’NDRANGHETA: Tecniche quotidiane di consenso elettorale e speranze per il futuro

La Calabria al voto. Un non esercizio di democrazia, ma forse qualcosa sta cambiando. Un articolo di Anna Rita Sarro

Grazie alla denuncia di Emiliano Morrone su uno dei tanti episodi che vedono coinvolti i nostri onorevoli, si è potuto apprendere come il candidato del PD Mario Pirillo ha condotto la sua campagna elettorale.
martedì 9 giugno 2009.
 

Grazie alla denuncia di Emiliano Morrone su uno dei tanti episodi che vedono coinvolti i nostri onorevoli, si è potuto apprendere come il candidato del PD Mario Pirillo ha condotto la sua campagna elettorale.

La cosa ha destato scandalo altrove, ma non quì. Perchè i calabresi sono abituati. Le campagne elettorali, quì, non si conducono sulla base di programmi. Vince chi riesce meglio a mettere in moto la propria macchina da guerra, per estorcere consensi a masse di disoccupati, disperati, che hanno bisogno di tutto, privati come sono persino dell’aria per respirare. Ci hanno provato fior di antropologi a spiegare questo meccanismo che nei calabresi determina l’assoggettamento ai potenti di turno.

La realtà è che fa tutto parte del gioco. E’ necessario che venga mantenuto un sottosviluppo culturale ed economico quasi da Paesi del terzo mondo. E’ necessario che la gente non sappia mai, non immagini nemmeno che cosa sia la libertà, l’autodeterminazione, l’indipendenza.

Il Quotidiano della Calabria questa mattina ha dedicato un ampio articolo alla vittoria di Pirillo. E’ riuscito a realizzare il suo sogno,scriveva il giornalista,quello di essere eletto in un’assemblea che non fosse il Consiglio regionale,dove oramai risiedeva da 19 anni consecutivi. Ripetiamo il dato: 19 anni. Consecutivi.

Mario Oliverio, sempre del PD, è stato consiglere regionale della Calabria a partire dal 1980,per due legslature consecutive. Poi fu sindaco di San Giovanni in Fiore, una cittadina con un tasso di disoccupazione spaventoso e per questo, da sempre, ottimo bacino di voti per lui ed i suoi compari. E’ stato deputato parlamentare per tre legislature di seguito. Nel 2004 diventa presidente dela provincia di Cosenza con il 62% di voti. Quella di Cosenza, coi suoi 155 comuni, 733.797 abitanti, 6.653 Km quadrati, è la più ampia della cinque province calabresi.

Il frutto del suo lavoro è sotto gli occhi di tutti. Le coste sono inquinate, i depuatori non funzionanti liberano tutto ciò che possono nei nostri mari e fiumi. Qualche anno fa promosse una costosa campagna pubblicitaria che annunciava come il mare di Calabria fosse un "mare da bere". Quello stesso anno i divieti di balneazione fiorirono sulle spiagge del tirreno cosentino. Quell’estate viene ancora ricordata come una delle peggiori per il nostro turismo. In acqua comparve di tutto. I turisti scapparono a gambe levate.

I paesi che popolano la Sila, il bellissimo altopiano che per secoli venne considerato uno dei boschi più belli d’Europa, sono stati da sempre determinanti per le sue vittorie. Ma che dire dei dati che vogliono gli abitanti non solo di San Giovanni in Fiore, ma di tutto l’altopiano, come le popolazioni più colpite da depressione, alcoolismo, uso di droghe, disagi psichici e familiari, tentativi di suicidio, ed emigrazione? Mi è bastato visitarli per capire. Chi non si allea con il più forte, ed in questo caso con il Nostro Oliverio, subisce isolamento, stress psicologico, vessazioni, minacce. I più forti fuggono.

Grazie a loro la Calabria, la mia terra, è diventato un luogo dove è impossibile vivere in libertà.

Se sei "contro" non puoi passeggiare per i boschi, entrare nei bar e nei ristoranti (non in tutti, almeno), parlare alla gente esprimendo il tuo pensiero, vivere un amore, percorrere la statale 107 senza guardarti le spalle. Non puoi metterti contro di loro e sperare di farla franca.

Questa volta qualcosa è cambiato. Oliverio, che si è presentato anche quest’anno come candidato alla presidenza del consiglio provinciale di Cosenza, non ce l’ha fatta. La gente della Sila, la sua roccaforte, la gente di San Giovanni in Fiore, non lo ha sostenuto come egli sperava, sebbene quella gente nei mesi scorsi abbia subito un martellamento psicologico non indifferente, trovandosi i suoi slogan e la sua faccia con l’invito a votarlo ovunque. Il suo potere si sta sgretolando, forse le persone hanno avvertito finalmente il bisogno di respirare,grazie anche alle tante battaglie condotte da La Voce di Fiore.

Io sogno la mia Calabria liberata. Svegliata. E’ una terra di profeti, di spiriti eletti. E’ una terra di una bellezza mozzafiato, per quanto maledetta. E’ una terra che gli emigrati non scordano mai, amata anche da chi non v’è nato.

Io voglio che torni ad essere una terra libera, che non costringa più i suoi figli a scappare, per poter passeggiare liberamente nei boschi, vivere un amore, parlare nelle piazze, esprimere le proprie idee liberamente.

Lo sogno, lo spero, lo voglio, e forse qualcosa sta cambiando.

Anna Rita Sarro

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