Il cristianesimo non è il cattolicesimo-romano, come l’ev-angelo non è il van-gelo, e la "charitas" non è la "caritas"!!!

I REGIMI AUTORITARI, IL MARXISMO, E IL CAPITALISMO HANNO FALLITO: LA DOTTRINA DI RATISBONA DEL PAPA DEL CATTOLICESIMO-ROMANO AL MONDO LATINO-AMERICANO E ALLA TEOLOGIA DELLA LIBERAZIONE. Il "resoconto" di Marco Politi e di Luigi Accattoli dal Brasile - a cura di pfls

lunedì 14 maggio 2007.
 

[...] Stupefacente nel discorso papale è la descrizione idilliaca dell’arrivo del cristianesimo in America latina. I popoli precolombiani attendevano il Verbo, che cercavano senza saperlo: «L’annuncio del Vangelo non comportò in nessun momento - precisa - l’alienazione delle culture precolombiane né fu un’imposizione di una cultura straniera». Rimossi il ferro e il fuoco con cui i Conquistadores imposero la fede, cancellate le riflessioni autocritiche di Wojtyla. Un fenomeno grandioso di ombre e luci ridotto ad un tranquillo scambio di valori, come quei dibattiti che da cardinale Ratzinger faceva con Habermas. Deludente si è manifestata in tutto il viaggio la partecipazione popolare. Alla messa davanti al santuario di Aparecida i vescovi si aspettavano da cinquecentomila ad un milione di fedeli. Ne sono venuti al massimo duecentomila [...]


-L’ultimo atto del viaggio in Brasile dedicato al proselitismo: "Sétte forti se la Chiesa è debole"
-  Le minacce. L’aborto e l’uso degli anticoncezionali minaccia l’avvenire dei popoli
-  La politica. La Chiesa non si identifica con i partiti né con l’interesse partitico

Il Papa: "Basta regimi autoritari capitalismo e Marx hanno fallito"

di MARCO POLITI (la Repubblica, 14 MAGGIO 2007)

APARECIDA - Difendere la famiglia, ritrovare slancio missionario, lottare contro la povertà, non trasformare la Chiesa in soggetto politico. Papa Ratzinger apre la quinta assemblea dell’episcopato latino-americano con un programma che, a parte qualche variante locale, vale per la Chiesa universale.

Famiglia e riforme sociali - dopo la diffusione del Vangelo anche via internet - sono al cuore delle sue preoccupazioni. Agli oltre duecentocinquanta vescovi del continente, presenti nel santuario mariano di Aparecida, Benedetto XVI ricorda che la famiglia è «patrimonio dell’umanità», minacciata da molti nemici. E di nuovo parte l’attacco alle «legislazioni sociali contrarie al matrimonio». Il giudizio è senza appello: «Anticoncezionali e aborto minacciano il futuro dei popoli». Segue una prudentissima critica del maschilismo imperante.

Ripetuti sono, nel discorso papale, i riferimenti alla situazione sociale. La globalizzazione, spiega il pontefice, è anche un guadagno per l’umanità, ma comporta «senza dubbio il rischio dei grandi monopoli e di trasformare il lucro in valore supremo». Perciò la globalizzazione deve essere guidata dall’etica. Notava, alla vigilia del viaggio, il cileno Josè Miguel Insulza, segretario generale dell’Organizzazione degli stati americani (Osa), che l’America latina è oggi un continente in movimento: «Il tasso di crescita è del 5,3 per cento», le ricette del Fondo monetario internazionale e della Banca mondiale hanno fallito e dappertutto «c’è una maggiore domanda di Stato, specie nel campo della sanità, dell’educazione e delle infrastrutture». Per di più il continente gode del primato drammatico della maggiore diseguaglianza nella distribuzione del reddito.

Per Benedetto XVI l’economia di mercato «deve tenere presente l’equità, perché continuano ad aumentare i settori sociali che si vedono oppressi sempre di più da un’enorme povertà o perfino depredati dai propri beni naturali». Marxismo e capitalismo, scandisce, hanno fallito nella promessa di creare strutture giuste basate su una morale sociale condivisa. Il marxismo lascia una «triste eredità» di distruzioni economiche, ecologiche e spirituali. «E la stessa cosa la vediamo all’Ovest, dove cresce costantemente la distanza tra poveri e ricchi e si produce un’inquietante degradazione della dignità personale con la droga, l’alcol e gli ingannevoli miraggi di felicità». Solo la Chiesa, fa capire, indica la direzione giusta.

E tuttavia - ed è un punto su cui torna continuamente - sono i laici cristiani che devono impegnarsi nella costruzione di strutture giuste, perché il «lavoro politico non è competenza della Chiesa». L’istituzione ecclesiastica non deve «trasformarsi in soggetto politico», perché perderebbe in indipendenza e autorità. L’indicazione è inequivocabile: «La Chiesa è avvocata della giustizia e dei poveri, perché non si identifica coi politici né con gli interessi di partito».

Nel contesto latino-americano il Papa mette in guardia dall’emergere di «forme di governo autoritario o soggette a ideologie, che si credevano superate»: una stoccata al socialismo di Chavez in Venezuela e alle spinte populiste in altri Paesi.

Quanto alla caduta di attrazione del cattolicesimo Benedetto XVI rinuncia ad ogni analisi approfondita. I colpevoli risuonano nella litania degli «ismi»: secolarismo, relativismo, edonismo, indifferentismo e il proselitismo delle sette, delle religioni animiste e di movimenti pseudoreligiosi.

Stupefacente nel discorso papale è la descrizione idilliaca dell’arrivo del cristianesimo in America latina. I popoli precolombiani attendevano il Verbo, che cercavano senza saperlo: «L’annuncio del Vangelo non comportò in nessun momento - precisa - l’alienazione delle culture precolombiane né fu un’imposizione di una cultura straniera». Rimossi il ferro e il fuoco con cui i Conquistadores imposero la fede, cancellate le riflessioni autocritiche di Wojtyla. Un fenomeno grandioso di ombre e luci ridotto ad un tranquillo scambio di valori, come quei dibattiti che da cardinale Ratzinger faceva con Habermas. Deludente si è manifestata in tutto il viaggio la partecipazione popolare. Alla messa davanti al santuario di Aparecida i vescovi si aspettavano da cinquecentomila ad un milione di fedeli. Ne sono venuti al massimo duecentomila.



Il Papa: la Chiesa non fa politica

Benedetto XVI dal Brasile: marxismo e capitalismo hanno fallito

di Luigi Accattoli (Corriere della Sera, 14 maggio 2007)

APARECIDA (Brasile) - Fare politica «non è competenza della Chiesa», che intende rispettare «una sana laicità» e riconosce «la pluralità delle posizioni politiche»: l’ha detto il papa ieri ad Aparecida, aprendo la Quinta conferenza degli episcopati dell’America latina e concludendo con questo atto il suo viaggio in Brasile. Ha pure invitato i vescovi di qui a impegnarsi più che mai a difesa e promozione della famiglia, minacciata oggi nella sua «unità e identità». Non ha trattato delle unioni civili, che qua non sono all’ordine del giorno, ma del divorzio, dell’aborto e della contraccezione. Chiesa che non fa politica e difesa della famiglia: Benedetto XVI ha dunque trattato, insieme ad altri temi (questione indigena, povertà, sperequazioni sociali, sette), questioni di prima attualità in Italia. Ma occorre fare attenzione ai contesti diversi, per non fargli dire troppo o troppo poco. Per esempio, quando parla della politica non fa riferimento ai cattolici in piazza per la famiglia ma a comunità di base vicine all’estrema sinistra. «Questo lavoro politico - ha detto il papa pensando a loro - non è competenza immediata della Chiesa. Il rispetto di una sana laicità - compresa la pluralità delle posizioni politiche - è essenziale nella tradizione cristiana autentica».

«Se la Chiesa - ha continuato - cominciasse a trasformarsi direttamente in soggetto politico, non farebbe di più per i poveri e per la giustizia, ma di meno, perché perderebbe la sua indipendenza e la sua autorità morale. La Chiesa è avvocata della giustizia e dei poveri, precisamente perché non si identifica con i politici né con gli interessi di partito. Solo essendo indipendente può insegnare i grandi criteri e i valori inderogabili, orientare le coscienze e offrire un’opzione di vita che va oltre l’ambito politico». La politica però riguarda i laici cattolici: «Devono essere coscienti delle loro responsabilità nella vita pubblica». L’altro riferimento alla politica è nel giudizio, identico, su marxismo e capitalismo: promessa ideologica falsa. «Il sistema marxista ha lasciato una triste eredità di distruzioni economiche ed ecologiche e una dolorosa distruzione degli spiriti. Lo stesso all’Ovest, dove cresce costantemente la distanza tra poveri e ricchi e si produce un’inquietante degradazione della dignità personale con ingannevoli miraggi della felicità».

Poi le parole sulla famiglia, che costituisce «uno dei tesori più importanti dei paesi latino- americani», ma oggi «soffre situazioni avverse provocate dal secolarismo e dal relativismo etico, dai diversi flussi migratori interni ed esterni, dalla povertà, dall’instabilità sociale e dalle legislazioni civili contrarie al matrimonio che, favorendo gli anticoncezionali e l’aborto, minacciano il futuro dei popoli». Benedetto ha invitato i vescovi a chiedere ai governi «politiche familiari autentiche» e a promuovere una «pastorale familiare» che aiuti a superare la «mentalità maschilista» e richiami i padri a esercitare la loro «indispensabile responsabilità». Sempre ieri - da Roma - il cardinale Camillo Ruini parlando in San Pietro ha affermato che nella nostra società è necessario che «la famiglia sia compresa nel suo autentico valore, capita fino in fondo, sostenuta e vissuta con gioia». Di gioia ha parlato anche il presidente della Cei, Angelo Bagnasco, a proposito del Family Day, «testimonianza rispettosa e gioiosa sul valore della famiglia».

Parole che provocheranno polemiche il papa ha detto ai vescovi latino- americani sulle «ideologie indigeniste» oggi emergenti, definendo un «regresso» la «utopia» da loro perseguita di «tornare a dare vita alle religioni precolombiane». Qui il papa ha rivendicato in toto - senza l’abituale allusione alle «luci e ombre» di quel processo - la bontà dell’evangelizzazione del continente: «L’annuncio di Gesù e del suo Vangelo non comportò, in nessun momento, un’alienazione delle culture precolombiane, né fu un’imposizione di una cultura straniera».


Sul tema, nel sito, si cfr.:

-   L’"UOMO SUPREMO" DELLA CHIESA CATTOLICA: "Dominus Iesus": RATZINGER, LO "STERMINATORE DI ECUMENISMO". Un ’vecchio’ commento del teologo francescano Leonard Boff.

-  The name of God. The theological and philological mistake by Pope Benedict XVI in the headline of his first Encyclical.

-  SINODO DEI VESCOVI 2008. L’ANNO DELLA PAROLA DI DIO: AMORE ("CHARITAS") O MAMMONA ("CARITAS")?!
-  Fatto sta che la prima enciclica di Papa Benedetto XVI (Deus caritas est, 2006) è per Mammona.

-  "Deus" è "caritas" ("caro-prezzo")?! L’idolatria del denaro nell’Occidente cristiano.
-  Una straordinaria lezione di Arturo Paoli, sull’amore ("charitas") evangelico

-  Chiesa di Benedetto XVI. Problemi sotto il tappeto: assolutismo monarchico, occidentalismo, celibato obbligatorio, la questione dei divorziati risposati, bioetica, abusi sessuali, afonia dei laici, ecc. Il sociologo cattolico Franco Garelli ne parla con Marco Politi

-  Terra! Terra!
-  EUROPA!!! CHE COSA SIGNIFICA ESSERE "EU - ROPEUO". Per la rinascita dell’EUROPA, e dell’ITALIA. La buona-esortazione del BRASILE. Una ’memoria’ sul referendum del 2005, per le celebrazioni della nascita della Unione Europea (2007)


Rispondere all'articolo

Forum