[...] Di fronte allo spettacolo di edifici di recente costruzione, distrutti dal terremoto e che hanno provocato tante vittime, Giorgio Napolitano dice: "Deve esserci un esame di coscienza senza discriminanti né coloriture politiche, riguardo a chi ha avuto responsabilità. Nessuno in questi casi dovrebbe chiudere gli occhi".
"Bisogna vedere - ha aggiunto Napolitano - come sia potuto accadere che non siano state attivate indispensabili norme, che erano state tradotte in legge e chiedersi anche come non siano scattati i necessari controlli. Nessuno in questi casi nessuno dovrebbe chiudere gli occhi. Né chi vende, né chi acquista un immobile. Ma al di là delle responsabilità, bisogna decidere - ha sottolineato il presidente della Repubblica - cosa è possibile fare, affinché tutto ciò non accada mai più. E questo si può fare non con profezie o impossibili previsioni dei terremoti, ma rendendo sicuri gli edifici, anche quelli più antichi".
Anche sul terremoto bisogna parlare il linguaggio della verità, dice Giorgio Napolitano, che vede "irresponsabilità diffuse" di fronte alla tragedia di edifici antisismici ugualmente crollati travolgendo vite umane [...]
Diretta - CRONACA
Napolitano visita le zone terremotate
"Nei soccorsi generosità straordinaria"
Cdm: "Dopo Pasqua sospesi bollette e mutui" *
Il capo dello Stato all’Aquila si commuove davanti alle bare. Ringrazia per l’efficenza della macchina dei soccorsi. Poi si lamenta con i giornalisti: "Non sono qui per farmi fotografare". Recuperati altri corpi, il bilancio è di 279 vittime. Il Viminale: si scaverà fino a Pasqua. Nuove forti scosse nella notte e all’alba. Un migliaio i feriti, 28 mila i senza casa, quasi 18 mila nelle tendopoli. Domani all’Aquila i funerali di Stato. Il Cdm rinvia a dopo Pasqua il decreto sugli aiuti ma dà il via libera a un’ordinanza che sospende bollette e mutui
12:19 Cdm, dopo Pasqua sospesi bollette e mutui Il Cdm ha rinviato a dopo Pasqua il decreto sugli aiuti per le zone terremotate, mentre ha dato via libera a un’ordinanza per sospendere i termini relativi, fra l’altro, a mutui e bollette per i cittadini coinvolti dal sisma. Il decreto contenente gli stanziamenti tornerà sul tavolo del Cdm la settimana prossima. Dovrebbe essere stato anche rinviato lo stanziamento di circa 70 milioni di euro che il ministro dell’Economia Giulio Tremonti aveva previsto in favore della Protezione civile
12:14 Appello Croce rossa: donare solo materiale nuovo A tutti coloro che in queste ore stanno raccogliendo materiali e generi di prima necessità per le popolazioni colpite dal sisma, la Croce Rossa Italiana rivolge un appello "a donare solo materiale rigorosamente nuovo e confezionato", specificando che "a differenza di quanto erroneamente riportato da numerosi organi di informazione, la Cri non accetta beni usati di qualsiasi genere" e invita ad attenersi alle indicazioni riportate sul sito dell’associazione: www.cri.it.
11:51 Al via Consiglio dei ministri su aiuti per terremoto E’ cominciata a Palazzo Chigi la riunione del Consiglio dei ministri. Al centro, il pacchetto di misure che il governo intende varare in favore delle zone colpite. Prima della riunione, incontro fra il premier, Umberto Bossi e Roberto Maroni, sul decreto sicurezza. Nel frattempo i tecnici del governo hanno lavorato per le ultime limature ai provvedimenti sull’emergenza Abruzzo
11:49 Napolitano: non sono qui per farmi fotografare Napolitano, poco prima di entrare nella tendopoli allestita all’ingresso di Onna, si è lamentato con il gruppo dei giornalisti e dei fotografi che gli impedivano l’ingresso lanciando un pressante invito a "farsi da parte" e un esplicito "non rompete". "Non sono venuto qui per farmi fotografare, lasciateci entrare tranquillamente" ha detto il capo dello Stato
11:37 Napolitano giunto a Onna Giorgio Napolitano è giunto a Onna, il borgo dell’Aquila che con 39 vittime su 300 abitanti, è il simbolo della tragedia del terremoto abruzzese. Il capo dello Stato ha attraversato la frazione ridotta a un cumulo di macerie e si è recato alla tendopoli allestita in un campo vicino che ospita gli sfollati
11:36 Chiodi, Napolitano ha promesso che vigilerà Chiodi ha aggiunto poi che "il Capo dello Stato ci ha promesso che quando sarà passato questo momento di emotività non saremo dimenticati, che lui vigilerà". "Napolitano - ha spiegato il presidente della Regione - ha detto che tutto verrà seguito da lui, nei limiti delle sue competenze, nei prossimi mesi e anni; che la situazione dell’Abruzzo sarà una priorità e questa è una cosa molto importante. Il presidente era informato però l’ho visto più volte, davanti alle parole di Bertolaso, sbarrare gli occhi e sorprendersi per i dati di quella che, come ha detto lo stesso capo della Protezione civile, è la più grossa emergenza che il paese vive dall’unità d’Italia perché è la prima volta che viene coinvolta un’intera città, un’intera popolazione"
11:28 Chiodi, Napolitano ha detto lo Stato c’è Nei territori dell’Abruzzo "lo Stato c’è". E’ la considerazione che, secondo quanto riferisce il presidente della Regione Gianni Chiodi, ha espresso Giorgio Napolitano durante l’incontro con Bertolaso. "Il presidente ha apprezzato moltissimo la presenza dello Stato in queste zone e ha osservato - ha proseguito Chiodi - che paradossalmente lo Stato è fortemente presente proprio in un posto dove di fatto lo Stato non c’è più perché sono inagibili tutte le strutture che lo rappresentano"
11:17 Napolitano davanti alla casa dello studente Giorgio Napolitano si è fermato dinanzi alla casa dello studente, in via XX settembre, dove sono morti diversi giovani nel crollo della palazzina. Napolitano si è fermato a parlare con i vigili del fuoco che stanno ancora scavando per cercare altri eventuali corpi di giovani rimasti sotto le macerie
11:16 Sotto le macerie teca con spoglie di Celestino V La volta della basilica di Santa Maria di Collemaggio all’Aquila è crollata nel punto in cui si trova la teca che custodisce le spoglie di papa Celestino V, rimasta quindi sotto un cumulo di macerie. La reliquia del "papa del gran rifiuto" si salvò nel terremoto del 1703, quando venne giù il soffitto dell’edificio costruito nel 1287. Il sisma di lunedì scorso ha fatto precipitare la volta della chiesa romanica
11:14 Napolitano incontra speleologi, pompieri e militari Giorgio Napolitano si è intrattenuto per circa un’ora nel centro di coordinamento che la Protezione civile ha allestito nella scuola allievi ispettori della Guardia di finanza all’Aquila. Uscendo dalla palazzina il Capo dello Stato, accompagnato da Bertolaso, ha stretto la mano a una decina di uomini che in questi giorni si sono adoperati nei soccorsi alla popolazione colpita dal sisma: speleologi, vigili del fuoco e militari dell’esercito
11:02 Napolitano: generosità straordinaria "Sono qui per dovere e sentimento. Sono qui per ringraziarvi per tutto ciò che state facendo, uno sforzo di efficienza e di generosità straordinaria nell’ambito dell’organizzazione dello Stato e della mobilitazione dei cittadini" ha detto Giorgio Napolitano al termine dell’incontro con Bertolaso che ha illustrato la macchina dei soccorsi. Il capo dello Stato ha poi iniziato un sopralluogo sui luoghi più colpiti iniziando dalla casa dello studente nel centro storico dell’Aquila. La tappa successiva sarà la piccola frazione di Onna, il paese completamente distrutto dal sisma. Napolitano si recherà poi alla tendopoli di San Demetrio, allestita per accogliere 500 sfollati. La mattinata si concluderà con il ritorno alla caserma di Coppito dove dovrebbe svolgersi un incontro con la stampa
* la Repubblica, 09.04.2009 - ripresa parziale, per aggiornamenti - cliccare sul rosso.
Ansa» 2009-04-09 14:23
TERREMOTO, NAPOLITANO: OCCORRE ESAME DI COSCIENZA
L’AQUILA - Di fronte allo spettacolo di edifici di recente costruzione, distrutti dal terremoto e che hanno provocato tante vittime, Giorgio Napolitano dice: "Deve esserci un esame di coscienza senza discriminanti né coloriture politiche, riguardo a chi ha avuto responsabilità. Nessuno in questi casi dovrebbe chiudere gli occhi".
"Bisogna vedere - ha aggiunto Napolitano - come sia potuto accadere che non siano state attivate indispensabili norme, che erano state tradotte in legge e chiedersi anche come non siano scattati i necessari controlli. Nessuno in questi casi nessuno dovrebbe chiudere gli occhi. Né chi vende, né chi acquista un immobile. Ma al di là delle responsabilità, bisogna decidere - ha sottolineato il presidente della Repubblica - cosa è possibile fare, affinché tutto ciò non accada mai più. E questo si può fare non con profezie o impossibili previsioni dei terremoti, ma rendendo sicuri gli edifici, anche quelli più antichi".
Anche sul terremoto bisogna parlare il linguaggio della verità, dice Giorgio Napolitano, che vede "irresponsabilità diffuse" di fronte alla tragedia di edifici antisismici ugualmente crollati travolgendo vite umane. Il capo dello Stato cita la frase di "un’esponente dell’opposizione" che ha detto "nessuno è senza colpe". "Credo che abbia ragione", commenta. Napolitano chiede "un esame di coscienza" che superi le preferenze politiche di ognuno "riguardo a chi ha avuto ragione e chi ha avuto torto o responsabilità in queste cose". L’esponente dell’opposizione che dice "nessuno è senza colpa", commenta Napolitano "é uno che di solito non è incline a fare affermazioni di questo genere". Lo dice come un’annotazione incoraggiante. "Qui non si tratta di liberarsi di ogni responsabilità ma - spiega il capo dello Stato - di capire veramente come sia potuto accadere che non ci sia stata l’attivazione indispensabile di norme di prevenzione che erano state tradotte in legge, o che ci sia stato un difetto nei controlli previsti. Sono irresponsabilità diffuse dei soggetti che in definitiva sono coinvolti nella costruzione di un palazzo o nell’acquisto di una casa. Nessuno in questi casi dovrebbe chiudere gli occhi. Né chi costruisce, né chi acquista, né chi è chiamato a fare i controlli". "E’ necessario un esame di coscienza - ribadisce Napolitano - per capire cosa è indispensabile e urgente fare perché mai più ciò accada non affidandosi a profezie o previsioni impossibili ma rendendo sicuri gli edifici di nuova costruzione e anche quelli più antichi".
"Quella che forse mi resterà più impressa dopo questa visita credo sia l’immagine di quella strada di Onna che il sisma ha praticamente disintegrato". Così si è espresso il presidente della Repubblica dopo la sua breve visita nelle zone più colpite dal sisma. "Lì - ha aggiunto Napolitano - non era questione di cemento o di solidità delle strutture: lì si era esposti alla forza brutale della natura". Il capo dello Stato ha concluso poi che porterà con sé anche l’immagine "di tutti quei volti di persone che hanno perso la casa, i familiari e soprattutto di quelli che hanno perso i loro bambini".
Napolitano esprime soddisfazione, "una soddisfazione che inorgoglisce il nostro Paese", rispetto ai soccorsi e agli interventi per assicurare una prima sistemazione agli sfollati del terremoto. "Si è fatto moltissimo, con questo "molto singolare e molto italiano sistema di Protezione civile, che somma soccorritori che appartengono ai corpi dello Stato e volontari". Ma bisogna anche pensare, aggiunge, al dopo, e anche a un dopo successivo. Il "dopo" riguarda la creazione, come si è fatto in occasione di altri terremoti, di alloggi provvisori ma più accoglienti delle tende, in attesa che si ricostruiscano le case che si potranno ricostruire. Perché, sottolinea il capo dello Stato, c’é anche da valutare la situazione di chi non potrà più tornare nella casa che abitava. Ma queste valutazioni, aggiunge, bisognerà farle ancora dopo. "Verrà il tempo per determinare, sulla base di valutazioni concrete e aggiornate, l’orientamento su cosa fare per questo, per maturare un orientamento che oggi sarebbe prematuro annunciare. Oggi dobbiamo solo dire che ci deve essere continuità di impegno da parte dello Stato. Molte delle persone che ho incontrato oggi mi hanno detto: ’Non dimenticateci’. Il mio impegno è questo. Bisogna continuare con lo stesso slancio di questi giorni e trovando le risorse finanziarie necessarie".
Al termine della visita nelle zone terremotate dell’Abruzzo Napolitano si dice "molto colpito" da tutto ciò che ha visto. "Ogni immagine resterà impressa nella mia mente". In particolare, il capo dello Stato parla con "ammirazione" dello sforzo sinergico per i soccorsi, che ha visto sommarsi l’intervento dello Stato centrale con quello delle Regioni e dei Comuni. E anche delle organizzazioni volontarie. La stessa ammirazione, Napolitano la esprime verso la popolazione ricoverata nelle tendopoli: "Ho visto una grande dignità, compostezza e spirito di adattamento. Molti si sono espressi dicendo ’Siamo vivi!’, un’espressione che dice l’apprezzamento per aver avuta salva la vita, una consapevolezza che fa accettare tutti i sacrifici necessari per tornare alla normalità". In particolare, Napolitano ha parlato del triste spettacolo della devastazione del borgo di Onna, dove le case si sono sbriciolate e ha trovato la morte il 20-30% degli abitanti. "Lì non c’entra nulla il cemento. Quelle erano povere case contadine, esposte alla furia della natura". "Tra le cose che ricorderò - conclude - c’é la voce di chi mi ha parlato dei suoi cari rimasti sotto le macerie".
L’Aquila, la rabbia per le risate del prefetto.
"Venga a chiedere perdono in ginocchio"
Amarezza e sconcerto per la nuova intercettazione in cui Giovanna Iurato scherza sulle lacrime versate davanti alla Casa dello studente.
Il sindaco: "Emerge tutta la solitudine della comunità".
Pezzopane: "Ci hanno trattato come un macabro teatrino".
Il comitato vittime: "Uomini di Stato? Hanno fame di potere".
Sindacato prefetti: "Ministro dell’Interno agisca".
Il ministro Barca: "Ricostruzione inizierà il 21 marzo" *
ROMA - "È una cosa molto triste, ma non esprimo giudizi, perché le cose vorrei conoscerle nella loro interezza e nel contesto in cui si sono sviluppate". Il ministro degli Interni, Anna Maria Cancellieri, risponde così ai cronisti che le chiedono un commento sulla intercettazione del prefetto Giovanna Iurato nella quale la funzionaria dello stato scherza con l’ex capo dello Sco, Franco Gratteri, sulle lacrime versate nella sua prima visita all’Aquila dopo il terremoto.
La telefonata, a pochi giorni dall’insediamento nella carica di prefetto nel capoluogo abruzzese sconvolto dal sisma del 2009, è stata duramente commentata dai pm di Napoli, i quali hanno scritto che Giovanna Iurato "scoppiava a ridere ricordando come si era falsamente commossa davanti alle macerie e ai bimbi rimasti orfani".
Massimo Cialente, sindaco dell’Aquila, si dice sorpreso e attonito, non solo in quanto primo cittadino, ma come uomo: "Ci sto malissimo. La verità è una: mi sto accorgendo, a mano a mano che escono retroscena della vicenda aquilana, che abbiamo avuto tanta gente a lavorare con noi, ma nessuno è entrato fino in fondo in questo dramma - dice Cialente - . Anche alla luce di altre intercettazioni, da Piscicelli a Bertolaso, ciò che emerge è la solitudine di questa comunità. La cosa di quell’intercettazione che più mi colpisce è l’interlocutore della Iurato (il prefetto Francesco Gratteri, ndr) che questo racconto lo vive come fosse una cosa esterna".
Il sindaco dell’Aquila ricorda bene la commozione di Giovanna Iurato (VIDEO), la stessa che dalle intercettazioni pare rivelarsi una recita, perché conobbe il prefetto proprio quel giorno del maggio 2010, quando Iurato appena nominata posò una corona di fiori davanti alla Casa dello Studente, in memoria degli otto ragazzi morti nel crollo dell’edificio. "La Iurato mi colpì - dice Cialente - e l’ho sempre vista molto partecipe. La cosa che mi sorprende ora, ripeto, sono le sottolineature dell’interlocutore: questo fa capire come il dramma aquilano, che stiamo ancora vivendo al cento per cento, da molti non sia stato compreso".
Pezzopane: "Un macabro teatrino". Più dura la reazione dell’assessore comunale Stefania Pezzopane, all’epoca del terremoto presidente della Provincia dell’Aquila: "La lettura delle intercettazioni dell’ex prefetto Iurato mi ha colpito al punto da provocarmi un forte e doloroso senso di nausea - afferma Pezzopane - . Ancora una volta si dimostra che L’Aquila e il terremoto sono stati trattati da troppi come macabro teatrino dove fingere dolore e improvvisare lacrime, strumentalizzando bambini e vittime. Noi, che invece abbiamo pianto davvero, proviamo ribrezzo, oltre che rabbia, per quanto ci tocca ancora sopportare".
"Non bastavano gli imprenditori Piscicelli e co. a ridere di noi - prosegue Pezzopane -. Non bastavano Letta e Berlusconi preoccupati, alla vigilia dei funerali di Stato, che Bertolaso li sistemasse in posizione utile da far vedere al mondo la loro sentita commozione. Ci mancava una donna, prefetto, inviata dal governo Berlusconi, a far lacrime finte e a riderci sopra. Un orrore. Un prefetto appena insediato - aggiunge Stefania Pezzopane - che deride gli aquilani e si gratifica che i giornalisti presenti abbiano titolato le sue lacrime, lusingata di aver ingannato i giornalisti e la città intera. E l’interlocutore, altro uomo dello Stato che si diverte insieme a lei sulla nostra tragedia. Un’indecenza. Persone così non possono svolgere compiti pubblici. Si inginocchi lì dove ha versato lacrime finte e chieda perdono, se ne ha il coraggio, a quei bambini vittime del terremoto a cui ha dedicato il suo sarcasmo".
Il comitato vittime: "Pena e disprezzo". Sbigottimento, ma anche "pena e disprezzo" per la "mancanza di pietà" sono i sentimenti dei familiari delle vittime della Casa dello Studente dell’Aquila. "Se questi sono gli uomini dello Stato bisogna trovarne altri. Questi soggetti rappresentano solo fame di potere. Non sono rappresentanti delle istituzioni", dice Antonietta Centofanti, rappresentante deill’associazione. Le nuove risate sul sisma dell’Aquila, dopo quelle dell’imprenditore Francesco Maria Piscicelli, "sono l’esempio dell’ennesima situazione mediatica che ha scandito questo nostro tempo durissimo. "La più crudele e pazzesca è questa del prefetto Iurato; la più tragica quella messa in atto dalla Commissione Grandi Rischi su ordine di Guido Bertolaso".
Sindacato prefetti si dissocia. Sul caso interviene anche l’associazione sindacale dei funzionari prefettizi. Gli iscritti al Sinpref esprimono "sconcerto, amarezza e indignazione" e chiedono al ministro dell’Interno di intervenire immediatamente. Come categoria "quotidianamente impegnata a difendere i valori della legalità e della solidarietà" si dissociano da questo episodio. "Il Viminale dev’essere una casa di vetro", dicono, e "non può avere alcuna ombra". Sollevano dubbi sull’opportunità della nomina di Iurato a prefetto dell’Aquila, "dopo quello di responsabile del servizio tecnico logistico del dipartimento della pubblica sicurezza, struttura da tempo interessata da indagini ben note ed estremamente complesse". E avanza "analoghe considerazioni" per il "Prefetto Nicola Izzo, fino a pochi giorni fa Vicecapo Vicario della Polizia di Stato, per il quale stiamo chiedendo al ministro quale incarico gli sia stato conferito".
Barca: "Il 21 marzo inizia ricostruzione". Arriva una data, intanto, per l’avvio della ricostruzione all’Aquila. "Si parte a primavera, il 21 marzo". Il ministro della Coesione Territoriale, Fabrizio Barca, in un’intervista concessa a Riccardo Iacona, in onda domani sera a ’Presadiretta’ su Rai3, sembra non avere dubbi sul via alla ricostruzione dell’Aquila. "Tra quaranta giorni - spiega il ministro - annunceremo con il sindaco Cialente una ’road map’ in cui indicheremo con precisione edificio per edificio i tempi del bando di gara, dell’inizio dei cantieri e della consegna dei lavori". "Si partirà con gli edifici pubblici - spiega il ministro -. Cominceremo a giugno con il teatro San Filippo e subito dopo con il Palazzo Del Governo, che sarà sede della Provincia". Per Barca, "i soldi ci sono, anzi i soldi non sono mai stati un problema", perchè "oltre a quelli che erano stati già messi prima che intervenissimo noi, c’è un miliardo e 200 milioni di euro che abbiamo stanziato a dicembre". "Prima che io me ne vada - afferma il ministro - ci sarà la ’road map’ con tanto di targhe appese sugli edifici, perché la gente dell’Aquila sappia quale parte della città ricomincia a vivere. La stessa cosa succederà per gli edifici privati". Alla domanda sul perché la ricostruzione del centro storico non sia ancora cominciata, il ministro Barca risponde che "l’errore principale è stata la gestione non democratica della ricostruzione. Adesso invece ne abbiamo riconsegnato ai sindaci il potere e la proprietà". Nella stessa intervista il ministro rivendica che la ricostruzione leggera è molto avanti. "In questo momento - dice - sono rientrate all’Aquila 39 mila delle 67 mila persone che erano fuori casa. Siccome spesso si fa l’esempio positivo delle Marche, voglio dire che le persone rientrate all’Aquila sono il 59%, una percentuale più alta di quelli che alla stessa data erano rientrate nelle loro case nelle Marche".
* la Repubblica, 19 gennaio 2013
VIDEO - 16 Giugno 2010
Manifestazione - L’Aquila con blocco Autostrada
Onna sfida gli sciacalli del sisma "Piscicelli venga a trovarci"
Il coraggio degli onnesi è senza limite: dal paese simbolo del terremoto parte l’invito ai due imprenditori che ridevano al telefono la notte del sei aprile
di Giustino Parisse
L’AQUILA. Ieri mattina sul presto - ero ancora un po’ intorpidito da una notte come al solito travagliata - ho ricevuto la telefonata del vicepresidente della Onna Onlus (l’associazione che si occupa di seguire le vicende della ricostruzione), Gianfranco Busilacchio. Mi chiedeva se potevo procurargli l’indirizzo dell’avvocato di quel tal Piscicelli, quello che rideva la notte del terremoto pensando agli affari, suoi, mentre noi eravamo travolti dalle macerie, dalla polvere e dal dolore. Ho pensato che volesse mandargli una lettera di insulti da girare poi al suo cliente. Invece Gianfranco mi ha sorpreso: «Ma no, voglio scrivergli per invitare lui, Piscicelli, e tutta la sua famiglia a passare una giornata qui da noi a Onna. Forse vedendo le macerie e parlando con chi il sei aprile ha perso tutto si renderà conto dell’enormità e dell’assurdità di quanto ha affermato, così come risulta dalle intercettazioni della Procura di Firenze».
Io non so se quell’incontro mai ci sarà. Se dovessi stabilirlo adesso non sono convinto di voler essere presente. Quelle parole, al di là di giustificazioni e scuse, sono una ferita che si è andata ad aggiungere alle altre. E oggi, se non avessi un impegno preso già da tempo, sarei anch’io in piazza Duomo con tanti aquilani sdegnati. Però ho apprezzato quel sentimento di apertura e disponibilità che arriva dal rappresentante di una comunità che fra le rovine ha perso tutto ma ha saputo mantenere dignità e identità, cosa che invece «quei due» non hanno mai avuto.
IL CARNEVALE. La ricostruzione - come è noto - non è fatta solo da cemento, ferro e mattoni ma si nutre anche di gesti ed eventi simbolici. E ieri a Onna, nel centro polifunzionale, la comunità ha provato a tornare a sorridere. È stata infatti organizzata una festa di Carnevale alla quale hanno preso parte molti bambini che frequentano l’asilo delle suore. Nel luogo dove dopo il sei aprile era stata sistemata la tendopoli si sono visti i coriandoli, le grida gioiose dei bimbi, una musica allegra. Negli occhi degli adulti ho visto un lampo di speranza per quelle mascherine festose sotto alle quali c’erano i volti di coloro che un giorno torneranno a fruire del paese completamente ricostruito.
IL MATRIMONIO Stamani ci sarà un altro momento importante per la comunità. Più di dieci mesi fa una coppia di giovani, Valentina e Francesco, aveva deciso di sposarsi. Il terremoto ha sconvolto i piani e la cerimonia è stata rinviata. Ma intanto la coppia ha avuto un bel bebé, Daniel, e stamani, alle 11, nella piccola chiesa provvisoria di Onna, saranno celebrati dal parroco, don Cesare Cardozo, un matrimonio e un battesimo. È la vita che va avanti e che non si fa sconfiggere dal terremoto.
IL BOSCO SACRO. E la comunità non dimentica chi non c’è più. Oggi, sempre a Onna, verrà presentato il progetto di un bosco sacro. Ci saranno 41 alberi, uno per ogni abitante di Onna che ha perso la vita sotto le macerie. Sarà realizzato in uno spazio a fianco al nuovo villaggio di legno. Sarà - come afferma chi ha promosso l’iniziativa - «un parco per la memoria, un bosco in cui chi è sopravvissuto non si senta solo». (14 febbraio 2010)
* Fonte: Il Centro
NAPOLITANO ALL’AQUILA: C’E’ FIDUCIA NELLE ISTITUZIONI
(dell’inviato Alberto Spampinato) *
L’AQUILA - A 150 giorni dal terremoto, Giorgio Napolitano è tornato a Coppito, per partecipare al grande concerto di solidarietà diretto da Riccardo Muti davanti a ottomila sfollati, che il celebre direttore d’orchestra ha aperto e chiuso sulle note "dell’Inno d’Italia", come ha tenuto a chiamarlo, dedicandolo dal palco, fra gli applausi, al capo dello Stato.
Napolitano ha colto l’occasione del concerto per tornare, come aveva promesso, all’Aquila e a Onna, uno dei centri abitati più devastati dal sisma del 6 aprile. Il capo dello Stato ha voluto verificare che l’opera di ricostruzione procede e si sta pensando all’arrivo dell’inverno, ha incoraggiato la Protezione Civile e quanti sono impegnati nell’assistenza ai terremotati e ha voluto dare una nuova iniezione di fiducia alla popolazione che vive ancora nelle tendopoli e proprio in questi giorni comincia ad essere trasferita in alloggi piùidonei ad affrontare i rigori dell’inverno.
"Pare che ci sia molta gente con il morale alto, e gente sorridente, e questo è molto importante. C’é fiducia nelle istituzioni e con quello che è accaduto non era scontato", ha detto dopo avere stretto molte mani in Piazza Duomo. A Onna - accompagnato dalla signora Clio, dal sottosegretario Gianni Letta, dal capo della Protezione civile Guido Bertolaso e dalle autorità locali - il capo dello Stato si è fermato in raccoglimento davanti all’Albero della Memoria, la monumentale rovina sotto la quale il parroco Don Oreste ha collocato una statua della Madonna e un tabellone con l’elenco delle vittime del terremoto del 6 aprile. Poi ha visitato il quartiere di 94 casette prefabbricate in legno di 40-70 metri quadrati realizzate dalla provincia autonoma di Trento, che accoglieranno entro il mese 300 terremotati del piccolo centro. La prima costruzione mostrata al capo dello Stato è l’asilo nido realizzato su un progetto di una studentessa, Giulia Carnevale morta nel terremoto.
Il 9 aprile, visitando Onna, Napolitano era rimasto impressionato dalla visione di quelle povere case distrutte. "Il sisma - aveva detto - le ha praticamente disintegrate, e non è questione di cemento o di solidità delle strutture, ma di esposizione alla forza brutale della natura". Ha commentato quel che si è fatto realizzando quel quartiere modello di case prefabbricate. "E’ un esempio splendido di cosa abbia significato la mobilitazione solidale del Paese dopo il sisma del 6 aprile", ha detto ricordando il contributo congiunto della Germania, della Provincia di Trento, della Croce Rossa, degli italiani che hanno aderito alla sottoscrizione della trasmissione ’Porta a Porta’.
Per i terremotati dell’Abruzzo, ha concluso, "c’é stato un impegno comune da parte delle istituzioni locali, del governo e dell’Italia in tutte le sue espressioni".
Napolitano: «Disprezzo delle regole e avidità dietro alla tragedia Abruzzo e alla crisi economica» *
«Quando oggi pensiamo e soffriamo per le vittime e per i danni provocati dal terremoto in Abruzzo non possiamo non ritenere che anche qui abbiano contato in modo pesante e abbiano contribuito alla gravità del danno umano e del dolore umano comportamenti di disprezzo delle regole, disprezzo dell’interesse generale e dell’interesse dei cittadini». Lo ha affermato il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ricevendo nella Tenuta di Castelporziano una delegazione delle famiglie francescane.
«Non sono stati forse questi fenomeni e questi comportamenti» legati «a un indubbio e allarmante decadimento di valori spirituali, umani e morali» a rappresentare «una delle cause della crisi che oggi affligge le nostre economie e le nostre società?». «Parlo di comportamenti dettati da avidità, dalla sete di ricchezza e di potere, dal disprezzo dell’interesse generale e dall’ignoranza di valori elementari di giustizia e di solidarietà».
«E perfino - ha sottolineato Napolitano - quando oggi pensiamo all’Abruzzo e soffriamo per le vittime e per i danni provocati dal terremoto, certamente un evento naturale e imprevedibile, non possiamo non ritenere che anche qui abbiano contato in modo pesante e abbiano contribuito alla gravità del danno umano e del dolore questi comportamenti di disprezzo delle regole, disprezzo dell’interesse generale e dell’interesse dei cittadini».
* l’Unità, 18 aprile 2009
Ode al paese grande
di Ida Dominijanni (il manifesto, 10.04.2009)
Nessuno è senza colpa, dice Giorgio Napolitano ridando alle istituzioni l’onore e l’onere di parlare di responsabilità, anzi di «irresponsabilità diffusa». Parola fuori campo, come fuori campo cerca di restare il presidente della Repubblica rispetto all’occhio invadente degli obiettivi, «non sono venuto qui per farmi fotografare da voi, fatevi da parte, non rompete!». L’opposto simmetrico del presidente del consiglio, che da lì va e viene per farne cento e spararne mille, ma sempre in favore di telecamera.
Di responsabilità non sta bene parlare, ammonisce regolarmente in prima serata tv il mantra della squadra di governo: adesso è il tempo del dolore, della solidarietà, degli aiuti. Bisogna sospendere i cattivi sentimenti e stringersi attorno alle vittime con i sentimenti buoni. Bisogna sospendere la polemica politica e prendere esempio dal paese reale, dalla società civile che si sta rivelando civilissima, dall’orgoglio degli abruzzesi che è più forte del terremoto, dai volontari che accorrono da ogni dove senza ideologia. «L’Italia è un grande paese». Fine del mantra. Poscritto: mandate soldi, lo Stato non ne ha, ma nel grande paese ne circola in abbondanza (sarà per l’evasione fiscale).
Le catastrofi e i traumi collettivi sono sempre un’occasione d’oro per riformulare il discorso pubblico: certe parole vanno fuori corso, certe altre schizzano in primo piano e il senso segue a ruota, anche a seconda di chi le pronuncia o le tacita. Mettere in contrapposizione il dolore per le vittime e la denuncia delle responsabilità è un’operazione cinica e bara che si commenta da sé: sono i lutti senza responsabilità quelli che non si elaborano mai e che aprono la pista alla coazione a ripetere, sempre lo stesso delitto e sempre senza colpa.
L’ode in rima baciata al Grande Paese, invece, qualche commento se lo merita. Ci mancherebbe pure che non fossimo solidali, che non accorressimo in soccorso, o che tutti ce ne andassimo gaudenti al mare dotati di crema abbronzante secondo i consigli di chi sappiamo. Ma quando l’elogio della società civile deborda in bocca alla compagnia di governo, rafforzato per giunta dalla sistematica ingiunzione a «lasciar perdere la politica» di fronte all’ira degli elementi, non si tratta più di un omaggio alla virtù civica, ma di una autodimissione dalla virtù politica. Questo è infatti precisamente lo spot che gli uomini di governo ci stanno mandando a ripetizione: c’è una catastrofe naturale, non ci sono responsabilità e non c’è colpa, non c’è illegalità e non c’è impegno di legalità, la politica non c’entra niente e deve solo tacere di fronte al lutto, il governo sta facendo di tutto e di più ma il pallino vero, la possibilità e la responsabilità, l’oggi e il domani, stanno in mano vostra.
Politica dell’antipolitica. Più colpevole e più irresponsabile del solito, di fronte al lutto. Corroborata dall’attivismo del premier-imprenditore, con l’imprenditore che fornisce le ricette al premier, una dieci cento Milano2, l’esperienza c’è, potete fidarvi. Più che ammaccato e più che ferito nelle sue pretese seduttive al vertice di Londra fra i grandi della terra, gira fra le macerie d’Abruzzo come uno fra tutti, abbraccia gli sfollati come uno di loro, elogia la virtù civica come uno di noi. Forza dell’empatia, debolezza del mimetismo. Anche la commedia dell’assurdo fa parte dei tratti del «grande paese». E’ una commedia dell’assurdo nascondere le crepe del Palazzo sotto le macerie di case qualsiasi.