BATTIPAGLIA (SA) - Dice di essere “sereno”, anche se “obbedire è sempre faticoso”: a Battipaglia (Salerno), il vescovo di Locri-Gerace, Giancarlo Bregantini parla del suo probabile trasferimento dalla diocesi calabrese a quella di Campobasso, rimasta libera dopo le dimissioni del vescovo Armando Dini, che va via per motivi di età. “Siamo in attesa di una lettera ufficiale da parte della Santa Sede. Sono anche io a conoscenza di queste voci che riguardano il mio trasferimento, ma non so altro”, ha spiegato monsignor Bregantini, partecipando oggi ad un incontro con i Padri Stimmatini della diocesi salernitana. Da 13 anni alla guida della diocesi locrese, Giancarlo Bregantini è diventato nella Locride un punto di riferimento per la sua lotta personale contro la ‘ndrangheta, e la notizia di un possibile trasferimento nel capoluogo molisano, che potrebbe diventare ufficiale gia’ nei prossimi giorni, è stata mal digerita soprattutto tra i tanti giovani che in questi anni erano stato coinvolti nella realizzazione di numerosi cooperative insediatesi nei possedimenti confiscati alla criminalità organizzata.
“Obbedire è sempre faticoso - ha proseguito il vescovo di Locri - Lo si vede nei ragazzi, negli sposi, negli amici e nei sacerdoti, però è sempre liberante. Quando arrivai nella Locride, 13 anni fa, il vescovo Magrassi mi disse: ’se obbedisci avrai la strada in salita, ma sarai sempre guidato dalla mano di Dio. Senza obbedienza invece la strada sara’ più comoda, ma sarai solò. Fu questo a guidarmi allora, ed è ciò che mi guida ora, in attesa di una eventuale ufficializzazione”.
“Devo dire grazie alla Calabria per ciò che mi ha dato, perché nei suoi problemi e nelle sue lacrime mi ha restituito una giovinezza nuova e uno slancio impensato - ha concluso Bregantini - Sarà così anche nel Molise, se vivrò con il medesimo slancio. Uno slancio che è anzi rafforzato dalla esperienza calabrese”.
Collaboratore Bregantini:
"Trasferimento ormai certo" *
’’Ormai il trasferimento di mons. Bregantini e’ certo. E’ un segreto della Curia, ma e’ anche un segreto di pulcinella. Tutti lo sanno. Avverra’ all’inizio del prossimo anno’’. Non ha dubbi Piero Schirripa, uno dei principali collaboratori del vescovo di Locri, mons. Giancarlo Bregantini, e presidente della Cooperativa Valle del Bonamico fondata nell’ottobre del 1995 per volonta’ dello stesso vescovo e che adesso da’ lavoro a centinaia di giovani. Schirripa ha anche invitato Bregantini a rifiutare il trasferimento ’’che non va nell’interesse della nostra terra. Padre Giancarlo - ha detto - e’ uomo di tale spessore etico e di tale santita’ da saper risolvere il problema da solo senza bisogno dei miei consigli. Ma io non me ne andrei’’. Anche perche’, secondo Schirripa, il trasferimento di mons. Bregantini ’’e’ un indebolimento del fronte della legalita’, del progetto di cambiamento della Calabria, delle speranze di questa regione’’. (ANSA - martedì 06 novembre 2007 ).
SCOMUNICA PER LA ’NDRANGHETA. IL VESCOVO DI LOCRI: "CONDANNO CHI FA ABORTIRE LA VITA DEI GIOVANI"
Chiesa - Bregantini trasferito? Allarme in tutta la Calabria *
LOCRI - C’é allarme in Calabria per le voci di un possibile trasferimento del vescovo di Locri, Giancarlo Maria Bregantini, a Campobasso. Alla presa di posizione del presidente della Regione, Agazio Loiero, che si è auspicato un ripensamento da parte del Vaticano, se ne stanno aggiungendo altre, tutte improntate alla massima preoccupazione.
I genitori e le sorelle di Giancarlo Congiusta, ucciso dalla ‘ndrangheta, hanno scritto una lettera aperta a mons.Bregantini. ”Carissimo padre Giancarlo - scrivono - ci auguriamo che la notizia di un suo probabile trasferimento, sia priva di fondamento perché in tal caso subiremmo un’ulteriore tristissima privazione. Padre Giancarlo non ci lasci! Almeno non ancora! Ci interroghiamo su quale terra ha più bisogno di uomini come Lei se non la locride. I familiari delle vittime della ‘ndrangheta, i giovani delle sue cooperative, le madri, la diocesi stessa, tutti gli onesti che ancora sperano, rimarrebbero smarriti e senza guida. Chi ha scelto di privarci ancora una volta di un bene prezioso come la speranza? Quella speranza che Lei, con il suo discreto e quotidiano sostegno ha donato alla nostra famiglia”.
Sulla vicenda è intervenuto anche l’ex presidente di Confindustria Calabria, Filippo Callipo, secondo il quale “spostare dalla Calabria mons. Bregantini è come dire alla mafia e alla politica degli affari, che in questa regione condizionano ogni cosa, che la Calabria degli onesti ha ammainato le vele. Si arrende. Non so se chi sta meditando, o l’ha già fatto, scelte simili, si rende conto che allontanare dalla Calabria questa limpida voce del popolo è come uccidere la poca speranza che ancora, nonostante tutto, i calabresi nutrono. Spero che non si arrivi a tanto e che si consenta ad un Vescovo coraggioso e interprete della nostra migliore gente di proseguire la sua missione pastorale in libertà e condivisione”.
(Ansa 6 Novembre, 2007)
Sul tema, nel sito, si cfr.:
IN NOME DELLA FAMIGLIA DI "MAMMASANTISSIMA" E DI "MAMMONA"
Il cattolicesimo-romano e i suoi scheletri nell’armadio.
DOPO IL DELITTO FORTUGNO ... - DOCUMENTO:
DALLA CALABRIA: LACRIME E CORAGGIO
di p. GianCarlo Maria BREGANTINI Vescovo
Locri, 17 ottobre 2005
Proprio mentre la Diocesi tutta, in una serata memorabile per partecipazione e luce, celebrava l’inizio del suo CONGRESSO EUCARISTICO DIOCESANO segno di riconciliazione nel sangue del Cristo “versato per amore” in luoghi dove tanto sangue è stato versato, è giunta la notizia della barbara uccisione dell’On. Francesco FORTUGNO, il cui sangue si aggiunge al tanto sangue già sparso in questa terra.
1. - La tragedia che ha colpito questa famiglia, cui va la nostra affettuosissima solidarietà
per lo spessore umano e politico del loro congiunto, unito ad una preziosa amabilità umana,
è di una valenza negativa enorme.
È paragonabile, per la Locride, ai più gravi delitti della mafia in Sicilia.
Esprimiamo perciò subito una netta, ferma, implacabile condanna per chi ha eseguito il delitto
e per chi lo ha comandato.
Un delitto che può essere letto così:
· La ‘ndrangheta vuole dominare e sottomettere la politica, perché sia strumento docile e
succube ai suoi enormi interessi economici.
· La ‘ndrangheta cerca perciò di spezzare i legami tra la gente e la classe politica, per ricondurli
a sé, perché solo così possa meglio dominare e piegare entrambi.
· La ‘ndrangheta lancia nel contempo a tutti noi un macabro messaggio di umiliazione
sociale, per intimorire e paralizzare ogni altra azione di bene e di sviluppo.
2. - Se questa è la realtà proprio questo orribile fatto ci spinge a REAGIRE, operando precise
scelte coraggiose:
· Ridare speranza, raccogliendo la forte indignazione che sale al cielo dal cuore ferito di
tutti gli uomini e donne di buona volontà.
· accrescere la stima per la vita e l’impegno della classe politica, chiedendo ad essa di star
vicino alla gente, ascoltare, capire, intrecciarsi con le loro attese e speranze.
· attuare una forte, vasta e decisa purificazione etica, in tutti gli ambienti.
3. - Di fronte a tutto questo, ci impegniamo a quelle tre scelte che già il santo Vescovo
don Tonino Bello aveva attuato ed indicato, cioè annunciare, denunciare, rinunciare:
· mantenere vigili le coscienze, di fronte ad ogni male, anche piccolo, chiedendo a tutti,
sacerdoti e la ici, di essere coraggiosi e consequenziali anche fino al martirio;
· pregare sempre di più, specie davanti all’Eucarestia, in un’adorazione che abitui ed alleni
tutti noi, specie i giovani, ad adorare solo e soltanto la grandezza di Dio, senza mai piegare
il capo di fronte al male e di fronte agli altri idoli, per non essere succubi dei prepotenti
e così trasformare la notte del dolore in luce pasquale;
· digiunare per la conversione dei delinquenti. Non sembri fuori luogo questa proposta.
Ma è la più efficace forma di non-violenza, che da sempre le coscienze coraggiose hanno
attuato, per risvegliare le coscienze dei deboli, allenandoci così ad un’etica di speranza e di
coraggio.
4. - Ma nello stesso tempo, è necessario che lo Stato, cioè la coscienza di chi ci guida e ci
governa prenda seriamente a cuore il CASO CALABRIA, che finora è stato non solo sottovalutato
ma soprattutto dimenticato.
Occorrono indagini più intelligenti ed organizzate, per scovare assolutamente i colpevoli ed
assicurarli alla giustizia e alla gogna di tutti. Chi fa il male deve essere umiliato nel suo falso
“onore” perché ritrovi la forza di cambiare.
Se occorre la zona deve essere militarizzata, perché i colpevoli sentano la forza dello Stato.
La Guardia di Finanza deve poter seguire, con tutti i mezzi più raffinati e moderni, il crescere
dei circuiti economici, come gli appalti, le costruzioni, i giri del denaro, l’arroganza
dell’usura, il gioco interessato e spesso miope delle banche...
È il denaro che interessa alla ‘ndrangheta.
E perciò. oltre alla purificazione etica, occorre una forte purificazione economica.
5. - Infine, facciamo appello alla giustizia di Dio, giustizia certa, che insegue con determinazione i passi, tristissimi, degli uccisori e di chi ha ordinato questo infame delitto, chiarissimo per le sue palesi modalità mafiose. Chi ha fatto il male, dice la Bibbia, lo paga sempre. Sempre!
Ne siamo certi e lo diciamo pubblicamente, perché si fermi questa catena assurda di violazione della sacralità della vita umana.
Con lacrime amare, annunciamo ancora la bellezza della vita con rigenerato coraggio, dono dello Spirito che sempre ci consola e tutto sa rinnovare, perché con il lavoro e le imprese, anche la faccia della Locride, così insanguinata, eppure così bella, cammini fiduciosa sulle strade del coraggio nel suo futuro.
+ p. GianCarlo Maria BREGANTINI Vescovo
La destituzione di Mons. Bregantini è un fatto gravissimo per la Chiesa e per la Calabria
di Noi Siamo Chiesa
NOI SIAMO CHIESA
Via N.Benino 3 00122Roma
Tel.3331309765 -- 0039022664753
E-mail vi.bel@iol.it
www.we-are-church.org/it
Comunicato Stampa
La rimozione di Mons. Bregantini dalla diocesi di Locri è un provvedimento irresponsabile ed è contro il rinnovamento della Chiesa e contro la Calabria civile, propositiva e fattiva.
Il trasferimento di Mons. Giancarlo Bregantini alla diocesi di Campobasso lascia stupefatti e smarriti. E’ forse possibile non ritenerlo una conseguenza di pressioni che il Vaticano, assumendosi gravissime responsabilità, ha subito e che sono state esercitate da tutti i poteri mafiosi e forti nei cui confronti si è elevata costantemente la forte denuncia del vescovo di Locri ? Come è stato possibile che, nonostante le tante precedenti parole di istituzioni e personalità, le energie sane, giovanili e democratiche presenti in Calabria nella Chiesa e nella società, siano state ancora così pesantemente mortificate ?
Non si tratta con tutta evidenza di un promoveatur ut amoveatur ma solo di un vergognoso amoveatur e basta. Rischiano ora di fermarsi sia il rinnovamento della Chiesa promosso da Mons. Bregantini, sia le sue realizzazioni concrete che hanno creato le premesse nella Locride per un’alternativa al dominio della ndrangheta nella società e nell’economia.
Il movimento "Noi Siamo Chiesa" è parte di quanti in Calabria ed in tutto il mondo cattolico progressista denunciano le decisioni del Vaticano ed esprime la sua completa solidarietà a Mons. Bregantini, a cui ha inviato un messaggio.
"NOI SIAMO CHIESA"
Roma, 8 novembre 2007
"Noi Siamo Chiesa" fa parte del movimento internazionale We Are Church-IMWAC, fondato a Roma nel 1996. Esso è impegnato nel rinnovamento della Chiesa Cattolica sulla base e nello spirito del Concilio Ecumenico Vaticano II (1962-1965). IMWAC è presente in venti nazioni ed opera in collegamento con gli altri movimenti per la riforma della Chiesa cattolica.
Vittorio Bellavite
Via Vallazze 95
20131 Milano (Italy)
Tel. 0039-022664753-0039-0270602370
Ansa» 2007-11-08 13:02
Papa: mons. Bregantini trasferito da Locri a Campobasso
Sostituisce mons. Dini che lascia per limiti di eta’
(ANSA) - ROMA, 8 NOV - Papa Benedetto XVI ha ufficializzato la nomina di monsignor Giancarlo Maria Bregantini a nuovo arcivescovo metropolita di Campobasso-Bojano. Mons Bregantini, finora vescovo di Locri-Gerace, sostituisce mons. Armando Dini che lascia la guida dell’arcidiocesi molisana per raggiunti limiti di eta’. La nomina e’ stata comunicata dal bollettino della sala stampa vaticana.
Il Vaticano ufficializza il trasferimento di monsignor Bregantini a Campobasso
Lacrime tra i fedeli nel duomo della città dove il prelato ha celebrato messa
Locri, via il vescovo anti-’ndrangheta
"Obbedisco anche se con dolore"
Polemiche e proteste contro la decisione della Santa Sede
ROMA - Monsignor Giancarlo Bregantini lascia Locri tra gli applausi e le lacrime dei fedeli che si sono raccolti nella cattedrale dopo che dal Vaticano è giunta l’ufficializzazione del trasferimento del prelato a Campobasso. L’ultima messa nella "sua" Locri, il vescovo anti-’ndrangheta l’ha celebrata sul sagrato della chiesa di Santa Maria del Mastro tra lo sconfinato affetto della sua gente. Un affetto cresciuto nel corso degli anni in cui Bregantini è diventato uno dei punti di riferimento morale nella resistenza dei calabresi per bene contro la ’ndrangheta.
Dopo 13 anni a Locri, monsignor Bregantini è stato promosso nuovo arcivescovo metropolita di Campobasso-Bojano, in sostituzione di monsignor Armando Dini che lascia la guida dell’arcidiocesi molisana per raggiunti limiti di età. Il 20 gennaio l’ex vescovo di Locri farà il suo ingresso nella sua nuova diocesi.
"Accolgo questa nomina con ogni obbedienza. Per obbedienza sono venuto e per obbedienza parto", dice il prelato in un’intervista alla Radio vaticana, rispondendo con "disponibilità" all’ordine del Papa: "Anche se con tanta sofferenza nel cuore, saluto la mia diocesi e mi avvio a un’altra. Lascio il testimone ai giovani. Loro restano qui, ma hanno imparato un metodo e lo vivranno, comunque e sempre, intensamente".
Bregantini ha poi voluto ribadire alcune delle posizioni assunte durante la sua permanenza a Locri: la Calabria "è trattata ancora come una terra dimenticata. Mancano tre cose. Anzitutto che tutte le istituzioni facciano la loro parte, in maniera piena e leale, qualitativa e quantitativa. Manca poi, in secondo luogo il collegamento tra tutte le realtà positive e, quindi, una coordinazione attuata in miglior modo".
Il prelato sottolinea poi che "soltanto con fatica si riuscirà ad innescare un processo di consapevolezza reale e visibile sul piano sociale, politico ed economico". "L’appello ad investimenti maggiori e a scelte più chiare è necessario - prosegue - è doveroso raccoglierlo".
Al suo posto, Bregantini si augura "che venga scelto come vescovo una persona che sia soprattutto umile, capace di adattarsi e di piegarsi sulle ferite della gente e della Locride, perché la gente in Calabria ha soprattutto bisogno di grande conforto e di grande consolazione nel nome di Gesù. Il resto viene attuato, poi, dalla loro tenacia".
Anche nel grande rilievo dato dai media alla sua vicenda, il religioso legge "l’affetto per questa terra, non solo per il vescovo, ma per questa terra. Di questo ringrazio tantissimo i mass media".
Il trasferimento di Bregantini, ampiamente anticipato nei giorni scorsi, ha suscitato reazioni critiche e polemiche da parte di alcuni esponenti delle istituzioni, a cominciare dal governatore Agazio Loiero e dai sindaci della Locride, e di componenti della società civile. Anche oggi i fedeli accorsi in cattedrale hanno raccolto firme "non per protestare contro la decisione pontificia ma come testimonianza di legame di fede e di affetto con il nostro Pastore".
* la Repubblica, 8 novembre 2007.