È freddo qui a Nord, mattino. Qualcuno in giro per tabacchi, whisky, ricariche telefoniche, l’espresso del bar. Silenzio, passa un’auto, un’altra e niente. Dalle finestre sbarrate dei palazzi non esce odore, sibilo, luce, presenza.
Neve. Lenta, grave.
Ieri Natale, messaggi d’auguri: propositi, auspici, promesse. Fra botti, brindisi, panettoni, tipicità, zuccheri; non mangio dolci, ci sta che non debba compensare.
C’era una volta Gianni, intelligenza formidabile, sempre viva. Cuore raro, generoso, pronto con tutti. C’era una volta Franca, signora cieca, la forza di cogliere, capire, costruire. E c’era una volta il “mio” movimento, culturale e politico, di ragazzi animati dalla speranza di cambiare. Senza gerarchie, doppiezze, invidie, veleni. Eravamo ispirati da Gianni e da Franca: un filosofo, una visionaria.
C’era una volta un paesone del Sud, calabrese, San Giovanni in Fiore. In mezzo a monti di mille colori, imbiancati da novembre. Lì la solitudine dei residenti, forse l’incomunicabilità, l’incapacità d’immaginare un futuro collettivo su storia, memoria, bellezza del luogo.
C’era una volta un giornale, prima cartaceo, poi elettronico. Semplice, libero, aperto: “la Voce di Fiore”. Si batteva contro abusi, ingiustizie, violenze; per il lavoro, i diritti, la cultura, i giovani. Proponeva dibattiti, confronti, incontri, spettacoli; tutte quelle iniziative che dovrebbero esserci in comunità di montagna con undici mesi all’anno d’inverno e disoccupazione, disagio, partenze.
C’era una volta un sogno di tanti, in quel posto, San Giovanni in Fiore. L’idea, il desiderio di non scappare, di non abbandonare, di non lasciare ai soliti l’iniziativa politica, il destino dei figli.
C’era una volta il piccolo mondo, quello dei borghi, degli angoli sperduti, ignoti, marginali; dove affetto e incomprensione si toccano, inseguono, sovrappongono. E c’era una volta il mondo grande, delle altezze, del lusso, della pubblicità. Dove tutto è merce, prezzo, vuoto.
Io appartenevo, e appartengo, a quel mondo di confine che non sta solo a sud del Sud ma è anche sulle gru della ricca Brescia, per le strade imperiali e sporche della capitale; dove operai, impiegati, artisti e universitari hanno gridato, patito, raccontato l’Italia che muore.
Dentro le case impenetrabili del Nord, come ricordava Carlo Maria Martini, c’è la fatica, il dolore, il silenzio d’una gente operosa. Né zuccherini né trucchi fotografici, montaggi, montature o calciatori che vanno di coca e saggiano la frusta. Mentre giù, a Rosarno come a Pagliarelle e più sotto nel reggino, si respira intensa l’amarezza d’una gente, nera, bruna, sbarcante o italiana, lasciata alla ‘ndrangheta; la quale detta leggi, regole che funzionano.
Mio cugino Stefano è un bimbo, non ha ancora dieci anni. Vive in Calabria, gioca, sorride. Nei suoi sogni non c’è la fretta mostruosa di città, il silenzio delle vie che grida ascolto, l’amarezza opaca delle frontiere meridionali.
È per la sua generazione che dobbiamo lottare, con la gente vera, viva. Via.
Emiliano Morrone e Carmine Gazzanni
EMPATIA...EMPATIA...EMPATIA...( PER TE PAESANO MIO )
Sin dall’Eden......Questo mondo è calpestato e ferito, nel groviglio del tempo dei giorni che passano in fretta... Poi venne Gesu’ e dopo un millennio; Gioacchino....che al confine della SILA-SELVA...trovo’ il Prato di fiori e solco’ le fondamenta del suo Monastero-Abbazia; per dare Asilo e protezione; ai sbandati, sviati e corrotti.
Contemplo assopito questo cielo estivo, Ora qui a SAN GIOVANNI IN FIORE.
L’animo è inquieto come se da lontano si udissero voci e pianti, di emigranti integrati, inquieti d’animo e con un nostalgico cuore per la sorte che dovranno subbire...essere sepolti in paesi lontani o spandere le loro ceneri in parchi, montagne e laghi e fiumi, con tanti pini, ebeti e querce...come sono anche nella loro SILA.
Pianti, di vite innocenti, di cuori rabbiosi d’odio che non ci sono parole e composizione di frasi per spiegare questo loro atteggiamento, intimo che li fa’ soffocare...e poi...Spirare; con le loro mezze incomprese parole prima di morire (La SILA...La MIA SILA).
E’vuoto e miseria per l’uomo la Guerra. Quanto negativa...parola guerra sei!
Orrenda parola che; ingabbia l’uomo nelle assurde convinzioni di questo mondo iniquo. Se; tu saresti nato nella Sila...allora e solo allora sapresti cosa ti e’ mancato.
Uomini arroganti dettano leggi assurde. Proprio come i romani dell’SPQR...che dettavano leggi basandosi a come si alzavano la mattina...di buon-umore o di assetato di sangue-umore; senza amore. Armi che uccidono con la naturalezza del vento e coscienze assorte ad accumulare potere, conti in banca con tanti zeri...coscienze debbole e molle come un fico maturo che decidono il nostro futuro. Non vedono e ne’ protestano piu’...Ne’ urlano nelle publiche piazze (le parole di verita’) stando inerti a subbire ogni insulto e sopportare il disaggio...per quanta miseria e disperazione tra quelli rri’tti; sieliche e vagli...c’e’ di terrore...Per il beneficio di; (un futuro migliore)
Non ha’ senso tutto questo tanto male e dolore nell’animo dei vivi, nel ricordo dei morti.
Vite frantumate, dignità calpestate, convinzioni errate, ed il non senso apre una sofferenza indicibile.
Ecco perche’ la terra inzzuppapa di sangue grida...Come; quando Caino uccise Abele suo fratello...un suo paesano (La pace e’ stata violata) per promuovere, l’odio la corruzione e l’illegalita’ da coloro che ne fanno un mestiere per campa’.
(Quindi...Oltre a L’Empatia! Con tutto il bene del mondo...fino a quando anche noi campiamo onestamente)
Povero Stefano...che non ha’ ricevuto nessun commento di sostegno!
Ma! se avreste avuto figli della stessa eta’ avreste dovuti farli; comunque sia Stefano che i vostri propri figli diverranno quello che diverranno...(Chi sara’ sara’) e difatti sara’ o diverra’ peggio di te che sei stato quel padre che te ne sei fregato. Comunque se! ora leggi ed hai figli dammi dello stupido, bestemmiami, butta il bicchiere che hai in mano per terra e Promettiti a te stesso....a mio dispetto che l’aiuterai per terminare il suo cammino....
Intanto amico mio a pensarci bene... di quello che ti ho’ appena detto! forse ne ho’ anchio bisogno di aiutare il mio nipotino ad appianare il suo cammino. Cosi’ faremo se ne abbiamo il coraggio con amore Agape e Filia, cosi’ quando noi non ci saremo piu’; loro ci "vedranno" e "sentiranno" tutto quello che abbiamo contribuito ha’ farli diventare "Qualcuno" (Meglio di te e me) al contrario di te padre e di me nonno.
Ciao Stefano o chiunque tu sia e uno speciale ciao ed augurio di buona riuscita dell’educazione a tutti i padri e nonni dei suoi propri figli o nipotini).
"Una Mamma o Padre e’ come un albero grande che tutti i suoi frutti ti da’. Ti da’ il frutto, la foglia e anche i suoi rami per il tuo bene si tagliera’.
Poi anche se! Figlio o Figlia---Puoi passare da lei o da lui come uno straniero--- Puoi passare davanti a loro come uno straniero e anche calperstarli in tutta la persona!...ambe due comunque ti diranno (I tuoi buoni genitori)........BUON CAMMINO CAVALIERO>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>