MEMORIA DELLA LEGGE DEI NOSTRI PADRI E DELLE NOSTRE MADRI COSTITUENTI: COSTITUZIONE ED EVANGELO ...

AMORE E ONORE IN EREDITA’, NON INDECENZA. Intervento di Mons. Gianfranco Bottoni a nome dell’arcivescovado della Diocesi di Milano - a cura di Federico La Sala

Milano, Campo della Gloria del cimitero monumentale, 1 novembre 2009
mercoledì 11 novembre 2009.
 


Campo della Gloria del cimitero monumentale di Milano , 1 novembre 2009

Intervento di Mons. Gianfranco Bottoni a nome dell’arcivescovado della Diocesi di Milano *

La memoria dei morti qui, al Campo della Gloria, esige che ci interroghiamo sempre su come abbiamo raccolto l’eredità spirituale che Caduti e Combattenti per la Liberazione ci hanno lasciato. Rispetto a questo interrogativo mai, finora, ci siamo ritrovati con animo così turbato come oggi. Siamo di fronte, nel nostro paese, ad una caduta senza precedenti della democrazia e dell’etica pubblica. Non è per me facile prendere la parola e dare voce al sentimento di chi nella propria coscienza intende coniugare fede e impegno civile. Preferirei tacere, ma è l’evangelo che chiede di vigilare e di non perdere la speranza.

È giusto riconoscere che la nostra carenza del senso delle istituzioni pubbliche e della loro etica viene da lontano. Affonda le sue radici nella storia di un’Italia frammentata tra signorie e dominazioni, divisa tra guelfi e ghibellini. In essa tentativi di riforma spirituale non hanno potuto imprimere, come invece in altri paesi europei, un alto senso dello stato e della moralità pubblica. Infine, in questi ultimi 150 anni di storia della sua unità, l’Italia si è sempre ritrovata con la “questione democratica” aperta e irrisolta, anche se solo con il fascismo l’involuzione giunse alla morte della democrazia. La Liberazione e l’avvento della Costituzione repubblicana hanno invece fatto rinascere un’Italia democratica, che, per quanto segnata dal noto limite politico di una “democrazia bloccata” (come fu definito), è stata comunque democrazia a sovranità popolare.

La caduta del muro di Berlino aveva creato condizioni favorevoli per superare questo limite posto alla nostra sovranità popolare fin dai tempi di “Yalta”. Infatti la normale fisiologia di una libera democrazia comporta la reale possibilità di alternanze politiche nel governo della cosa pubblica. Ma proprio questo risulta sgradito a poteri che, già prima e ancora oggi, sottopongono a continui contraccolpi le istituzioni democratiche. L’elenco dei fatti che l’attestano sarebbe lungo ma è noto. Tutti comunque riconosciamo che ad indebolire la tenuta democratica del paese possono, ad esempio, contribuire: campagne di discredito della cultura politica dei partiti; illecite operazioni dei poteri occulti; monopolizzazioni private dei mezzi di comunicazione sociale; mancanza di rigorose norme per sancire incompatibilità e regolare i cosiddetti conflitti di interesse; alleanze segrete con le potenti mafie in cambio della loro sempre più capillare e garantita penetrazione economica e sociale; mito della governabilità a scapito della funzione parlamentare della rappresentanza; progressiva riduzione dello stato di diritto a favore dello stato padrone a conduzione tendenzialmente personale; sconfinamenti di potere dalle proprie competenze da parte di organi statali e conseguenti scontri tra istituzioni; tentativi di imbavagliare la giustizia e di piegarla a interessi privati; devastazione del costume sociale e dell’etica pubblica attraverso corruzioni, legittimazioni dell’illecito, spettacolari esibizioni della trasgressione quale liberatoria opportunità per tutti di dare stura ai più diversi appetiti...

Di questo degrado che indebolisce la democrazia dobbiamo sentirci tutti corresponsabili; nessuno è esente da colpe, neppure le istituzioni religiose. Differente invece resta la valutazione politica se oggi in Italia possiamo ancora, o non più, dire di essere in una reale democrazia. È una valutazione che non compete a questo mio intervento, che intende restare estraneo alla dialettica delle parti e delle opinioni. Al di là delle diverse e opinabili diagnosi, c’è il fatto che oggi molti, forse i più, non si accorgono del processo, comunque in atto, di morte lenta e indolore della democrazia, del processo che potremmo definire di progressiva “eutanasia” della Repubblica nata dalla Resistenza antifascista.

Fascismo di ieri e populismo di oggi sono fenomeni storicamente differenti, ma hanno in comune la necessità di disfarsi di tutto ciò che è democratico, ritenuto ingombro inutile e avverso. Allo scopo può persino servire la ridicola volgarità dell’ignoranza o della malafede di chi pensa di liquidare come “comunista” o “cattocomunista” ogni forma di difesa dei principi e delle regole della democrazia, ogni denuncia dei soprusi che sono sotto gli occhi di chiunque non sia affetto da miopia e che, non a caso, preoccupano la stampa democratica mondiale.

Il senso della realtà deve però condurci a prendere atto che non serve restare ancorati ad atteggiamenti nostalgici e recriminatori, ignorando i cambiamenti irreversibili avvenuti negli ultimi decenni. Servono invece proposte positivamente innovative e democraticamente qualificate, capaci di rispondere ai reali problemi, alle giuste attese della gente e, negli attuali tempi di crisi, ai sempre più gravi e urgenti bisogni del paese. Perché finisca la deriva dell’antipolitica e della sua abile strumentalizzazione è necessaria una politica nuova e intelligente. Ci attendiamo non una politica che dica “cose nuove ma non giuste”, secondo la prassi oggi dominante. Neppure ci può bastare la retorica petulante che ripete “cose giuste ma non nuove”. È invece indispensabile che “giusto e nuovo” stiano insieme. Urge perciò progettualità politica, capacità di dire parole e realizzare fatti che sappiano coniugare novità e rettitudine, etica e cultura, unità nazionale e pluralismi, ecc. nel costruire libertà e democrazia, giustizia e pace.

Solo così, nella vita civile, può rinascere la speranza. Certamente la speranza cristiana guarda oltre le contingenza della città terrena. E desidero dirlo proprio pensando ai morti che ricordiamo in questi giorni. La fede ne attende la risurrezione dei corpi alla pienezza della vita e dello shalom biblico. Ma questa grande attesa alimenta anche la speranza umana per l’oggi della storia e per il suo prossimo futuro. Pertanto, perché questa speranza resti accesa, vorrei che idealmente qui, dal Campo della Gloria, si levasse come un appello a tutte le donne e gli uomini di buona volontà.

Vorrei che l’appello si rivolgesse in particolare a coloro che, nell’una e nell’altra parte dei diversi e opposti schieramenti politici, dentro la maggioranza e l’opposizione, si richiamano ai principi della libertà e della democrazia e non hanno del tutto perso il senso delle istituzioni e dell’etica pubblica. A voi diciamo che dinanzi alla storia - e, per chi crede, dinanzi a Dio - avete la responsabilità di fermare l’eutanasia della Repubblica democratica. L’appello è invito a dialogare al di là della dialettica e conflittualità politica, a unirvi nel difendere e rilanciare la democrazia nei suoi fondamenti costituzionali. Non è tempo di contrapposizioni propagandistiche, né di beghe di basso profilo.

L’attuale emergenza e la memoria di chi ha combattuto per la Liberazione vi chiedono di cercare politicamente insieme come uscire, prima che sia troppo tardi, dal rischio di una possibile deriva delle istituzioni repubblicane. Prima delle giuste e necessarie battaglie politiche, ci sta a cuore la salute costituzionale della Repubblica, il bene supremo di un’Italia unitaria e pluralista, che insieme vogliamo “libera e democratica”.

*

-  EUTANASIA DELLA REPUBBLICA.

-  Dall’amico Vittorio Bellavite ricevo e volentieri inoltro a voi questo intervento che mons. Gianfranco Bottoni a nome dell’arcivescovo di Milano ha tenuto il 1 novembre al cimitero monumentale di Milano.
-  E’ da leggere e da far leggere.
-  Diffondetelo.
-  Buona giornata
-  Aldo [don Antonelli]
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Sul tema, nel sito, si cfr.:

-  IN PRINCIPIO ERA IL LOGOS ( - la Legge dei nostri Padri e della nostr Madri Costituenti). Note per un riorientamento antropologico, e teologico-politico....
-  IL SOGNO "INFANTILE", DEVASTANTE E GOLPISTA, DI "FORZA ITALIA" E DELLA CHIESA "CATTOLICA" E’ FINITO!!! LA COSTITUZIONE ITALIANA E’ GIOVANE E SALDA E, CON LE SUE RADICI DANTESCHE ED ETERNE, NON HA PAURA DELLE SFIDE DELL’AVVENIRE!!!

-  POPULISMO. L’ITALIA E L’ANNO DELLA VERGOGNA (1994): NEL SILENZIO TOTALE, CON IL PARTITO "FORZA ITALIA", E’ NATO ANCHE IL "NUOVO" PRESIDENTE DELLA "REPUBBLICA ITALIANA"!!!
-  CLAUDIO MAGRIS, "ANTI-ITALIANO".


Aggiornamento (11.11.2009)

INCISIVI INTERVENTI

di don Gianfranco Bottoni *

[...]

2 - Grazie a voi: in risposta ai messaggi ricevuti in seguito all’intervento del 1° novembre

Mi scuso se rispondo con un messaggio comune alle moltissime persone ed organizzazioni che hanno espresso apprezzamento e solidarietà con tanto slancio e calore per il mio modesto intervento del 1° novembre al “Campo della Gloria” (nel Cimitero Maggiore di Milano). La sorprendente e gradita quantità di messaggi ricevuti mi costringe purtroppo ad interrompere il tentativo iniziale di rispondere ad uno ad uno. Sono io che devo ringraziare per una così corale e qualificata reazione e per molti appassionati e significativi commenti, che ho avuto modo di leggere e a cui avrei desiderato offrire una risposta mirata ed approfondita: siete voi, amiche ed amici di vecchia data e di nuova acquisizione, ad accendere e alimentare in me quella speranza che, come ho cercato di dire, non dobbiamo perdere.

Non amo il protagonismo di ecclesiastici sulla scena pubblica e, ancor meno, certe loro interferenze in campo politico. Evito pertanto esposizioni mediatiche, convinto che il mio compito è di servire l’evangelo e, solo in nome di esso, la società in cui viviamo. Nel contesto di un incontro laico e civile, nel luogo della memoria dei Caduti per la Liberazione, di fronte alla gravità di ciò che accade in Italia e di fronte alla superficiale indifferenza di troppi, mi è però sembrato doveroso non tacere. Sottovalutare la situazione civile del paese espone al rischio di incorrere in una vera e propria forma di omertà.

Vorrei sottolineare l’importanza e la necessità che le voci ecclesiali, per essere in nome dell’evangelo e non della pur nobile passione politica, sappiano rivolgersi a tutte le persone di buona volontà, che dobbiamo credere ed essere convinti esistano nell’uno e nell’altro dei fronti opposti. Di qui il senso dell’appello rivolto a maggioranza ed opposizione che, al di là della prospettiva generica e limitata nel mio intervento del 1° novembre, dovrebbe essere un po’ da tutti rivolto e portato ai livelli alti (e ben più decisivi) della politica. Ora, per il bene della democrazia repubblicana, è necessario che si favorisca un clima di dialogo e convergenza, che, senza interrompere il libero e legittimo dibattito politico tra le parti, si concentri in modo unitario sulla dignità e tenuta delle istituzioni repubblicane, sulla necessità di porre fine al processo di eutanasia della democrazia.

In questo momento, è presumibile che, ad essere più in difficoltà a liberarsi dai condizionamenti politici di parte, siano le persone libere e democratiche che militano nella maggioranza politica del paese. Ma è proprio la loro presa di coscienza delle proprie responsabilità che oggi è più urgente e politicamente indispensabile ottenere, ai fini dell’auspicato dialogo tra tutti. Senza il perseguimento di questo obiettivo, senza la loro decisione a dire “basta! si cambia...”, temo che la situazione diventi irreparabile, perché è enormemente ampia la fascia di società allo sbando. E c’è urgenza... Andare politicamente oltre, però, non tocca a me prete; bisogna che altri dicano e facciano. Ma mi pare importante che resti la prospettiva dell’appello contenuto nell’intervento.

Poiché qualcuno scrive di essere informato solo dai giornali e di non conoscere l’appello nel testo del mio intervento, mi scuso se ne invio copia a tutti in allegato, senza distinguere tra chi l’ha già ricevuto e chi no. Concludo con l’invito a non perdersi di vista e a comunicarsi ogni eventuale salto di qualità apparisse percorribile e con un cordiale saluto a ciascuna e ciascuno di voi.

Gianfranco Bottoni

-  Articolo tratto da:

-  FORUM (171) Koinonia

-  http://www.koinonia-online.it

-  Convento S.Domenico - Piazza S.Domenico, 1 - Pistoia - Tel. 0573/22046

* IL DIALOGO, Mercoledì 11 Novembre,2009 Ore: 15:32 (ripresa parziale).


Sul tema, in rete e enel sito, si cfr.:

STATO E CHIESA: A MILANO LA RESISTENZA DELLO SPIRITO AMBROSIANO ("CHARITAS"), A ROMA LA RESTAURAZIONE DELLA TEOLOGIA-POLITICA DI "MAMMONA" ("CARITAS"). Una ’cecità’ inaudita e una crisi epocale. Note e appunti per i posteri

Il patto sociale cha mantiene in vita una citta’. "Tettamanzi, luci a Milano". Una nota di Aldo Maria Valli


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