[...] Questa volta a far arrabbiare Silvio Berlusconi, che in una dichiarazione diffusa oggi attacca nuovamente la stampa, è il Corriere della Sera, con le notizie, riportate in prima pagina, sull’inchiesta della procura di Bari relativa ad appalti nel settore sanità concessi in cambio di mazzette, con intercettazioni nelle quali alcuni imprenditori coinvolti parlerebbero di soldi versati a ragazze per partecipare a feste nelle abitazioni romane e sarde di Silvio Berlusconi [...]
La responsabile del Turismo ripresa col braccio teso a Lecco
alla festa dei carabinieri. A fianco a lei il padre nella stessa posa
La Brambilla e il saluto romano
il video che imbarazza il ministro
di ANTONELLO CAPORALE *
La Brambilla a Lecco |
ROMA - Il fotogramma era eloquente ma parziale: il braccio teso, la mano dritta a punta, il corpo fermo, gli occhi fissi nel vuoto. Intenso e partecipato. Il video, che potete guardare su repubblica.it, raccoglie in un modo ancor più emozionante la scena immortalata dal reporter della Gazzetta di Lecco alla festa dell’Arma dei Carabinieri.
Tra fasce tricolori e divise sull’attenti, Michela Vittoria Brambilla, neoministro per il Turismo, tende dinamicamente a sopravanzare il corteo istituzionale irregimentato ma piuttosto moscio e allunga il braccio fino a farlo puntare quasi al cielo. "Fa ridere soffermarsi sull’angolazione del mio gomito", commentò alla vista delle foto. Al video, che pure ha potuto visionare, ha deciso invece di rispondere col silenzio.
C’è da dire che l’angolazione ricavata dal film esprime compiutezza e aderenza ai criteri guida del saluto romano: braccio destro teso avanti-alto con la mano tesa aperta leggermente inclinata in alto rispetto all’intero braccio. Ridefinita così la posizione, e rivisto ancora il filmato, tutto sembra al suo posto, perfettamente in linea con la storia e - evidentemente - il primo amore. Il braccio disteso, gesto pieno e consapevole. Insomma, sembra fascistissimo.
E, se sono esatte le ricostruzioni familiari, parecchio fascista pare anche il gesto del papà che dallo stesso palco, ma dal lato opposto della figliola, ha reclamato a sé lo stesso saluto, e l’ha mostrato con medesima forza e uguale emozione. Tutti e due un attimo prima con la mano sul cuore, anche qui tutto perfetto, e un attimo dopo, appena alla fine dell’inno di Mameli, come sapete.
Sembra che Brambilla faccia buon uso, diciamo così, del saluto fascista. Una deputata del Pd, Lucia Codurelli, giura che il ministro lo scorso 29 maggio avrebbe concesso il bis durante un raduno a Varenna, in provincia di Lecco, di persone in camicia nera. Non è vero. La Brambilla in quell’occasione vestiva uno splendido tailleur turchese. Qualche camicia, forse forse, solo sullo sfondo. Ma non c’è prova documentale. E la foto immortala la mano del ministro sul petto. Lì si ferma.
Finora, purtroppo o per fortuna, Michela Vittoria Brambilla si era conquistata la fama di essere una vulcanica donna del fare. I circoli della libertà, migliaia e migliaia, figli della sua intraprendenza. E anche la tv delle libertà, le telecamere, un partito nel grande partito di Berlusconi. Due anni di fuoco, molte presenze a Porta a porta, tutte con i tacchi e parecchie con le autoreggenti. Ancora un fotografo, ancora uno scatto, e le sue calze e anche i suoi slip sono divenuti oggetto della narrazione.
Poi i circoli si sono sciolti, la tv è stata chiusa e la Brambilla si è messa in pantaloni. Quando sembrava che le gambe stessero a posto e anche i piedi piuttosto comodi nei sandali con le zeppe, ecco le mani, anzi la mano destra aperta e tesa, trasgredire. Un perfetto saluto romano, tecnicamente ineccepibile, e un segno, se vogliamo, anche al decoro che Trilussa sempre ci fa ricordare: Quanno dai la mano a uno te po’ capità de strigne dè no zozzone o de’n ladro. Perciò salutamose tutti alla romana: se vorremo ancora bene, tenendosi a distanza!
* la Repubblica, 17 giugno 2009
La nota del premier dopo le rivelazioni su un’inchiesta della
procura di Bari che indaga per induzione alla prostituzione
Berlusconi, nuovo attacco ai giornali "Spazzatura, non mi condizionerà"
In alcune intercettazioni imprenditori parlerebbero di soldi versati a ragazze
per partecipare a feste nelle abitazioni sarde e romane del presidente del Consiglio *
ROMA - "Ancora una volta si riempiono i giornali di spazzatura e di falsità. Io non mi farò certo condizionare da queste aggressioni e continuerò a lavorare, come sempre, per il bene del Paese". Questa volta a far arrabbiare Silvio Berlusconi, che in una dichiarazione diffusa oggi attacca nuovamente la stampa, è il Corriere della Sera, con le notizie, riportate in prima pagina, sull’inchiesta della procura di Bari relativa ad appalti nel settore sanità concessi in cambio di mazzette, con intercettazioni nelle quali alcuni imprenditori coinvolti parlerebbero di soldi versati a ragazze per partecipare a feste nelle abitazioni romane e sarde di Silvio Berlusconi.
Il titolare di un’azienda, la Tecnhospital - società barese che si occupa della fornitura di tecnologie ospedaliere, su cui la procura indaga per stabilire se sia stata favorita negli appalti - avrebbe avuto rapporti con Berlusconi nel corso degli anni, riferisce il Corriere. E in alcuni colloqui telefonici, l’imprenditore avrebbe parlato delle feste, cui era invitato del premier, e avrebbe tenuti i contatti con ragazze che venivano invitate a partecipare a questi eventi nelle residenze di Berlusconi, con riferimenti anche al versamento di soldi a quelle che decidevano di andare, tutti da verificare.
Il quotidiano intervista inoltre una ragazza, Patrizia D’Addario, che racconta (sostenendo di avere registrazioni che lo provano) di aver ottenuto denaro e una candidatura alle elezioni baresi dopo due feste a palazzo Grazioli. La D’Addario, candidato consigliere comunale per la lista "La Puglia prima di tutto", che appoggia il candidato sindaco del Pdl Di Cagno Abbrescia, dice di poter provare la sua presenza a Palazzo Grazioli. Una delle due occasioni fu la sera dell’elezione di Barack Obama. Dice di essere stata pagata per andare a Roma e di aver incontrato il premier insieme ad altre ragazze.
Intanto, fonti ufficiose della Procura di Bari confermano che è in corso un’indagine per induzione alla prostituzione in luoghi esclusivi di Roma e della Sardegna. L’inchiesta, che coinvolge i responsabili della Techonspital, Gianpaolo Tarantini ed il fratello Claudio, sarebbe scaturita da elementi acquisiti nell’ambito di accertamenti per presunti episodi di corruzione relativi a forniture di protesi.
Nell’inchiesta si ipotizza che l’imprenditore abbia contattato e inviato in residenze private alcune ragazze. Il titolare delle indagini è il pm Giuseppe Scelsi, che nell’inchiesta originaria ipotizza i reati di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione. Queste ipotesi criminose vengono contestate ai due imprenditori in concorso con Silvia Tatò, titolare di alcuni centri di riabilitazione, e a Vincenzo Patella, primario di ortopedia del Policlinico di Bari.
* la Repubblica, 17 giugno 2009
Sul tema, nel sito, si cfr.:
PARADOSSO DEL MENTITORE (Wikipedia))
SCHISMOGENESI (Wikipedia)
Ascoltate 5 ragazze nell’indagine a Bari su donne a pagamento nelle residenze di Berlusconi
L’ipotesi: l’imprenditore Tarantini "ammorbidiva" persone influenti con escort per avere aiuti
Ragazze a pagamento per le feste del premier
Sigillate le registrazioni della D’Addario
L’inchiesta resta a Bari: "Il contratto illecito è stato stipulato e perfezionato nel capoluogo"
ROMA - Il pm teme le fughe di notizia e le registrazioni degli incontri tra il premier e il teste chiave dell’inchiesta sulle feste a palazzo Grazioli, sono finite nella cassaforte della Procura di Bari. Una delle ipotesi su cui stanno lavorando gli investigatori è che l’imprenditore Giampaolo Tarantini abbia ingaggiato escort per ingraziarsi persone di potere che avrebbe incontrato durante le feste nella residenza romana di Silvio Berlusconi.
Per ora è solo "un’ipotesi investigativa" come dicono nella Procura di Bari, ma i magistrati vogliono vederci chiaro e sull’azienda Tecnohospital dei fratelli Tarantini hanno chiesto accertamenti per scoprire eventuali relazioni tra l’ingaggio delle donne - quindi il reato di induzione alla prostituzione - e la fornitura di materiale medico.
Sigilli alle audiocassette degli incontri. La figura chiave dell’inchiesta resta Patrizia D’Addario che ha raccontato di essere stata a due feste nella residenza romana del premier e di avere le prove, depositate in Procura, comprese le registrazioni audio e video degli incontri. Per evitare fughe di notizie, il pm ha sigillato le audiocassette registrate dalla quarantaduenne barese durante due feste a Palazzo Grazioli con il premier. "La prima volta - ha detto la donna al Corriere della sera - lo scorso ottobre: eravamo una ventina. Giampaolo (Tarantini, ndr), mi diede mille euro. Un’altra volta sono rimasta a dormire a palazzo Grazioli. Era la sera dell’elezione di Obama". Di solito i nastri vengono ascoltati dal magistrato inquirente e dagli investigatori e, successivamente, affidate ad un consulente che si occupa di eliminare i rumori di fondo e trascrivere i dialoghi. Ma per ora, il contenuto delle audiocassette consegnate dalla D’Adario è in cassaforte e non sarà trascritto.
Ascoltate cinque ragazze. Verifiche sono state condotte anche sugli spostamenti di alcune donne che avrebbero partecipato, dietro pagamento, alle feste organizzate nelle residenze private di Silvio Berlusconi, a Palazzo Grazioli e a Villa Certosa. Cinque ragazze sono state già ascoltate dagli investigatori ed altre lo saranno nei prossimi giorni insieme ai testimoni che, a detta delle ragazze, hanno partecipato con loro alle feste.
Controlli in hotel e all’aeroporto. Controlli di Polizia sono stati infine ordinati anche sulle intestazioni di biglietti aerei e i pernottamenti in alcuni hotel romani dove le ragazze ascoltate dalla Procura avrebbero detto di essere state ospitate prima dell’incontro con il premier.
L’indagine resta a Bari. Una cosa è certa: l’inchiesta rimane a Bari. A chi sussurrava che l’indagine potesse essere trasferita a Roma, fonti inquirenti spiegano che "la competenza barese è confortata dal fatto che il contratto illecito, cioè l’incarico che sarebbe stato dato alla D’Addario, è stato stipulato e perfezionato a Bari".
* la Repubblica, 18 giugno 2009 (ripresa parziale).
È qui la festa?
Altro che Noemi, questa è crisi vera
Dopo Casoria, Bari. Stavolta, ad aggiungere un importante capitolo al logoramento della monarchia berlusconiana, è però il Corriere della Sera di Ferruccio de Bortoli, non la Repubblica di Ezio Mauro.
Dalle feste della Casoria di Papi alla Bari "rimborsata" di D’Addy Chi è Giampaolo Tarantini? Ha incontrato Berlusconi al matrimonio della parlamentare Pdl Elvira Savino. Sarebbe lui il trait-d’union tra il presidente del Consiglio e Patrizia D’Addario.
di Fabrizio d’Esposito (il Riformista, 18.06.2009)
Dopo Casoria, Bari. Stavolta, ad aggiungere un importante capitolo al logoramento della monarchia berlusconiana, è però il Corriere della Sera di Ferruccio de Bortoli, non la Repubblica di Ezio Mauro. In una pagina maneggiata con estrema prudenza dalla cronista Fiorenza Sarzanini si tratteggia quella che per il Pdl sarebbe la "scossa" evocata da Massimo D’Alema domenica scorsa: un’inchiesta sulla sanità in Puglia.
Il colpaccio è un’intervista alla nuova Noemi del premier: una bionda di nome Patrizia D’Addario, presentatasi alle ultime comunali di Bari (7 voti) in una lista di sostegno al candidato del centrodestra, che rivela di aver passato una notte a Palazzo Grazioli (a pagamento come per il primo invito?) e di avere registrato tutto col telefonino.
Per la prima volta, dopo i racconti di Unità e Riformista sulla satiriasi del Cavaliere, racconti di fonti dirette ma anonime, c’è dunque una donna che con nome e cognome ammette l’esistenza di un harem dislocato tra Villa Certosa e la residenza romana di Berlusconi.
Il personaggio chiave di tutta la vicenda è un rampante quarantenne pugliese, Giampaolo Tarantini. È lui che introduce D’Addario nel giro del presidente del Consiglio. La giovane parte da Bari in aereo e arriva a Roma per una festa a Palazzo Grazioli, in un contesto di alberghi di lusso e auto coi vetri oscurati. I pm del capoluogo pugliese si sono imbattuti nella movimentata vita privata del premier indagando su Tarantini e suo fratello Claudio, imprenditori della sanità con la Tecno Hospital.
Il sospetto è il solito: mazzette in cambio di appalti. Corruzione. Giampaolo Tarantini, da chi lo conosce, viene descritto come una persona «molto sopra le righe». Al punto da avere affittato una villa accanto a quella di Berlusconi in Sardegna. Oltre alla Tecno Hospital, Tarantini ha partecipazioni in altre società, di cui una di recente costituzione con sede in un palazzo di Roma: G.C. Consulting srl, che risale al marzo di quest’anno.
Fonti di primissima mano della Procura barese riferiscono che sotto la lente di ingrandimento ci sono i suoi rapporti con il Cavaliere. E qui ritorna in ballo uno dei momenti clou dell’ultima stagione delle madamine berlusconiane: il matrimonio della giovane parlamentare del Pdl Elvira Savino, pugliese di nascita e di elezione e soprannominata Topolona da Dagospia.
Ai magistrati risulterebbe un contatto al ricevimento tra Berlusconi e Tarantini. Era il 12 settembre del 2008, di venerdì, e tra gli invitati c’era anche l’attrice Sabina Began, indicata come l’Ape Regina della corte del premier. Non solo. Stando alla ricostruzione degli inquirenti, il giorno dopo, sabato 13 settembre, il Cavaliere andò all’inaugurazione della fiera del Levante a Bari e con lui ci sarebbero stati lo stesso Tarantini e un’altra avvenente pugliese: Angela Sozio, la rossa del Grande Fratello che venne fotografata a Villa Certosa seduta sulle ginocchia del presidente del Consiglio. Sozio doveva essere candidata alle ultime europee (da qui la partecipazione ai corsi di formazione politica a via dell’Umiltà, sede del Pdl) ma la sortita di Veronica Lario sul «ciarpame delle veline» l’ha fatta escludere all’ultimo momento utile.
L’inchiesta di Bari, però, sarebbe esplosiva anche sotto un altro fronte. Oltre, infatti, ai volti di altre ragazze che affiorerebbero dai faldoni delle indagini, potrebbe materializzarsi l’ultimo timore che ha agitato fino a sabato scorso alti esponenti del governo di centrodestra: la comparsa della droga. I pm che stanno scavando negli ambienti frequentati da Tarantini avrebbero trovato chiare tracce di cocaina. Ovviamente, al momento, la pista è tutta da verificare ma i boatos trapelati dalla Procura pugliese sono più che attendibili. Senza contare che le registrazioni di D’Addario starebbero circolando già a più livelli. La ragazza ha raccontato di aver avvicinato Berlusconi per parlargli di un progetto edilizio della sua famiglia. Ma alla fine ha «capito di essere stata ingannata e usata». E così si è decisa a parlare, mettendosi in contatto con il Corriere della Sera. Dopo Papi, è il turno di D’Addy.
di Giuseppe D’Avanzo (la Repubblica, 18.o6.2009)
Una vita disordinata spinge sempre di più e sempre più in basso la leadership di Silvio Berlusconi. In un tunnel da cui il premier non riesce a venir fuori con decoro. Nel caleidoscopio delle verità rovesciate le ugole obbedienti accennano al consueto e oggi inefficace gioco mimetico.
Creano "in vitro" un nuovo "caso" nella speranza che possa oscurare la realtà. S’inventano così artificialmente un "affare D’Alema" per alzare il polverone che confonda la vista. Complice il telegiornale più visto della Rai che, con la nuova direzione di un dipendente di Berlusconi, ha sostituito alle pulsioni gregarie di sempre una funzione più schiettamente servile. Dicono i corifei e il Tg1: è stato lui, D’Alema, a parlare di possibili «scosse» in arrivo per il governo, come sapeva dell’inchiesta di Bari? Il ragionamento di D’Alema era con tutta evidenza soltanto politico.
Chiunque peraltro avrebbe potuto cogliere lo stato di incertezza e vulnerabilità in cui è precipitata la leadership di Berlusconi che vede diminuire la fiducia che lo circonda a petto del maggiore consenso che raccoglie non lui personalmente - come ci ha abituato da quindici anni a questa parte - ma l’offerta politica della destra.
Legittimo attendersi che quel nuovo equilibrio - inatteso fino a sette settimane fa, fino alla sua visita a Casoria - avrebbe prodotto ai vertici di quel campo un disordine, quindi un riassestamento. In una formula, sussulti, tensioni, una nuova stabilità che avrebbe ridimensionato il gusto del plebiscito, un cesarismo amorfo che, come è stato scritto qui, ha creduto di sostituire «lo Stato con un uomo, il governo con il comando, la politica con il potere assoluto e carismatico». Era questa idea di politica, questa fenomenologia del potere che, suggeriva D’Alema, riceverà presto delle «scosse» e gli esiti potrebbero essere drammatici.
Vediamo come questa storia trasmuta nella propaganda che manipola e distrae, ora che salta fuori come a Palazzo Grazioli, dove garrisce al vento il tricolore degli edifici di Stato, siano invitate per le cene e le feste di Berlusconi donne a pagamento, prostitute. Le maschere salmodiano la solita litania: l’opposizione, e il suo leader, più le immarcescibili toghe rosse di Magistratura democratica aggrediscono ancora il presidente del Consiglio.
Ma è così? I fatti fluttuano soltanto se la memoria deperisce. Se si ha a mente che è stato il ministro Raffaele Fitto, per primo, a suggerire che Berlusconi poteva essere coinvolto a Bari in un’inchiesta giudiziaria, si può concludere che non D’Alema, ma il governo sapeva del pericolo che incombeva sul premier e oggi lo rovescia in arma contro l’opposizione e, quel che conta di più, in nebbia per abbuiare quel che tutti hanno dinanzi agli occhi: Berlusconi è pericolosamente - per il Paese, per il governo, per le istituzioni, per i nostri alleati - vulnerabile. Le sue abitudini di vita e ossessioni personali (qual è il suo stato di salute?) lo espongono a pressioni e tensioni. A ricatti che il capo del governo è ormai palesemente incapace di prevedere e controllare, come ha fatto sempre in passato immaginando per se stesso un’eterna impunità. È soltanto malinconico il tentativo del presidente del Consiglio e degli obbedienti corifei di liquidare questo affare come «spazzatura», come violazione della privacy presidenziale.
Se il presidente riceve prostitute nelle sue residenze private diventate sedi del governo (è così per Villa Certosa e Palazzo Grazioli), la faccenda è pubblica, il "caso" è politico. Non lo si può più nascondere sotto il tappeto come fosse trascurabile polvere fino a quando ci sarà un giornalismo in grado di informare con decenza il Paese. Di raccontare che la vulnerabilità di Berlusconi è ormai una questione che interpella la credibilità delle istituzioni e minaccia la sicurezza nazionale.
Quante sono le ragazze che possono umiliare pubblicamente il capo del governo? Dove finiscono o dove possono finire le informazioni - e magari le registrazioni e le immagini - in loro possesso? Da sette settimane (e a tre dal G8) non accade altro che un lento e progressivo disvelamento della vita disordinata del premier e della sua fragilità privata che si fa debolezza e indegnità della sfera pubblica.
La festa di Casoria; le rivelazioni degli incontri con Noemi allora minorenne che lo costringono a mentire in tv; i book fotografici che gli vengono consegnati per scegliere i "volti angelici"; la cerchia di prosseneti che gli riempie palazzi e ville di donne a pagamento; migliaia di foto che lo ritraggono, solo, circondato da decine di ragazze di volta in volta diverse; i ricordi imbarazzati e imbarazzanti di capi di Stato che gli hanno fatto visita.
E ora, svelata dal Corriere della Sera, anche la confessione di una donna che è stata pagata per una cena e per una notte con in più la promessa di una candidatura alle Europee e poi in consiglio comunale. La storia può essere liquidata, come fa l’avvocato Ghedini, dicendo Berlusconi comunque non colpevole e in ogni caso soltanto «utilizzatore finale» come se una donna fosse sempre e soltanto un corpo e mai una persona?
Che cosa deve ancora accadere perché la politica, a cominciare da chi ha sempre sostenuto la leadership di Berlusconi, prenda atto che il capo del governo è vittima soltanto di se stesso? Che il suo silenzio non potrà durare in eterno? Che presto il capo del governo, trasformatosi in una sola notte da cigno in anatra zoppa, non è più la soluzione della crisi italiana, ma un problema in più per il Paese. Forse, il dilemma più grave e più drammatico se non si riuscirà a evitare che la crisi personale di una leadership divenga la tragedia di una nazione.
L’impudente imprenditore che gestisce il governo come fosse un suo feudo personale, è alleato di un partitino razzista e inseguito dagli scandali sessuali
L’incontro tra Obama e la sua antitesi l’Imperatore italiano
Come sarebbe stato bello essere una mosca il 15 giugno quando Barack Obama ha incontrato Silvio Berlusconi!
di Federika Randall, The Nation *
Berlusconi, l’impudente imprenditore miliardario che gestisce il governo italiano come fosse un suo feudo personale. Proprietario di diverse emittenti tv, riviste e quotidiani. Creatore di ministre giovani ed attraenti ma con poche credenziali professionali. È l’uomo che si è cucito addosso la totale immunità giudiziaria, tanto che quando il suo avvocato inglese, David Mills, cui si deve la creazione della catena di conti correnti offshore, è stato recentemente condannato per aver intascato da Berlusconi una grossa mazzetta per testimoniare il falso sui suddetti conti correnti, Berlusconi non è stato nemmeno sfiorato dalla giustizia.
«L’Imperatore», come l’ha definito il 3 maggio sua moglie, Veronica Lario, annunciando la sua intenzione di chiedere il divorzio. L’uomo che ama intrattenere gli ospiti (come l’ex premier ceco Mirek Topolanek) nella sua villa privata in Sardegna con dozzine di giovani donne appetitose, alcune minorenni, per piacevoli pomeriggi di musica e topless accanto alla piscina.
Il burlone che ha commissionato l’oscenamente servile inno «Meno male che Silvio c’è» e che, tra una applicazione e l’altra di fondo tinta e botox, e tra un lifting e un trapianto di capelli assomiglia sempre più al leader nordcoreano Kim Jong Il, anche sotto il profilo della lacca per capelli e del bavaglio alla stampa. Il dispensatore di «panem et circenses» che tre giorni prima delle elezioni è apparso in tv, ha guardato fisso nella camera e ha negato di aver già venduto la star della sua squadra di calcio, il Milan (e invece Kakà era stato venduto). Il gentiluomo che non ha protestato quando il tabloid di destra Libero ha pubblicato in prima pagina le foto della moglie Veronica a seno nudo durante uno spettacolo teatrale di molti anni fa e non ha protestato nemmeno quando Il Giornale ha pubblicato le foto del suo presunto amante.
In breve, il politico il cui Pdl ha preso più voti di tutti (35%) in occasione delle elezioni per il Parlamento Europeo del 6-7 giugno. Un solo motivo di conforto per la maggioranza che non lo ha votato: Berlusconi si aspettava un successo ben più clamoroso. Fino a due giorni dalle elezioni era ancora convinto che il Pdl avrebbe preso almeno il 45% consentendogli di superare il 50% dei suffragi insieme al suo alleato: il partito xenofobo e anti-immigrati della Lega Nord. Della cui visione angusta e piena d’odio Berlusconi ora è più che mai ostaggio.
I partiti xenofobi non hanno trionfato solo in Italia. In Olanda, Austria, Ungheria e Finlandia, partiti nazionalisti di estrema destra hanno ottenuto percentuali tra il 10 e il 18% e persino in Gran Bretagna l’estrema destra ha ottenuto due seggi. In tutta Europa i partiti socialdemocratici hanno ottenuto risultati deludenti mentre sono andati bene i conservatori. Ma l’Italia è un caso a parte a causa dell’immenso potere mediatico di Berlusconi, dei molti rinvii a giudizio collezionati e del suo sfacciato conflitto di interessi. E non di meno gli italiani votano per Berlusconi per alcune delle ragioni per le quali altri europei votano per la destra radicale.
Anzitutto Berlusconi è un faro per quel quasi 25% dei lavoratori italiani titolari di esercizi commerciali e di piccole imprese di servizi - un po’ come «Joe l’idraulico». Questo settore, a lungo sotto la tutela della Dc, al momento non ha gli strumenti per affrontare la concorrenza di mercato del ventunesimo secolo ed è colpito duramente dal declino economico. Molti di loro, comprese le piccole aziende manifatturiere che fanno profitti in periodi di vacche grasse, sono cronici evasori fiscali, realtà che Berlusconi, come ha fatto capire da tempo, tollera e non contrasta.
In secondo luogo, Berlusconi e i suoi alleati hanno investito pesantemente nella politica della paura e dell’odio. Facendo la sua comparsa a Milano il giorno prima delle elezioni, nell’ultimo disperato tentativo di strappare qualche voto alla Lega Nord, Berlusconi ha dichiarato che aveva visto così tante facce nere da fargli sembrare Milano una «città africana». Il governo non ha una politica economica in grado di affrontare la disoccupazione e l’impoverimento causato dal processo di globalizzazione. Attaccare gli immigranti è la sola vera strategia di Berlusconi.
Ma Berlusconi potrebbe essere la rovina di se stesso. E la «questione femminile» - le legioni di seducenti giovani veline che ama portare ai vertici della politica, i suoi legami non chiariti con Noemi Letizia, adolescente napoletana che aspirava a diventare velina, le accuse di sua moglie secondo cui sarebbe «malato» e «frequenta minorenni» - potrebbe essere la sua Waterloo.
Ad un incontro di Confindustria, Berlusconi ha tentato di adulare la presidente degli industriali, la 44enne Emma Marcegaglia, dicendole che sembrava «proprio una velina», uno sciagurato passo falso. Sì, gli imprenditori hanno allevato Berlusconi sperando di ottenere favori dal suo governo. Ma non pensano - e non lo pensa Emma Marcegaglia - che si troverebbero meglio nell’harem dell’imperatore.
© 2009, The Nation Traduzione di Carlo Antonio Biscotto
* l’Unità, 17.06.2009.
D’Alema: non faccia come con Noemi, risponda
MILANO - Massimo D’Alema "consiglia" a Silvio Berlusconi di rispondere alle accuse che gli sono state mosse in una intervista al Corriere della Sera. Intervistato da alcune emittenti locali a Milano sulle indagini di Bari, D’Alema ha detto: "Consiglierei a Berlusconi di fare ciò che si fa in questi casi: c’é una intervista sul Corriere della Sera dove qualcuno gli fa delle accuse, risponda. Faccia quello che non ha fatto nel caso Noemi, chiarisca e risponda". "Io non c’entro - ha ribadito - e sono scarsamente interessato a una vicenda non particolarmente edificante". D’Alema ha nuovamente ribadito, come aveva già fatto in una nota, di non sapere niente dell’inchiesta di Bari. "Sono rimasto colpito anche io - ha concluso - dalla notizia del Corriere della Sera".
Sul tema, nel sito, si cfr.:
Brambilla: "Nessun saluto fascita
Mi stavo rivolgendo alla folla" *
ROMA - "Sono allibita. Ma davvero qualcuno in buona fede può pensare che un fermo immagini con la mano alzata possa farmi passare per un ministro che fa il saluto romano. Oltretutto si trattava di una cerimonia ufficiale". Così il ministro Brambilla ha replicato al video pubblicato stamattina da Repubblica.it.
La responsabile del Turismo, poi, ha aggiunto: "Ovviamente, l’unica risposta è quella semplice e che mi sembrava logica e vera per tutti e cioè che la foto mi ritrae mentre saluto la folla. Non mi è passato nemmeno per la mente che qualcuno potesse equivocare il mio gesto. A chi insiste nel sospetto, ove non fosse in mala fede (come credo siano quelli che hanno sollevato il caso), rivolgo comunque un mio rispettoso e definitivo chiarimento: mai fatto nè pensato di fare alcun gesto apologetico del regime fascista verso cui non ho mai mostrato indulgenza e men che meno simpatia"
Ansa» 2009-06-17 11:49
BERLUSCONI: ANCORA SPAZZATURA, NON MI FARO’CONDIZIONARE
Un’indagine della procura di Bari sugli appalti ad un’impresa locale nel corso della quale sarebbero emerse storie di ragazze che, a pagamento, avrebbero frequentato feste e si sarebbero trattenute per la notte nelle residenze del presidente del Consiglio Berlusconi a Roma ed in Sardegna.
La racconta oggi il Corriere della Sera, in un servizio accanto al quale propone l’intervista ad una di queste, Patrizia D’Addario. Potrebbe essere questa, scrive il quotidiano, la "scossa al governo della quale ha parlato domenica scorsa D’Alema". E ricorda che il pugliese Fitto, ministro per i rapporti con le regioni, aveva paventato che il riferimento fosse ad un’inchiesta dei magistrati di Bari.
"Ancora una volta si riempiono i giornali di spazzatura e di falsità. Io non mi farò condizionare da queste aggressioni e continuerò a lavorare come sempre per il bene del Paese". Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi reagisce così, in una dichiarazione, alle notizie, apparse sul Corriere della Sera, circa l’indagine della procura di Bari.
Fonti ufficiose della Procura di Bari confermano che è in corso un’indagine per induzione alla prostituzione in luoghi esclusivi di Roma e della Sardegna. L’inchiesta, che coinvolge Gianpaolo Tarantini responsabile con il fratello Claudio della Tecnohospital, società barese che si occupa della fornitura di tecnologie ospedaliere, sarebbe scaturita da elementi acquisiti nell’ambito di accertamenti per presunti episodi di corruzione relativi a forniture di protesi. Nell’inchiesta si ipotizza che l’imprenditore abbia contattato e inviato in residenze private alcune ragazze. Il titolare delle indagini è il pm Giuseppe Scelsi, che nell’inchiesta originaria ipotizza i reati di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione. Queste ipotesi criminose vengono contestate ai due imprenditori in concorso con Silvia Tatò, titolare di alcuni centri di riabilitazione, e a Vincenzo Patella, primario di ortopedia del Policlinico di Bari.
L’ira di Berlusconi: ’’Sui giornali ancora spazzatura, non mi farò condizionare dalle aggressioni’’
ultimo aggiornamento: 17 giugno, ore 12:58
Roma - (Adnkronos/Ign) - Il premier, pur senza nominarlo, sembra riferirsi a quanto pubblicato oggi dal ’’Corriere della Sera’’, che ha scritto di un’indagine in corso a Bari. In particolare, stando al quotidiano di via Solferino, da un’inchiesta su presunte mazzette nel settore della sanità emergerebbero intercettazioni su feste a Palazzo Grazioli e Villa Certosa e su soldi versati a ragazze invitate a partecipare. Voli di Stato, la Procura chiede l’archiviazione
Roma, 17 giu. (Adnkronos/Ign) - "Ancora una volta si riempiono i giornali di spazzatura e di falsita’. Io non mi faro’ certo condizionare da queste aggressioni e continuero’ a lavorare, come sempre, per il bene del Paese". E’ quanto si legge in una del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.
Il premier, pur senza nominarlo, sembra riferirsi a quanto pubblicato oggi dal ’’Corriere della Sera’’, che ha scritto di un’indagine in corso a Bari. In particolare, stando al quotidiano di via Solferino, da un’inchiesta su presunte mazzette nel settore della sanità emergerebbero intercettazioni su feste a Palazzo Grazioli e Villa Certosa e su soldi versati a ragazze invitate a partecipare.
’’A suscitare l’interesse dei magistrati e’ stato il riferimento al versamento dei soldi alle donne che accettavano di partecipare. Bisogna infatti verificare se si tratti di una millanteria o se invece- scrive ’Il Corriere della Sera’’- possano esserci stati episodi di prostituzione’’. Ma gli accertamenti su questo filone, secondo il quotidiano di via Solferino, sono solo all’inizio.
Da parte sua, "l’ufficio di presidenza del Popolo della liberta’ ha espresso all’unanimita’ vicinanza e solidarieta’ totale al presidente Silvio Berlusconi, anche oggi oggetto di un attacco scandalistico tanto privo di fondamento quanto estraneo ai temi di una corretta valutazione dell’operato di un leader politico e del suo movimento".
Inizia cosi’ il comunicato con cui l’ufficio di presidenza si schiera al fianco del presidente del Consiglio dopo quanto pubblicato dal ’Corriere della Sera’. "Sorprende -si legge- che, forse per una inaccettabile competizione fra testate, ci si presti a dare corpo a notizie che non trovano riscontro nella realta’, a partire da quella di una candidatura europea del tutto fantasiosa, mai ipotizzata da alcuno. E’ evidente che dopo la ricerca spasmodica e ben remunerata, da parte di un gruppo di giornalisti, di ogni notizia, anche la piu’ falsa, in grado di danneggiare l’immagine del premier, si sia aperta la strada a qualsiasi mitomane o persone a caccia di facile notorieta’".