Editorialito

Anno zero: la solidarietà meccanica fa l’atmosp(h)era della barbaresca San Giovanni in Fiore, provincia di Cosenza, nella Calabria della ’ndranghetazza

mercoledì 24 settembre 2008.
 

Federico La Sala, vicedirettore, propone questioni nazional-impopolari, sopra le colonne di "la Voce di Fiore".

Il motto che ogni italiano dovrebbe poter pronunciare senza imbarazzo è, per il filosofo campano La Sala, "Forza Italia". Già calcisticamente memorabile e riferibile, per esempio, allo spirito politico e passionale del presidente Sandro Pertini.

Avrete certamente notato la mia lontananza da queste pagine elettroniche e assolutamente virtuali: noi urliamo, nessuno ci ascolta.

Qualcuno ci chiede aiuto per temi scolastici e versioni di latino. Quasi che avessimo la soluzione dietro l’angolo, o in qualche prezioso archivio elettronico, e fossimo quindi capaci di sollevare, per e-mail, studenti in rete spaventati da compiti impossibili.

Per mio conto, riporterei l’attenzione su un piano più locale, rispetto al quale mi sento - perdonatemi - assai più specializzato e pronto.

Manlio Sgalambro, altro filosofo come La Sala, in un’intervista video negli studi d’una tv siciliana, ha detto d’aver rubato la cultura mitteleuropea del nord, per innestarla in Trinacria.

Col sufi Franco Battiato, ha lavorato intensamente per allargare gli orizzonti della cultura italiana e per trovare delle sintesi con la tradizione dell’Isola dei Giardini, la mia Sicilia. Cosa che s’è cercato di fare con "la Voce di Fiore", tanto a favore della Calabria quanto per il mezzogiorno planetario.

Sono anche calabro: provengo da un paese di montagna resistente a tutto, che esprime una cultura molto interessante per gli antropologi. Anzitutto, una cultura rigida, convenzionale, caratterizzata dalla presenza ineliminabile di tabù e dal rifiuto sistematico del diverso.

Ciò che sta fuori del canone è, a San Giovanni in Fiore (Cs), blasfemo. In quanto tale, va combattuto sinergicamente, senza esclusione di colpi.

A San Giovanni in Fiore, come in altri comuni della Penisola, il livellamento culturale è compito della politica e della società. I mezzi sono il silenzio davanti all’insano e la condanna corale di chi combatte il sistema vigente.

Non è ammessa alcuna voce di dissenso: perfetta ogni cosa, non s’accetta critica.

Roba trita e stradetta. Ma nessuno reagisce, specie in tempi di campagna elettorale.

Tra poco ci saranno le elezioni provinciali e bisognerà compattarsi attorno a Le Roi, il presidente della Provincia di Cosenza: l’abile statista del territorio silano, il matematico dell’elasticità politica, il chimico delle reazioni a catena, il taciturno regista degli accorpamenti che vincono e governano.

Mister Massimo D’Alema lo conosce bene, sa quanto Le Roi, Gerardo Mario Oliverio (Pd), sia abile in politica e quanto sappia reggere. Sempre e comunque.

A chi s’oppone per davvero è permesso di ragliare come gli "scecchi", tanto non cambia mai qualcosa. Anzi, gli alleati smarriti sono subito ricuperati, se qualcuno racconta fatti, denuncia paradossi e si impegna in ambito civile e politico.

Mi hanno molto colpito due recenti interviste dell’assessore ai Lavori pubblici del Comune di San Giovanni in Fiore, il socialista Pierino Lopez, rilasciate all’emittente locale "Sila tv". Dimostrano esattamente le mie tesi di cui sopra. Fra i socialisti, che esprimono il sindaco, e il Partito democratico c’era maretta. Grazie a noi - che, nello scorso agosto, sul bisettimanale "il Crotonese", abbiamo contestato con precisi e mai smentiti argomenti - sembrano tornati all’armonia delle ultime comunali.

Nella prima intervista, Lopez ha parlato dell’acqua invitando i cittadini di San Giovanni in Fiore a procurarsi serenamente una cisterna, visto che manca in alcuni periodi dell’anno. Riguardo alla grave carenza nell’estate scorsa, ha aggiunto che i giornalisti non fanno bene il loro mestiere; senza far nomi, però.

Nella seconda, ha illustrato una serie di opere pubbliche che l’amministrazione in carica sta realizzando, quasi come prova inconfutabile di gesta politiche eroiche e memorabili.

Contento lui, contento il globo. Per noi, San Giovanni in Fiore vive una crisi tutta culturale che chiamiamo "addormentamento". Da questa, deriva l’immobilità politica che la sta rovinando.

Possiamo solo dire che siamo lontani un abisso da chi regge le sorti pubbliche.

Stiano sereni lor signori della "casta" in scala florense. Il nostro disappunto, un giorno avrei scritto la nostra rabbia, ci porta a una sola considerazione: l’autodistruzione del sistema, visibilmente in atto, non richiede nostri interventi politici.

Rimarremo semplicemente a guardare lo spettacolo della fine. Senza rimproverarci. Lo abbiamo previsto questo spettacolo, e con larghissimo anticipo.

Da una località omessa, poiché a San Giovanni in Fiore l’odio nei nostri confronti è tale da non escludere ritorsioni di sorta, 22 settembre 2008

Emiliano Morrone


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