[...] Berlusconi alla Tv tunisina: «Casa e lavoro a chi viene in Italia...»
Il video trovato, sottotitolato e reso disponibile dal blogger Daniele Sensi. Berlusconi alla Tv tunisina: "Il nostro paese ha il dovere di guardare a quanti vogliono venire in Italia con totale apertura di cuore, e di dare a coloro che vengono in Italia la possibilità di un lavoro, di una casa, di una scuola per i figli e la possibilità di un benessere che significa anche la salute..." [...]
SULLA CAMPANIA, SULL’ITALIA, UNA MONTAGNA DI BALLE: GRIDA! Lettera di Alex Zanotelli
Berlusconi buonista sulla (sua) tv tunisina
di Francesco Costa *
Tutto si può dire di Silvio Berlusconi, meno che non sia coerente. Recita il ruolo di pilastro dell’alleanza atlantica quando si trova a colloquio con Bush e Obama, ma non rinuncia alle effusioni con Vladimir Putin quando va in visita in Russia. Discute affettuosamente con Angela Merkel e Nicolas Sarkozy salvo poi siglare importanti accordi energetici con Turchia e Russia. Va a braccetto con Gheddafi prima di firmare contratti petroliferi e poi rivendica il ruolo di paladino dei diritti umani e della democrazia quando torna in patria. Non importa quante giravolte gli tocchi fare, la politica estera del presidente del consiglio sembra avere una sola infallibile bussola: il proprio interesse.
Non stupisce quindi che Silvio Berlusconi, capo di un governo che ha promosso alcune delle norme più rigide d’Europa sull’immigrazione, dal reato di immigrazione clandestina ai medici spia, fino al sistematico ricorso ai respingimenti al confine, si trasformi in un agnellino terzomondista quando si trova in visita nei paesi del Nordafrica.
E’ sfuggita ai media italiani - ma non alla rete - la performance del presidente del consiglio dello scorso 18 agosto, allorché si trovava in visita privata a Tunisi.
Durante la visita, al termine di un incontro con il presidente tunisino Ben Alì, il presidente del consiglio ha partecipato a Ness Nessma, programma della televisione satellitare tunisina Nessma TV, acquisita lo scorso anno per il 50 per cento da Mediaset e dalla società di Tarak Ben Ammar Quinta Communications. Interpellato sui temi dell’immigrazione su una tv maghrebina di sua proprietà, guardata da centinaia di migliaia di nordafricani, poteva il premier ripetere il solito copione «cattivista» ormai noto in patria o vantarsi delle norme emanate dal suo governo? Certo che no: ricordatevi la storia della bussola.
Ecco un’altra giravolta, quindi: Berlusconi spalanca le porte dell’Italia ai cittadini del Maghreb. Il video è stato trovato, sottotitolato e reso disponibile dal blogger e collaboratore de l’Unità Daniele Sensi, che sostiene - e ne ha ogni ragione - che a questo punto “il pacchetto sicurezza in realtà non è mai esistito”. Nel corso della trasmissione, infatti, Berlusconi sostiene la necessità di "aumentare le possibilità di entrare legalmente in Italia" (altro che quote) e che il nostro paese ha “il dovere di guardare a quanti vogliono venire in Italia con totale apertura di cuore, e di dare a coloro che vengono in Italia la possibilità di un lavoro, di una casa, di una scuola per i figli e la possibilità di un benessere che significa anche la salute, l’apertura di tutti i nostri ospedali per le loro necessità, e questa è la politica del mio governo". Insomma, lavoro, case, scuole e ospedali per gli immigrati. Come programma di governo non è male. Chissà che ne pensano gli elettori della Lega...
Berlusconi alla Tv tunisina: «Casa e lavoro a chi viene in Italia...»
Il video trovato, sottotitolato e reso disponibile dal blogger Daniele Sensi. Berlusconi alla Tv tunisina: "Il nostro paese ha il dovere di guardare a quanti vogliono venire in Italia con totale apertura di cuore, e di dare a coloro che vengono in Italia la possibilità di un lavoro, di una casa, di una scuola per i figli e la possibilità di un benessere che significa anche la salute...".
Migranti respinti verso la Libia L’Ue chiede chiarimenti all’Italia (La Stampa, 31.08.2009)
EMERGENZA CLANDESTINI
Immigrazione, scontro Berlusconi-Ue
Il premier all’attacco: «Parli solo
il presidente, stop ai portavoce».
Bruxelles: responsabilità comuni *
DANZICA «Non è vero» che la Ue abbia richiamato l’Italia sul tema dell’immigrazione: «Si strumentalizzano espressioni di portavoce». Lo dice il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, minacciando di bloccare il funzionamento del Consiglio Europeo se non si deciderà di far tacere portavoce e commissari facendo parlare solo il presidente della Commissione.
«È un problema - dice il premier - che porterò sul tavolo del prossimi consiglio dei Capi di Stato e di Governo e la mia posizione sarà decisa e precisa: non daremo più il nostro voto, bloccando di fatto il funzionamento del Consiglio, ove non si determini che nessun commissario e nessun portavoce di commissario possa intervenire più pubblicamente su alcun tema».
«Deve spettare solo al presidente della Commissione e al suo portavoce - continua Berlusconi - di intervenire: chiederò che i commissari e i portavoce di commissari che continuano nell’andazzo di tutti questi anni, vengano dimissionati in maniera definitiva. Questa è una cosa che non si può più accettare - conclude - perchè si danno alle opposizioni di ogni paese delle armi che invece non esistono».
Immediata le replica del portavoce del presidente della Commissione Josè Manuel Barroso e capo del servizio di pubblica informazione dell’esecutivo Ue, Johannes Laitenberger: «La Commissione Europea fa comunicazione come previsto dai Trattati Ue», secondo i quali l’esecutivo comunitario è «organo collegiale», in cui tutti i commissari «hanno responsabilità comune».
Sul tema, nel sito, si cfr.:
SULLA CAMPANIA, SULL’ITALIA, UNA MONTAGNA DI BALLE: GRIDA! Lettera di Alex Zanotelli
Barroso difende i portavoce della Commissione dagli attacchi di Berlusconi
Il presidente della Commissione Ue difende i portavoce dell’esecutivo europeo attaccati da berlusconi. "Sono molto fiero" del loro servizio, ha detto, "gode di tutta la mia fiducia e il mio appoggio anche perché nessuna altra istituzione al mondo si mette a disposizione della stampa per rispondere a ogni domanda, dalle auto all’influenza A". E’ in sostanza una replica molto dura alle dichiarazioni di Silvio Berlusconi contro le esternazioni dei commissari e dei portavoce dell’Unione. Al premier non erano piaciute le richieste di chiarimento sul respingimento dei migranti e da danzica era andato giù duro: "Devono tacere, deve parlare solo il presidente, oppure l’Italia blocca la Ue". Una minaccia seguita da una polemica molto dura di Schulz, capogruppo dei democratici e dei socialisti al parlamento europeo ("Non deve nemmeno venirgli in mente di poter zittire l’Europa") , nonchè dalle critiche della stampa europea e dell’opposizione italiana.
Rispondendo ai cronisti durante la presentazione del programma politico per il suo secondo mandato (l’Europarlamento voterà la sua conferma nelle prossime settimane), Barroso ha elogiato la peculiarità del "metodo comunitario", e delle istituzioni sovranazionali che lo incarnano, l’Europarlamento e la Commissione europea, riferendosi chiaramente a Berlusconi: "Ci sono persone - ha osservato - che a volte non comprendono l’originalità della Commissione, che ha non solo il diritto, ma il dovere di dare informazioni a tutti i cittadini. E’ ciò che fa ogni giorno con il servizio dei portavoce, di cui sono molto fiero. Non c’è nessun altro organismo amministrativo a livello internazionale che si metta ogni giorno al servizio dei cittadini". Il servizio dei portavoce, perciò, "ha tutta la mia fiducia e tutto il mio sostegno", prosegue Barroso. E conclude: "Io sono intransigente nella difesa delle prerogative delle istituzioni europee e in particolare della Commissione che deve comunicare su una base di lealtà verso gli stati membri".
Parlando d’immigrazione Barroso riconosce poi la necessità di una politica comunitaria da realizzare nei prossimi cinque anni. "L’immigrazione svolge un ruolo importante per la crescita della popolazione dell’Ue, contribuendo a colmare le carenze della forza lavoro. Nel contempo - osserva - la gestione dei flussi migratori costituirà una delle maggiori sfide cui l’Ue dovrà far fronte negli anni a venire".
* l’Unità, 03 settembre 2009