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NAPOLI. LA BASILICA DELLA MADONNA DEL CARMINE, 348 DISPERATI SENZATETTO E LA MEMORIA PERDUTA DEL PROFETA ELIA. I frati carmelitani hanno battuto in ritirata e il Cardinale Sepe anche - a cura di Federico La Sala

martedì 22 aprile 2008.
 
[...] I frati carmelitani hanno battuto in ritirata, in tutta la basilica non se ne vede uno. «Stanno chiusi là dentro - spiega l’energica portavoce del gruppo, Adele Castiello, indicando una porta sbarrata -. Li vedi uscire solo verso le due o le tre di notte». Una situazione insostenibile, che ha spinto anche il cardinale Crescenzio Sepe ad intervenire dopo venti giorni di silenzio: «Occupare una chiesa è sempre una dissacrazione - dice l’arcivescovo -. Spero che entro questa settimana possa riprendere l’attività pastorale al Carmine, una delle chiese più importanti della città. Il Comune ha dato disponibilità ad allestire per mercoledì o giovedì le case destinate ai senza tetto di Napoli» [...]

-  Basilica del Carmine:spaghetti sull’altare
-  Il cardinale Sepe: «È una dissacrazione»

Da diciotto giorni 348 senzatetto di Melito bivaccano all’interno della storica basilica napoletana. Nessun contatto tra loro e i frati

di Stefano Piedimonte *

NAPOLI - Dal 4 aprile ad oggi, hanno avuto modo di organizzarsi. Cucinano gli spaghetti col pomodoro sull’altare della chiesa, stendono i panni ad asciugare sulla cancellata all’ingresso, i più fortunati dormono nelle cappelle laterali, piccoli giacigli dove la cassetta per le offerte pare quasi una buca per le lettere. Ormai è da diciotto giorni che gli sfrattati di Melito sono accampati nella Basilica del Carmine, e quello che all’inizio appariva come il gesto improvvisato di 348 disperati senza tetto, assume sempre più il carattere preoccupante della permanenza: ogni cappella accoglie una famiglia, quelle che restano si sono sistemate nei locali alle spalle dell’altare.

I frati carmelitani hanno battuto in ritirata, in tutta la basilica non se ne vede uno. «Stanno chiusi là dentro - spiega l’energica portavoce del gruppo, Adele Castiello, indicando una porta sbarrata -. Li vedi uscire solo verso le due o le tre di notte». Una situazione insostenibile, che ha spinto anche il cardinale Crescenzio Sepe ad intervenire dopo venti giorni di silenzio: «Occupare una chiesa è sempre una dissacrazione - dice l’arcivescovo -. Spero che entro questa settimana possa riprendere l’attività pastorale al Carmine, una delle chiese più importanti della città. Il Comune ha dato disponibilità ad allestire per mercoledì o giovedì le case destinate ai senza tetto di Napoli».

Per gli altri, residenti nei comuni di Arzano, Giugliano, Afragola, Melito, Qualiano, Aversa e via dicendo, il problema resta, anche se secondo il cardinale «l’incontro tra il prefetto e i rispettivi sindaci consentirà di trovare una soluzione anche per loro». C’è da sperare che sia effettivamente così. La basilica, altrimenti, resta occupata. Nell’edificio di via Stadera 122 dovrebbe essere ospitata una parte degli occupanti, i quali, però, dicono che di sbaraccare non se ne parla neanche, a meno che non si trovi una soluzione abitativa per tutti i 348 senza tetto. «Siamo venuti tutti insieme e ce ne andiamo tutti insieme - dice la portavoce -. Non se ne parla proprio di lasciare qui i nostri amici e andare via. Inoltre nel palazzo di via Stadera ci entrano una dozzina di famiglie, mentre qui ce ne sono 60 di soli residenti a Napoli». Domanda legittima, dunque, quella che si pone il capogruppo provinciale di An, Luigi Rispoli: «Che cosa succederà se, pure in presenza della disponibilità della struttura comunale, gli occupanti si rifiuteranno di lasciare la chiesa fino al reperimento di una sistemazione per tutte le famiglie?».

L’assessore alle Politiche sociali del Comune di Napoli, Giulio Riccio, dice di trovarsi «d’accordo col cardinale per quanto riguarda la necessità di riprendere le attività pastorali, ma il problema di 130 famiglie sfrattate vada preso seriamente, e non scaricando sull’amministrazione comunale tutte le responsabilità: noi abbiamo dato agli occupanti una risposta, se non viene accettata cosa dobbiamo fare, ledere i diritti dei legittimi assegnatari per le case popolari?». Di simile avviso l’assessore all’Edilizia, Felice Laudadio: «La casa è un diritto per tutti, ma ci sono delle graduatorie, e chi ne è restato fuori non può sopravanzare». Stamattina i sindaci dei diciotto comuni coinvolti si riuniranno in prefettura, per discutere col prefetto Alessandro Pansa delle soluzioni possibili e delle disponibilità immobiliari di ognuno. «Il prefetto dovrebbe sbloccare l’utilizzo delle caserme abbandonate - conclude Riccio - Nel Napoletano ce n’è una completamente vuota, che offrirebbe una sistemazione dignitosa agli sfrattati». Intanto l’acqua bolle, e l’odore di pomodoro fresco arriva fino all’abside maggiore. I bimbi fanno il girotondo: ce ne sono 115, e la scuola ormai è un lontano ricordo.

Stefano Piedimonte

* Corriere della Sera, 22 aprile 2008


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PER TUTTA L’ITALIA, L’ANTROPOLOGIA E’ ANTROPOLOGIA. PER I VESCOVI CATTOLICI DELL’"AVVENIRE" E’ "ANDRO-POLOGIA" E "ANDRAGATIA": L’ORDINE SIMBOLICO DI "MAMMASANTISSIMA".

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