IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO BERLUSCONI agisce contro L’UNITA’ E LA REPUBBLICA D’ITALIA!!!
Appello al Presidente della Repubblica e al Presidente della Corte Costituzionale
USCIRE DAL SONNAMBULISMO - FARE CHIAREZZA LOGICA. POLITICA, E COSTITUZIONALE.
CONTRO UN PRESIDENTE (DI UN PARTITO) CHE GRIDA "FORZA ITALIA" DAL 1994 .... SOLO L’INTERVENTO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA E DELLA CORTE COSTITUZIONALE PUO’ ESSERE DECISVO!!!
"SE NON PUO’ COMPRARE" (CONCITA DE GREGORIO), BERLUSCONI - IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO (DEL PARTITO ISTITUZIONALE CHIAMATO "FORZA ITALIA") - DEVE CHIUDERE LA REPUBBLICA E L’UNITA’ D’ITALIA. PER "FORZA" - E IN TUTTI I SENSI!
PER TUTTI, PER L’ITALIA CHE VERRA’ .... AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA L’INVITO A RIPRENDERSI LA "PAROLA" E A RIDARE ORGOGLIO E DIGNITA’ A TUTTO IL PAESE: VIVA L’ITALIA!!!
Federico La Sala
Sul tema, nel sito, si cfr.:
ATTENTATO ALLA COSTITUZIONE? GIA’ FATTO!!!: IL SONNO DELLA RAGIONE COSTITUZIONALE GENERA MOSTRI
Una ferita alla democrazia
di NADIA URBINATI *
Fatte salve le forme dell’uguaglianza civile e politica, ogni moderna democrazia funzionante è in grado di scegliere, di selezionare classi di governo in senso proprio, e di consentire il formarsi, nella società, di ceti dirigenti in senso lato, sulle basi dell’ingegno, dell’impegno e del merito. Sono le élites - aristocratiche, borghesi, operaie - quelle che hanno anticipato i nuovi orizzonti della società.
L’hubrys dominandi sembra rendere il nostro premier incapace perfino di comprendere il senso del limite e della limitazione. Il fatto preoccupante è che nessun contenimento tradizionale del potere sembra efficace abbastanza. La ragione di questa inefficacia non sta nelle strategie costituzionali, che sono chiare e ottime, ma in un fattore che è culturale e per questo difficile da modificare o contenere. Per dirla in parole povere, i contrappesi costituzionali e ogni azione di contenimento di carattere giuridico e istituzionale funzionano soltanto e fino a quando c’è da parte di chi governa la volontà di rispettarli, fino a quando cioè la costituzione formale e quella materiale coincidono. È proprio questa coincidenza che oggi si è spezzata cosicché alla costituzione scritta, come ha messo in evidenza più volte Gustavo Zagrebelsky, se ne è come sovrapposta un’altra, quella che si riflette nelle leggi, nelle politiche e nei comportamenti del governo e del suo leader. La regola che governa il nostro paese è funzionale a uno scopo molto semplice nella sua brutalità: conservare il potere ed esercitarlo per il bene e l’interesse di chi lo esercita. Qui sta il vulnus dispotico del quale soffre la democrazia italiana oggi.
Certo, si tratta di un vulnus che gode della maggioranza dei voti degli italiani; ma è bene essere consapevoli che quello che la maggioranza esercita non è un potere innocente, perché è stato costruito affidandosi in larga parte all’uso spregiudicato e poi al dominio diretto e incontrastato dei media. Ieri Berlusconi ha attaccato l’informazione nel suo complesso: ma quante sono le reti televisive e le testate libere in Italia?
Per questa ragione è fuorviante parlare di tirannia della maggioranza, perché, come ben compresero i liberali ottocenteschi, in un governo rappresentativo è sempre e comunque una minoranza a tenere le fila del potere della parola. Questo vale in maniera spropositata nella nostra democrazia, dove il rischio alle libertà civili primarie - in primis quella della libera formazione e manifestazione delle idee - - viene dai pochi, i molti essendo uno strumento di sostegno passivo. I cittadini sono ridotti a semplici spettatori con l’aggravante che lo spettacolo al quale assistono è scientemente manipolato e decurtato. Gli italiani - quell’80% che si affida alla televisione per informarsi - - vivono come in uno stato di autarchia mediatica, chiusi al mondo del loro paese e a quello che del loro paese il mondo pensa e scrive. Questa è la situazione gravissima nella quale ci troviamo.
Il premier considera e tratta l’Italia come il suo cortile di casa: con collaboratori domestici o addomesticati che si preoccupano di allontanare da lui ogni sospetto di dissenso, che confezionano notizie con lo scopo di nascondere la verità ai cittadini e passano leggi per accomodare il diritto alle necessità del premier; con intrattenitori e intrattenitrici che rallegrano la sua vita; con ministri che come visir sfornano politiche che falcidiano la cosa pubblica, dalla scuola alla sanità, e dirottano risorse non si sa bene dove e per fare cosa.
Perché tutto questo si tenga il dissenso deve essere azzerato con tutti i mezzi: dal mercato alle strategie intimidatorie. L’obiettivo è terrorizzare e ridurre al silenzio chi pensa liberamente per infine circondarsi di yes-men e yes-women. Che sia un segno di impotenza invece che di forza è evidente, tuttavia per chi tiene ai diritti e alla libertà gli effetti di questo potere di dominio sono disastrosi. Ora, non c’è da dubitare che il Pdl ospiti molti liberali, persone convinte che i diritti di libertà siano un bene prezioso che non può essere sacrificato a nessuna maggioranza - come possono questi liberali restare in silenzio? Come possono non comprendere che nella nostra Costituzione scritta è anche la loro sicurezza? Si usa dire che le costituzioni sono scritte quando il popolo è sobrio e pensando all’eventualità che potrebbe non esserlo sempre. I liberali hanno voluto legare la volontà della maggioranza con le costituzioni perché sono pessimisti abbastanza da non escludere che si possano formare maggioranze non sobrie che traghettino il paese verso acque pericolose. I liberali tutti non possono non vedere che l’Italia si trova oggi a navigare in un mare in tempesta, battuta da un lato da pericolose ondate di razzismo e intolleranza e dall’altro da un leader che ha in disprezzo i diritti fondamentali. L’attacco frontale a Repubblica, quello subdolo all’Avvenire, la critica durissima alla stampa estera - e l’ultima accusa al sistema informativo tout court - costituiscono un pericolo che nessun liberale serio può sottovalutare.
Le strategie di difesa contro questo esorbitante potere sono molteplici. In primo luogo è urgente che l’opposizione di scrolli dal torpore delle sue solipsistiche diatribe che ne paralizzano l’azione politica e si faccia promotrice di un coerente discorso politico alternativo che rimetta in moto un movimento civile di opinione che chieda a voce alta verità e giustizia, che sappia riportare i cittadini nell’agorà pubblica; in secondo luogo vanno usati tutti gli strumenti giuridici di cui il nostro Stato e l’Ue dispongono: portare il caso italiano davanti al parlamento europeo propone Gianni Vattimo, ma si dovrebbe anche aggiungere, rivolgersi direttamente alla Corte Europea dei Diritti; in fine, mettere in moto tutti gli strumenti dei quali l’opinione politica libera può disporre, e visto che non pare facile strappare il bavaglio imposto dalle televisioni nazionali, occorrerebbe attivare una rete di controinformazione tramite il web, i giornali, le associazioni della società civile, i movimenti. Ci troviamo in una condizione di emergenza e di eccezionale rischio. è la nostra dignità di cittadini che deve essere riscattata da questo clima di docilità e servizievole sudditanza. Ed è la nostra Costituzione scritta che ci legittima a fare quello che dobbiamo per difenderla.
* la Repubblica, 5 settembre 2009
Informazione, Bindi: Mussolini dilettante rispetto Berlusconi *
GENOVA - "L’ho già detto nei giorni scorsi e oggi ha ancora di più un senso: Mussolini rispetto a Berlusconi era un dilettante. C’é una vera e propria emergenza democratica perché il diritto dell’informazione subisce da troppo tempo attentati gravissimi, cominciando dalla Rai e passando per Repubblica, Unità e Avvenire". E’ il parallelo che il vicepresidente della Camera Rosy Bindi fa arrivando alla festa del Pd di Genova.
"E’ evidente - sostiene Bindi - che non c’é più il diritto di informazione e di critica. Si usano armi di distruzione della democrazia e di distrazione di massa perché mentre noi siamo impegnati a denunciare queste cose, i cittadini non sono informati sulla crisi, sulle sue conseguenze e su drammi come quello dell’immigrazione".
Libertà di informazione, si prepara la manifestazione del 19. Crescono le adesioni *
Crescono l’attesa e le adesioni in vista della manifestazione del 19 settembre, decisa dalla federazione nazionale della stampa per segnalare i rischi che corre la libertà d’informazione nel nostro paese. Le ultime vicende, il caso Boffo, le aggressioni di Berlusconi a Repubblica e Unità, l’insofferenza del premier e di una parte del governo alle critiche e allo stesso lavoro dei portavoce europei, peraltro difesi da Barroso, hanno fatto da detonatore a un tema che da tempo dovrebbe essere all’ordine del giorno. Nelle ultime ore le adesioni alla giornata di lotta decisa dalla federazione della stampa stanno crescendo in modo esponenziale.
Oltre al Pd, che ha per primo sottolineato la necessità di una manifestazione sul tema, e agli altri partiti di opposizione, prendono posizione singole personalità, organismi, associazioni, sindacati. Cresce insomma la mobilitazione per l’appuntamento. Aderiscono anche i Verdi e Di Pietro, che però torna anche a chiedere una perizia psichiatrica per Berlusconi.
La Fiom ha dato la sua adesione: le tute blu di corso d’Italia esprimono «solidarietà e sostegno alle redazioni dei giornali, alle giornaliste e ai giornalisti querelati o fatti comunque oggetto di attacchi intimidatori e a tutti gli operatori dei mezzi di informazione e di comunicazione che lavorano per difendere un bene comune fondamentale: quello della democrazia sancito dalla costituzione».
«C’è da tempo una regia di intimidazione nei confronti della stampa libera, almeno di quella parte che non è già condizionata dal conflitto d’interessi». Lo ha detto oggi pomeriggio a Pisa nell’incontro con sostenitori della sua mozione il segretario del Pd Dario Franceschini rispondendo ad una domanda dei giornalisti sulle dimissioni del direttore di Avvenire, Dino Boffo. «Anche per questo - ha aggiunto Franceschini - io sono soddisfatto che ci sia una mobilitazione organizzata non da un partito ma da associazioni e sindacati a cui noi saremo presenti, perchè penso che la battaglia per la libertà d’ informazione non debba avere un colore politico, una bandiera, ma debba riguardare tutti quelli che hanno a cuore questi valori e questi principi che sono fondanti di ogni democrazia».
Persino un sondaggio di Sky, le cui risposte sono in genere sempre benevole verso le tersi di Berlusconi, indica che la maggioranza dei cittadini considera in pericolo la libertà d’informazione.
«Libertà di stampa da difendere». È l’appello lanciato dal presidente dell’Ordine dei giornalisti Lorenzo Del Boca, secondo il quale «questi sono davvero giorni terribili per la stampa e per i giornalisti che ci lavorano: l’insulto ha preso il posto delle riflessioni e le stesse notizie vengono ora amplificate ora mimetizzate per diventare funzionali a progetti ’politicì che poco hanno a che vedere con il dovere di informare».
* l’Unità, 03 settembre 2009
Benigni infiamma la festa Pd
di Andrea Carugati *
Seduti uno a fianco all’altro allo spettacolo di Benigni, Pierluigi Bersani e Dario Franceschini si godono uno dei rari momenti di serenità di queste settimane. «Robertaccio è riuscito a mettervi insieme...». «Sì. Faccio l’accordo unitario su di lui e non ci ritiriamo», propone Franceschini. E Bersani: «Della serie, vai avanti tu che mi viene da ridere... ». Chiacchiere e sorrisi a beneficio dei fotografi, accanto all’ex ministro c’è anche la riservatissima moglie Daniela. Roberto li aspetta al varco, i due candidati.
Arriva parlando in genovese, «Belin», e punta subito dritto sulle escort di Berlusconi: «Paganelli, se dicevi che era un festino veniva Silvio direttamente da Villa Certosa con Alinghi». «Eh, Bersani, che record, abbiamo perso 4 milioni di voti, e Veltroni fra un po’ scriverà il libro “io” perché non c’è più nessuno. Bisogna che non si arrivi sotto il 2%, ieri mi sono iscritto e ero il 15esimo». «E poi quello che ci ha dato la linea è Fini, mentre Bersani l’ha data a quelli di Comunione e Liberazione...». «Da chi ci facciamo guidare. Da Pierluigi, Ignazio o da D’Addario? Quando sente questo nome Berlusconi trema... ». «Sì, si è un po incattivito, ha venduto Kakà e ha comprato Feltri: costa meno e sulle punizioni è molto piu bravo... e poi le veline su Boffo, lui ha avuto la solidarietà del Papa, Feltri quella del Papi».
«Di veline ne ha tantissime, è un vizio di famiglia, ne ha tantissime anche su Bersani e Franceschini, vedrete cosa uscirà. Silvo ha fatto bene a denunciare Repubblica e Unità, devono smettere di andare in giro a scrivere cose vere, se fossero false... ». E poi le feste: «Silvio perchè non mi inviti alle feste, alle orge con i vestiti di babbo Natale, tutti ignudi. Fede è stato beccato a fare l’amore con una pecora gonfiabile». «Ma io non voglio parlare dei fatti privati di Silvio, tipo la Costituzione, il lavoro, quelli sono fatti suoi, io parlo dei fatti pubblici, le mignotte». «Silviooo!! Dammene una di porcellona a cinque stelle!!», è il grido di Robertaccio.
«Ci sono le registrazioni e lui giura sui suoi figli che non è vero. Mi chiedo di chi sono i figli... ». «Ha paura», scherza Benigni. «Adesso non vuole che parlino nemmeno i portavoce dell’Europa. Ma quelli sono portavoce, come fanno a stare zitti?». L’Unità: «Ha fatto causa perché hanno scritto che ha problemi di erezione. Silvio non ti preoccupare, ce li ho anch’io. Come farà a dimostrare davanti al giudice che non ha problemi? È difficilissimo avere un’erezione davanti al giudice, io una volta c’ho provato... ». E Noemi? «Ha detto che il babbo era l’autista di Craxi, poi il cuoco di Berlinguer, poi l’idraulico di De Gasperi. Era così arrapato che ha fatto il conto alla rovescia con le candeline, appena ha compiuto 18 anni... non si teneva con questa potenza sessuale impressionante... ».
E le farfalline? «Ormai l’Italia è piena, Piero Angela ha fatto una puntata speciale di Super Quark... ». «E poi le fa diventare assessori o le manda in Europa, e le paghiamo noi. Ma Silvio con tutti i soldi che hai perché non le paghi tu?». «Vuol passare alla storia come Quinto Fabio Massimo, Silvio il trombatore». E Feltri? «Adesso ha una registrazione di Prodi del ‘71 con le gemelle Kessler e dice “Aspettami sul letto di De Mita”, e Bersani innamorato di Pupo che molesta la moglie col cellulare di D’Alema... ».
* l’Unità, 04 settembre 2009
Ansa» 2009-09-04 21:38
PREMIER: POVERA ITALIA, SULLA STAMPA IL CONTRARIO DEL VERO
ROMA - ’’Credo possiate leggere i giornali di oggi dove c’e’ tutto il contrario della realta’. Abbeveratevi della disinformazione di cui siete protagonisti. Povera Italia, con un sistema informativo come questo’’: cosi’ il premier Silvio Berlusconi, lasciando il Coi (il Comando operativo di vertice interforze) ha risposto a chi chiedeva di commentare le dimissioni del direttore di Avvenire Dino Boffo.
"Vi faccio i miei migliori auguri per cui tutto funzioni con efficacia e senza vittime. Siamo impegnati al vostro fianco, affinché la politica non vi dia fastidio". E’ un passaggio del messaggio che il premier ha rivolto questa mattina ai militari italiani in missione in Libano, Kosovo e Afghanistan, con i quali si è collegato in videoconferenza dal Coi (Centro Operativo Interforze), durante una visita con il ministro della Difesa Ignazio La Russa, i sottosegretari alla presidenza del consiglio Gianni Letta e Paolo Bonaiuti e i sottosegretari alla Difesa, Guido Crosetto e Giuseppe Cossiga. "Sono ammirato da come tutto il coordinamento e l’informazione sulle missioni italiane nel mondo parta da qui, un centro all’avanguardia - ha detto in collegamento con le basi libanese di Tibnin, kosovara di Belopolje e con Kabul -. Poi certo è importante la qualità e il valore di chi opera sul campo. Io, in tutti i fori internazionali ricevo sempre complimenti ammirati per tutti i militari italiani in missione all’estero, in particolare i carabinieri. Ne ho parlato recentemente con Obama, che mi ha ringraziato per l’aumento del contingente in Afghanistan, per l’addestramento, per il quale gli italiani sono molto bravi".
Il premier che si è trattenuto al Coi per circa due ore, parlando con il generale Castellano a Kabul, si è complimentato così: "date lustro e orgoglio all’Italia. Grazie a nome mio e del governo per quello che fate". Infine, Berlusconi ha ringraziato i militari anche per l’operazione ’strade sicure’, grazie alla quale "i cittadini nelle ultime due estati si sono sentiti assistiti, protetti e difesi", e per "lo straordinario contributo dei militari nell’emergenza rifiuti a Napoli e Palermo".