[...] Secondo il ministro, quella messa in campo dalla maggioranza sarà "la prima vera riforma della scuola dal 1923, dai tempi della riforma Gentile. Si farà finalmente ordine nel sistema delle scuole superiori, razionalizzando i corsi e gli indirizzi. Ridurremo gli indirizzi di studio dei licei da 510 a 9 e degli istituti tecnici da 204 a 11".
Tra i licei, annuncia Gelmini, debutteranno "il musicale-coreutico, legato alle arti musicali, al canto e alla danza" e "il liceo delle scienze umane", mentre gli istituti tecnici, "che in questo momento rispondono meglio alle esigenze del mercato, saranno suddivisi in due macro-aree: un settore economico e un settore tecnologico" [...]
Scuola, pronta la riforma delle superiori. Nasce il liceo musicale, largo ai ’tecnici’
Il ministro dell’Istruzione spiega la riforma della scuola: ’’In un’epoca di crisi, rilanciare l’educazione tecnica e professionale. Servono più matematica e scienze’’. Debutta anche "il liceo delle scienze umane’’. ’’Ridurremo gli indirizzi di studio dei licei da 510 a 9 e degli istituti tecnici da 204 a 11’’. Slitta al prossimo anno la nuova versione dell’esame di terza media
Roma, 17 mag. (Ign) - Più matematica e scienze nei licei, ma soprattutto rilancio degli istituti tecnici. Il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini (nella foto), ministro dell’Istruzione, dalle pagine del ‘Messaggero’ spiega il senso di quella che definisce una "riforma epocale della scuola", che il governo Berlusconi si appresta a varare.
“Lo spirito - sottolinea il titolare del dicastero di viale Trastevere - è quello di rilanciare l’educazione tecnica e professionale. In un’epoca di crisi come quella attuale, i ragazzi possono avere delle opportunità puntando molto sugli istituti tecnici, che non sono scuole di serie B rispetto ai licei, come qualcuno pensa. Credo molto nella formazione tecnica: è quello che il mercato chiede".
Secondo il ministro, quella messa in campo dalla maggioranza sarà "la prima vera riforma della scuola dal 1923, dai tempi della riforma Gentile. Si farà finalmente ordine nel sistema delle scuole superiori, razionalizzando i corsi e gli indirizzi. Ridurremo gli indirizzi di studio dei licei da 510 a 9 e degli istituti tecnici da 204 a 11".
Tra i licei, annuncia Gelmini, debutteranno "il musicale-coreutico, legato alle arti musicali, al canto e alla danza" e "il liceo delle scienze umane", mentre gli istituti tecnici, "che in questo momento rispondono meglio alle esigenze del mercato, saranno suddivisi in due macro-aree: un settore economico e un settore tecnologico".
In tutti i casi, tiene a rimarcare il ministro dell’Istruzione, sarà "potenziato l’insegnamento della matematica e dell’inglese". “Alla scuola media le famiglie potranno decidere se avvalersi delle ore dedicate alla seconda lingua per permettere ai loro figlioli di seguire soltanto corsi di inglese. E al classico - assicura - ci sarà l’obbligatorietà della lingua inglese per tutti e cinque gli anni di corso”.
il ministro dell’istruzione conferma poi che il debutto della nuova versione dell’esame di terza media slitterà al prossimo anno. Su questo punto, la Gemlnini precisa: “Vorrrà dire che per quest’anno ci resterà la novità del voto in condotta”.
Quanto ai fenomeni di bullismo, Gelmini di dice soddisfatta delle nuove misure: ’’I riscontri ci sono. Nel primo quadrimestre alle superiori c’è stata una valanga di 5. Decine di migliaia di 5 in condotta. I ragazzi ora cominciano a preoccuparsi perché 5 vuol dire perdere l’anno’’. Anche gli insegnanti del resto ’’sono molto contenti
SUL TEMA, NEL SITO, SI CFR.:
IL SONNO DELLA RAGIONE COSTITUZIONALE GENERA MOSTRI.
COSTITUZIONE, LINGUA E PAROLA.....
IL BERLUSCONISMO E IL RITORNELLO DEGLI INTELLETTUALI
IL "LOGO" DELLA SAPIENZA, L’UMANITA’, L’ACQUA. PAESE IMPAZZITO...
Saranno solo 11: cade di fatto un pezzo della riforma proprio nella sua più vantata novità
La Cgil caustica: "Avevamo capito male". Da domani la possibilità di iscrizione per 500mila
Sorpresa, salta liceo musicale
l’annuncio della Gelmini ai sindacati
di SALVO INTRAVAIA *
Prima ancora di vedere la luce, cade il primo pezzo della riforma Gelmini. E una delle novità in assoluto annunciate dal governo in pompa magna rimane per il prossimo anno al palo. I licei musicali e i licei coreutici saranno attivati col contagocce: 11 classi in tutta Italia. Quanto basta per comprendere che da domani, 26 febbraio, i 500 mila studenti delle terze medie potranno di fatto scegliere soltanto fra 5 licei (classico, scientifico, delle scienze umane, linguistico e artistico) e non più sei.
Ad annunciarlo, dopo l’incontro tra i tecnici del ministero dell’Istruzione e i sindacati di ieri, è la Fcl Cgil. "Avevamo capito male!", commentano sarcasticamente da via Leopoldo Serra. "Nell’incontro che si è tenuto ieri presso il ministero dell’Istruzione, l’amministrazione - spiegano - ha formalmente comunicato alle organizzazioni sindacali che l’anno prossimo saranno attivati non 40 classi di liceo musicale e 10 di liceo coreutico, ma, rispettivamente, dieci e una". Non è esattamente la stessa probabilità di vincere 500 mila euro col Gratta e vinci, ma la probabilità di entrare in una di quelle classi per il mezzo milione di ragazzini in procinto di scegliere come proseguire gli studio è davvero risicata: una su 2 mila. Saranno infatti 250/300 i fortunatissimi.
La ragione della marcia indietro è legata ad una questione tecnica: "Alla ripartizione delle classi si provvede in sede di intesa con la Conferenza unificata sul dimensionamento della rete scolastica", ma "l’intesa non è stata stipulata". Così, il ministero ha deciso di partire con le sperimentazioni di liceo musicale e coreutico già "attivate con decreto ministeriale" in 11 scuole. L’elenco delle scuole che potranno attivare i licei musicali e i licei coreutica sarà diffuso su internet il primo marzo. Edc è facile comprendere che coloro che vorranno frequentarlo, visto che sarà a numero chiuso, dovranno sobbarcarsi una costosa trasferta. Oppure, rinunciarvi. © Riproduzione riservata
* la Repubblica, 25 febbraio 2010
Gelmini-Tremonti, una rifoma con la scure
di Francesca Puglisi (l’Unità, 10.02.2010)
Al di là della propaganda governativa di queste ore, valgono i fatti e presto studenti, insegnanti e famiglie si accorgeranno del male inflitto al sistema scolastico dal Governo Berlusconi. A guidare il riordino delle superiori non è uno spirito riformatore, ma una concezione elitaria dell’istruzione e un drastico ridimensionamento della spesa per l’istruzione pubblica (circa 8 miliardi di euro in tre anni), attuato senza discussione in Parlamento e senza alcuna logica educativa.
Si tratta della stessa scure che ha già eliminato nell’anno scolastico 2009-2010, nella sola scuola secondaria superiore, 11.347 docenti, con l’aumento oltre misura del numero di studenti per classe. Ora, con la riduzione del tempo scuola, saranno eliminati altri 20.339 insegnanti nei prossimi due anni, un licenziamento di massa di cui faranno le spese soprattutto i precari.
Il ministro afferma che con il riordino dei licei avranno più ore materie come le lingue straniere, la matematica e le scienze. In realtà si tratta delle materie che il ministro Gelmini ha azzoppato senza pietà. Per fare solo qualche esempio, nel liceo linguistico la seconda lingua straniera avrà il 33% in meno delle ore, nei licei scientifici viene eliminata la sperimentazione dello studio della seconda lingua. La matematica non sta meglio delle lingue: si accorpa con la Fisica e diventa un’unica disciplina nei licei delle scienze umane e linguistici, con un’ulteriore riduzione oraria. Altra perla “gelminiana” è l’assenza, in tutti i licei, dell’insegnamento almeno quadriennale di Scienze, una delle caratteristiche della moderna scuola del XXI secolo.
Il riordino degli istituti tecnici è una brutta copia della riforma approntata dal governo di centrosinistra, con l’aggravante che non ci sono risorse per i laboratori, tagliati anch’essi del 30% insieme ad un gran numero di insegnanti tecnico pratici. Il Pd ha avanzato le proprie proposte nelle Commissioni competenti di Camera e Senato, ma a parte la “riduzione del danno” di far partire il riordino solo dalle nuove iscrizioni, su tutti gli altri punti c’è stata un’insensata sordità.
L’accetta di Tremonti alla fine ha colpito l’istruzione di ogni ordine e grado e a conti fatti, dal prossimo anno scolastico, ad ogni bambino o bambina che varca per la prima volta la porta di una scuola primaria, al termine dell’obbligo, saranno sottratte 63 settimane di istruzione, quasi due anni in meno di scuola. Il Partito Democratico promuoverà nelle prossime settimane una giornata nazionale di mobilitazione per la scuola pubblica, il più grande investimento nel capitale umano del Paese, chiamando a raccolta tutte le migliori energie della nostra società, che hanno a cuore il futuro dei nostri ragazzi e ragazze.
Sono la traduzione pratica della legge e lo schema con cui si studierà dal prossimo anno
Al classico meno italiano e storia e più materie scientifiche. La novità di linguistici
Così in classe nei nuovi licei Ecco ore e materie della riforma
di SALVO INTRAVAIA *
I quadri orari, incubo di professori e studenti fino a diventare la chiave dell’intreccio di uno dei più divertenti film sulla scuola. Ma anche la traduzione pratica di una riforma. Ecco dunque tutte le materie e gli orari dei nuovi licei varati dal Consiglio dei ministri. Confermato, come aveva anticipato due giorni fa Repubblica.it, l’ingresso del Diritto in tutti e due gli indirizzi del liceo delle Scienze umane, l’introduzione delle Scienze in tutti e 5 gli anni del liceo classico. Ma anche più Fisica, Matematica e Scienze allo scientifico. Tutti gli studenti che sono orientati verso uno dei 6 nuovi licei gelminiani hanno tempo fino al 26 febbraio per studiare i nuovi piani-orario. Poi occorrerà scegliere, anche in base alle variazioni apportate dalle singole scuole, entro il 26 marzo.
Licei classici. Meno Italiano e Storia nei prossimi licei classici. Ma anche più Lingua straniera, Matematica, Fisica e Storia dell’Arte. Al biennio si studierà per 27 ore a settimana. Al triennio saranno invece 31 le ore di studio settimanali. Il prossimo anno, chi sceglierà il classico studierà 4 ore a settimana di Italiano (una in meno rispetto al vecchio ordinamento), 5 di Latino e 4 di Greco. Tre sole ore di Storia e Geografia (materia unica), 3 di Matematica e 2 di Scienze. Restano due le ore settimanali di Scienze motorie (un tempo Educazione fisica) e una alla settimana quella di religione.
Licei scientifici. Quello della Gelmini è un liceo decisamente più "scientifico", ma non troppo: meno ore di Latino e Storia, più ore di matematica, Fisica e Scienze. Ma anche meno ore di Lingua straniera. Al primo anno si studieranno 4 ore settimanali di Italiano e 3 di Storia/Geografia (materia unica). Le ore di latino diventeranno "appena" 3, come quelle di Inglese. Saranno invece sette le ore di Matematica (5 settimanali) e Fisica (2 a settimana). Due ore a settimana per Scienze, Storia dell’Arte e scinze motorie e una di religione. E nell’opzione "scienze applicate" salta completamente il Latino, entra l’Informatica e diventerà Scienze la materia più studiata. Svanisce anche il sogno dei corsi bilingue, molto richiesti dai genitori. Saranno poi le scuole, col 20 per cento di flessibilità oraria, ad adeguare i curricula alle esigenze del territorio.
Licei artistici. Saranno i licei dove si studierà di più: 34 ore settimanali al biennio e 35 al triennio. E sei gli indirizzi su cui esercitare la scelta: arti figurative; architettura e ambiente; audiovisivo e multimedia; design; grafica; scenografia. Il biennio sarà comune a tutti gli indirizzi, mentre al terzo anno le strade si dividono: 23 ore settimanali restano comuni a tutti gli indirizzi e 12 di laboratorio. Licei delle scienze umane. Ereditano gli alunni degli ex istituti magistrali e dei licei socio-psicopedagogici. Rispetto alla prima lettura, per raggranellare qualche ora di Diritto è stata sacrificata una lingua straniera. Me viene potenziato lo studio delle Scienze umane. Al primo anno le 27 ore settimanali saranno così suddivise: 4 di Italiano, 3 di latino e 3 di Storia/Geografia. E ancora: 4 ore settimanali di Scienze umane (Antropologia, Pedagogia, Psicologia e Sociologia), 3 di Lingua straniera e 2 di Diritto ed economia. L’area scientifica comprende 3 ore di Matematica (con Informatica) e 2 di Scienze naturali (Biologia, Chimica, Scienze della Terra). E si conclude con Scienze motorie (2 ore) e Religione. Nell’opzione "economico-sociale" sparisce il Latino subentra un’altra Lingua straniera e si incrementano le ore di Diritto ed economia, ma calano quelle di Scienze umane.
Liceo linguistico. E’ una mezza novità per l’ordinamento scolastico italiano. Finora, infatti, il liceo linguistico è stato attivato come sperimentazione nei socio-psicopedagogici. Da adesso avrà una sua autonomia e dignità. Anche questo liceo, rispetto alla prima lettura del Regolamento, subisce delle variazioni. Si riducono le ore di Latino e si incrementano quelle di Lingua straniera. Al primo anno, si studieranno 4 ore di Italiano, 2 di Latino e 10 ore di ben 3 Lingue straniere. Saranno 3 le ore di Storia/Geografia e altrettante di Matematica. Due ore settimanali di Scienze, due di attività motoria e una di religione. In totale, 27 ore. Liceo musicale/coreutico. E’ la vera novità della riforma, ma anche la cenerentola: saranno soltanto 40 le sezioni di liceo musicale il prossimo anno in Italia. E appena 10 quelle di liceo coreutico. In tutti e 5 gli anni si studierà per 32 ore a settimana. Ma i due indirizzi, al primo anno, avranno in comune soltanto 18 ore: 4 di Italiano, 3 di Lingua straniera, 3 di Matematica, 2 di Scienze, 2 di Storia dell’arte e una di religione. La restante parte dell’orario sarà destinato a materie di indirizzo.
© la Repubblica, 05 febbraio 2010
LA SCHEDA
Meno ore e meno professori
Ecco la nuova scuola superiore
di SALVO INTRAVAIA *
Ecco la scuola superiore targata Gelmini. Dal prossimo mese di settembre la scuola secondaria di secondo grado, ferma sostanzialmente al 1923, verrà riformata. E saranno tantissime le novità che interesseranno per il momento i 500 mila ragazzini delle scuole medie italiane in procinto di scegliere come proseguire gli studi, ma anche il milione di studenti che frequentano le classi intermedie (seconde, terze e quarte classi) degli istituti tecnici e professionali. Vediamo perché. Dopo un tira e molla durato diversi mesi, i sindacati, le commissioni Cultura di Camera e Senato sono riusciti a strappare un avvio soft della riforma: si partirà dalle sole prime classi. Ma per tagliare oltre 17 mila cattedre in appena due anni (il 2010/2011 e il 2011/2012) i tecnici del ministero dell’Istruzione, sotto l’occhio vigile dei colleghi dell’Economia, hanno dovuto rivoluzionare i quadri-orario dei tecnici e professionali. E così, dal prossimo mese di settembre, quasi un milione di studenti che frequentano le seconde, terze e quarte classi di tecnici e professionali si vedranno scontare le ore settimanali di studio. Secondo un modello che non è stato ancora presentato.
L’architettura. Dal prossimo anno scolastico la scelta sarà ridotta ad un numero relativamente concentrato di opzioni. E gli oltre 500 indirizzi (tra ordinamenti, sperimentazioni e progetti assistiti) tra i quali occorreva orientarsi fino all’anno in corso, saranno un ricordo. I licei avranno soltanto 6 indirizzi (artistico, scientifico, classico, delle scienze umane, linguistico e musicale/coreutico). Ma considerando i 6 indirizzi del nuovo liceo artistico (arti figurative; architettura e ambiente; audiovisivo e multimedia; design; grafica; scenografia), l’opzione aggiuntiva per lo scientifico (delle scientifico delle "scienze applicate"), quella "economico-sociale" per il liceo delle scienze umane e i due indirizzi del musicale e coreutico si arriva a 14 indirizzi. Gli istituti tecnici saranno in tutto 11 (Amministrativo, finanza e marketing; Turismo; Meccanica, meccatronica ed energia; Trasporti e logistica; Elettronica ed elettrotecnica; Informatica e telecomunicazioni; Grafica e comunicazione; Chimica, materiali e biotecnologie; Sistema moda; Agraria e agroindustria; Costruzioni, ambiente e territorio) , suddivisi in due settori (economico e tecnologico). Mentre i professionali diventano 6, suddivisi in due settori (dei servizi e industria e artigianato): Servizi per l’agricoltura e lo sviluppo rurale; Servizi socio-sanitari; Servizi per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera; Servizi commerciali; Produzioni artigianali e industriali; Servizi per la manutenzione e l’assistenza tecnica.
Le ore di lezione. Tutti i licei, ad eccezione di quello artistico e del classico, avranno 27 ore di lezioni settimanali al biennio e 30 ore a settimana al triennio. Al classico si studierà di più: 31 ore settimanali negli ultimi tre anni. Mentre al liceo artistico, per via delle materie di indirizzo che richiedono parecchie ore di esercitazione, si arriverà a 34 ore al biennio e 35 al triennio. Saranno invece 32 ore settimanali, per tutti e 5 gli anni, al liceo musicale e coreutico, che però inizierà in sordina: 40 sezioni di liceo musicale e 10 di liceo coreutico in tutta Italia. Nei tecnici e negli istituti professionali l’orario settimanale è stato invece calibrato su 32 ore, con un numero congruo di attività laboratoriale.
Autonomia. I curricula predisposti dal ministero possono essere modificati, entro certi limiti, dai singoli collegi dei docenti. Al biennio, i nuovi licei potranno ritagliare il 20 per cento del monte ore annuo per attivare insegnamenti opzionali. Quota che sale al 30 per cento al triennio. In questo modo, ogni liceo potrà "personalizzare" l’offerta formativa per renderla più vicina alle esigenze dell’utenza e del territorio. La quota di flessibilità nei tecnici e nei professionali è ancora più elevate e può superare la metà delle ore annue.
© la Repubblica, 04 febbraio 2010
Via libera alla riforma
parte dai primi anni dei licei *
ROMA - Via libera del Consiglio dei ministri alla riforma che riordina l’istruzione secondaria superiore. Il riordino che riguarda licei, istituti tecnici e professionali sarà attuato dal prossimo anno scolastico (2010-2011), a partire dalle sole prime classi. La riforma prevede uno sfoltimento degli indirizzi di studio: i licei diventeranno 6 (dagli attuali 450 indirizzi tra sperimentazioni e progetti assistiti), gli istituti tecnici da 10 con 39 indirizzi scenderanno a 2 con 11 indirizzi, i professionali da 5 corsi e 27 indirizzi saranno snelliti a 2 corsi e 6 indirizzi.
* la Repubblica, 04 febbraio 2010
Bugie in classe
La stampa ha annunciato che la riforma delle superiori era passata. Non è vero. E in quei regolamenti è assente un progetto culturale per la scuola
di Marina Boscaino (il Fatto, 31.01.2010)
A metà di questa settimana stampa e tv si sono incaricato di annunciare al Paese che la riforma delle scuole superiori era passata. Non è vero. Aveva ragione il ragazzo che qualche giorno fa, in una lettera su questo giornale, denunciava il disinteresse dei media: la dismissione della scuola della Costituzione è sotto gli occhi di tutti, ma nessuno sembra interessarsene, persino accorgersene. Per quel ragazzo e per gli scettici, refrattari agli annunci del Tg di Minzolini: a metà della settimana la Commissione Cultura del Senato ha approvato (con una serie di raccomandazioni) i regolamenti della “riforma Gelmini” per un voto, quello di un senatore Udc. Analogo parere era stato espresso alla Camera. Secondo procedura, sui regolamenti di licei, istruzione tecnica e professionale, si erano anche espressi il Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione e la Conferenza Unificata Stato-Regioni: entrambi i pareri sono stati negativi. Si è poi pronunciato il Consiglio di Stato, prima negativamente, in dicembre; poi positivamente, in gennaio, con riserve però giuridicamente così sostanziali (ad esempio sull’intenzione di intervenire in alcuni ambiti con decreti “aventi natura non regolamentare”; o sull’eccesso di delega) da sollevare, in un esecutivo competente e responsabile, dubbi sulla possibilità di iniziare dal prossimo anno scolastico. Tanto più che il mondo della scuola non è stato minimamente consultato. Invece il Governo va avanti: “Quei pareri sono obbligatori e non vincolanti; è già tanto sembrano volerci dire che celebriamo l’iter prescritto. Non pretenderete che addirittura teniamo conto di quanto ci viene segnalato!”.
E così, alla fine, prima o dopo, regolamenti claudicanti, rozzi, iniqui, che ritornano a una scuola di almeno 40 anni fa, che sono nati dall’art. 64 della l.133/08 (“Contenimento della spesa per il pubblico impiego. Disposizioni in materia di organizzazione scolastica”) passeranno in seconda lettura in Consiglio dei Ministri e poi alla Corte dei Conti, per essere infine pubblicati in Gazzetta Ufficiale. Il tutto, probabilmente, ad iscrizioni scadute. Solo allora - cari media che avete gridato alla “riforma” - saranno legge: questo prevedono le legittime procedure giuridiche della Repubblica Italiana. Solo allora passerà una riforma motivata - insisto - da quella legge, confluita nella Finanziaria 2009: taglio, nel triennio 2009-12, di 7.6 miliardi di euro sulle spese della scuola pubblica, con tanto di eliminazione di 135.000 posti di lavoro. Quella stessa che ha fatto optare (contro ogni evidenza formativa) per il maestro prevalente e messo in discussione il tempo pieno alla primaria.
Rispettare le previsioni di taglio per il prossimo anno scolastico: da qui la fretta disperata per far approvare i regolamenti, che tagliano cattedre, tempo scuola, diritti - e quindi crescita ed emancipazione per il Paese - riducendo la superiore alla caotica rappresentazione della pochezza politica e della spregiudicatezza di coloro che ci governano. Sarebbe un errore affermare che la scuola rappresentata in quei regolamenti non corrisponda ad un progetto culturale: l’assenza è il progetto medesimo. Estinzione di tutte le sperimentazioni, che hanno rappresentato in molti casi esperienze felici di crescita di professionalità e di apprendimenti; eliminazione di saperi fondamentali (Geografia, di cui si parla in questi giorni, non è che uno degli esempi); esproprio dell’autonomia scolastica; demolizione dell’idea di biennio unitario, con competenze garantite e comuni a tutti, per realizzare davvero l’obbligo scolastico; un’ istruzione per i nati bene (licei) e un’altra per i figli di un dio minore; frammentazione dell’unitarietà del sistema scolastico nazionale, con la regionalizzazione: sono alcuni degli ingredienti per sottrarre scientemente alla scuola la sua straordinaria forza di inclusione democratica e di crescita della cittadinanza e il suo mandato costituzionale. Questo il piatto che ci stanno preparando. Ma, per favore, non dite che è già pronto.
Ecco come saranno le scuole superiori targate Gelmini
di Claudio Tucci *
Da 400 indirizzi sperimentali, oggi esistenti, a soli 6 licei. Da 10 settori e 39 indirizzi di istituti tecnici, si passerà ad appena 2 settori e 11 indirizzi. Mentre i 5 settori e 27 indirizzi dei professionali saranno asciugati in 2 macro-settori, a cui corrisponderanno 6 indirizzi. Si può partire da questi numeri per iniziare a capire cosa attenderà i circa 500mila ragazzi di terza media, che dal prossimo 1° settembre, metteranno piede nei nuovi istituti superiori, targati Gelmini. Accanto a questa cura dimagrante, ci sarà spazio, anche, per l’inglese potenziato, un rapporto più stretto tra scuola e mondo del lavoro (a oggi, ci ricordano gli ultimi dati Excelsior, alle aziende mancano 54mila diplomati tecnico-professionali) e una sferzata a tutto campo sulle nuove tecnologie. In attesa del via libera definitivo ai 3 regolamenti di riordino di licei, istituti tecnici e professionali, previsto per i prossimi giorni, abbiamo cercato di sintetizzare le principali innovazioni che interesseranno le superiori, in questo agile vademecum.
Informazioni a studenti e famiglie. Gli istituti, nelle prossime settimane, dovranno essere in grado di fornire ai ragazzi di terza media e alle loro famiglie informazioni più dettagliate relative all’intero nuovo scenario del secondo ciclo. Il rischio, sottolineato da più parti, sindacati in testa, è che, con i regolamenti ancora non definitivi e le iscrizioni posticipate a fine marzo, il tempo per far conoscere le novità in arrivo da settembre sia troppo poco, con la conseguenza che molte scelte saranno affidate al caso.
Iscrizioni: le date da rispettare. Arriva il doppio canale per le iscrizioni dei ragazzi a scuola. Alle superiori, mamma e papà avranno tempo dal 26 febbraio al 26 marzo. Mentre, ci potrà iscrivere alle scuole dell’infanzia, elementari e medie fino al 27 febbraio. Il mese in più di tempo per l’iscrizione alle scuole superiori è stato stabilito per consentire un’adeguata informazione alle famiglie sui nuovi indirizzi di studio, in arrivo con l’approvazione definitiva dei 3 regolamenti di riordino della scuola secondaria di secondo grado.
Istituti tecnici: al via i settori economico e tecnologico. I nuovi istituti tecnici si divideranno in 2 settori: economico (che si scompone in 2 indirizzi, amministrativo, finanza e marketing e turismo) e tecnologico (che avrà 9 indirizzi) e godranno di un orario settimanale corrispondente a 32 ore di lezione. Saranno ore effettive contro le attuali 36 virtuali (della durata media di 50 minuti). Ci sarà un primo biennio, dedicato all’acquisizione di saperi e competenze di base e un successivo triennio, in cui gli indirizzi possono articolarsi nelle opzioni richieste dal territorio e dal mondo del lavoro e delle professioni. Il quinto anno si conclude con l’esame di Stato. A livello di didattica, il regolamento di riordino, prevede un potenziamento dell’inglese, delle ore di laboratorio e una maggiore autonomia e flessibilità dell’offerta formativa. I nuovi istituti tecnici saranno caratterizzati da un’area di istruzione generale comune a tutti e due i percorsi e in distinte aree di indirizzo, che possono essere articolate, sulla base di un elenco nazionale continuamente aggiornato nel confronto con le regioni e le parti sociali, in un numero definito di opzioni legate al mondo del lavoro, delle professioni e del territorio. Per questo, gli istituti tecnici avranno a disposizione ampi spazi di flessibilità (30% nel secondo biennio e 35% nel quinto anno) all’interno dell’orario annuale delle lezioni dell’area di indirizzo. Questi spazi di flessibilità si aggiungono alla quota del 20% di autonomia rispetto al monte ore complessivo delle lezioni di cui già godono le scuole. In questo modo, possono essere recuperati e valorizzati settori produttivi strategici per l’economia del Paese (come, ad esempio, la plasturgia, la metallurgia, il cartario, le costruzioni aereonautiche etc.).
Licei: arrivano i nuovi indirizzi artistico e delle scienze umane. Ci sarà un liceo scientifico tecnologico, dove non è previsto lo studio del latino, mentre il liceo delle scienze umane (ex magistrale) avrà un indirizzo giuridico economico, anch’esso senza latino. Al classico, sarà introdotto l’insegnamento della lingua straniera per l’intero quinquennio. Il liceo linguistico, invece, prevederà l’insegnamento di 3 lingue straniere. Dalla terza classe, un insegnamento non linguistico sarà impartito in lingua straniera e dalla quarta, pure, un secondo insegnamento. Tra le new entry ci saranno il liceo musicale e coreutico, articolato nelle 2 sezioni musicale coreutica, e il liceo delle scienze umane, che prenderà il posto del liceo socio-psicopedagogico. In tutti i corsi di studio ci sarà una riduzione dell’orario scolastico: 27 ore settimanali nel primo biennio del liceo classico, scientifico, linguistico e delle scienze umane; 32 ore nel liceo musicale e coreutico; 34 ore nei licei artistici, che prenderanno il posto degli attuali istituti d’arte; 32 ore settimanali negli istituti tecnici e professionali. Attualmente, grazie anche alle sperimentazioni, l’orario settimanale di quasi tutti gli indirizzi di studio oscilla fra le 32 e le 36 ore settimanali. A livello gestionale, infine, dipartimenti disciplinari e comitato scientifico, costituiranno le nuove articolazioni del collegio docenti, senza, però, sottolinea il regolamento, «ledere la sovranità del collegio docenti stesso».
Per chi è già iscritto alle superiori. Il restyling dovrebbe coinvolgere anche molti ragazzi che, ora, frequentano la scuola superiore. In particolare, lo schema di regolamento di riforma degli istituti professionali stabilisce che le novità si applicano da subito solo alle classi iniziali ma che, contestualmente, sarà ridotto l’orario delle lezioni delle classi seconde e terze, non coinvolte nella riforma. È, però, evidente che la riduzione del tempo-scuola comporterà il taglio orario di qualche disciplina, ancora da individuare, oppure l’eliminazione di qualche materia. Ma anche in questo caso non ci sono indicazioni precise. Prime e seconde classi coinvolte da settembre, invece, secondo il regolamento degli istituti tecnici, ma la riduzione d’orario riguarderà anche le terze e persino le quarte. Anche qui sono tutte da inventare le modalità di passaggio al nuovo assetto: l’orario "slim" per alcune materie è tuttavia l’ipotesi più probabile. Il regolamento di riordino dei licei, infine, prevede che vengano coinvolte nella riforma le prime e le seconde classi funzionanti nel 2010-2011, lasciando però immutati gli orari del triennio.
Professionali: più spazio ai servizi e all’industria e artigianato. Gli istituti professionali si articoleranno in 2 macrosettori: istituti professionali per il settore dei servizi e istituti professionali per il settore industria e artigianato. Ai 2 settori, corrispondono 6 indirizzi. Come per gli istituti tecnici, anche qui, il percorso è articolato in 2 bienni, e un quinto anno, con l’esame finale. Gli istituti professionali avranno un orario settimanale corrispondente di 32 ore di lezione. Saranno ore effettive contro le attuali 36 virtuali (della durata media di 50 minuti). Avranno, poi, maggiore flessibilità rispetto agli istituti tecnici. In particolare, gli spazi di flessibilità nell’area di indirizzo riservati agli istituti professionali, aggiuntivi alla quota del 20% di autonomia già prevista, ammontano al 25% in prima e seconda, al 35% in terza e quarta, per arrivare al 40% in quinta. Gli istituti potranno utilizzare le quote di flessibilità per organizzare percorsi per il conseguimento di qualifiche di durata triennale e di diplomi professionali di durata quadriennale nell’ambito dell’offerta coordinata di istruzione e formazione professionale programmata dalle Regioni nella loro autonomia, sulla base di accordi con il ministero dell’Istruzione. Anche nei nuovi professionali, sono previste più ore in laboratorio, oltre a stage, tirocini e alternanza scuola-lavoro, soprattutto nel secondo biennio e nel quinto anno.
Si inizia dal primo anno. Si inizia solo dal primo anno? Al momento, sembra l’ipotesi più plausibile. Anche perché tutti i pareri, al momento, acquisiti dal Governo (nell’ordine, Consiglio nazionale della pubblica istruzione, Conferenza unificata, Consiglio di Stato), oltre il dibattito che sta accompagnando la riforma, è stato unanimamente chiesto di partire solo con le prime classi e di lasciar continuare tutte le altre secondo il vecchio ordinamento, per evitare il cambio di binario in corsa ai ragazzi che hanno già cominciato il percorso di studi. Al momento dell’approvazione definitiva della riforma da parte del Consiglio dei ministri si saprà se la richiesta verrà accolta, anche se tutti i segnali da Viale Trastevere vanno già in questa direzione. È bene, comunque, evidenziare che il riordino soltanto nelle prime classi significherebbe, per Palazzo Chigi, rinunciare ai risparmi attesi dalle riduzioni d’orario introdotte dalla riforma. E, quindi, a parte dei soldi, da girare per la valorizzazione del merito del personale della scuola.
* Il Sole-24 Ore, 15 gennaio 2010
Abbiamo disegnato gli orari settimanali delle scuole superiori modello Gelmini
Saranno 11. Il rebus di famiglie e ragazzi a poche settimane dalle iscrizioni
I nuovi licei materia per materia
vademecum per 500mila studenti
di SALVO INTRAVAIA *
Ecco materie e orari settimanali dei nuovi licei. Tra pochissime settimane 500 mila famiglie italiane saranno chiamate a decidere il futuri dei loro figli. Liceo classico o scientifico? Liceo musicale o delle Scienze umane? Linguistico e artistico? Alcuni di questi indirizzi sono nuovi di zecca altri sono stati rivisitati. Repubblica.it ve li propone in una versione non definitiva ma abbastanza vicina a quella finale. Cosa studieranno gli studenti dell’era Gelmini? Quanta Matematica e quante ore di Inglese? E’ quello che cercano di capire da mesi studenti e genitori. Proviamo a dare una prima risposta.
Una cosa è certa. Per stessa ammissione del ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini le materie diminuiranno, perché tra sperimentazioni e corsi ordinamentali gli indirizzi della scuola superiore oggi superano le oltre 700 esperienze. E anche le ore di insegnamento caleranno drasticamente. Già perché le diverse sperimentazioni, che coprono oggi la maggior parte dell’offerta formativa, hanno fatto lievitare il numero di ore passate a scuola.
I nuovi licei saranno in tutto 11. Tre le opzioni per il liceo artistico (Arti figurative, Architettura / Design / Ambiente e Audiovisivo / Multimedia / Scenografia), che passa a 5 anni. Ma stando ai giudizi espressi dagli addetti ai lavori le materie di indirizzo vengono ridimensionate, per un carico settimanale che non andrà oltre le 34 ore al biennio e le 35 al triennio. Il liceo classico manterrà la sua struttura, ma confrontandolo con la sua versione moderna (la sperimentazione in lingua straniera) perderà parecchie ore di Inglese, Francese e Spagnolo. Stesso discorso per il liceo scientifico, dove parte delle ore di Latino verranno sostituite dalle Scienze. E che vedrà la opzione dello Scientifico-tecnologico senza Latino ma con l’Informatica.
Al liceo linguistico, finora solo sperimentale, si studieranno 3 lingue straniere, ma solo negli ultimi tre anni, e sarà sufficiente stare a scuola 27 ore a settimana nei primi due anni e 30 ore successivamente. Impegno orario che resterà identico anche al liceo delle Scienze sociali, evoluzione del socio-psicopedagogico e del precedente istituto magistrale, che presenta una variante: l’indirizzo Economico-sociale.
La novità assoluta, ma solo in alcune province italiane (forse uno per provincia), è rappresentata dal liceo musicale e coreutica, che prevede le due specializzazioni. Per imparare a cantare, danzare (liceo coreutico) e a suonare uno strumento musicale (liceo musicale) occorrerà però impegnarsi qualche ora a settimana in più.
* la Repubblica, 21 ottobre 2009)
Al via la riforma, interessa 500mila studenti, partirà dal prossimo anno scolastico. Ecco la mappa di orari e materie
Meno inglese, più italiano
così cambia la scuola superiore
di SALVO INTRAVAIA *
MENO Latino e Filosofia allo scientifico, meno ore di Lingua straniera in quasi tutti gli indirizzi, più italiano negli istituti tecnici e professionali. La riforma degli istituti superiori è ai nastri di partenza. Tra poche settimane (le iscrizioni andranno presentate entro fine febbraio 2010) circa 500 mila ragazzini di terza media si ritroveranno a fare la scelta più importante della loro vita scolastica. E a viale Trastevere fervono i preparativi per la campagna di informazione che nei prossimi giorni raggiungerà genitori e figli ancora all’oscuro di quadri orario e materie su cui dovranno cimentarsi dal prossimo anno scolastico.
Dopo le proteste dei mesi scorsi e i confronti - spesso tumultuosi - con i rappresentanti di categoria, i regolamenti che metteranno ordine nella giungla dell’istruzione superiore italiana sono pronti. Al posto degli oltre 800 indirizzi sperimentali attualmente funzionanti in Italia i ragazzini dovranno districarsi fra 27 opzioni: 10 licei, 11 istituti tecnici e 6 istituti professionali. Ma cosa c’è nel futuro scolastico di coloro che studieranno nella scuola riformata? Meno ore di lezione e meno materie per tutti. Sembra proprio questa la direzione in cui si è diretto il governo. E dopo mille correzioni, limature e aggiustamenti dei 27 istituti superiori gelminiani si conoscono anche i cosiddetti curricula: materie e ore di lezione di tutti gli anni.
Insomma: tutto pronto. Al liceo classico, dove le sperimentazioni coprono l’80 per cento dei corsi, le ore calano drasticamente. È il caso della sperimentazione in lingua straniera (circolare ministeriale 198/092) che lascerà sul campo in media 3 ore settimanali di lezione, tutte di lingua straniera, ovviamente. Stesso discorso per i licei scientifici, dove è diventato difficile trovare un corso tradizionale: il 55 per cento di studenti studia in corsi di Piano nazionale informatica (Pni) e 23 su 100 in corsi bilingue. Anche per loro c’è all’orizzonte un calo delle ore di Latino, Inglese, Matematica e Fisica, con un recupero parziale di lezioni di Scienze. Passando agli istituti tecnici e agli istituti professionali non c’è bisogno di fare troppi conteggi per rendersi conto che i ragazzi staranno tra i banchi parecchie ore in meno. Finora, chi ha frequentato l’istituto tecnico commerciale, anche quello ad indirizzo tradizionale, si è dovuto sobbarcare 36 ore settimanali di lezione. Che arrivano a 38 all’istituto tecnico industriale e a 40 negli istituti professionali.
Per diventare provetti ragionieri, geometri, periti tecnici o cuochi occorreva passare a scuola dalle 6 alle 8 ore al giorno. Ma dal prossimo anno tutto questo sarà un "brutto ricordo": 32 ore settimanali per tutti, dai tecnici ai professionali. Si studierà meno Inglese, Matematica ed Economia aziendale all’istituto tecnico commerciale. E meno Geografia (che scompare) ed Elettrotecnica ed Elettronica all’industriale (ad indirizzo Elettronico ed Elettrotecnico). Ma si recupera con l’italiano che aumenterà leggermente. E soprattutto niente più ragionieri o geometri: dal 2010/2011 i vecchi istituti saranno sostituiti rispettivamente dagli indirizzi di Amministrazione, finanza e marketing e da Costruzioni, ambiente e territorio.
* la Repubblica, 16 ottobre 2009
La riforma Gelmini dei Licei
Ma con i tagli non c’è futuro
di Aldo Schiavone (la Repubblica, 13.06.2009)
I nostri licei sono lo snodo cruciale del sistema educativo del Paese. Negli ultimi decenni - diciamo dalla fine degli anni Sessanta - intorno e dentro vi è accaduto di tutto. C’è più distanza fra una ragazza di oggi e una degli anni Cinquanta del secolo scorso - per esperienze, mentalità, aspettative, modelli di comportamento - che fra questa e una sua coetanea degli inizi dell’Ottocento. E per i maschi, le cose non stanno in termini molto diversi, anche se forse il contrasto è appena meno sconvolgente. E’ perciò un autentico miracolo che - pur in mancanza di una politica pubblica degna di questo nome, in particolare per quanto ha riguardato la riqualificazione e la valorizzazione del personale docente - la scuola secondaria superiore italiana abbia in qualche modo retto a questo straordinario mutamento. E se i suoi studenti sono ancora in grado di sostenere il confronto con i loro pari delle più avanzate nazioni del mondo. Qualunque intervento legislativo su questa struttura e sui suoi meccanismi è dunque compito delicatissimo, in cui procedere con estrema attenzione e cautela.
Il regolamento ministeriale sul riassetto dei licei varato ieri dal Consiglio dei Ministri in attuazione della legge 133/2008 non riflette pregiudizi ideologici, né fa tabula rasa di un processo di sperimentazione farraginoso ma non inutile che ha attraversato negli ultimi anni più di un cambio di maggioranza e di governo. E questo è senza dubbio un punto positivo. Meno confortante è l’evidente mancanza di risorse finanziarie con cui il ministro Gelmini deve misurarsi, e che traspare, per esempio, dagli equilibrismi cui è costretta per quanto attiene alla quantità complessiva dell’offerta formativa (il numero di ore scolastiche fissato per ogni indirizzo, che vede, in alcuni casi, riduzioni anche drastiche e difficilmente giustificabili sul piano pedagogico). Mentre tutti i grandi Paesi dell’Occidente investono sulla scuola e sull’Università, individuando nella crescita della formazione una via per uscire in avanti dalla crisi, solo l’Italia continua a immaginare di riformare senza investire. Un tragico errore: e non aiuta certo a sopportarlo constatare che, in questo, Tremonti non si sta discostando poi molto da Padoa-Schioppa.
L’impianto dei sei licei previsto dal riordino ministeriale - classico, scientifico, delle scienze umane, artistico, linguistico, musicale - è, nell’insieme, abbastanza convincente, e mi sembra rispecchiare in modo sufficientemente coerente il quadro attuale degli studi specialistici non meno che (in prospettiva) quello degli sbocchi professionali. Rilievi più specifici si possono avanzare sul disegno di alcuni indirizzi. Nell’architettura d’insieme il percorso meno persuasivo mi sembra quello dedicato alle "scienze umane" (a cominciare dal nome; forse sarebbe stato preferibile "scienze sociali", per evitare ogni confusione con l’impianto altrettanto "umanistico" del liceo clasico): una novità che andrebbe pensata meglio, anche articolando con più cura i suoi curricula, che si potrebbero centrare con più nettezza rispettivamente sulle scienze storiche e antropologiche e sociologiche da un lato, e su quelle economiche e giuridiche dall’altro.
Più in generale, credo si debba fare uno sforzo maggiore per rendere evidente quella che chiamerei una "affinità formativa" fra tutti e sei gli indirizzi, in coerenza con la proclamata - e giustissima - "parità di dignità" fra i diversi percorsi, senza alcuna articolazione di livello fra di loro (una conquista di "democrazia della conoscenza" da non perdere). Un’eguaglianza che dovrebbe risultare più evidente attraverso la riproduzione in ciascuno di essi di un identico "blocco formativo" costruito sull’insegnamento dell’italiano, della storia e della matematica. Lo spazio opportunamente lasciato all’autonomia progettuale di ciascun istituto dovrebbe ruotare intorno a questo irrinunciabile asse comune.
Sarebbe auspicabile che su questi temi si aprisse una discussione approfondita e serena nell’opinione pubblica del Paese. Non sono in gioco né problemi di una lontana tecnicità da pedagogisti, né temi su cui scatenare risse ideologiche, ma l’avvenire delle nostre giovani generazioni, e la loro speranza di poter continuare a competere ad armi pari con le avanguardie intellettuali del mondo globale. E sarebbe importante che l’opposizione intervenisse con competenza, rigore e concretezza su queste proposte, come finora non è riuscita a fare (penso soprattutto all’Università), favorendo l’avvio di un grande dibattito nazionale sul futuro dell’intelligenza italiana. Perché è di questo che stiamo parlando.
Sul tema, nel sito, si cfr.:
Ansa» 2009-06-12 11:23
ARRIVA LA RIFORMA DEI LICEI, AL VIA DA 2010-2011
Via libera alla riforma dei licei. Il consiglio dei ministri ha approvato oggi, in prima lettura, il riordino di questo ramo della scuola secondaria superiore. Da 400 indirizzi si passa a 6 licei con 10 opzioni per gli studenti. Due le new entry: il liceo musicale e coreutico e il liceo delle scienze umane. Il nuovo modello partirà gradualmente, coinvolgendo dall’anno scolastico 2010-2011 le prime e le seconde classi; entrerà a regime nel 2013.
La riforma - che stravolge un impianto che risale alla legge Gentile del 1923 - spazza via gli attuali 396 indirizzi sperimentali, i 51 progetti assistiti dal ministero e le tantissime sperimentazioni attivate e propone sei licei:
il liceo artistico, articolato in tre indirizzi (arti figurative, architettura-design-ambiente, audiovisivo-multimedia-scenografia);
il liceo classico (sarà introdotto l’insegnamento di una lingua straniera per l’intero quinquennio);
il liceo scientifico (oltre al normale indirizzo le scuole potranno attivare l’opzione scientifico-tecnologica, dove ’salta’ il latino);
il liceo linguistico (tre lingue straniere, dalla terza liceo un insegnamento non linguistico sarà impartito in lingua straniera e dalla quarta liceo un secondo insegnamento sarà impartito in lingua straniera);
il liceo musicale e coreutico, articolato appunto nelle due sezioni musicale e coreutica (inizialmente saranno istituite 40 sezioni musicali e 10 coreutiche);
infine, il liceo delle scienze umane che sostituisce il liceo sociopsicopedagogico portando a regime le sperimentazioni avviate negli anni scorsi (le scuole potranno attivare un’opzione sezione economico-sociale, dove non è previsto lo studio del latino). Il latino è presente come insegnamento obbligatorio nel liceo classico, scientifico, linguistico e delle scienze umane e come opzione negli altri licei.
E’ previsto un incremento orario della matematica, della fisica e delle scienze "per irrobustire - spiega il ministero - la componente scientifica nella preparazione liceale" degli studenti (gli insegnamenti di fisica e scienze possono essere attivati dalle istituzioni scolastiche anche nel biennio del liceo classico). C’é un potenziamento delle lingue straniere con la presenza obbligatoria dell’insegnamento di una lingua straniera nei cinque anni ed eventualmente di una seconda lingua straniera usando la quota di autonomia.
Le discipline giuridiche ed economiche si studieranno sia nel liceo scientifico (opzione tecnologica), sia nel liceo delle scienze sociali (opzione economico-sociale) mentre negli altri licei potranno essere introdotte attraverso la quota di autonomia. Infine, "per essere al passo con l’Europa", è previsto l’insegnamento, nel quinto anno, di una disciplina non linguistica in lingua straniera.
Tutti i licei prevederanno 27 ore settimanali nel primo biennio e 30 nel secondo biennio e nel 5° anno, ad eccezione del classico (31 ore negli ultimi tre anni), dell’artistico (massimo 35), musicale e coreutico (32).
È solo una bozza. Ma come le altre poi è stata confermata
Verso la privatizzazione dello studio, si parla di esperti
Licei, ecco la riforma
Meno ore delle scuole medie
di Maristella Iervasi (l’Unità, 5.06.2009)
Si faranno 27 ore, tre in meno dell’orario oggi in vigore Non ci sono novità, solo conferme per la scuola. Ieri è stata pubblicata la bozza di Riforma dei Licei. Saranno tagliate tre ore sull’attuale orario scolastico. I Licei avranno meno ore delle medie.
Dopo i tecnici e i professionali ecco il sistema dei Licei della Gelmini. Sei indirizzi che consentono l’accesso all’Università e una materia non linguistica studiata in inglese all’ultimo anno. Latino non per tutti. Allo scientifico-tecnologico scompare per far posto all’informatica, la chimica e la biologia. E sempre qui compare una materia calderone: storia e geografia avrà un voto unico. In altre sezioni si accorpano matematica e fisica. Non solo.
I percorsi liceali sono ufficialmente 6 ma di fatto saranno 12 attraverso le opzioni/facoltative dell’offerta formativa. Soprattutto, però, a fare la differenza sarà il biennio: un tempo scuola più corto della scuola media: 27 ore, 3 in meno di oggi; 31 ore settimanali solo nel triennio del Classico.
Tutti i bienni dei licei saranno rigorosamente differenziati, quasi a voler scoraggiare gli studenti a cambiare percorso in corso d’opera per incertezza. Insomma, un riordino dei licei che ha un solo obiettivo: rientrare nei tagli al personale previsti dal duetto Tremonti-Gelmini che il movimento dell’Onda ha fatto slittare al 2010-2011: si comincierà dalle prime e seconde classi.
La riforma dei licei
Il provvedimento andrà al Consiglio dei ministri in prima lettura, poi parere Commissioni parlamentari e Conferenza Stato-Regioni. percorsi in 2+2+1, cioè due bienni e un quinto anno. L’orario annuale e comprensivo della quota riservata alle Regioni che hanno voce sui piani di studio.
Le critiche dei sindacati
Mimmo Pantaleo, segretario della Flc-Cgil: «Avanza l’idea dell’aziendalizzazione. La differenzazione dei percorsi non produrrà pari opportunità di apprendimento». E qualche distinguo lo pone anche la Uil: «Siamo contrari a far partire la riforma nelle prime e seconde classi - spiega il segretario generale Massimo Di Menna -. E l’avvio dei licei musicali è ancora poco chiaro».
Scientifico-tecnologico
In questo liceo viene previsto anche anche un indirizzo tecnologico. Nel provvedimento di 16 articoli che per tutti esplicita piani di studio, tabelle e quadri orari, questo indirizzo è configurato come opzione. Il modello di liceo tecnologico della Moratti?
Economico-sociale
È una delle novità introdotte al fianco del liceo delle Scienze umane. Al posto del Latino discipline di diritto e economia.
Liceo Classico
Nelle precedenti bozze solo con questo diploma si poteva accedere all’Università.
Musicale-coreutico
Lo voleva anche la Moratti. In prima batttua 40 le sezioni musicali e 10 di liceo coreutico. Altre saranno subordinate all’esistenza di risorse e convenzioni con i corservatori e Accademie. Linguistico Gli studenti a conclusione del percorso di studio devono essere in grado di comunicare in 3 lingue diverse»,. Una materia non linguistica si insegna in inglese.
Artistico
Tre gli indirizzi previsti: arti figurative, architettura/design/ambiente e audivisivo/multimedia/scenografia.
Superiori, la riforma sarà un elenco di tagli
Quaranta esperti non riescono a scrivere il testo. L’unico criterio è quello di Tremonti. Hanno tempo fino alla fine del mese, in autunno il confronto
di Fabio Luppino (l’Unità, 18.05.2009)
Quaranta professionisti dell’istruzione da settimane si riuniscono quasi quotidianamente per tirare fuori qualcosa che si possa chiamare «Grande riforma» della scuola. Chi li ha visti al lavoro li ha trovati angosciati e avviliti. Sarà come dice il ministro il primo fatto epocale dopo quella Gentile, ma - come è pacifico - ognuno può dare alle cose il nome che vuole: il nomen, però non fa la res.
Il problema della dotta commissione sta proprio nella filosofia. Un curriculum di tutto rispetto non si può immiserire nella semplice operazione di, toglimi un po’ di matematica, aumenta le scienze, meno latino più inglese. Roba da chirurgia estetica, anche se la Gelmini rivendica un po’ questo criterio. «Pur mantenendo l’impostazione tradizionale - spiega sul Messaggero di ieri - anche nei licei verrà potenziato l’insegnamento della matematica». Il presupposto teorico è res nullius. E per professoroni di didattica e pedagogia, in alcuni casi, è un po’ poco.
I quaranta sono incartati. Sanno che devono completare qualcosa che possa essere chiamata «Riforma della scuola superiore» entro la fine del mese, ma non ne vengono a capo.
L’unico presupposto-bibbia resta la Finanziaria di un anno fa di Giulio Tremonti: ridurre le ore, ridurre i professori, ridurre il personale Ata. E di qui accorpare: classi, bambini, portatori di handicap, materie. La più parte delle cose di cui parla il ministro è già uscito ampiamente in bozze, qualche mese fa, ma viale Trastevere ha sempre smentito. Emergeva un ridimensionamento del tutto immotivato del liceo classico, una finta attenzione per gli istituti tecnici - in cui vengono ridotte le ore di laboratorio per cui non è chiaro quale sia il vantaggio - e il liceo musicale-coreutico («legato al canto e alla danza», come ha spiegato il ministro al Messaggero) e quello delle scienze umane.
Signori, la riforma delle superiori. «Potenzieremo l’inglese - ha rassicurato la Gelmini -. Alla scuola media le famiglie potranno decidere se avvalersi delle ore dedicate alla seconda lingua per permettere ai loro figlioli di seguire soltanto corsi di Inglese. E al liceo classico ci sarà l’obbligatorietà della lingua inglese per tutti e cinque gli anni di corso».
Va ricordato al ministro che sulla progressiva abolizione della seconda lingua alle medie c’è una sentenza del Tar a spiegare che non si può fare. In più, andrebbe contro la direttiva comunitaria che impone lo studio della seconda lingua: le ambasciate e i centri culturali di Francia, Germania e Spagna presenti in Italia da mesi mugugnano davanti a questa prospettiva.
Inoltre c’è una domanda semplice semplice da girare al ministro: perché è meglio lo studio di una lingua piuttosto che due? Lo stato primitivo delle conoscenze nostrane lo scontiamo ogni volta che ci rechiamo all’estero, dove ragazzi di sedici anni parlano correntemente tre lingue straniere.
È questo, di grazia, uno svantaggio? Oppure si vuole tagliare per favorire la privatizzazione dell’istruzione a cominciare dalle lingue straniere?