COSTITUZIONE. Il magistero della Legge dei nostri Padri e delle nostre Madri Costituenti non è quello di "Mammasantissima" e di "Mammona" ("Deus caritas est", 2006)!!!

8 MARZO, 1908-2008. L’Italia della vergogna!!! Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, denuncia: parità ancora lontana - a cura di pfls

lunedì 10 marzo 2008.
 
[...] Il capo dello Stato ha detto che la radice della crescita dei diritti delle donne nel nostro paese sta nella Costituzione, che contiene "il presupposto e la base per ogni reale avanzamento nella condizione della donna". Dal 1947 è stato fatto un lungo cammino, ma non si deve dimenticare quanto sia stato difficile ottenere ogni singolo riconoscimento formale. Già durante i lavori della Costituente, ha ricordato, le prime elette si batterono per eliminare formulazioni che contenevano gravi pregiudizi e discriminazioni sul ruolo pubblico delle donne, in particolare per l’accesso alla carriera giudiziaria. Solo nel 1965, però, fu possibile avere le prime donne vincitrici di concorso in magistrature e solo oggi possiamo salutare "le recenti, recentissime nomine della prima donna presidente di tribunale metropolitano, della prima donna presidente di corte d’appello, della prima donna presidente di sezione della corte di cassazione". I passi avanti, ha proseguito Napolitano, sono stati possibili grazie "alla mobilitazione civile e ad un molteplice sforzo per far vivere la Costituzione, sforzo che nei decenni ha prodotto decisive leggi di riforma, come quella del diritto di famiglia", oltre ad importanti sentenze della corte costituzionale in materia di diritti delle donne. Un avanzamento necessariamente graduale, ha detto, come aveva previsto nel 1869 il grande pensatore liberale John Stuart Mill. "Ma non tutti i pregiudizi nei confronti delle donne, da lui impietosamente denunciati - ha aggiunto - sono ancora caduti, e soprattutto non sono caduti tutti gli ostacoli, che frenano l’uguaglianza invocata dalla dichiarazione universale dei diritti umani, che risale al 1948 come la nostra Costituzione" [...]

Ansa» 2008-03-08 13:16

8 MARZO, NAPOLITANO: PARITA’ ANCORA LONTANA

"Le distanze si sono accorciate, ma siamo ancora molto lontani da un traguardo di parità", ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, celebrando al Quirinale l’8 marzo, alla presenza del ministro delle Pari opportunità, Barbara Pollastrini e del suo predecessore, la parlamentare Stefania Prestigiacomo, che hanno preso la parola.

Il capo dello Stato ha detto che la radice della crescita dei diritti delle donne nel nostro paese sta nella Costituzione, che contiene "il presupposto e la base per ogni reale avanzamento nella condizione della donna". Dal 1947 è stato fatto un lungo cammino, ma non si deve dimenticare quanto sia stato difficile ottenere ogni singolo riconoscimento formale. Già durante i lavori della Costituente, ha ricordato, le prime elette si batterono per eliminare formulazioni che contenevano gravi pregiudizi e discriminazioni sul ruolo pubblico delle donne, in particolare per l’accesso alla carriera giudiziaria. Solo nel 1965, però, fu possibile avere le prime donne vincitrici di concorso in magistrature e solo oggi possiamo salutare "le recenti, recentissime nomine della prima donna presidente di tribunale metropolitano, della prima donna presidente di corte d’appello, della prima donna presidente di sezione della corte di cassazione". I passi avanti, ha proseguito Napolitano, sono stati possibili grazie "alla mobilitazione civile e ad un molteplice sforzo per far vivere la Costituzione, sforzo che nei decenni ha prodotto decisive leggi di riforma, come quella del diritto di famiglia", oltre ad importanti sentenze della corte costituzionale in materia di diritti delle donne. Un avanzamento necessariamente graduale, ha detto, come aveva previsto nel 1869 il grande pensatore liberale John Stuart Mill. "Ma non tutti i pregiudizi nei confronti delle donne, da lui impietosamente denunciati - ha aggiunto - sono ancora caduti, e soprattutto non sono caduti tutti gli ostacoli, che frenano l’uguaglianza invocata dalla dichiarazione universale dei diritti umani, che risale al 1948 come la nostra Costituzione".

Fra gli ostacoli più grandi da rimuovere, ha detto Napolitano, ci sono quelli dell’intolleranza e della disuguaglianza nei punti di partenza, della legalità negata, degli squilibri nella parità di genere. L’intolleranza, ha ricordato, può raggiungere il livelli estremi della pulizia etnica, della guerra civile senza esclusione di colpi, della repressione, della limitazione della libertà sia di comuni cittadini, sia di leader politici. "E bersagli dell’intolleranza violenza sono troppo spesso le donne. Due leader donne sono oggi emblema delle sofferenze che l’intolleranza può produrre, ma sono anche testimoni della resistenza morale che si può opporre alla prevaricazione: la colombiana Ingrid Betancourt e la birmana Aung San Suu Kyi".

La madre della Betancourt ha inviato a Napolitano una lettera, che é stata letta pubblicamente, in cui ringrazia gli sforzi che si fanno per liberare la figlia. La liberazione incondizionata del premio nobel per la pace birmano è stata chiesta, invece, con un intervento al microfono di una rappresentante della Unione Donne Birmane (Bwu), Du Du Win, che ha chiesto altresì all’Italia di rivolgersi al regime che governa il suo paese per chiedere che si interrompa la pratica di decisioni adottate unilateralmente, senza coinvolgere le opposizioni, come è avvenuta con la recente bozza di nuova Costituzione. "E’ importante - ha commentato Napolitano - che l’Italia si adoperi per evitare che il seme dell’intolleranza generi tragedie al di fuori dei nostri confini, ma è altresì importante che modi e strumenti di civile convivenza si consolidino anche all’interno del nostro paese". Purtroppo, ha ricordato, ci sono ancora gravi ostacoli al rispetto dei diritti umani delle donne, oltre che per rendere eguali i punti di partenza. La disuguaglianza "si radica nella famiglia e nel quartiere dove si è nati. In Italia - ha detto - è più difficile che altrove in Europa sconfiggere la lotteria della fortuna", perché mancano quelle garanzie universali di attenzione e cura e di buona istruzione necessari nei primi anni di vita del bambino. Ed inoltre ci sono i "fortissimi squilibri territoriali", territori inquinati dalla criminalità organizzata e dalla intimidazione mafiosa nei quali "nessun diritto vale sul serio". E ci sono infine "ambienti familiari dove si usa violenza sulle donne e sui bambini, luoghi in cui il diritto non ha corso".

Napolitano ha voluto perciò premiare, durante la cerimonia, alcune personalità che hanno operato contro l’abbandono scolastico dei bambini nelle zone a maggior rischio ed ha conferito una medaglia d’oro al valor civile alla memoria ad Antonella Russo, uccisa un anno fa a Solofra (Avellino) perché si era scontrata con il convivente della madre, un uomo violento che aveva denunciato alle forze dell’ordine per i maltrattamenti nei confronti della genitrice. Infine, Napolitano ha chiesto interventi urgenti e terapie efficaci per colmare la disparità tra uomini e donne e il divario tra nord e sud del nostro paese, perché si rischia che entrambi questi fenomeni si aggravino drammaticamente, e in Italia lo squilibrio di genere è già "troppo ampio" anche per quanto riguarda l’occupazione, soprattutto nel sud.

ELEZIONE TEST PARITA’ PER FORZE POLITICHE

"Vedremo all’indomani del voto del prossimo 13 aprile in quale misura le forze politiche abbiano ridotto una ingiustificabile disparità delle presenze di uomini e donne nel parlamento italiano", ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al Quirinale, celebrando l’8 marzo. Il Capo dello Stato ha sottolineato che nel nostro paese "non possiamo ignorare la gravità dello squilibrio persistente a danno delle donne nella rappresentanza politica".

La questione è stata affrontata anche dal ministro per le Pari opportunità, Barbara Pollastrini e da Stefania Prestigiacomo, deputato di Forza Italia. Quest’ultima ha rivolto un appello alle forze politiche, che proprio in queste ore stanno definendo le liste dei candidati. "Auspico che tutti i partiti politici avvertano l’onere di applicare le parti opportunità anche se non ci sono ancora leggi che lo impongano. Questo è necessario per far risalire l’Italia nelle classifiche mondiali".

OGGI I CENTO ANNI DELL’8 MARZO

I diritti delle donne, dall’aborto al lavoro, dalla salute all’autodeterminazione sono al centro della giornata dell’8 marzo, che quest’anno compie 100 anni in memoria dall’incendio nella fabbrica di New York dove morirono numerose operaie.

Quest’anno le donne italiane tornano in piazza in particolare per difendere la legge 194, con manifestazioni e cortei in tutta Italia.

Nel pomeriggio, si terrà la manifestazione nazionale di Cgil, Cisl e Uil (partenza alle 14 a Piazza Bocca della verità, arrivo a Piazza Navona) per il centenario della festa; saranno presenti il ministro Barbara Pollastrini e i tre leader sindacali Guglielmo Epifani, Raffaele Bonanni, Luigi Angeletti. E poi, ancora: a Cagliari, alle 16.30, manifestazione a Piazza Garibaldi; a Napoli, alle 17, assemblea "Le donne nelle lotte"; a Milano, corteo alle 14.30 da Largo Cairoli; a Firenze, manifestazione alle 9.30 da piazza San Marco. A Chioggia, la Festa della donna sarà l’occasione per protestare, con una manifestazione di fronte al palazzo comunale, contro la decisione dell’amministrazione di sostenere la moratoria all’aborto proposta da Giuliano Ferrara. Sempre a Roma, alla Casa Internazionale delle donne sarà inaugurata una mostra, "Il pane e le rose", sulla vita delle donne dagli anni ’50 agli anni ’80.


Sul tema, nel sito, si cfr.:

DONNE, UOMINI E VIOLENZA: PARLIAMO DI "FEMMINICIDIO"...

USCIAMO DAL SILENZIO. UN APPELO DEGLI UOMINI CONTRO LA VIOLENZA ALLE DONNE...

-  25 Giugno: salviamo la Costituzione e la Repubblica che è in noi - di Federico La Sala

UOMINI E DONNE... SULL’USCITA DALLO STATO DI MINORITA’, OGGI

-  E si continua a dormire: una lettera del 2002 !!! PER UNA NUOVA LAICITA’, UN NUOVO CRISTIANESIMO!!! DEPONIAMO LE ARMI, APRIAMO UN DIBATTITO TRA CATTOLICI E NON - di Federico La Sala

-  DONNE E UOMINI. L’"UDI": EQUILIBRARE IL CAMPO!!! 50 e 50: DEMOCRAZIA PARITARIA. Le donne sono l’altra parte del genere umano necessaria affinché l’umanità possa essere se stessa


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