SOLI CON SE STESSI - CON AMORE ("CHARITAS"), NON CON "MAMMONA"! Alberto Mello, monaco della Comunità di Bose, riflette sulla "solitudine del credente" nella Bibbia. Una nota di Maurizio Schoepflin - a c. di Federico La Sala

giovedì 12 agosto 2010.

la recensione

Siamo soli davanti a Dio: come Adamo, come Gerusalemme

di MAURIZIO SCHOEPFLIN (Avvenire, 12.08.2010).

«Quello che presento è un percorso biblico che ha come filo conduttore la solitudine del credente». Con queste parole Alberto Mello, monaco della Comunità di Bose, docente presso lo Studio Biblico Francescano di Gerusalemme, indica con chiarezza al lettore lo scopo del suo libro; un’opera che - come egli stesso riconosce - va un po’ controcorrente, dal momento che oggi si tende a privilegiare gli aspetti comunitari e comunionali della fede cristiana, piuttosto che la sua costitutiva dimensione legata all’ineliminabile singolarità di ogni persona.

È stato il contatto costante con la Sacra Scrittura a convincere Mello ad affrontare l’argomento che dà il titolo al libro: «Dobbiamo imparare ad abitare la solitudine - si legge nella premessa -, ad addomesticarla, a rendercela familiare, e mi è sembrato che proprio questo potesse essere un insegnamento dei grandi credenti della Bibbia».

E proprio ad alcune figure-chiave del testo sacro sono dedicati gli 11 capitoli del libro. Mello inizia con Adamo e prosegue con Abramo, la cui solitudine «è operante, è fattiva, perciò non è negativa: è la condizione di una più grande attività spirituale, innescata per l’appunto dalla fede».

C’è poi la solitudine di Giuseppe, «quella derivante dall’incomprensione, dall’ostilità, dal tradimento dei fratelli». Anche Mosé è rimasto solo sull’Horeb, a tu per tu con Dio, e solo si è ritrovato dinanzi al popolo che adorava il vitello d’oro.

La solitudine ha caratterizzato poi l’esperienza di Elia, avvolto da un silenzio sottile, di Isaia e di Geremia. E come non ricordare i momenti di drammatica solitudine vissuti da Gesù? Mello dedica a essi un intenso capitolo, nel quale viene messa in luce la misteriosa e profonda relazione esistente tra il Cristo solo e il Cristo orante, dal Tabor al Getsemani: una sorta di «limite necessario alla nostra conoscenza di lui», della sua coscienza messianica. Vi è persino la solitudine di una città intera, Gerusalemme, conseguenza del «particolare compito rivelativo destinatole da Dio nella storia».

Parlando di Gesù, Mello propone una chiave interpretativa che appare in grado di spiegare tutto il suo lavoro. È l’evangelista Giovanni a venirci in aiuto, quando, ripetutamente, fa dire a Gesù che la sua solitudine è, in realtà, apparente: con lui c’è sempre il Padre che non l’abbandona mai.

Saranno gli uomini, anche i più fidati, a rinnegarlo e a tradirlo, ma il Signore Dio gli sarà sempre accanto, tanto da non lasciarlo neppure nelle mani della morte, alla quale lo sottrarrà gloriosamente dopo tre giorni.

-  Alberto Mello

-  LA SOLITUDINE DEL CREDENTE

-  Edb. Pagine 128. Euro 11 ,50.


Sul tema, in rete e nel sito, si cfr.:

DEUS CHARITAS EST (1 Gv.: 4.8) - AMORE E VERITA’: "Zobel, S.v. "Chesed", in Grande Lessico dell’Antico Testamento 111, col. 62. A. Lancellotti definisce bene la portata semantica di questa endiadi come "l’immutabilità (emet) delle promesse di amore (chesed) da parte di Dio" (Salmi I, p. 205). Non va neppure sottovalutato il diverso genere dei due membri di questa endiadi: chesed è maschile, mentre emet è femminile, un dato che viene sfruttato, ad esempio, nel Sal 85,11: "Si incontrano amore e verità", che vengono quasi personificate in un amplesso amoroso" (Alberto Mello, Un amore fedele, in "L’amore di Dio nei Salmi").

-  UN FALSO FILOLOGICO, ANTROPOLOGICO E TEOLOGICO. DIO e’ AMORE ("CHARITAS") non MAMMONA ("CARITAS"), COME SCRIVE BENEDETTO XVI ("Deus caritas est", 2006).
-  Così "il Dio del denaro" inganna Papa Ratzinger, e Papa Ratzinger inganna gli uomini.... e rende cieco anche Enzo Bianchi

LA CHIESA DEL SILENZIO E DEL "LATINORUM". Il teologo Ratzinger scrive da papa l’enciclica "Deus caritas est" (2006) e, ancora oggi, nessuno ne sollecita la correzione del titolo. Che lapsus!!! O, meglio, che progetto!!!

ECUMENISMO E PROBLEMA DELL "UNO". LA LEZIONE EVANGELICA DEL "PADRE NOSTRO" ("DEUS CHARITAS EST": 1 Gv. 4.8), E LA LEZIONE ’CATTOLICA’ DEL POSSESSORE DELL’"ANELLO DEL PESCATORE" ("DEUS CARITAS EST": BENEDETTO XVI, 2006), E TEOLOGIA POLITICA DELL’"UOMO SUPREMO" ("DOMINUS JESUS": J. RATZINGER, 2000).I TRE ANELLI E L’UNicO "PADRE NOSTRO".

RATZINGER ’A SCUOLA’ DEL VISIONARIO SWEDENBORG. Una nota di Leonard Boff e una di Immanuel Kant


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