[...] Secondo la denuncia, "accusando il presidente della Repubblica di comportamenti non imparziali e omissivi assimilati a quelli di natura omertosa propri della mafia, l’onorevole Di Pietro ha oscurato la limpidezza morale e il credito di cui devono essere necessariamente circondate le attribuzioni al capo dello Stato, delegittimandolo nella persona e nella istituzione che rappresenta" [...]
"Ha oscurato la limpidezza morale e il credito del
presidente della Repubblica"
Le camere penali denunciano Di Pietro per le offese al capo dello Stato
ROMA - L’Unione delle camere penali italiane ha depositato oggi presso la Procura della Repubblica di Roma una denuncia contro il leader dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, ipotizzando l’accusa di offesa all’onore e al prestigio del presidente della Repubblica. La denuncia, che fa riferimento a quanto accaduto durante la recente manifestazione di piazza a Roma, è stata firmata dal presidente delle Camere penali Oreste Dominioni e dal vicepresidente Renato Borzone.
"Secondo quanto ha riferito la stampa - si legge nella denuncia - il parlamentare ha affermato nel corso di una nota e recente manifestazione di piazza ’vogliono farci ancora una volta lo scherzetto di piazza Navona. Ma in una civile piazza c’è il diritto di manifestare, presidente Napolitano, possiamo permetterci di accogliere in questa piazza chi non è d’accordo con alcuni suoi silenzi. A lei che dovrebbe essere arbitro, possiamo dire che a volte il suo giudizio ci appare poco da arbitro e poco da terzò".
"La vistosità della portata offensiva - si legge ancora - e delegittimante l’altissima funzione istituzionale esercitata dalla suprema carica dello Stato repubblicano, di tali affermazioni, ha determinato unanimi comportamenti di ferma indignazione. Tra questi l’opinione di un ex presidente della Repubblica che vi ha riscontrato un palese carattere di reato".
Secondo la denuncia, "accusando il presidente della Repubblica di comportamenti non imparziali e omissivi assimilati a quelli di natura omertosa propri della mafia, l’onorevole Di Pietro ha oscurato la limpidezza morale e il credito di cui devono essere necessariamente circondate le attribuzioni al capo dello Stato, delegittimandolo nella persona e nella istituzione che rappresenta".
Per l’Unione delle camera penali, dunque, "l’attacco al capo dello Stato si rivela palesemente strumentale a sostenere la presa di posizione dell’onorevole Di Pietro sui temi della riforma generale della giustizia. Trascinando nella mischia del confronto politico, l’aggressione che in questa sede si sottopone al vaglio della signoria vostra tenta di mettere in discussione l’adeguatezza del ruolo della suprema istituzione dello Stato nella gestione -quale garante della Costituzione- della futura ed eventuale vicenda parlamentare di riforma della giustizia".
* la Repubblica, 31 gennaio 2009
Sul tema, nel sito, si cfr.:
Il riferimento è a quanto accaduto durante la recente manifestazione a Roma
Offese a Napolitano, denunciato Di Pietro: ’’Accetto la sfida’’
L’accusa ipotizzata dall’Unione camere penali è offesa all’onore e al prestigio del presidente della Repubblica. La replica del leader dell’Italia dei Valori: ’’Sono certo che vincerò la causa, non chiederò l’insindacabilità come parlamentare’’
Roma, 31 gen. (Adnkronos/Ign) - L’Unione delle camere penali italiane ha depositato oggi presso la Procura della Repubblica di Roma una denuncia contro il leader dell’Italia dei Valori Antonio Di Pietro ipotizzando l’accusa di offesa all’onore e al prestigio del presidente della Repubblica. La denuncia, che fa riferimento a quanto accaduto durante la recente manifestazione di piazza a Roma, è stata firmata dal presidente delle Camere penali Oreste Dominioni e dal vicepresidente Renato Borzone.
"Secondo quanto ha riferito la stampa - si legge nella denuncia - il parlamentare ha affermato nel corso di una nota e recente manifestazione di piazza ’vogliono farci ancora una volta lo scherzetto di piazza Navona. Ma in una civile piazza c’è il diritto di manifestare, presidente Napolitano, possiamo permetterci di accogliere in questa piazza chi non è d’accordo con alcuni suoi silenzi. A lei che dovrebbe essere arbitro, possiamo dire che a volte il suo giudizio ci appare poco da arbitro e poco da terzo’".
Secondo i denuncianti "la vistosità della portata offensiva e delegittimante l’altissima funzione istituzionale esercitata dalla suprema carica dello Stato repubblicano di tali affermazioni ha determinato unanimi comportamenti di ferma indignazione. Tra questi l’opinione di un ex presidente della Repubblica che vi ha riscontrato un palese carattere di reato".
Secondo la denuncia "accusando il presidente della Repubblica di comportamenti non imparziali e omissivi assimilati a quelli di natura omertosa propri della mafia, l’onorevole Di Pietro ha oscurato la limpidezza morale e il credito di cui devono essere necessariamente circondate le attribuzioni al capo dello Stato, delegittimandolo nella persona e nella istituzione che rappresenta. L’attacco al capo dello Stato si rivela palesemente strumentale a sostenere la presa di posizione dell’onorevole Di Pietro sui temi della riforma generale della giustizia’’.
"Accetto ben volentieri la sfida’’ di Dominioni, ’’persona che rispetto e stimo sia sul piano personale che sul piano professionale’’ ha replicato Di Pietro. ’’Sono certo - assicura il leader di Idv - che vincerò la causa per tre buone ragioni: la prima perché non ho mai accusato il capo dello Stato di essere mafioso né l’ho mai pensato (la registrazione integrale del mio intervento ne sarà la prova); la seconda perché nell’aver rispettosamente sostenuto che, a mio avviso, il capo dello Stato non sempre si sarebbe dimostrato imparziale, ho esercitato un legittimo diritto di critica che la Carta costituzionale garantisce a tutti i cittadini nei confronti di ogni autorità’’.
E ’’la terza perché, a prova del predetto diritto di critica (di ben più ampio spessore) porterò in tribunale una copiosa rassegna stampa riguardante numerosi casi di critica nei confronti di altri presidenti della Repubblica (Cossiga e Ciampi), senza che nessuno abbia sollevato tale e tanto clamore come quello scatenatosi nei miei confronti solo perché non sono allineato al sistema e non mi rassegno ad abbassare la testa. Una cosa, da subito, posso assicurare all’amico Oreste Dominioni che non chiederò, in alcun modo, che mi sia riservata l’insindacabilità delle dichiarazioni rese come parlamentare. Se qualcuno vuole il processo è bene che ci sia perché i principi costituzionali, come la libertà di pensiero e di espressione - conclude Di Pietro - vengano riaffermati".
A intervenire in merito alla denuncia dell’Unione camere penali è stato anche l’Ufficio di presidenza dell’Italia dei Valori. "Deploriamo la strumentalità dell’iniziativa dell’avvocato Oreste Dominioni, presidente dell’Unione camere penali, nonché avvocato difensore della famiglia Berlusconi - affermano Leoluca Orlando, Massimo Donadi, Felice Belisario, Carlo Costantini e Silvana Mura, componenti dell’Ufficio di presidenza - Contestiamo il tentativo di configurare come vilipendio e come oltraggio al capo dello Stato le parole pronunciate da Antonio Di Pietro in piazza Farnese. Rivendichiamo il diritto di manifestare le nostre opinioni, di esprimere critiche e di essere opposizione intransigente a difesa della legalità costituzionale, del ruolo del Parlamento, dell’indipendenza della magistratura e a difesa della libertà di informazione".
Liberali alle vongole
di Marco Travaglio (l’Unità, 03.02.2009)
Fra le tante parole che han perso il loro significato,anzi hanno assunto quello contrario,c’è «liberale ».Piero Ostellino,che ogni due per tre ricorda di essere un «liberale »(forse per convincere se stesso),scrive sul Corriere che Di Pietro è «autoritario »perché chiede al capo dello Stato di non firmare leggi incostituzionali,e «ha un certo seguito in quella parte dell’opinione pubblica che,negli anni 20,ingrossò in buona fede le file del fascismo ».«Nelle democrazie liberali -spiega Ostellino -i politici non sono legibus soluti,ma sottoposti essi stessi alla Legge. Che è ’uguale per utti’».Ben detto.Peccato che le critiche al Quirinale riguardino proprio la firma sulla legge Alfano che rende «legibus solute »le quattro alte cariche dello Stato,trasformandole in cittadini più uguali degli altri.Ma,anziché prendersela con quella legge e con chi l’ha voluta e avallata,Ostellino,liberale in crisi di identità,attacca chi la contesta dandogli del fascista autoritario.
Altri noti liberali,come gli avvocati affiliati alla confraternita delle Camere penali capitanata da Oreste Dominioni,già difensore di Dell’Utri,denunciano penalmente Di Pietro per «offesa all’onore e al prestigio del capo dello Stato »(art.278 Codice penale)a proposito delle pacatissime critiche rivolte a Napolitano in piazza Farnese.In qualunque altro paese i liberali difenderebbero il diritto di critica,tanto più nei confronti di un’alta carica dello Stato che da sei mesi non è più soggetta alla legge penale.In Italia i «liberali »,quando qualcuno dissente,chiamano la Celere.