattutto "la sciocca e inutile trovata di rilevare le impronte digitali ai bambini rom" e ricorda come in Europa sia tornata alla mente, "come un simbolo", la foto del bimbo ebreo nel ghetto di Varsavia con le mani alzate davanti alle Ss.
"Ora basta", si legge nell’editoriale sul numero in edicola di questa settimana che replica soprattutto al sottosegretario alla Famiglia Carlo Giovanardi. Giovanardi, scrive Famiglia Cristiana, "non ha nessun titolo per giudicarci dal punto di vista teologico-dottrinale. Nessuna autorità religiosa - puntualizza il settimanale - ci ha rimproverato nulla del genere. Siamo stati, siamo e saremo sempre in prima linea su tutti i temi ’eticamente irrinunciabili’: divorzio, aborto, procreazione assistita, eutanasia, ’dico’, diritti della famiglia; abbiamo condannato l’inserimento dei radicali nelle liste del Pd. E ora basta". "Non siamo mai cambiati - aggiunge del Colle - nel modo di affrontare le realtà del mondo con spirito di cristiani. Eppure, di tanto in tanto arrivano lettere: siete cattocomunisti. Perché? Perché critichiamo l’attuale Governo, come abbiamo fatto con tutti i Governi, anche democristiani, quando ci sembrava giusto e cristiano farlo". Nell’editoriale, Famiglia Cristiana ribadisce tutte le sue critiche alla "sciocca e inutile trovata di rilevare le impronte digitali ai bambini rom, aggiungendo violenza alla loro esistenza già piena di violenze anche da parte dei genitori". "Se ne sono accorti in tutta Europa, dove resta vivo l’orrore della discriminazione sociale delle minoranze: quella foto del bimbo ebreo nel ghetto di Varsavia con le mani alzate davanti alle Ss è venuta - ricorda Del Colle - alla memoria come un simbolo. Per questo il Parlamento di Strasburgo e il Consiglio europeo hanno protestato. Esprit ha scritto: ’Gli italiani sono incredibilmente duri contro i romeni e gli zingari’. Sarà ’incredibile’, ma è vero. Speriamo - conclude ’Famiglia Cristiana’ - che non si riveli mai vero il suo sospetto che stia rinascendo da noi sotto altre forme il fascismo".
Dopo le polemiche con il governo, il direttore della sala stampa della Santa Sede
precisa: "Le posizioni del settimanale sono responsabilità esclusiva della sua direzione’’
Il Vaticano: "Famiglia Cristiana
non esprime la nostra linea"
CITTA’ VATICANO - Il Vaticano prende le distanze da Famiglia Cristiana e dai suoi scontri con il governo. A farsi portavoce della posizione della Santa Sede è padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa vaticana, secondo cui il settimanale dei Paolini "è una testata importante della realtà cattolica, ma non ha titolo per esprimere né la linea della Santa Sede né quella della Conferenza episcopale italiana".
"Le sue posizioni - ha aggiunto Lombardi - sono responsabilità esclusiva della sua direzione’’. L’ultimo duro intervento di Famiglia Cristiana contro le scelte dell’esecutivo è di ieri, quando è stato anticipato l’editoriale di Beppe Del Colle in cui si augura che "non sia vero il sospetto" che in Italia sta rinascendo il fascismo "sotto altre forme". Un commento che ha scatenato la polemica.
Ma non è la prima volta, negli ultimi mesi, che il settimanale diretto da Don Antonio Sciortino critica le scelte della maggioranza. Prima ha attaccato la norma sulle impronte ai bambini rom ("una trovata indecente"), poi la "finta emergenza sicurezza". Senza dimenticare la dichiarazione durissima contro Berlusconi quando il premier aveva accusato i pm di essere sovversivi.
LE IMPRONTE
Paolo, da Genova, sbeffeggia il criptonazismo della politica del cavaliere.
Leggo, copio, incollo e inoltro.
Aggiungo la mia firma.
Aldo [don Antonelli]
Finestra politico-profetica-11
di Paolo Farinella, prete
«Con semplicità e veemenza - In simplicitate, vehementer!»
Genova, 1 luglio 2008 - Il «Decreto di polizia relativo al marchio di identificazione degli Ebrei» del 1 settembre 1941 in attuazione del «Primo decreto supplementare alla legge sulla cittadinanza tedesca del 14 novembre 1935» così sancisce: «Art. 1. (a) Agli Ebrei di età superiore ai sei anni, è proibito mostrarsi in pubblico senza il simbolo giudeo della Stella di Davide. (b) Tale simbolo è rappresentato da una stella a sei punte di stoffa gialla bordata di nero, di formato equivalente al palmo di una mano. In essa deve essere inscritta, a caratteri neri, la parola "GIUDEO". La stella deve essere cucita sul lato sinistro del petto degli abiti in modo ben visibile. Art. 2. Agli Ebrei è proibito: (a) uscire dall’area in cui risiedono senza un permesso scritto rilasciato dalla Polizia locale; (b) indossare medaglie, decorazioni, o altre mostrine». Questo accadeva 70 anni fa ad opera di uno che la storia ha classificato come pazzo e genocida, supportato dal governo di Mussolini, i cui epigono sono oggi al governo in Italia.
A 70 anni di stanza, oggi, in Italia, il governo di un signore, psicologicamente tarato, appena reduce dal baciamano del papa a cui ha profuso la sua fedeltà ai principi della Chiesa, per mezzo del suo ministro degli interni vara una norma che impone l’assunzione delle impronte digitali ai bambini «rom». Siamo ripiombati con veemenza indietro di oltre 70 anni in pieno delirio nazifascista. Logicamente questo provvedimento serve a tutelare i bambini stranieri dal male italiano che li circonda. Se mai è esistita una civiltà cristiana, oggi crolla sulle impronte dei Rom come ieri è crollata sulle stelle gialle degli Ebrei. Il settimanale «Famiglia cristiana» che contribuì alla caduta di Prodi e alla sconfitta di Veltroni, ha perso i gangheri e oggi parla di «indecenza» e richiama il ludibrio a cui furono sottoposti gli Ebrei da Hitler prima e da Mussolini poi fino al genocidio di Stato. La Chiesa ancora oggi paga un prezzo esorbitante e si discute sul suo «silenzio» di fronte all’olocausto dell’Agnello di Dio. Non si può tacere. Non si deve tacere perché tacere per un cristiano e per un uomo degno di questo nome è complicità, connivenza e correità. Chi tace è doppiamente colpevole: davanti alla propria coscienza e davanti alla Storia.
Il papa tedesco che da giovane, come egli stesso ha ammesso, gli hanno rubato la gioventù costringendolo a militare nell’esercito demoniaco nazista, dovrebbe essere edotto più di ogni altro e più di ogni altro dovrebbe gridare opportune, inopportune che nessun governo per alcun motivo può schedare nessuno. Il papa ha ricevuto Berlusconi con le fanfare e gli ha anche regalato la penna d’oro con la quale forse il pio devoto, gia P2 e massone, firma i decreti immorali che negano alla radice la ragione cristiana dell’agire politico e civile. Sappiamo anche che il papa il 29 giugno 2008 ha sfoggiato un nuovo look, mostrando alle golose tv il nuovo design del pallio giurisdizionale e la vecchia ferula di Pio IX, in sostituzione del pastorale col Crocifisso in uso da Paolo VI. Che anche il papa sia diventato musulmano dal momento che toglie il crocifisso dal suo pastorale? Il ritorno all’uso di Pio IX è altamente simbolico per quello che si prepara nei prossimi. Oggi intanto è un grande balzo in avanti verso l’oscurantismo irrazionale dei tempi passati? I difensori della civiltà cristiana che tuonano sui segni della civiltà, non hanno niente da dire?
Negli stessi giorni lo stesso papa riceveva in visita privata il sindaco di Roma con moglie «invelettata nera» alla mussulmana: forse si sono dimenticati di dirgli che il sindaco è discendente diretto e orgoglioso di quel partito fascista che in Italia varò le leggi razziali contro Ebrei, zingari, omosessuali e altre minoranze. Poiché però era impegnato a rifare il suo guardaroba e a contar cappelli, palli, ferule e messe in latino, probabilmente il papa ha delegato Famiglia Cristiana a parlare in suo nome, visto che è stata la prima presa di posizione decisa e ufficiale di un organo «cattolico» significativo. Ora aspettiamo che, finita la ricognizione canonica del guardaroba, papa, cardinali, curia romana, cei e affini, gridino all’universo mondo che «comunque si giri la frittata, prendere le impronte digitali, o imporre un qualsiasi segno distintivo dell’identità personale o etnica è un attentato alla Maestà di Dio e ad ogni persona che ne è l’immagine sulla terra. Chiunque lede la dignità umana di chiunque cessa di essere cristiano, si esclude dai sacramenti e dalla grazia di Dio. Come e peggio dei divorziati. Chi pecca contro la persona, immagine di Dio, si scomunica da solo perché se ciò vale per gli embrioni, a maggior ragione vale per le persone, qualunque sia lo stato sociale, giuridico o morale (innocente, colpevole, delinquente, deviato, depravato, santo, peccatore, puro, lercio, ecc.)».
Per porre un segno contro questa ignominia aberrante, da domenica prossima, 6 luglio 2008, celebrerò la Messa con la stola viola in segno di lutto e con incisa su di essa la stella di Davide gialla come promemoria profetico di rifiuto in nome di Dio e della mia coscienza di questa indegna indecenza che deturpa in modo irreversibile la dignità civile, giuridica, morale e cristiana del mondo intero. La stola è la stessa che feci fare per solidarietà al popolo d’Israele, quando esigeva una patria nella sua terra di origine. Oggi quella stola che ha difeso i Giudei, difende i Palestinesi e i Rom. Sul mio altare da oltre trent’anni è accesa la menoràh ebraica per ricordarmi sempre che Gesù è un Ebreo di nascita, un Giudeo di cultura ed etnia e che se vivesse oggi, il governo Berlusconi gli prenderebbe le impronte digitali, lo marchierebbe a fuoco giallo e lo dichiarerebbe extracomunitario irregolare, dopo essersi profuso in baciamano al papa. Peccato che il papa e i cardinali e i vescovi non guidino la macchina e quindi non sappiano che la targa vaticana, SCV, è un acronimo, scoperto da Giuda e tenuto nascosto perché significherebbe: «Se Cristo Vedesse!».
Note a làtere: Quanto a Veltroni, il Uolter ombra, non possiamo che prendere atto: Requiem aeternam...! Amen.
Perché zingari ed ebrei sono vittime predestinate
Il volto banale della xenofobia
di Adriano Prosperi (la Repubblica, 01.07.2008)
Rilevare le impronte ai bambini degli zingari è una misura razzista. Le proteste del ministro che le propone e dei molti che silenziosamente o rumorosamente le approvano ci mettono davanti al volto autentico del razzismo. Che non è quello mostruoso e abnorme che ci piace immaginare per nostra tranquillità: è quello pulito e rispettabile di tanti buoni padri di famiglia amanti della natura, dei cani e dei bambini, bene intenzionati nei confronti dell’umanità, decisi a isolare, rieducare o sopprimere le frange irregolari, sporche, malate, deformi. Una parola dal suono e dal significato benevolo riassume tutto questo: eugenetica. Basta visitare musei e centri di ricerca nelle capitali della scienza medica tedesca per trovarci davanti ai documenti lasciati negli anni dalla volontà di selezionare e migliorare la specie umana. Eppure, come da sempre accade quando si parla di zingari, ebrei e altre vittime predestinate del razzismo, chi propone o difende certe misure non vuole che lo si definisca razzista.
Ma la storia può aiutare a togliergli qualche illusione. Anche a un esame rapido e superficiale emerge che le misure scientifiche applicate al corpo umano sono una cosa diversa e recente, che spicca nel percorso millenario delle barriere di artificiali differenze alzate tra "noi" e "gli altri". All’inizio ci furono quelle linguistiche. Sono l’esito più antico del tentativo di porci al di sopra di altri gruppi umani: "noi" parliamo, "gli altri" farfugliano, balbettano sillabe incomprensibili. Per questo li abbiamo chiamati "barbari". Poi ci furono le barriere religiose: con l’avvento in Europa del cristianesimo come religione universale e obbligatoria, gli "altri" sono diventati gli "infedeli" se al di là dei nostri confini, gli "eretici" o i "giudei" se all’interno. Bisognò individuarli per impedire loro di contaminarci: le mura dei ghetti e un panno giallo sul cappello o una stella di David per gli ebrei, una tunica nera coi diavoli dipinti sopra per gli eretici. Se l’eretico o il giudaizzante finiva sul rogo, l’abitello restava appeso in luogo sacro a perpetuare la memoria e l’infamia. Oggi ne rimane qualcuno nei musei, documento di un passato lontano.
Ma prendere le impronte digitali è cosa diversa. Sir Francis Galton, il grande scienziato inglese cugino di Darwin e autore di un’opera fondamentale sulla classificazione delle impronte digitali (Fingerprints, 1892), non era razzista. Credeva nella scienza e nelle possibilità di sviluppo dell’intelletto umano. E tuttavia il metodo della rilevazione delle impronte trovò la sua prima applicazione nel 1897 in un’area dove la civiltà occidentale era decisa a modificare una cultura diversa: lo usò un ufficiale di polizia inglese nel Bengala. Dunque fin dall’inizio un metodo nato nell’ambito della ricerca scientifica fu usato su di un popolo dominato dall’Occidente e divenne lo strumento poliziesco per l’identificazione dei criminali.
Da allora le tecniche di misurazione dei corpi e di individuazione delle differenze dalla cosiddetta "normalità" si sono prestate all’impiego in funzione della selezione delle "razze" buone e dell’eliminazione di quelle "cattive". Come ha spiegato il maggiore storico del razzismo moderno, George Mosse, nel mondo contemporaneo il razzismo tende a diventare il punto di vista della maggioranza. È un modo di vedere le cose che si è impadronito di idee di uomini di scienza non razzisti e le ha usate per imporre l’ideale di rispettabilità borghese e di moralità della classe media, fatto di pulizia, onestà, serietà morale, duro lavoro e vita familiare. Chi si distacca da quell’ideale è considerato un diverso, un essere pericoloso, un criminale in potenza. La sua esistenza è un attentato alla salute del corpo sociale, quell’individuo collettivo, quella entità gigantesca, preziosa, di cui siamo le membra e che siamo tenuti a proteggere. Se si può isolare scientificamente la diversità - ecco il sogno del razzista - il pericolo si può eliminare. Perché criminale si nasce, non lo si diventa. Come scrisse nel 1938 un avvocato tedesco destinato a grande fortuna, Hans Frank, «la biologia criminale, o teoria della delinquenza congenita, indica l’esistenza di un nesso tra decadimento razziale e tendenze criminali». Ecco perché bisogna portare il bambino figlio di zingari davanti alla macchina che registrerà le sue impronte digitali. La sua è una razza degenerata, decaduta, dedita al nomadismo, all’alcoolismo, al furto. Lui non lo sa, ma noi sì. Prima o poi quella traccia schedata dalla polizia (o dai vigili? a loro la risposta) si rivelerà utile. L’occhio della legge non lo perderà di vista.
Già, l’occhio. La Giustizia ha tanti occhi e tante orecchie. Si discute da millenni se sia più importante l’udito o la vista. C’è chi l’ha rappresentata con la benda sugli occhi, in modo da garantire l’uguaglianza di trattamento a chi è ricco e a chi è povero, ai potenti e ai miserabili. Oggi la Giustizia italiana apre tutti i suoi occhi per guardare i bambini zingari mentre chiude gli occhi e si tura le orecchie davanti ad alcuni potenti. È un fatto nuovo e originale. Si prendano dunque le impronte digitali agli zingari e ai loro bambini. Nelle linee della mano le zingare hanno letto per secoli il nostro destino, ora è venuto il tempo di leggere e decidere il loro. Quanto ai bambini, ci dicono che è per proteggerli. Non per tutti sarà possibile: quella bambina a cui fu messa in mano una bambola esplosiva le dita non ce le ha più.