VERITA’, INTERPRETAZIONE, E .... COMUNICAZIONE.

DIEGO MARCONI, PRIMA DI GUGLIELMO MARCONI. CONTRO VATTIMO ("Addio alla verità"), A DIFESA DI SE STESSO ("Per la verità’"). Una nota di Federico La Sala

mercoledì 10 giugno 2009.
 

PER LA VERITA’, ADDIO ALLA VERITA’: RIPENSARE IL NODO ESSERE, VERITA’, E LINGUAGGIO. L’indicazione di Vattimo e l’autocelebrazione di Marconi....

di Federico La Sala

DIEGO MARCONI, PRIMA DI GUGLIELMO MARCONI, MUOVE CONTRO VATTIMO ("Addio alla verità"), A DIFESA DEL SUO DISCORSO "PER LA VERITA’" .... E DA’ LA COMUNICAZIONE - IN "24 ORE" - A SE STESSO DELLA VITTORIA DELLA SUA INTERPRETAZIONE E DELLA SUA VERITA’ - CONTRO LA VERITA’ E L’INTERPRETAZIONE DEL DISCEPOLO DEL "PROFETA DI MESSKIRCH", APPRODATO FINALMENTE "DALLA FORESTA NERA AL BAR SPORT"!!!

Un breve estratto da una sua rec. apparsa oggi, 7.06.2004, su Il Sole-24 ore (p. 35)


SENZA PIU’ VERITA’ SIAMO PIU’ LIBERI?

di Diego Marconi

Nel suo piccolo ma interessante libro On Bullshit (tradotto in italiano col titolo di Stronzate, Rizzoli 2006), il filosofo Harry Frankfurt distingue il bullshit dalla semplice menzogna. Chi mente nasconde o altera quella che crede essere la verità, e quindi ha un’opinione riguardo a qual è la verità. Invece al bullshitter - a chi parla a vanvera - non importa affatto se quello che dice sia vero o falso: gli importa soltanto di impressionare e persuadere il suo uditorio. [....]

Dice Vattimo che la norma del discorso non è la verità, ma il consenso: ciò che si deve perseguire è una “condivisione comunitaria che non dipende dal vero e dal falso degli enunciati", all’incirca quello che fa il bullshitter secondo Frankfurt. [...]

[...] Dove c’è una verità, c’è qualcuno che la conosce meglio degli altri: il comitato centrale, il papa, i sapienti. E queste autorità saranno inclini a ricavare norme (liberticide) da quella che ritengono essere la natura delle cose. In secondo luogo, se c’è un modo in cui le cose stanno non siamo liberi: le ontologie oggettivistiche legittimano ”un ordine storico e sociale in cui la libertà e l’originalità dell’esistenza umana vengono cancellate ” [...] Ma la ragione principale per rifiutare verità e oggettività, dice Vattimo, è etico-politica: se ci fosse la verità, la nostra esistenza di soggetti liberi non avrebbe alcun senso e saremmo esposti al rischio del totalitarismo [...]

[...] Non mi metterò qui a confutare questi argomenti: chi fosse interessato può leggere, ad esempio, il mio libro Per la verità (un libro che Vattimo dice di essersi annoiato a leggere: io, invece a leggere il suo mi sono abbastanza divertito). [...] Dalla Foresta Nera al Bar Sport [...]


SUL TEMA, NEL SITO, SI CFR.:

LA LEZIONE DI BARACK OBAMA: L’IMPORTANZA DELLA PAROLA. "Dove porta l’odio dell’altro". Una riflessione di Barbara Spinelli

-  FILOSOFIA. IL PENSIERO DELLA COSTITUZIONE E LA COSTITUZIONE DEL PENSIERO ....
-  MA DOVE SONO I FILOSOFI ITALIANI OGGI?!
-  POCO CORAGGIOSI A SERVIRSI DELLA PROPRIA INTELLIGENZA E A PENSARE BENE "DIO", "IO" E "L’ITALIA", CHI PIU’ CHI MENO, TUTTI VIVONO DENTRO LA PIU’ GRANDE BOLLA SPECULATIVA DELLA STORIA FILOSOFICA E POLITICA ITALIANA, NEL REGNO DI "FORZA ITALIA"!!!

DOPO HEGEL (E DOPO HEIDEGGER) ... NON UNA, MA TRE CIVETTE (ORMAI DIVENUTE SCIMMIETTE) SUL COMO’ DEL DOTTORE - DEGLI INTELLETTUALI ITALIANI (1994-2009).

-  IN PRINCIPIO ERA IL LOGOS: ARISTOTELE, L’ALLEANZA, LA FILIERA DEL SIMBOLO .... E IL VANGELO CATTOLICO-ROMANO del "LATINORUM" E DELLA MENZOGNA.
-  TUTTO A "CARO-PREZZO": QUESTO "IL VANGELO CHE ABBIAMO RICEVUTO". IL VANGELO DI RATZINGER, BERTONE, RUINI, BAGNASCO E DI TUTTI I VESCOVI.


Federico La Sala


SCHEDA EDITORIALE *

Gianni Vattimo

Addio alla verità

Il tramonto della verità è la rappresentazione più fedele della cultura contemporanea: questo vale, secondo Gianni Vattimo, non solo per la filosofia, la religione e la politica, ma anche e soprattutto per l’esperienza quotidiana di ognuno di noi. La cultura delle società occidentali è - di fatto, anche se spesso non di diritto - sempre più pluralista. I media mentono, l’informazione e la comunicazione sono un gioco di interpretazioni e ai politici si consentono molte violazioni dell’etica, e dunque anche del dovere di verità, senza che nessuno si scandalizzi. Tuttavia, la nostra società “pluralista”, come mostrano ogni giorno le discussioni politiche, continua a credere alla “metafisica” idea di verità come obiettiva corrispondenza ai fatti e si illude di creare l’accordo sulla base dei “dati di fatto”.

Prendendo radicalmente le distanze da tutte le pretese di fondare la politica su un sapere scientifico, fosse pure quello dell’economia e della tecnica, Gianni Vattimo sostiene che il solo orizzonte di verità che oggi la politica e la filosofia hanno il compito di cogliere, esplicitare e costruire consiste nelle condizioni epistemologiche del dialogo sociale e interculturale. Il tema della verità va dunque ricondotto a una questione di condivisione sociale e gli intellettuali sono chiamati a pensare forme di vita più comprensibili, condivise e partecipate.

L’addio alla verità è dunque l’inizio, e la base stessa, della democrazia. Prendere atto che il consenso sulle singole scelte è anzitutto un problema di interpretazione collettiva, di costruzione di paradigmi condivisi o almeno esplicitamente riconosciuti, è la sfida della verità nel mondo del pluralismo postmoderno. Perché la verità non si “incontra”, ma si costruisce con il consenso e il rispetto della libertà di ciascuno e delle diverse comunità che convivono, senza confondersi, in una società libera.

* MELTEMI EDITORE


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