Pedofilia clericale
PROPOSTA D’ISTITUZIONE DEL «GIORNO DELLA VERGOGNA»
di ALBERTO SENATORE
SALERNO 10 FEBBRAIO 2010 *
Al Vescovo di Roma e ai Vescovi d’Irlanda,
dopo la diffusione del “ Rapporto Murphy “, sugli abusi sessuali commessi nella diocesi di Dublino, in cui è accertato il coinvolgimento di numerosi esponenti della Chiesa Cattolica Apostolica Romana, la nostra coscienza di genitori è rimasta tremendamente scossa.
Il rapporto Murphy è il risultato di nove anni di inchiesta sugli abusi sessuali, fisici ed emotivi praticati su oltre 14.000 vittime. (quattordicimila)
Il rapporto presentato dal ministro della Giustizia Irlandese, Dermont Ahern, è allucinante.
Lo stesso ministro ha dichiarato:
A livello umano, come padre, ho sentito un senso di disgusto e rabbia. Disgusto per questi orribili atti commessi contro bambini. Rabbia per come furono trattati, con i colpevoli spesso lasciati liberi di abusare di loro. Ma la nostra rabbia non ci può distrarre da quel che deve essere fatto: le persone che hanno commesso questi terribili crimini, e non importa quando è successo, continueranno a essere perseguite. Devono sapere che non potranno nascondersi e che la giustizia, anche dov’è stata ritardata, non verrà negata. I colpevoli di questi crimini verranno perseguiti.“
Sono 2500,(duemilacinquecento) le testimonianze di vittime di violenze.
Racconti atroci, di uomini e donne, oggi adulti, che ricordano di essere stati picchiati in ogni parte del corpo con le mani e con ogni tipo di oggetti, seviziati, stuprati, talvolta da più persone contemporaneamente. La pedofilia e l’abuso sessuale nei confronti dei bambini erano un fatto “ endemico “, si legge nel dossier, “ le violenze erano sistemiche e non marginali o sporadiche “
Leggendo i dettagli del rapporto, lo sgomento è aumentato nel sapere che addirittura quattro arcivescovi “ misero la reputazione della chiesa davanti alla protezione di bambini indifesi “. Vengono accusati di non aver avvisato la polizia su queste vicende, e secondo il rapporto, essi videro come priorità proteggere la chiesa invece che i bambini. Invece di affrontare il problema, spostavano i preti accusati da una parrocchia all’altra. Tra i quattro, l’unico ancora vivo e Desmond Connell, oggi cardinale.
Il primo ministro Irlandese, Brian Cowen, ha parlato della “ vergogna e dell’orrore “ che l’inchiesta ha suscitato nell’opinione pubblica irlandese.
Quello che crea ancor maggior sconcerto, è “ la sistematica natura dei fatti “ e “ la scala di sofferenze provate dai ragazzi e gli abusi compiuti su molti di loro “. Esiste una “ responsabilità morale “ che deve essere affrontata. Si tratta di una “ macchia perenne “, ha aggiunto Cowen, e la risposta della Chiesa Cattolica determinerà il modo in cui verrà giudicata dalla gente d’ora in poi.
All’indomani della diffusione del rapporto, il Papa Benedetto XVI dichiarò:
“ la Chiesa continuerà a seguire la grave questione con la massima attenzione, al fine di meglio
comprendere come tali vergognosi eventi siano accaduti e il modo migliore
per sviluppare strategie efficaci così da evitare il loro ripetersi “
Seguendo questa linea, Papa Benedetto XVI ha convocato a Roma per il 15 e il 16 febbraio 2010, tutti i vescovi irlandesi.
Il motivo della convocazione è illustrare ai vescovi il contenuto della lettera che il Papa intende inviare ai fedeli irlandesi per “ indicare chiaramente le iniziative da adottare in risposta alla situazione “ Noi non siamo giudici, per questo non giudichiamo. Noi non siamo teologi, per questo non entriamo nel merito della discussione teologica.
Noi siamo solo dei genitori turbati, preoccupati, confusi, delusi e scandalizzati.
E come genitori, abbiamo il diritto di esprimere le nostre preoccupazioni e proporre le nostre idee a riguardo.
Il silenzio è nemico della verità, e la verità non deve essere nascosta, ma proclamata e ricordata.
Prendendo come bussola le parole del Premio Nobel per la Pace, ELIE WIESEL,
pronunciate a Montecitorio, nella Camera dei Deputati,
il 27 gennaio 2010,
nel Giorno della Memoria, per non dimenticare l’Olocausto:
“Ai più bassi livelli della politica e al più alto livello della spiritualità il silenzio
non aiuta mai la vittima, il silenzio aiuta sempre l’aggressore“.
PROPONIAMO e CONSIGLIAMO
una strategia efficace per evitare che tali abusi
possano ripetersi:
l’istituzione del “Giorno della Vergogna“
in cui vengano ricordate le vittime degli abusi sessuali perpetrati dai sacerdoti della Chiesa Cattolica.
Giorno in cui i sacerdoti accusati possono pubblicamente chiedere perdono alle loro vittime.
Nella speranza che la nostra proposta venga tenuta nella giusta considerazione,
in fede,
PORTAVOCE MOVIMENTO POPOLARE: ALBERTO SENATORE
via de Cataldis, 29, - GIFFONI VALLE PIANA - SA
LA CITTA’ del “FILM FESTIVAL DEI RAGAZZI“
RITA NAPOLIELLO - VIA TEVERE, 12 PONTECAGNANO - FAIANO - SALERNO
RAFFAELE MELCHIONDA - VIA SAN MATEO , 38 MONTECORVINO PUGLIANO - “
FILOMENA SESSA - VIA SANDRO PERTINI, 15 PONTECAGNANO - FAIANO - “
VALERIA DESIDERIO - VIA M. CALABRITTO, 4 MONTECORVINO - PUGLIANO - “
VINCENZO GIANNATTASIO - VIA ISONZO, 18 PONTECAGNANO - FAIANO - “
ANNA NAPOLIELLO - VIA TEVERE, 12 PONTECAGNANO - FAIANO - “
SALVATORE PETTA - VIA PICENTINO, 61 PONTECAGNANO - FAIANO - “
GRAZIA PETTA - VIA PUGLIE, 29 PONTECAGNANO - FAIANO - “
ANGELA SICA - VIA UNGARETTI, 38 MONTECORVINO PUGLIANO - “
ROBERTO VIETRI - CORSO ASCOLESE, 216 MONTORO INFERIORE - AVELLINO
TERESA BASSO - VIA DE CATALDIS , 29 GIFFONI VALLE PIANA - SALERNO
PROPOSTA D’ISTITUZIONE DEL “GIORNO DELLA VERGOGNA“
RIGUARDO GLI ABUSI E LE VIOLENZE SESSUALI COMPIUTI DA ESPONENTI DELLA
CHIESA CATTOLICA APOSTOLICA ROMANA.
LA PROPOSTA E’ INDIRIZZATA AL CAPO DELLA CHIESA ROMANA,
PAPA BENEDETTO XVI,
ai VESCOVI IRLANDESI,
E PER CONOSCENZA, A MEZZO RACCOMANDATA A/R a :
AMBASCIATA d’IRLANDA in ITALIA - ROMA
“ d’AMERICA in ITALIA - ROMA
“ di GERMANIA in ITALIA - ROMA
“ d’ AUSTRIA in ITALIA - ROMA
“ del CANADA in ITALIA - ROMA
PAESI NEI QUALI SONO STATI PERPETRATI E DENUNCIATI GLI STESSI CRIMINI.
* Il Dialogo, Mercoledì 17 Febbraio,2010 Ore: 16:35
Sul tema, nel sito, si cfr.:
BOZZA PROPOSTA DI LEGGE
PER IL CONTRASTO E LA LOTTA ALLA PEDOFILIA
ISTITUZIONE DEL GIORNO DELLA VERGOGNA *
CHE COSA E’ LA PEDOFILIA?
Il termine PEDOFILIA deriva dal greco pais che significa bambino, fanciullo, e philia amore, amicizia, affetto.
Praticamente l’inclinazione e l’attrazione sessuale di un adulto verso un bambino.
La persona adulta che attua o tenta di attuare questa attrazione viene definita PEDOFILO.
CHE COSA E’ IL GIORNO DELLA VERGOGNA?
Il Giorno della Vergogna è il giorno in cui il Governo Italiano presenterà i dati ufficiali sulla pedofilia.
Casi di pedofilia registrati in Italia 21.000 all’anno.
un caso ogni 400 minori
un caso ogni 4 scuole
un caso ogni 500 famiglie
(Stime elaborate dal Censis e poi dal Prof Vincenzo Mastronardi, titolare della Cattedra di Criminologia dell’Università “La Sapienza“ di Roma )
Nel 2008 i condannati definitivamente sono stati 819. I detenuti pedofili non sono esclusivamente di sesso maschile, in quanto circa l’8% è costituito da donne e il restante 92% da uomini. Questo dato è in linea con quanto avviene negli altri paesi occidentali, nei quali viene attribuita la responsabilità alle donne nel 10% dei casi di abuso sessuale su minori.
Solo il 40% dei molestatori di bambini è ancora celibe o nubile, mentre gli altri soggetti dichiarano di essere coniugati oppure di avere comunque avuto una relazione stabile, sfatando il luogo comune del pedofilo come individuo incapace di intrattenere rapporti sociali o emarginato perché “ diverso ”. Inoltre ben il 47% dei detenuti pedofili dichiara di avere uno o più figli. (Fonte “Le Due Città“ rivista dell’amministrazione penitenziaria n7/8 anno IX Lug/Ago 2008 )
PERCHE’ ISTITUIRE IL GIORNO DELLA VERGOGNA?
Per lanciare un segnale forte a tutti i “PREDATORI di BAMBINI”.
Per mantenere alta la guardia riguardo un fenomeno che desta un gravissimo allarme e problema sociale.
Per sensibilizzare le coscienze di coloro che ignorano o sottovalutano la pedofilia.
Per trasmettere alla società la esatta consapevolezza del fenomeno e delle sue conseguenze.
Per incoraggiare le vittime alla denuncia dei pedofili.
Per un sostegno morale alle famiglie delle vittime.
Per infondere la speranza che la pedofilia può essere repressa.
Per non dimenticare.
COSA AVVIENE NEL GIORNO DELLA VERGOGNA?
In concomitanza con la lettura dei dati, una dichiarazione pubblica di vergogna. Cioè una ammissione pubblica delle colpe accertate.
CHI DEVE ESPRIMERE LA DICHIARAZIONE DI VERGOGNA ? Un superiore o un responsabile diretto di colui che ha commesso il reato.
Esempio ambito SCOLASTICO:
se il pedofilo è un bidello o un insegnante, sarà il loro preside,
se il pedofilo è un preside, sarà il Provveditorato agli Studi,
se il pedofilo è un Provveditore agli Studi, sarà il Ministero alla Pubblica Istruzione.
Esempio ambito MEDICO:
se il pedofilo è un infermiere, sarà il suo Primario,
se il pedofilo è un dottore sarà, il dirigente della struttura Ospedaliera,
se il pedofilo è un dirigente sarà, il Ministero della Sanità.
Esempio ambito SPORTIVO
se il pedofilo è un calciatore, sarà il suo allenatore,
se il pedofilo è un allenatore, sarà il presidente della sua squadra,
se il pedofilo è un presidente, sarà la Federazione Gioco Calcio.
Esempio ambito RELIGIOSO
se il pedofilo è un diacono, sarà il suo sacerdote,
se il pedofilo è un sacerdote, sarà il suo vescovo,
se il pedofilo è un vescovo, sarà un cardinale,
se il pedofilo è un cardinale, sarà il Papa.
Esempio ambito POLITICO
se il pedofilo è un tesserato, sarà il responsabile di sezione,
se il pedofilo è un responsabile di sezione, sarà il coordinatore regionale,
se il pedofilo è un coordinatore regionale, sarà il segretario del partito.
Esempio ambito LAVORO DIPENDENTE
se il pedofilo è un operaio, un impiegato, sarà colui che lo ha assunto.
Esempio ambito LAVORO INDIPENDENTE L’Associazioni di categoria in cui il pedofilo è iscritto.
Per le violenze in ambito FAMILIARE sarà l’Autorità Comunale in cui il pedofilo risiede, nella figura del Sindaco o dell’Assessorato alla Famiglia.
Per tutti gli ambiti in cui non è possibile individuare un diretto superiore, sarà l’Autorità Comunale in cui il pedofilo risiede, nella figura del Sindaco dell’ Assessorato alla Famiglia.
COSA DEVE CONTENERE LA DICHIARAZIONE DI VERGOGNA?
1) Ammissione della colpa
2) Assunzione delle responsabilità
3) Formulazione delle scuse.
4) Esposizione dei provvedimenti già assunti nei confronti del pedofilo
5) Anticipazione dei provvedimenti da assumere per la prevenzione e il contrasto della pedofilia.
6) Promessa di collaborazione con le autorità investigative
QUALI DATI DEVONO ESSERE PRESENTATI?
I dati raccolti dalla Commissione Parlamentare dell’Infanzia, attraverso l’Osservatorio Nazionale.
I dati raccolti dal CICLOPE, il Comitato Interministeriale di Coordinamento per la Lotta alla Pedofilia
CHI FA PARTE DEL COMITATO?
Il Ciclope riunisce i rappresentanti di 11 Ministeri, coordinati dal Ministero per le Pari Opportunità e si avvale della collaborazione di Enti e Associazioni Internazionali e del privato sociale da anni impegnati in questo settore.
Ministero degli Affari Esteri
Ministero degli Interni
Ministero della Giustizia
Ministero del Welfare
Ministero della Salute
Ministero dell’ Istruzione
Ministero delle Comunicazioni
Ministero dell’ Innovazione Tecnologica
Ministero dei Rapporti col Parlamento
Ministero delle Attività Produttive
Ministero delle Politiche Comunitarie
Il comitato è stato istituito nel 2002 e ricostituito il 24 febbraio 2010.
La finalità del CICLOPE è il coordinamento delle attività di prevenzione e contrasto.
DATA PROBABILE PER IL GIORNO DELLA VERGOGNA?
Il 20 Novembre, giornata già dedicata alla celebrazione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.
lì 10 marzo 2010 Giffoni Valle Piana - SA - la città del Giffoni Film Festival per Ragazzi.
in fede, Alberto Senatore - Portavoce Comitato Popolare Antipedofilia
Pedofilia clericale
Istituiamo il documento di tracciabilità del pedofilo
di Alberto Senatore
Lettera del presidente del comitato che chiede l’istituzione del Giorno della Vergogna *
Gentile Direttore,
innanzitutto grazie, la sua lettera è stata una manna dal cielo.
L’idea della proposta è nata in un momento di sdegno, come genitori ci siamo visti impotenti, davanti a tanta violenza. Ma poi, passato lo sgomento, abbiamo deciso che dovevamo fare qualcosa, perchè chi sa fare il bene e non lo fà, si rende colpevole due volte. Colpevole di Superficialità e Complicità.
Come colonna sonora di questa iniziativa abbiamo scelto una frase di una canzone Lindbergh,di Ivano Fossati, dove l’autore esprime esattamente le difficoltà che incontra chi decide di alzarsi in volo :
"difficile non è partire contro il vento, ma casomai senza un saluto"
Le sue parole erano il saluto che aspettavamo.
All’inizio i paracadutisti hanno bisogno di una spinta, per lanciarsi dall’aereo.
La sua disponibilità ci ha dato la spinta necessaria per far decollare questa provocazione culturale.
Adesso siamo in volo, e questo grazie anche al suo incoraggiamento.
Con nostra grandissima sorpresa, l’iniziativa sta ricevendo adesioni e incoraggiamenti inimmaginabili.
Tra i tanti consensi, provenienti da cittadini ed istituzioni, anche molte idee, tra queste, la creazione del D.A.P, il documento di tracciabilità del pedofilo.
Praticamente un Certificato di Origine Controllata, per impedire a coloro che sono stati condannati per pedofilia o attività inerenti la pedopornografia, di svolgere attività che implicano la presenza di minori.
Grazie anche per la visibilità e per la compagnia, insieme il viaggio sarà più confortevole.
Un grazie di cuore da mia moglie Teresa e dai miei due figli, Marco e Daniela.
Sinceramente grato, Alberto Senatore
la lettera è disponibile anche sui siti:
www.ildialogo.org
www.lavocedifiore.org
www.giornalettismo.com
la lettera è stata spedita il 10 febbraio 2010 al Papa Benedetto XVI e all’Ambasciata Irlandese in Italia
e per conoscenza al
MINISTERO delle PARI OPPORTUNITA’
MINISTERO della PUBBLICA ISTRUZIONE
COMMISSIONE PARLAMENTARE per l’ INFANZIA
N.B. Dal 1 MARZO 2010 il comitato proponente è impegnato nella stesura della bozza
per l’istituzione del D.A.P. il DOCUMENTO ANTIPEDOFILIA, per la tracciabilità dei pedofili.
La proposta di legge sarà presentata al Parlamento Italiano a al Parlamento Europeo.
Ogni contributo per la formulazione o il miglioramento della proposta sarà attentamente valutato.
“80 suore e preti pedofili in Italia”
I dati dal Vaticano mentre la Chiesa affronta gli scandali internazionali
di Andrea Gagliarducci (Il Fatto, 19.02.2010)
Almeno 80 sacerdoti italiani coinvolti nello scandalo pedofilia negli ultimi dieci anni. Sono cifre rivelate da don Fortunato Di Noto, fondatore dell’Associazione Meter contro la pedofilia. Meter ogni anno monitora i siti pedofili (che quest’anno, si legge nell’ultimo rapporto, sono più che raddoppiati), raccoglie segnalazioni, organizza convegni sul fenomeno, drammaticamente presente anche all’interno della Chiesa.
Il caso più eclatante, quello della Chiesa statunitense. Ma ci sono stati anche i casi della Chiesa australiana e di quella irlandese. Benedetto XVI ha parlato di tolleranza zero nei confronti dei sacerdoti pedofili proprio in occasione del recente incontro con i vescovi di Irlanda, convocati a dare conto delle proprie omissioni davanti al Papa stesso e a dieci membri della Curia. Si è insomma cominciato a parlare in maniera chiara dello scandalo pedofilia anche all’interno del Vaticano, secondo un metodo persino più conciliare di quello di Giovanni Paolo II: il Papa ha partecipato a tutte le riunioni, ha ascoltato il parere di tutti, ha lasciato le decisioni alla collegialità.
È questa la strada da seguire? “Credo - dice don Di Noto che il Santo Padre abbia lanciato un appello, anche un impegno perché farà una Lettera agli irlandesi. Ma da questa lettera pastorale dovremmo attingere un po’ tutti affinché non ci sia più in silenzio e soprattutto per far sì che questa sia una azione pastorale quotidiana, dove i bambini devono essere accompagnati ed educati, ma dove gli adulti devono imparare a non offendere mai l’infanzia”. Nel frattempo, lo scandalo pedofilia dall’Irlanda arriva in Italia passando dalla Germania: lì il direttore del prestigioso collegio berlinese Canisius, Padre Klaus Merte, ha ammesso aggressioni “sistematiche e per anni”. Tre preti sono sospettati di aver abusato di almeno 30 minorenni tra il 1975 e il 1983. Quando le vittime hanno tentato di avvertire la direzione del collegio su queste pratiche, si sono “scontrate con persone che hanno guardato altrove”. Da quel momento, le testimonianze delle vittime affluiscono. Altri casi di abusi di questi tre religiosi sono stati segnalati nella diocesi di Hildesheim, in una scuola di Amburgo, e in una scuola della Foresta Nera. Per arrivare dalla Germania all’Italia, si passa dalla diocesi di Bressanone, di lingua tedesca, dove Benedetto XVI va in vacanza. E, a guardare il sito della diocesi (www.bz-bx.net), c’è una novità: nella pagina suggerimenti, si rimanda ad una pagina intitolata: “Presunte molestie da parte di sacerdoti”, nella quale c’è un’e-mail cui rivolgersi e si assicura la piena disponibilità del vicario a parlare di ciascuna situazione.
Un passo verso la trasparenza. Don Di Noto dice che il fenomeno in Italia “forse è più gestito e controllato, anche se ci sono stati dei casi affrontati con imprudenza”. In Italia, due casi sono balzati agli onori delle cronache di recente: don Luciano Massaferro, 49 anni, parroco di Alassio (Savona) è stato arrestato con l’accusa di pedofilia il 29 dicembre scorso: la comunità prima lo ha difeso con moderazione, ma, dopo che il gip ha rifiutato la scarcerazione del sacerdote, la Curia è passata all’offensiva, con un duro atto d’accusa contro i magistrati dalle pagine diocesane di Avvenire. La vittima delle molestie, secondo la Procura, è una undicenne, chierichetta di don Luciano, che in un colloquio con gli psicologi dell’ospedale pediatrico Gaslini avrebbe raccontato delle molestie subite dal sacerdote.
di Marco Politi (il Fatto, 25.02.2010)
È il cancro nascosto nel corpo della Chiesa. Migliaia e migliaia di casi di pedofilia, un rosario di violenze dal Brasile agli Usa, dall’Australia, all’Irlanda. L’Italia, con 80 casi segnalati, non è immune. L’ultimo scandalo è scoppiato in Germania, dove si parla di circa 120 vittime abusate tra gli anni 70 e 80 in un prestigioso liceo di gesuiti a Berlino e poi in altri istituti di Amburgo, Hannover, Gottinga, Hildesheim e nel famoso collegio Aloisius di Bad Godesberg. Il presidente della conferenza episcopale tedesca, monsignor Robert Zoellitsch, si è detto “sconvolto” e ha rivolto le scuse della Chiesa ai giovani rimasti vittime di un “crimine ripugnante”. Ma, cosa più importante, il prelato ha preannunciato che la Chiesa denuncerà alla magistratura i colpevoli.
L’orrendo rituale è ovunque lo stesso: un lento gioco di seduzione da parte del religioso che finisce per soggiogare la vittima, quando non scatta l’aggressione improvvisa. Un abuso di fiducia - oltre che del corpo predato - compiuto da chi al riparo dell’abito sacro avrebbe dovuto proteggere e anzi “elevare spiritualmente” i minori affidatigli. A Bad Godesberg s’è ripetuto quanto accaduto altrove. Chi è stato violentato dal sacerdote-educatore e chi ne è diventato il giocattolo, chi è stato costretto a masturbarsi sotto gli occhi di un religioso e chi spinto ad accarezzarlo per dargli eccitazione. Con danni psicologici indelebili.
Il bubbone è veramente scoppiato, quando negli Usa sono state lanciate azioni collettive di risarcimento. La diocesi di Boston ha versato 85 milioni di dollari a oltre 500 vittime. Quella di Los Angeles ha pagato 660 milioni di dollari per un numero altrettanto elevato. Nei processi di Boston, chiusi con un patteggiamento nel 2003, era emersa l’altra dimensione della grande vergogna: la tendenza dei vescovi (a Boston il cardinale Law) a spostare di parrocchia in parrocchia i preti colpevoli, sperando che si quietassero. Tipico il caso del reverendo John Geoghan, responsabile di un centinaio di abusi compiuti durante le sue trasferte e poi finito strangolato in carcere da un altro detenuto.
Ancor oggi troppi vescovi, che non sono intervenuti con determinazione, restano al loro posto. Il cardinal Law ha lasciato Boston, ma ora presiede a Roma alla basilica di Santa Maria Maggiore: uno scandalo per molti cattolici Usa. La svolta ai vertici della Chiesa cattolica avviene sul volgere del millennio.
I vescovi statunitensi scelgono la linea della tolleranza zero e papa Wojtyla leva la sua voce contro i preti “traditori”. È il momento in cui si incrina la metodologia di assoluta “segretezza” (durante i procedimenti ecclesiastici e persino dopo l’individuazione dei colpevoli) propugnata da un documento dell’ex Sant’Uffizio risalente al 1962. Il testo, Crimen Sollicitationis, esige il segreto totale - pena la scomunica - dalle autorità ecclesiastiche implicate nei procedimenti e, ancora peggio, il “perpetuo riserbo” anche dopo l’eventuale sentenza. È un sistema che penalizza le vittime, costrette a umilianti attese solo per farsi ascoltare.
Il vento cambia nel 2001 con un nuovo documento elaborato dall’allora cardinale Ratzinger. La Santa Sede sposta i tempi della prescrizione decennale, facendola scattare (in modo più garantista) non dal momento del crimine, ma dalla maggiore età della vittima. Ogni fatto va poi segnalato immediatamente alla Congregazione per la dottrina della fede, mentre l’indicazione che viene dal Vaticano è di allontanare subito i sospetti dal contatto con l’ambiente giovanile.
Ratzinger è stato accusato in passato d’avere gestito burocraticamente la linea della “segretezza”, derivante dal documento Crimen Sollicitationis. Certo è che da pontefice Benedetto XVI ha iniziato sistematicamente un mutamento di strategia, tendendo a maggiore trasparenza, maggiore attenzione alle vittime, maggiore rigore e - ciò che rappresenta una rivoluzione rispetto al passato - esortando le autorità ecclesiastiche a deferire alla magistratura i colpevoli.
Poco dopo la sua elezione ha dato l’esempio, decretando che il capo dei Legionari di Cristo, il padre Maciel (accusato di ripetuti abusi, ma il cui dossier era stato insabbiato per anni) fosse costretto a ritirarsi in una “vita di penitenza, rinunciando a ogni ministero pubblico”. Nei suoi viaggi negli Usa e in Australia nel 2008 s’è incontrato con rappresentanze di vittime e ha dettato il percorso da seguire. “Mi vergogno”, ha detto recandosi in America. E a più riprese ha chiarito che per i preti pedofili “non c’è posto nella Chiesa”.
Nei fatti si sono ancora verificate nel passato recente molte resistenze, in vari paesi, a intervenire immediatamente e senza remore contro i preti-predatori. In Irlanda il rapporto del giudice Yvonne Murphy ha accusato ben 4 vescovi di avere negletto la “protezione di bambini indifesi" anteponendo la “reputazione della Chiesa”. Con casi raccapriccianti: come quel prete che ha ammesso di avere abusato di cento bambini e un altro che approfittava di un minore diverso ogni due settimane. Ecco perché la Lettera che Benedetto XVI trasmetterà fra breve all’episcopato d’Irlanda avrà il carattere di un documento d’indirizzo per la Chiesa universale. Il primo testo solenne sulla pedofilia di un pontefice dell’era contemporanea.
Un prete pedofilo a Monaco
mentre Ratzinger era vescovo
dal nostro corrispondente ANDREA TARQUINI
BERLINO - Clamorosa svolta nello scandalo dei casi di abusi sessuali nelle istituzioni cattoliche tedesche. L’edizione online dell’autorevole quotidiano liberal di Monaco di Baviera, la Sueddeutsche Zeitung, scrive che negli anni Ottanta un sacerdote pregiudicato per violenze pedofile fu trasferito da Essen (NordReno-Westfalia) in Baviera, nel periodo in cui l’attuale pontefice Benedetto XVI, allora cardinale Joseph Ratzinger, era arcivescovo di Monaco e Freising e quindi teoricamente massimo responsabile di ogni affidamento di missione e trasferimento di sacerdoti. In Baviera, il prete pregiudicato si abbandonò di nuovo a violenze pedofile e attualmente esercita ancora il suo ministero nell’Alta Baviera.
Immediata la reazione di Padre Lombardi, portavoce della Santa Sede: in un suo comunicato sul suo sito, egli ha detto, la diocesi bavarese ha già chiarito il caso. L’allora vicario generale Gerhard Gruber, oggi 81enne, si è assunto la piena ed esclusiva responsabilità della scelta di aver affidato il servizio pastorale al sacerdote pregiudicato. E si è duramente autocriticato parlando di grave errore.
Il sacerdote, di cui la Sueddeutsche Zeitung non fa il nome, è stato in servizio quasi ininterrottamente in Baviera dal 1980. In precedenza, a Essen, cioè nel centro-ovest della Germania, il prete era stato scoperto e denunciato perché aveva costretto un bimbo allora undicenne a praticargli un atto sessuale orale. Trasferito in Baviera, il sacerdote commise di nuovo abusi pedofili su minorenni. La Chiesa a quanto risulta alloa Sueddeutsche non ha mai denunciato il presule alla giustizia. La notizia arriva come una bomba nello stesso giorno in cui il pontefice ha esaminato in un teso consulto in Vaticano i casi di pedofilia nella Chiesa catotlica tedesca insieme con il presidente della Conferenza episcopale tedesca, monsignor Robert Zollitsch. Papa Benedetto si è detto sconvolto degli abusi promettendo linea dura e piena chiarezza.
* la Repubblica, 12 marzo 2010