’’Perché uomini di chiesa la ostentano al posto del crocifisso?’’
Vaticano contro la bandiera arcobaleno: ’’Il vero simbolo della pace è la croce’’
L’Agenzia Fides in un lungo servizio ricostruisce le origini del vessillo multicolore: ’’Rappresenta il new age e il movimento gay. Trova le sue origini nelle teorie teosofiche della cultura indiana. E’ diventata simbolo elettorale della sinistra radicale. Insomma mischia tutto meno il messaggio cristiano nella sua essenzialità’’. Da Picasso ai no global, le tante anime riunite sotto l’arcobaleno
Città del Vaticano, 20 giu. (Adnkronos) - E’ la croce di Cristo e non la bandiera arcobaleno il vero simbolo della pace. E’ quanto afferma oggi l’agenzia di stampa vaticana ’Fides’ in un lungo servizio dal titolo: ’L’arcobaleno: sincretismo o pace?’.
La polemica è diretta verso quei religiosi, sacerdoti, uomini di Chiesa che hanno scelto di portare la bandiera arcobaleno come segno di pace nelle marce o l’hanno appesa ai campanili delle chiese preferendola alla croce.
Ma in questo modo sembrano aver dimenticato i molteplici significati politici del vessillo. La bandiera è infatti stata, in tempi recenti, il simbolo prima dei movimenti della pace poi anche di quello no-global e infine, in Italia, è comparsa di nuovo nel simbolo elettorale della sinistra radicale.
L’agenzia vaticana ricostruisce le ambigue radici storiche e culturali della bandiera per la pace. ’’In realtà - spiega Fides - le origini vanno ricercate nelle teorie teosofiche nate alla fine dell’’800. La teosofia (letteralmente ’Conoscenza di Dio’) è quel sistema di pensiero che tende alla conoscenza intuitiva del divino’’, ed è corrente filosofica presente da sempre nella cultura indiana. ’’Diverse sono le versioni sull’origine di questa bandiera. Una di queste è riconosciuta ad Aldo Capitini (fondatore del Movimento Nonviolento) che nel 1961 la usò per aprire la prima Marcia per la Pace Perugia-Assisi. Un’altra segnala che la sua origine risale al racconto biblico dell’Arca di Noé e che quindi è un simbolo cristiano a tutti gli effetti. Un’altra ancora spiega che la bandiera arcobaleno è il simbolo della città di Cuzco, capitale dell’impero Incas. Fu scelta, dall’imperatore del tempo, perché in quella vallata ogni volta che pioveva si formavano degli arcobaleni brillantissimi.
Dalla Francia arriva la spiegazione che quel vessillo è il simbolo del movimento delle cooperative francesi creato intorno al 1920. Un’altra viene fatta risalire al 1950, la bandiera fu utilizzata in America come simbolo della pace dalle associazioni pacifiste e nonviolente. Altri dicono che sia stata ’’inventata’’ dal filosofo Bertrand Russel nel 1956 in Inghilterra’’. Non mancano poi i riferimenti al movimento gay - con una lieve variazione nella disposizione dei colori - che ha fatto dell’arcobaleno il suo segno di riconoscimento.
Tuttavia la complessità spirituale che è all’origine del simbolo, il suo intrecciarsi con così numerosi fattori culturali, sociali e politici, ne fanno una ’’valida sintesi per rappresentare il sincretismo’’ che mischia filosofie orientali, new age, neopentecostalismo; tutto insomma, meno il messaggio cristiano nella sua essenzialità.
’’Come mai - si domanda dunque l’agenzia vaticana - uomini di chiesa, laici o chierici che siano, hanno per tutti questi anni ostentato la bandiera arcobaleno e non la croce, come simbolo di pace?’’
Sul tema, nel sito, si cfr.:
Paloma, la pace amata come una figlia
di Tomaso Montanari (il Fatto Quotidiano, 17 marzo 2014)
La colomba è il più universale simbolo della pace: da quando Noé ne fece uscire una dall’Arca per capire se le acque del Diluvio si fossero ritirate dalla terra. Al secondo tentativo, la colomba tornò a lui, con un ramoscello d’ulivo in bocca: era finita. Dio aveva fatto pace col mondo, e stese il suo arco da guerra tra la terra e il cielo: era l’arcobaleno, segno dell’alleanza con ogni «essere che vive in ogni carne che è sulla terra».
Ma, dice ancora la Bibbia, dopo l’ultimo volo, la colomba non tornò più da Noé. Dio aveva fatto pace col mondo, ma gli uomini non conobbero la pace tra loro.
Da allora, la pace è un’utopia, e cioè qualcosa che non c’è, ma la cui ricerca continua dà senso a tutto quello che c’è.
Paloma di Pablo Picasso, litografia per il primo congresso mondiale per la Pace, Parigi 1949
In un tempo più vicino a noi, negli anni in cui nascevano i vostri nonni, abbiamo capito che la pace non c’è dove non ci sono giustizia e uguaglianza. Così, nell’aprile del 1949 si riunì a Parigi il primo Congresso mondiale per la Pace. Pablo Picasso - in quel momento il più importante artista del mondo, e membro del Partito comunista francese - ne disegnò il manifesto: scelse quell’antichissimo simbolo, la colomba.
Era una bellissima, naturalistica colomba bianca: come quelle che suo padre dipingeva quando lui era bambino. Il babbo si portava a casa alcuni piccioni impagliati, per usarli come modelli, e il piccolo Pablo ne aveva paura. Per tutta la vita rimase ossessionato da questi animali che noi consideriamo pacifici, ma che in realtà non lo sono poi tanto.
In ogni caso, Picasso rappresentò questa colomba bianca in una delle sue più belle litografie, tutta giocata sul rapporto tra la scala del bianco e quella del nero. Un’immagine che nasce dal contrasto: un po’ come la pace, insomma.
Da allora, Picasso disegnò moltissime altre colombe della pace, sempre più stilizzate e sempre più famose. In molte interviste egli si disse stupito del fatto che un uccello che in natura è aggressivo e perfino crudele sia diventato un simbolo di pace.
Ma forse è proprio per questo che è il simbolo giusto: la pace è un progetto di cambiamento, non un sogno ad occhi aperti. È la sfida di cambiare il mondo, non l’inganno di vedere il mondo diverso.
Bisogna crederci, contro ogni speranza. Come quando nasce un bambino: non sappiamo cosa sarà della sua vita, ma sappiamo che la sua nascita è già l’inizio di un mondo diverso.
Pochi mesi dopo aver disegnato questo manifesto, a Pablo Picasso nacque una bambina. La chiamò Paloma: in spagnolo, colomba.