di Enrico Peyretti
(www.ildialogo.org/politica, Giovedì, 26 gennaio 2006)
Se le cose stanno così, se un cardinale, presentando l’enciclica del papa "Dio è amore" valuta un "diritto sacrosanto", il diritto di uccidere un ladro (vedi notizia riportata in fondo *), diritto introdotto da un governo sempre più barbaro, distruttore di quanto di civile avevamo; se le cose stanno così, quel cardinale, incaricato di lavorare, per conto della "santa sede", alla giustizia e alla pace, ignora non solo che Dio è amore, ma anche che il senso primo della legge umana e della politica è di allontanare dall’odio i nostri rapporti per condurli verso il rispetto e l’amore, almeno verso la considerazione della vita, anche del ladro, superiore alla proprietà.
Se le cose stanno così, quel cardinale ha perduto non solo il vangelo ma anche il minimo buon senso civile, e dà il suo assurdo appoggio alla più barbara delle leggi berlusconiane, dopo la partecipazione criminale alla guerra di Bush, per qualche basso vantaggio politico. Se poi le cose non stanno così, dica quel cardinale le parole che sono da dire.
Nel frattempo, propongo, e vi propongo, di lanciare una tempesta di lettere e messaggi al micro-presidente del barbaro sconsiglio dei mini-ministri redazione.web@governo.it e al Presidente della Repubblica, garante della Costituzione civile presidenza.repubblica@quirinale.it (in questo caso occorre firmare con nome e indirizzo stradale completi), per gridare la protesta e l’indignazione e la volontà di boicottare in ogni modo la legge sul "legittimo omicidio per salvare il portafoglio". Buona salute, buon coraggio, buona resistenza, buona speranza!
Enrico Peyretti
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La notizia dell’Apcom
Città del Vaticano, 25 gen. (Apcom) - La legge sulla legittima difesa, approvata in via definitiva in Parlamento, "è un principio sacrosanto". Lo ha detto ad Apcom il cardinale Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, a margine della conferenza stampa di presentazione della prima Enciclica di Papa Benedetto XVI, "Dio è amore". "E’ un principio sacrosanto difendersi dall’aggressore - ha detto Martino - così come lo Stato è chiamato a difendersi, anche i cittadini devono poterlo fare. Bisogna però tenere in considerazione il principio di porporzionalità - ha spiegato il card. Martino - ma si tratta di un principio giusto, perché il dono della vita deve essere difeso e anche il bene della vita del nascituro". Ssa/Sav
Sul tema nel sito, si cfr.:
Ansa» 2009-07-01 13:09
Enciclica "Caritas in Veritate" verrà presentata il 7 luglio
CITTA’ DEL VATICANO - E’ ufficiale: il Vaticano presenterà l’enciclica del papa ’Caritas in Veritate’ il prossimo 7 luglio.
L’enciclica sarà presentata in una conferenza stampa dal card. Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio consiglio Giustizia e Pace, dal card. Josef Cordes, presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum, da mons. Giampaolo Crepaldi, segretario del Pontificio consiglio Giustizia e Pace e dall’economista Stefano Zamagni. Si tratta di tutti personaggi che hanno contribuito alla stesura del testo pontificio.
Retroscena di un funerale e «relativismo» della Cei
di Paolo Farinella, prete
Oggi alle 11.40
Genova 21-09-2009. - Ricevo una comunicazione riservata da persona proveniente da «dentro» il sistema militare dei «corpi speciali» che mi ha fatto rabbrividire. A motivo del mio lavoro (terapia di sostegno), avevo intuito che molte cose non quadrassero, ma questa rivelazione mi ha sconcertato. Il berretto al bambino di due anni e la corsa dell’altro bambino alla bara del padre con la mano che si copre il volto (foto giornali perché non ho visto i funerali né ascoltato tg e rg) non sono frutto di spontaneità o gesti di mamme che cercano di proteggere i figli con «qualcosa» del padre (berretto e abbraccio).
Al contrario, sembra che tutto sia stato centellinato dall’équipe di sostegno psicologico che in questi giorni circondano i familiari con un cordone sanitario strettissimo. Mi dice il militare interlocutore che lo scopo di questo gruppo di sostegno non è aiutare le famiglie ad elaborare la morte e il lutto, ma impedire che facciano scenate o mettano in atto comportamento lesivi dell’onore dell’esercito. La mia fonte asserisce che buona parte di questo personale non è specializzata in psicologia, ma è un corpo speciale che un obiettivo preciso: la gestione dei giorni successivi alla morte e il contenimento o meglio l’annullamento della rabbia, della contestazione e della disperazione conseguenti che potrebbero portare a comportamenti di indignazione verso l’esercito e le istituzioni.
Le tecniche quindi mirano ad adeguare il pensiero delle famiglie allo «status di eroe» del congiunto perché appaia «coerente» con la «nobiltà della missione» del morto che diventa anche la «missione della famiglia». Sarebbe una tragedia per l’immagine militare se mogli, madri, figli e fidanzate si mettessero a gridare contro l’esercito e il governo che li ha mandati a farsi ammazzare.
In questa logica si capisce la retorica dell’«eroe», l’insulsaggine del servizio alla Patria, il sacrificio per la Pace nel mondo e anche la lotta al terrorismo. Tutti sanno tutto e giocano a fare i burattini. Se le informazioni che ho ricevuto sono vere, e non posso dubitare della serietà della fonte, i funerali dei sei militari uccisi e tutta l’opera dei pupi presente a San Paolo, è stata un’operazione terribile, ancora peggiore degli attacchi dei talebani. Tutto è gestito per deviare il Paese, le Coscienze e la Verità. E’ una strategia scientificamente codificata.
Il vescovo militare (generale di corpo di armata) non ha risparmiato parole grosse di encomio e di osanna al servizio che i militari fanno alla Pace e alla Democrazia. Una sviolinata che neppure La Russa è capace di fare. A lui si è unito il cardinale Angelo Bagnasco che ha detto:
«Non è esagerato parlare di strage, tanto più assurda se si pensa ai compiti assolti dalla forza internazionale che opera in quel Paese e allo stile da tutti apprezzato con cui si muove in particolare il contingente italiano. Non è un caso che questo lutto, com’era successo per la strage di Nassiriya, abbia toccato il cuore dei nostri connazionali, commossi dalla testimonianza di altruismo e di dedizione di questi giovani quasi tutti figli delle generose terre del nostro Sud. E per questo il nostro popolo si è stretto alle famiglie dei colpiti con una partecipazione corale al loro immane dolore. Anche noi ci uniamo ai sentimenti prontamente espressi dal Santo Padre» (21-09-2009).
Mi dispiace per il signor cardinale, ma non posso associarmi a questa mistificazione collettiva. Enrico Peyretti mi dice che durante l’Eucaristia, pane spezzato per la fame del mondo, è risuonato l’urlo di guerra dei parà: «Folgore!» quasi una schioppettata nel cuore del Sacramento. Credo che si possa dire che la Messa è stata la cornice vacua di una parata militare con i propri riti.
Oggi (21-09-2009), infine, il cardinale Bagnasco ha parlato anche della questione morale e della legge sugli immigrati senza mai nominare e né l’uno e né l’altra. Nessun cenno esplicito alla legge sul reato di clandestinità: si intravede tra le righe un leggero senso di disapprovazione. Figuriamoci se chiamava per nome il Papi Priapeo. Si è limitato a fare una predica generalizzata, valida per tutti e, quindi per nessuno, come giustamente interpreta «Il Giornale» di famiglia.. Tutto va bene, madama la marchesa? Ma, sì! Diamoci una botta e via! «Domani è un altro giorno« diceva Rossella O’Hara o Tarcisio Bertone? Non ricordo bene.
* Il Dialogo,, Martedì 22 Settembre,2009 Ore: 11:59
AFGHANISTAN: CHE FARE?! RICORDAR-SI SEMPLICEMENTE CHE SIAMO ITALIANI E ITALIANE!!!