La memoria mi aiuta. Curiosità diffusa, occhi puntati come l’obiettivo d’una telecamera. Infiniti piani sequenza.
Vattimo entrò con me a San Domenico, la piccola chiesa del quartiere Olivaro; abbandonato dalla politica. Dietro c’erano tutti i ragazzi del gruppo "Vattimo per la città".
Domenica delle Palme, coro in gran forma. Don Carlo, un prete di periferia attivo e simpatico, che rivolge un saluto a Gianni Vattimo, "filosofo di fama internazionale". "Benvenuto professore, benvenuto nella nostra parrocchia". E un "Alleluia" prolungato e infine acuto.
Quel giorno Gianni fece la comunione. Pregò a voce bassa, quasi seguendo la celebrazione del don, decisa, con tono forte e parole scandite.
Un’immagine irripetibile, che davvero rievocava in qualche modo l’ingresso trionfale di Cristo, figlio di Dio ma anche uomo politico.
Non accadrà più: un cristiano, maestro del pensiero più cristiano del presente, in una comunità emarginata ma vigorosa nella fede. L’incarnazione del pensiero debole fra i più deboli della Calabria, soggiogati da professionisti del sistema clientelare e da spudorati membri di sette masso-mafiose, dedite a ogni sorta di raggiro pur di mantenere il potere e scacciare ribellione e rivolta.
Con quel potere che Vattimo lo ha temuto così tanto da screditarlo all’elettorato locale con l’annuncio porta a porta: "E’ arrivato il frocio, non l’ombrellaio".
Davvero c’era Gesù, lì, dentro la Chiesa di san Domenico. Mai come quel giorno ne ho avvertito la presenza e sono stato convinto della sua esistenza, non solo storica.
Come in un sogno, però, tutto svanì presto; grazie alla disonestà intellettuale e morale di diabolici servitori del Male.
Ricordo lo spirito truffaldino di rappresentanti di partito davanti alle schede elettorali, rapaci e capaci nella protesta, nel pretendere scenicamente l’assegnazione del voto ai loro big, piuttosto che al simbolo innocente, Vattimo, d’un programma elettorale vero, fattibile, umano.
Quello fu l’ultimo treno perso da San Giovanni in Fiore (Cs), l’ultimo comune dell’Europa unita, quello in cui la mafia è palmare, e proprio per questo non avvertita.
A dispetto, purtroppo, della sua storia, di "san" Gioacchino da Fiore, della sua natura e dei suoi tanti cittadini onesti sparsi per il mondo od obbligati al silenzio.
Emiliano Morrone
Roma, 16 marzo 2008
QUELLA DOMENICA DELLE PALME .... E QUESTA DOMENICA DELLE PALME, 16.03.2008 d. C... Da - RICORDARE:Papa: prega per l’Iraq, tace sul Tibet.
Caro Emiliano...
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Si estende la protesta per il Tibet
Il Dalai Lama: "E’ un genocidio culturale"
Nel Sichuan migliaia di monaci si confrontano con le forze di sicurezza cinesi. Assaltata una stazione di polizia, 7 morti. Interviene l’autorità spirituale dei monaci: "Serve un’inchiesta internazionale, no al boicottaggio dei Giochi". Secondo il governo tibetano in esilio ci sarebbero stati finora 80 morti. A Lhasa la polizia cerca i rivoltosi casa per casa. Proteste anche in Europa: all’Aja assalto all’ambasciata cinese
16:05 Papa: prega per l’Iraq, tace sul Tibet
Un fermo appello sull’Iraq, con accenti molto critici verso la guerra scatenata cinque anni fa dagli americani, nessun riferimento alla repressione cinese delle proteste in Tibet: così il Papa ha oggi introdotto la preghiera dell’Angelus dal sagrato di San Pietro, dopo aver celebrato la messa delle Palme
* la Repubblica, 16.03.2008. - ripresa parziale
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Che dire?!!!
L’effetto Lucifero ormai costringe in una morsa tutta la Terra - dal locale al globale, da San Giovanni in Fiore alla Città del Vaticano fino a Pechino - e la "sua" fiaccola ... blindata sarà portata fin sulla cima dell’Everest Mondo. Giocare ad essere i "padri eterni" dell’dell’Aldilà è sempre più di moda - a livello planetario!!!
Ma - come ben sai - il gioco è vecchio - e scoperto!!! E nuovi lavori urgono - come hai gia ben detto e ben indicato - a San Giovanni in Fiore!!!
Molti saluti e buon lavoro
Federico La Sala
Infatti. Il concetto, leggendo, è proprio il seguente: c’è un gran bel coro nella chiesa di San Domenico all’Olivaro, quartiere del Comune di San Giovanni in Fiore (Cosenza).
Il coro di San Domenico non c’entra con la politica, con la critica politica e con l’analisi sulle parti (politiche) svolta nell’articolo.
Cordiali saluti.
em
Caro Direttore,
alcuni pensieri sono come un fiore: quando sboccia, il suo profumo inebria tutto : chiesa, coro, celebrante, concelebranti.... Anche e soprattutto a San Giovanni in FIORE !
Grazie, carissimo Biasi.
Con speranza sempre viva, Tuo emiliano