[...] Nonostante sia stato riconosciuto dal primario dott. Perna, dai medici, dalla caposala, dai colleghi la qualità e quantità del mio lavoro e professionalità.
Nonostante abbia spento un incendio 2 anni fa e riconosciuto con un incentivo in denaro più ringraziamenti ufficiali da parte del direttore sanitario e dal direttore generale [...]
Salve!
Sono un infermiere. Dopo 3 anni di lavoro all’ospedale Lancisi di Ancona con 2 bimbi e una moglie a carico non mi è stato rinnovato per tagli della regione Marche.
Nonostante sia stato riconosciuto dal primario dott. Perna, dai medici, dalla caposala, dai colleghi la qualità e quantità del mio lavoro e professionalità.
Nonostante abbia spento un incendio 2 anni fa e riconosciuto con un incentivo in denaro più ringraziamenti ufficiali da parte del direttore sanitario e dal direttore generale.
Mi ritrovo in mezzo ad una strada e costretto a spostarmi forse in Svizzera. Volevo solo dire la mia.
IL PRECARIATO È MOTIVO NON SOLO DI STRESS PSICOLOGICO MA ANCHE PORTATORE DI DEPRESSIONE SU TUTTA LA FAMIGLIA.
SI VERGOGNASSERO I POLITICI ITALIANI,
C’È CRISI?
ALLORA TAGLIATE GLI STIPENDI AI POLITICI CHE NON LAVORANO PIÙ COME POLITICI.
TAGLIATE I NUMERI DEI POLITICI CHE SIETE NUMEROSI COME QUELLI IN USA...
TAGLIATE I VOSTRI PRIVILEGI.
CARCERE A VITA, PIÙ RESTITUZIONE DEI SOLDI RUBATI PER I POLITICI CHE RUBANO I NOSTRI SOLDI.
MA L’ITALIA STA CAMBIANDO
E LO VEDRETE GRAZIE A INTERNET.
SALVE
NON HO PAURA DI VOI:
PARISI VINCENZO
RESIDENTE IN ANCONA
NUMERO CELL 3401210916
INFERMIERE
Sul tema, nel sito, si cfr.:
LAVORO, LINGUAGGIO E MERCATO. LA CRITICA DELL’ECONOMIA POLITICA A PARTIRE DA SE’.
DEMOCRAZIA "REALE": CHE COSA SIGNIFICA? CHE COSA E’? Alcuni chiarimenti, con approfondimenti
PRECARI
Napolitano: "Rispondere ai giovani
che vivono instabilità e incertezza"
Messaggio del presidente della Repubblica per la presentazione a Roma dell’associazione "Generazioninsieme". "Indispensabili per la crescita la salvaguardia e la valorizzazione del capitale umano e delle risorse di creatività e innovazione" *
ROMA - "In una corretta visione di uno sviluppo sostenibile e nel rispetto del principio fondamentale di solidarietà, i rapporti di responsabilità e fiducia fra le generazioni costituiscono le basi essenziali per assicurare una effettiva integrazione tra patrimoni di esperienze, valori e ideali, e per corrispondere alle esigenze e alle aspettative di tanti giovani che vivono una condizione di instabilità e incertezza nel loro futuro". Lo afferma il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione della presentazione a Roma, presso la sede del Cnel, dell’Associazione "Generazioninsieme".
"Gli autorevoli contributi in programma, con il rilevante apporto di giovani ricercatori, testimoniano la ricchezza ed importanza degli obiettivi che si propone il vostro sodalizio", premette il capo dello Stato nel suo messaggio. E poi: "Come ho avuto modo di sottolineare in più occasioni, un deciso e accresciuto impegno per la salvaguardia e la valorizzazione del capitale umano del nostro Paese e delle sue risorse di creatività e d’innovazione è condizione indispensabile per assicurare una equilibrata crescita economica e la stessa tenuta del tessuto civile e sociale".
"In una corretta visione di uno sviluppo sostenibile e nel rispetto del principio fondamentale di solidarietà, i rapporti di responsabilità e fiducia fra le generazioni costituiscono le basi essenziali per assicurare una effettiva integrazione tra patrimoni di esperienze, valori e ideali, e per corrispondere alle esigenze e alle aspettative di tanti giovani - conclude Napolitano - che vivono una condizione di instabilità e incertezza nel loro futuro".
* la Repubblica, 22 giugno 2011
Rabbia dei precari 4 giorni di proteste. In collegamento con Spagna e Grecia, anche in Italia esplode la rivolta degli invisibili
Manifestazione a Montecitorio
Domani anche i precari italiani partecipano alla giornata di protesta collettiva
La rivolta di piazza andrà avanti fino al 22, giorno in cui si approva il decreto sviluppo
«Indigniamoci», in piazza la parte migliore dell’Italia
Come nel resto d’Europa, domenica 19 giugno anche l’Italia vivrà la sua giornata d’indignazione collettiva. E a proclamarla è la classe più sfruttata, tenuta ai margini della società: i precari.
di Luciana Cimino (l’Unità, 18.06.2011)
Come nel resto d’Europa, domenica 19 giugno anche l’Italia vivrà la sua giornata d’indignazione collettiva. E a proclamarla è la classe più sfruttata, tenuta ai margini della società e da qualche giorno anche vilipesa dal governo: i precari. In connessione con quanto avverrà lo stesso giorno nelle piazze greche, spagnole e francesi che protesteranno contro la gestione della crisi economica mondiale, dalle ore 18 piazza Montecitorio a Roma e, per ora, piazza Mercanti a Milano si uniranno alla lotta promossa dai movimenti europei.
Davanti al Parlamento, dunque, si ritroveranno i lavoratori precari che si riconoscono intorno ai punti di San Precario, quelli auto organizzati della Pubblica Amministrazione, i giornalisti precari, i lavoratori e le lavoratrici dello spettacolo in protesta che proprio in settimana hanno occupato lo storico teatro Valle. «Verremo da tutta Italia in rappresentanza degli circa 150 mila precari della scuola - spiega Francesco Cori, del Coordinamento precari scuola - porteremo le tende e un camper, puntiamo ad andare avanti fino al 22». E cioè il giorno dell’approvazione del decreto sviluppo.
Contestata è la norma del decreto che in sostanza abolisce la possibilità di ricorso da parte dei precari, previsto invece dalla normativa europea. «È una cosa gravissima continua Cori in questo modo non esiste nessun principio che sancisce la fine del precariato, al contrario si stabilisce che può durare in eterno. Il decreto sviluppo attacca noi della scuola ma riguarda i precari in generale. Ma protestiamo già da oggi anche contro tutte le manovre fatte a danno le scuola pubblica». Il giorno dopo, “il clou” della protesta. «L’assemblea poi deciderà se rimanere a oltranza in piazza», dice Rafael di San Precario.
Ad acuire la tensione, poi, l’intervento del ministro Brunetta. Quel «voi siete l’Italia peggiore» all’indirizzo dei precari, pronunciato qualche giorno fa e rilanciato in maniera esponenziale dai social network, ha fatto saltare il coperchio a una pentola che ribolliva da mesi. «La nostra grande visibilità in questo momento ci consegna la responsabilità di lanciare la piazza dell’indignazione precaria. Su web e social network ci siamo ripresi un diritto di parola negato, adesso ci incontriamo per dare corpo e anima alla nostra indignazione contro la precarietà delle nostre vite».
In piazza ci sarà anche Maurizia Russo Spena, la precaria dell’agenzia del Ministero del lavoro, Italia Lavoro, che con il suo intervento al convegno ha scatenato la reazione scomposta di Brunetta: «Stiamo puntando in alto. Non ci basta avere un lavoro retribuito chiediamo la dignità, l’accesso ai servizi e di partecipare. Abbiamo deciso dopo l’intervento del ministro di legarci ad alte realtà di precariato e vittime della crisi per rilanciare la protesta e parlare precarietà dell’esistenza non solo del lavoro», commenta. Ma la giornata dell’indignazione vuole essere soprattutto un messaggio di sfratto per Berlusconi, con firma dei precari. «Il 21 il Parlamento è chiamato a votare la fiducia da questo governo sfiduciato inequivocabilmente e dal basso dalla maggioranza delle cittadine e dei cittadini con il voto referendario - si legge nell’appello Proponiamo all’Italia precaria l’assedio sociale e civile del Parlamento. Perché la sfiducia che abbiamo già lungamente espresso a questo governo e alle politiche che ovunque vogliono far pagare ai molti la crisi di pochi, si imponga definitivamente».
Il ministero manda a casa 20 mila insegnanti e le scuole non potranno garantire molti servizi
di Chiara Paolin (il Fatto, 18.06.2011)
Anche stamattina qualcuno andrà in sala professori e dirà: io sciopero. Ma saranno pochi e stanchi, perché ormai la scuola è un campo di battaglia dove le vittime cadono a decine di migliaia e nessuno riesce più a capire quale possa essere la forma di protesta più utile. In Liguria, nel Lazio, in Piemonte, i sindacati di base tengono duro e rallentano gli scrutini, ma è una lotta sempre più disperata dal momento che la prospettiva è chiara: indebolire il comparto pubblico per far risaltare sempre più le prestazioni - a pagamento - dei privati. “Abbiamo capito tutti come funziona ormai - spiega Barbara Battista, insegnante di informatica in un istituto tecnico e sindacalista Usb -. Negli ultimi tre anni sono stati eliminati 87 mi-la insegnanti - di cui 20 mila sono l’ultima tranche di cui ha parlato ieri il Fatto - e 45 mila tecnici, ma il guaio vero è un altro: nello stesso periodo ci siamo persi 68 mila posti a tempo determinato. Cioè, contrariamente a quanto sempre promesso da Gelmini e Tremonti, non si è affatto deciso di intervenire sui precari (che calano solo dell’1 per cento) ma sui ruoli stabili. Dal 2005 al 2015 avremo circa 300 mila pensionamenti: quanti di questi diventeranno nuove assunzioni? Per ora, nessuno”. Un duro colpo all’occupazione, in un settore dove lo Stato non ha mai previsto incentivi o cassa integrazione. E soprattutto un disagio che ricade dritto dritto sugli utenti. “Al Sud poi non ne parliamo, ci sarebbe da ridere se non fosse che ci vanno di mezzo i ragazzi - dice Santo Molino, preside del polo scolastico di Librino, quartiere popolare di Catania -. Noi siamo l’unico istituto della provincia che per l’anno prossimo avrà confermate le classi di orario prolungato, ma al momento ho solo la certezza della fascia pomeridiana e non del corpo docente. Cioè mi dicono: puoi continuare a tenere gli alunni a scuola, ma non sappiamo ancora chi si occuperà di loro. Però in provincia ci sono 260 insegnanti di ruolo senza più cattedra: li useranno come tappabuchi, e sono tutti professionisti eh, mica ragazzini. Qualcuno arriverà anche da noi, almeno spero”.
ESEMPI concreti: gli istituti tecnici, invece di 36 ore di laboratorio, ne faranno 30. Quindi, migliaia di insegnanti diventano inutili. Oppure: classi accorpate da 28 studenti, passando da tre sezioni a due, e vai coi tagli. Oltretutto, se gli alunni sono più di 20, diventa impossibile inserire un disabile. L’ultimo caso, pochi giorni fa, in una scuola elementare del centro di Roma: Antonella non trovava posto in nessuna classe vicino casa, e il dirigente scolastico, temendo un’azione legale al Tar, ha ceduto riducendo a 20 una scolaresca (e ributtando sulle altre classi i 6 bimbi di troppo). Il Coordinamento delle Scuole elementari di Roma è furibondo: “A fronte di un aumento di nuove iscrizioni in città di 1.636 alunni, sono state tagliate 111 classi già funzionanti e le nuove richieste di tempo pieno (52 classi) non sono state soddisfatte - spiega una nota -. Nella quasi totalità delle scuole di Roma e provincia non sono stati assegnati gli insegnanti specialisti di Inglese. I docenti di sostegno in organico di diritto sono stati assegnati con un rapporto di 1 ogni 4 alunni. A ogni istituzione scolastica è stato ridotto l’organico docenti di almeno una unità, a prescindere dalle classi assegnate”. Per questo il coordinamento invita tutti i genitori a inviare cartoline poco vacanziere al ministero dell’Istruzione specificando che “La scuola è un bene comune, come l’acqua”.
“NON SO PER quanto” insiste Barbara Battista, già pronta alla prossima denuncia. Consegnata direttamente al Senato: “La settimana scorsa ci hanno convocato per una consultazione e noi abbiamo approfittato per raccontare un fatto inedito. In alcune commissioni d’esame che si apprestano a svolgere le prove di Stato saranno impiegati insegnanti pagati a cottimo. Cominciando a scarseggiare il corpo docente, e volendo evitare le spese normalmente previste per rimborsare la funzione, si fa ricorso a contratti per personale esterno che verrà pagato 15 euro a ragazzo. Non sto parlando di scuole private, parificate , diplomifici e cose del genere, ma di normalissimi istituti pubblici”. Del resto, 15 euro sono una bella cifretta nella scuola del 2011: è quanto percepiranno i presidenti di commissione per l’esame della terza media. Mica a ragazzo: in tutto. Per diversi giorni di lavoro e (anche) 10 classi da valutare. Gli uffici scolastici, fioccando le defezioni, stanno disperatamente convocando insegnanti e dirigenti già in pensione. Meglio che i giovani capiscano subito cosa li aspetta per il futuro.
Brunetta non risponde ai precari: ’’Siete l’Italia peggiore’’
Durante il Convegno Nazionale dell’Innovazione svoltosi a Roma, alcuni lavoratori appartenenti alla Rete precari della Pubblica Amministrazione hanno chiesto di rivolgere una domanda al ministro. "Siete la parte parte peggiore dell’Italia, con voi non parlo", la sua reazione. Brunetta se n’è poi andato con l’auto blu evitando ogni confronto. Tensione fra i lavoratori e la scorta del ministro (video del Comitato In-dipendenti per la P.A., Punti San Precario Roma)
* la Repubblica, 14 giugno 2011.
GOVERNO
Insulti ai precari, scoppia il caso Brunetta
Bersani: "Estremista e preoccupante"
Il ministro della Funzione pubblica ripreso in un video in cui definisce i precari "L’Italia peggiore". Il segretario del Pd: "Lui e il governo non comprendono i cambiamenti del paese e della società". Donadi, Idv: "Andrà a casa". La Cgil: "Offesa per tutti i lavoratori". Critiche anche dalla maggioranza. La replica del ministro: "Azione mediatica premeditata. Ribadisco, siete l’Italia peggiore, ridirei tutto". Domani presidio dei precari al ministero *
ROMA - "Hanno divorziato dalla realtà. E stanno perdendo la testa". Non si fanno attendere le reazioni al comportamento di ieri del ministro Brunetta, ripreso in un video 1girato a margine di un convegno a Roma nella "Giornata dell’Innovazione". Al termine dell’incontro un gruppo di precari chiede la parola, che gli era stata accordata in precedenza. E malgrado la cortesia con cui i giovani erano arrivati sul palco, al solo udire la parola "precari" il ministro è sbottato e se n’è andato, definendoli "L’Italia peggiore". Quindi ha abbandonato la scena in macchina, rischiando anche di investire un membro del gruppo.
VIDEO: BRUNETTA E I PRECARI 2 - BRUNETTA A LA7 3
LA REPLICA DEL MINISTRO 4
Ospite di Otto e mezzo a La7, Brunetta ha poi rincarato la dose 5: "Basta con la retorica del precariato, ci vuole concretezza. Ogni tanto c’è una madre che si lamenta con me perchè suo figlio non trova lavoro, ma quando le dico: ’bene, allora domani mattina alle 5 vada ai mercati generali a scaricare le cassette’, lei risponde sempre no. Quello è il modo migliore se vuole lavorare, scaricare la cassette, per tutti gli italiani", ha concluso. Intanto, sulla pagina Facebook di Brunetta crescono le risposte al comportamento del ministro. E per domani alle 18.00 è previsto un presidio dei precari davanti al ministero della Funzione Pubblica, con l’obbiettivo di "dire al ministro che l’Italia peggiore è fatta da chi insulta questo paese", secondo gli organizzatori. Che aggiungono: "Chi non se ne va, chi studia, chi lavora, chi lotta per i proprio diritti rappresenta l’Italia migliore. Un’Italia che vuole rispetto".
Bersani: "Ha divorziato dalla realtà". Per il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, Renato Brunetta esprime "il divorzio tra il governo e la realtà che si è visto in questi mesi". Secondo Bersani, "Nelle espressioni estreme di Brunetta e non solo sue è evidente la profonda incomprensione di quanto sta avvenendo nella scietà italiana. Mettendo in fila gli avvenimenti degli ultimi mesi, tutto segnala una realtà profonda che si muove. E quando un governo, con la sua punta estrema Brunetta, mostra questo limite, c’è da essere preoccupati". Il segretario conclude: "è la discussione interna al centrodestra che non tiene conto della più grande crisi economica del dopoguerra". A Bersani fa eco il presidente del gruppo Pd al Senato Anna Finocchiaro, che dice: "Dichiarazioni indecenti. Evidentemente il governo non ha recepito il messaggio delle urne".
Alle parole del segretario si aggiungono quelle di Stefano Fassina, responsabile economia e lavoro del Pd: "Dichiarazioni inaccettabili. Se avesse un minimo senso delle istituzioni, Brunetta dovrebbe dimettersi".
Vendola: "Regressione civile". Il presidente di Sinistra Ecologia Libertà Nichi Vendola commenta il caso Brunetta: "Il comportamento e le parole usate ieri in diversi episodi da parte del ministro Brunetta sono inaccettabili, di fronte alla situazione dei precari, di fronte ad un tema che costituisce un’autentica tragedia sociale". Prosegue Vendola: "E’ inaccettabile perchè non si può liquidare con volgarità un problema che interroga la coscienza civile e democratica del nostro Paese. Il dramma della precarietà viene evocato dal Pontefice come da Draghi come una vera e propria piaga sociale. Gli atteggiamenti del ministro Brunetta sono altri segni della regressione civile che ha contraddistinto il governo delle destre in Italia". Critiche anche da Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione Comunista: "Brunetta, non contento di licenziare i precari adesso li insulta anche. Eppure esiste una strada semplice per assumere i precari del pubblico impiego: basta dimezzare gli stipendi dei parlamentari e chiudere gli enti inutili che Brunetta e i suoi amici si guardano bene dal chiudere".
Bonelli (Verdi): "E’ solo un violento". Il presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli risponde al ministro: "Brunetta è solo un violento: si dimetta e vada lui a scaricare le cassette ai mercati generali. La sua presenza al governo è inacettabile: non si è mai visto un ministro della Repubblica che insulta milioni di precari che non possono programmare la loro esistenza e le loro famiglie che ogni giorno devono confrontarsi con problemi enormi".
Donadi: "Gli italiani lo manderanno a casa". Arriva anche il commento di Massimo Donadi, capogruppo Idv alla Camera: "Renato Brunetta è un pessimo ministro che, oltre a far male il proprio compito, incendia gli animi con dichiarazioni inaccettabili ed offensive. In un Paese normale non gli sarebbe stato consentito di occupare la poltrona così a lungo, ma ci penseranno gli italiani a mandarlo a casa". Anche Leoluca Orlando commenta il comportamento del ministro: "Brunetta è indegno del suo ruolo. L’ignobile offesa fatta ieri ad alcuni precari, che volevano semplicemente conferire con lui, è vergognosa e inqualificabile".
Cgil: "E’ lui l’Italia peggiore". Secondo Fabrizio Fratini, segretario nazionale Fp Cgil, quella di ieri di Brunetta sui precari è "l’ennesima scenata del ministro che, intollerante come sempre a ogni forma di dissenso. Un atto volgare che offende i lavoratori tutti, non solo quei precari", scrive Fratini in una nota. E conclude: "A proposito delle Italia peggiore, avremmo da suggerirgli un bersaglio più idoneo per le sue battute di caccia mediatiche: l’Italia che bandisce concorsi ma che non assume i giovani che li vincono".
Critiche dalla maggioranza. Costanza Castello, coordinatrice nazionale dei Club di Forza del Sud, prende le distanze dal ministro: "Se Brunetta non è capace di equiparare diritti e doveri dei lavoratori italiani, eviti almeno di ergersi a detentore di un punto di vista privilegiato sul mondo, si faccia da parte e si dimetta". Una posizione simile anche per Marco Pugliese, coordinatore regionale per la Campania: "Trovo alquanto indecoroso le parole pronunciate da Brunetta. Forse anche per questo oggi la maggioranza in Parlamento è precaria".
Alle critiche di FdS si aggiungono quelle di Arturo Iannaccone, deputato dei Responsabili: "Dal ministro della Funzione pubblica ci aspettiamo che si scusi con i giovani precari, e che proponga delle soluzioni concrete ai problemi di chi è senza lavoro, in particolare nel Sud".
Brunetta: "Ridirei tutto, siete l’Italia peggiore". Arriva la replica del ministro, anche in video 6, e smentisce le accuse ai precari in generale, specificando di aver rivolto le sue parole al gruppo presente nel luogo del convegno. Dice Brunetta: "I fatti, innanzitutto. Al termine del mio intervento, una signora tra il pubblico ha chiesto di poter prendere la parola. Le ho chiesto di salire sul palco, ma ho preferito lasciare la sala quando ho capito che la signora intendeva sollevare il problema dei precari nella Pubblica Amministrazione: un argomento non solo estraneo al tema del convegno ma che avrebbe richiesto bel altro tempo e ben altra attenzione. A quel punto da parte di alcuni suoi sodali sono iniziati a volare insulti accompagnati dall’esposizione di un grande striscione di protesta, a riprova di quanto la loro azione fosse stata premeditata con cura a fini mediatici. Da qui il mio duro giudizio su lorsignori (non certo sui precari tout court), che ribadisco con forza: siete l’Italia peggiore" . Il ministro prosegue: "L’Italia peggiore è quella di quanti, non avendo di meglio da fare, irrompono sistematicamente in convegni e dibattiti per interrompere i lavori, insultare i presenti e riprendere la loro bravata con una telecamerina per poi passare subito il video ai giornali amici, che notoriamente pullulano di precari". Brunetta non risparmia nessuno e conclude: "L’Italia peggiore è di quanti si nascondono compiacenti dietro questi signori, come Bersani e Orlando, sostenendoli in maniera strumentale pur senza conoscere argomenti e fatti. L’Italia peggiore è quella che usa la Rete come un manganello per agguati squadristici, senza aver nulla da dire. Che pena". E in serata dal ministro arriva un’ulteriore precisazione: "Ridirei tutto".
* la Repubblica, 15 giugno 2011 (Ripresa parziale).