CRISI MUTUI: SCIOPERO GENERALE CGIL IL 12 DICEMBRE *
ROMA - Sciopero generale della Cgil il 12 dicembre. Il documento che dà mandato alla segreteria Cgil di proclamare lo stop dei lavoratori a livello nazionale è stato approvato dal direttivo sindacale all’unanimità. Lo sciopero sarà di almeno di 4 ore anche se le modalità saranno decise dalla segreteria confederale che si riunirà il prossimo lunedì.
L’indicazione è comunque quella di organizzare la mobilitazione a livello provinciale e, laddove non sarà possibile, a livello regionale. E’ quindi escluso che ci sia una manifestazione nazionale a Roma perché l’ obiettivo é quello di coinvolgere capillarmente le strutture territoriali. La data dello sciopero generale coincide con quello proclamato dai metalmeccanici della Fiom: a questo punto le tute blu dovrebbero confluire nello stop di tutte le categorie sospendendo quindi la manifestazione nazionale prevista per il 12 dicembre a Roma. Restano invece confermate le mobilitazioni già proclamate per prossimi giorni e quindi quella dell’università del 14 novembre e lo sciopero dei lavoratori del commercio indetto per il 15 novembre. Confluirà invece nello sciopero generale l’annunciato sciopero Cgil di tutte le categorie del pubblico impiego previsto per dicembre.
"Quello che è accaduto ieri sera, se confermato, è gravissimo, una cosa senza precedenti". Il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani ha commentato così, parlando al direttivo dell’organizzazione, la notizia dell’incontro di ieri sera a palazzo Grazioli, fra il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, alcuni ministri, la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia e i segretari di Cisl e Uil Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti.
Epifani chiede "un immediato incontro con il governo ’ e annuncia una lettera ai leader di Cisl e Uil e al presidente di Confindustria con la quale chiedera’ conferma dell’incontro di ieri sera, che, se confermato, "apre un problema formale nei rapporti con le altre organizzazioni sindacali e con la Confindustria".
"Il presidente Berlusconi dimostra così - si legge in una nota - di non avere alcun rispetto nei confronti dei suoi interlocutori, quando esprimono opinioni diverse dalle sue". Sul tema della crisi "il governo non prevede momenti formali di confronto con tutte le parti sociali, mentre quelli ’riservati’ li tiene solo con alcuni soggetti, escludendo la Cgil, l’Ugl e tutte le altre rappresentanze di impresa", prosegue il leader Cgil. "Nei confronti della Cgil è un comportamento particolarmente grave perché abbiamo inviato al governo e alle altre parti sociali una piattaforma con le proprie proposte per affrontare la crisi - ha aggiunto Epifani - Con questo atteggiamento il governo esprime, così, la volontà di non aprire un confronto con la Cgil".
SACCONI, INCONTRI INFORMALI SEMPRE STATI E CI SARANNO
"Incontri informali ci sono e ci saranno sempre, quel che contano sono i dati politici". Così il ministro del Welfare Maurizio Sacconi ha risposto circa la reazione del leader della Cgil Epifani al mancato invito all’incontro di ieri tra governo, Confindustria, Cisl e Uil sulle misure per far fronte alla crisi.
Sul tema, nel sito, si cfr.:
POVERA ITALIA - DI "NOME" E DI FATTO!!! L’Annuario dell’ISTAT lo conferma. Un quadro disatroso
Partite malgrado il maltempo le manifestazioni in tutta Italia
Epifani: "Dati sulle adesioni buoni e confortanti, clima straordinario"
Sciopero Cgil, 200 mila a Bologna
’La scuola lo dimostra: la lotta paga’
Imponenti cortei in molte città: 80 mila a Milano, 30 mila a Torino e Bari, 40 mila a Napoli
Astensioni dal lavoro superiori in molti casi al numero di iscritti al sindacato
ROMA - Malgrado l’inclemenza del tempo, con neve al nord e pioggia al centro-sud, decine di migliaia di persone stanno affluendo nelle piazze di tutte le principali città italiane accogliendo l’invito allo sciopero generale lanciato dalla Cgil. "I primi dati dello sciopero sono molto buoni e confortanti, soprattutto nelle fabbriche del nord e questo dà ragione alla domanda di cambiamento della politica del governo", ha commentato il segretario nazionale Guglielmo Epifani al suo arrivo in testa al corteo organizzato a Bologna. Una manifestazione che secondo il sindacato ha mobilitato circa 200 mila persone.
"Malgrado la pioggia il clima è straordinario", ha aggiunto il leader sindacale. "Spero che il governo voglia ascoltare - ha ribadito - chiedo serietà. Quando hai ragione quella è la forza di una mobilitazione. Abbiamo avuto ragione con la scuola e abbiamo ragione anche oggi".
Tre le prime piazze a riempirsi questa mattina, quella di Torino, dove ad aprire il corteo di circa 30 mila persone è lo striscione "contro la valanga della crisi". Alla manifestazione partecipano operai, lavoratori della scuola, della pubblica amministrazione e gli studenti dell’Onda anomala. Secondo fonti sindacali l’adesione per il settore metalmeccanico è del 90% per la Teksid di Borgaretto e per la Itca, dell’80% per la Microtecnica e la Elbi, del 70% all’Alenia di Caselle e del 65% alla Dayco.
Ottimi, secondo la Cgil, anche i dati in arrivo dalle dalla Lombardia. In Brianza alla Candy l’adesione è all’80%, ben oltre il doppio del numero degli iscritti, come spiega una nota. Ugualmente nel settore pubblico, dove la partecipazione alla giornata di sciopero indetta dalla Cgil va molto oltre il suo numero di iscritti. A Milano i manifestanti, circa 80 mila secondo le stime sindacali, si sono messi in marcia da Porta Venezia portando con loro tantissime le bandiere rosse del sindacato listate a lutto, per ricordare "la strage delle morti sul lavoro". "Ogni passo indietro del governo è un elemento positivo perché è il segno che la lotta paga", ha detto la segretaria nazionale della Flc-Scuola e Università Morena Piccinini riferendosi al rallentamento della riforma della scuola.
E’ partito sotto la pioggia anche il corteo organizzato dalla Cgil di Napoli. Ad aprire il corteo di circa 40 mila lavoratori, che si è mosso da piazza San Francesco, uno striscione con lo slogan "Più lavoro, più salario, più pensioni, più diritti". A seguire le delegazioni dei lavoratori della Fiat di Pomigliano e di numerose aziende del settore metalmeccanico, del settore edile, delle telecomunicazioni, del pubblico impiego. Sotto una pioggia battente anche i circa 10 mila lavoratori scesi in piazza ad Ancona.
Folla delle grandi occasioni anche a Bari, con circa 30 mila manifestanti, mentre a Firenze ben quattro cortei stanno paralizzando la città. Mobilitazioni sono in corso anche a Venezia, Cagliari, Palermo e in molti altri centri minori. In ritardo invece sull’orario previsto le manifestazioni di Roma (ben tre i cortei), dove il traffico e i numerosi allagamenti stanno creando non pochi disagi. Nella capitale, come in diverse altre città, insieme ai lavoratori della Cgil stanno scendendo in piazza anche quelli dei Cobas e gli studenti di università e superiori.
* la Repubblica, 12 dicembre 2008
Sciopero generale, la Cgil in piazza
100 cortei per un milione di persone
di BARBARA ARDÙ
Epifani al governo: no alla riforma delle pensioni. Fredde Cisl e Uil Si stanno affollando i cortei, ma c’è l’incognita maltempo *
ROMA - Va sola in piazza la Cgil. Guglielmo Epifani ha confermato per oggi lo sciopero generale contro la politica del governo. Va sola come nel 2002, quando mobilitò i lavoratori in difesa dell’articolo 18. Ma la sua è una solitudine apparente. È vero che gli altri sindacati confederali non ci saranno, che il Pd è spaccato sulla partecipazione, ma accanto ai lavoratori scenderanno in piazza gli studenti dell’Onda, quella sinistra arcobaleno che non siede più in Parlamento, l’Italia dei Valori, ventisei parlamentari del Pd, l’ex ministro Bersani e anche Rita Borsellino. Una solitudine, quella della Cgil, che in realtà suscita timori.
Nella maggioranza (che teme la forza del sindacato di Epifani) e tra le altre sigle sindacali che si sono sfilate. Bonanni (Cisl), giorni fa è stato fischiato in una riunione di pensionati. Smottamenti qua e là dunque per uno sciopero che a Corso Italia definiscono storico e coraggioso. Storico perché non si ha memoria di una mobilitazione generale (dunque di tutte le categorie) e nazionale insieme, in solitudine. Coraggioso perché in un momento di crisi economica così pesante scendere in piazza significa rinunciare al salario o alla cassa integrazione per un giorno. Tanti i fax arrivati alla Cgil, di lavoratori che dicono "non ci sarò ma è come se ci fossi". Più di 100 cortei in altrettante città. Un milione di persone vuole portare in piazza il sindacato. Solo i ferrovieri non si fermeranno così come gli addetti ai trasporti locali delle città messe a terra dal maltempo a cominciare da Roma e Venezia.
Ma non saranno solo i numeri (che con la pioggia rischiano di dimezzarsi) a calcolare il peso di una mobilitazione di cui si parla da settimane e non solo sulla stampa italiana, anche su quella estera. Epifani è tranquillo anche sul fronte delle adesioni. Sui dubbi in casa Pd spiega: "C’è chi viene e chi non viene, ma l’importante è condividere il merito e trovo un consenso grande. Noi - ha aggiunto - chiediamo più lavoro, più salario, più pensioni, più diritti e vogliamo sollecitare una svolta di politica economica necessaria per evitare che la crisi" si scarichi su lavoratori, pensionati, precari. Non meno grave, secondo la Cgil, la mancanza di concertazione con il governo. E a Bonanni, che l’ha chiamato uno "sciopero contro la jella" a causa della crisi, Epifani risponde così: "Noi scioperiamo contro le scelte del governo, non so se per Bonanni questo governo sia una jella".
Critiche sono arrivate anche dal Premier: "Credo che sia il contrario di ciò che bisognerebbe fare e che non può avere nessun effetto", ha dichiarato Berlusconi. Che su un punto è però d’accordo con Epifani: non è il caso di toccare la riforma delle pensioni, come ha chiesto il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia per finanziare gli ammortizzatori sociali. Non inciderebbe sulla crisi è il pensiero del premier. Al numero uno degli industriali ha risposto anche Epifani. "Quando c’è una crisi come questa - ha detto - è giusto non toccare l’età pensionabile. Ci sono altri spazi per trovare soldi per gli ammortizzatori sociali, il governo non ha messo una lira".
* la Repubblica, 12 dicembre 2008
ANSA» 2008-12-11 19:53
CGIL SOSPENDE SCIOPERO NAZIONALE FERROVIE
ROMA - La Cgil ha deciso di sospendere lo sciopero di domani nelle ferrovie a livello nazionale. Lo annuncia una nota dell’organizzazione sindacale precisando che, invece, nel trasporto pubblico locale sono esonerati solo i lavoratori che prestano servizio nelle zone colpite dal maltempo.
Restano invece integralmente confermate le modalità dello sciopero comunicate in precedenza per tutto il restante personale del settore trasporti e per le altre categorie. In una nota l’organizzazione sindacale precisa che la decisione, comunicata con una lettera al presidente della Commissione di Garanzia sugli scioperi, Antonio Martone, del segretario confederale e responsabile d’organizzazione della Cgil, Enrico Panini, è stata presa per "non aggravare le condizioni di disagio della popolazione". "In considerazione delle avverse condizioni meteorologiche che colpiscono il Paese e del peggioramento annunciato in alcune zone per la giornata di domani" la Cgil dunque modifica le precedenti comunicazioni circa le modalità dello sciopero generale. Nel dettaglio, scrive l’organizzazione nella lettera inviata al Garante, "il personale addetto alla circolazione del trasporto ferroviario è esonerato dalla partecipazione allo sciopero sull’intero territorio nazionale" mentre "il personale addetto alla circolazione del Trasporto Pubblico Locale sarà esonerato dalla partecipazione mediante comunicazione dei sindacati di categoria provinciali limitatamente alle situazioni colpite dal maltempo".
FS, DOMANI TRENI REGOLARI Domani i treni "viaggeranno regolarmente". E’ quanto sottolinea il Gruppo Ferrovie dello Stato in una nota a seguito della sospensione dello sciopero nazionale del personale addetto alla circolazione ferroviaria.
Ansa» 2008-12-11 15:01 Sciopero: Cgil revoca a Roma stop trasporto pubblico
ROMA - La Cgil ha deciso di revocare lo sciopero del trasporto pubblico locale a Roma e nel Lazio. La decisione è stata presa in conseguenza alla dichiarazione dello stato di calamità naturale.
La Cgil di Roma e Lazio ha invece deciso che resta confermato lo sciopero di otto ore di tutte le altre categorie e, soprattutto, che restano confermate le manifestazioni previste.
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Epifani: domani sciopero. Orari e modalita’ *
Lo sciopero e le manifestazioni previste per domani dalla mobilitazione della Cgil restano confermati, fatta eccezione per qualche servizio in città dove sono maggiori i problemi a causa del maltempo. Lo ha detto il segretario della Cgil Guglielmo Epifani, speigando che per il momento è stato sospeso solo il fermo dei trasporti a Venezia. Scioperi e manifestazioni restano quindi per il momento confermati per Roma, nonostante la richiesta dell’amministrazione di sospendere le proteste. "Assolutamente lo sciopero non è rinviato anche se, naturalmente, dove i problemi sono maggiori sospendiamo nei serfvizi che servono ai cittadini", ha detto Epifani citando il caso di Venezia. Il segretario della Cgil ha spiegato tuttavia che "nelle nostre modalità di sciopero abbiamo già molto garantito i cittadini, l’informazione e il trasporto pubblico. Questo - ha concluso il segretario della Cgil - per il senso di attenzione che abbiamo per i problemi delle persone".
ROMA - Quattro ore di sciopero che diventano uno stop di otto ore o di tutta la giornata lavorativa in diversi settori: è la modalità scelta dalla Cgil per il fermo generale del 12 dicembre, proclamato per tutti i comparti con l’esclusione del solo trasporto aereo, comparto interamente esentato dallo sciopero. Lo sciopero sarà di 8 ore anche in Abruzzo dove tuttavia, in vista delle imminenti elezioni amministrative, non parteciperanno allo sciopero alcuni settori, così come previsto dalla legge. Tra questi, i lavoratori del settore dell’igiene urbana e ambientale; i lavoratori degli enti locali, distribuzione carburanti; farmacie; trasporto regionale FS, urbano ed extraurbano.
Ecco di seguito una scheda su tutti i settori in cui lo sciopero generale avrà una durata superiore alle 4 ore.
POSTE. I dipendenti di Poste Italiane, delle aziende del gruppo Poste e del settore degli appalti e dei recapiti postali, sciopereranno per l’intera giornata o turno di lavoro;
RISTORAZIONE, FARMACIE, IMPRESE PULIZIA. I lavoratori dei settori della ristorazione collettiva, della distribuzione del farmaco, delle farmacie private e speciali, delle imprese di pulizia servizi integrati/multiservizi sciopereranno per l’intera giornata o turno di lavoro.
STRADE, PORTI. I lavoratori dei porti, merci e logistica, agenzie marittime, autostrade, Anas compresi, Ferrovie e TPL (solo impianti fissi) si fermano otto ore.
TRASPORTI. I lavoratori dei settori addetti alla circolazione sono tenuti a garantire i servizi essenziali e le fasce di garanzia. Nelle FS (e appalti) i dipendenti incroceranno le braccia dalle 14.00 alle 18.00. Il Trasporto pubblico locale e i marittimi si fermeranno 4 ore seguendo modalità definite a livello locale.
BANCHE. I lavoratori del credito sciopereranno per l’intera giornata o turno di lavoro; quelli della Banca d’Italia l’intero turno di lavoro.
IGIENE URBANA. I lavoratori del settore, pubblico e privato, sciopereranno per l’intera giornata o turno di lavoro.
SCUOLE E UNIVERSITA’. Gli addetti della Formazione professionale, delle scuole non statali, delle università non statali, delle scuole italiane all’estero, dei corsi ex legge 153, dei lettorati presso le università sciopereranno per l’intera giornata. I lavoratori della scuola, dell’alta formazione artistica e musicale sciopereranno, nel rispetto dei servizi minimi indispensabili, per l’intera giornata o turno di lavoro. Anche i lavoratori dell’Università e della Ricerca sciopereranno per l’intera giornata.
STATALI. I lavoratori del Pubblico Impiego, delle Regioni, delle Autonomie locali, della sanità pubblica e privata, si fermano l’intera giornata rispettando i servizi minimi indispensabili. I lavoratori dei settori socio sanitario, assistenziale, educativo e di inserimento lavorativo privato
sciopereranno per l’intera giornata o turno di lavoro.
TLC, GAS, ACQUA. Nelle telecomunicazioni i dipendenti che applicano il contratto nazionale telecomunicazioni (e Legge 146/2000) sciopereranno per l’intero turno di lavoro;i lavoratori dei settori elettrico, gas-acqua, calore, energia e petrolio soggetti ai vincoli della legge, nel rispetto dei
servizi minimi indispensabili sciopereranno per l’intera giornata o turno di lavoro.
SERVIZI PUBBLICI ESSENZIALI. In generale i lavoratori di tutti gli altri settori od attività regolamentati dalle leggi (146/90 e 83/2000) sullo sciopero nei servizi pubblici, sciopereranno per 4 ore con modalità che saranno comunicate dalle rispettive categorie a livello nazionale o territoriale.
Sciopero generale del 12 dicembre 2008: iniziative in 108 piazze *
Venerdì prossimo con lo slogan "Contro la crisi più lavoro, più salario, più pensioni e più diritti" la Cgil chiama i lavoratori a incrociare le braccia per scuotere il governo, che oggi decide misure di emergenza anticrisi assolutamente inadeguate alla grave situazione, perché non intervengono in modo strutturale sui redditi delle famiglie, dei pensionati, delle lavoratrici e dei lavoratori.
La macchina organizzativa gira a pieno regime, come spiega Enrico Panini, segretario confederale Cgil, nella conferenza stampa di mercoledì 10 dicembre. La mobilitazione toccherà 108 piazze, con 5 manifestazioni regionali. Sarà possibile seguire in diretta, sul sito della Cgil nazionale, il comizio di Bologna del segretario generale, Guglielmo Epifani, e trovare informazioni aggiornate in tempo reale sull’adesione allo sciopero e su tutte le altre manifestazioni. La web radio della Cgil, www.radioarticolo1.com, seguirà lo sciopero con uno speciale fino alle 18.00.
Le ragioni della nostra mobilitazione nelle parole di Guglielmo Epifani: «Con il nostro sciopero chiediamo che il Governo affronti quella che tutti ormai vedono come la crisi più pesante con gli strumenti più adeguati alla sua gravità... la Cgil è con i lavoratori precari e con quelli garantiti e ha l’obiettivo dell’estensione degli ammortizzatori sociali a tutti i lavoratori, indipendentemente dal tipo di rapporto di lavoro. Chiediamo di affrontare un problema inedito poiché per anni sono stati assunti precari da aziende private e pubbliche, come anticamera -così dicevano- per un posto a tempo indeterminato; invece con questa crisi centinaia di migliaia di precari perderanno il lavoro senza aver diritto a nulla».
Per i comparti della conoscenza lo sciopero generale del 12 dicembre rappresenta la naturale continuità con le straordinarie mobilitazioni del 30 ottobre e del 14 novembre e delle tantissime iniziative territoriali che animano ancora tutti i nostri comparti.
A spiegare le ragioni dello sciopero nei nostri settori è il segretario generale della FLC Cgil, Domenico Pantaleo: «Quello che ci distanzia in modo netto dal Governo è il giudizio inaccettabile su un sistema di formazione tutto fatiscente per il quale si intende affermare una cultura aziendalista attraverso pesanti tagli e una forte privatizzazione, che significherebbe tornare indietro rispetto all’apprendimento garantito a tutti indipendentemente dalle condizioni economiche, sociali o fisiche. Il nostro obiettivo è che la Gelmini si fermi, prima di combinare altri danni, ed apra un confronto finalizzato a cambiare nel profondo i provvedimenti adottati. Altrimenti la mobilitazione continuerà anche dopo il 12 dicembre».
Ma la FLC intende unire la protesta alla proposta. È per questo che la scorsa settimana abbiamo voluto presentare le nostre linee programmatiche per Scuola, Università, Ricerca e Afam.
Su queste proposte intendiamo allargare il dibattito, coinvolgendo insieme ai lavoratori anche genitori, studenti e tutti coloro che vogliono affrontare la discussione nel merito dei problemi.
Lo sciopero generale di venerdì non è, dunque, un atto identitario della Cgil, ma è stato proclamato per degli obiettivi. Abbiamo fatto proposte offrendo soluzioni, smentendo chi ci accusa di essere buoni solo a dire dei "NO". Non ci sentiamo affatto né siamo conservatori, i conservatori sono da un’altra parte.
Il 12 dicembre, ne siamo convinti, sarà una giornata importante per i diritti delle persone che rappresentiamo e che abbiamo incontrato nei luoghi di lavoro, nei mercati, nelle strade. Il 12 dicembre è una tappa del nostro percorso, faremo vivere appieno l’iniziativa confederale che ha al centro la conoscenza e ci fermeremo solo quando avremo raggiunto i nostri obiettivi.
12 dicembre 2008, sciopero generale
Le iniziative organizzate nelle città
* CONOSCENZA NEWS - FLCGIL.IT
Nelle iniziative sindacali di domani saranno ricordati i morti sul lavoro
Epifani Il governo sta facendo poco e male contro la crisi economica
Bandiere a lutto allo sciopero
Oltre un milione nelle piazze
di Felicia Masocco (l’Unità, 11.12.2008
La Cgil va allo sciopero generale di domani «in ottima e abbondante compagnia» dice il responsabile organizzativo Panini. Manifestazioni in tutte le regioni, comizio di Epifani a Bologna.
Un milione di persone piazza, più di cento iniziative tra cortei e comizi, 5 le manifestazioni regionali, le altre a carattere provinciale. Ovunque un minuto di silenzio per ricordare i morti sul lavoro e denunciare lo smantellamento strisciante delle leggi sulla sicurezza. Nelle città dove ci sono stati incidenti, ormai moltissime, le bandiere saranno listate a lutto. Alla vigila dello sciopero generale, il primo contro questo governo, indetto dalla sola Cgil, l’organizzazione del sindacato traccia il bilancio di una macchina che ha lavorato a pieno ritmo, cercando innanzitutto il consenso in quasi 40mila assemblee che si sono tenute nei luoghi di lavoro. «Abbiamo registrato il sostegno dei nostri iscritti ma anche di quelli di altre organizzazioni e di chi non ha la tessera - ha spiegato il segretario confederale Enrico Panini -. A chi pensa che la Cgil sia sola dico che si trova in ottima e abbondante compagnia».
Più lavoro, più salario, più diritti. Messo in positivo il filo della protesta è questo e poggia su richieste che la Cgil ha da tempo girato al governo. I «contro», stanno nelle risposte che non sono arrivate, a quel pacchetto anticrisi «con poche risorse, per pochi, per poco tempo visto che si tratta di una-tantum e di strutturale non c’è niente», viene spiegato. In pratica la crisi viene scaricata sui lavoratori,i pensionati e le famiglie. Per questo si sciopera. «La critica che rivolgo al governo è quella di non voler affrontare la crisi con le forze necessarie che altri Paesi hanno messo in campo», attacca Epifani. «Si deve fare di più e meglio», «la valanga sta arrivando». In molti tra gli opinionisti, i politici e nella altre sigle sindacali, non capiscono la scelta di Epifani, le critiche piovono d’ogni dove, fino all’accusa di essere «antichi». «Lo sciopero è legittimo», afferma la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, «non capisco a cosa serva - aggiunge - sarebbe meglio che la cgil, con Cisl, Uil, noi e le banche facesse fronte comune contro la crisi». Nonostante l’esercito di detrattori, il dubbio di un flop neanche sfiora il sindacato. «Un milione di persone in piazza è il dato minimo che noi prevediamo dalle prenotazioni dei treni, dei pullman e dei contatti che abbiamo avuto, ma sarà sicuramente superiore», ha continuato Panini. Diretti a Bologna, dove parlerà Guglielmo Epifani, si muoveranno più di 500 pullman, 2 i treni speciali. In piazza non ci sarà Sergio Cofferati. L’ex leader della Cgil oggi è il sindaco «di tutti, anche di chi non sciopera», ragioni istituzionali, dunque. «Il mio cuore, poi, va dove vuole lui», aggiunge. L’incontro con Epifani ci sarà, ma al termine della manifestazione a Palazzo d’Accursio.
Lo sciopero è di quattro ore, ma in molti settori sarà di otto come pure in alcune regioni come l’Emilia, le Marche, la Puglia. I lavoratori delle ferrovie si fermeranno dalle 14 alle 18, quelli del trasporto urbano le ultime quattro ore del turno. Il trasporto aereo sarà regolare.
Sciopero, istruzioni per l’uso
Domani bus fermi e cortei
di Luciana Cimino (l’Unità Roma, 11.12.2008)
Filt Cgil e Sult si asterranno dal lavoro dalle 9.30 alle 13.30, mentre Sdl intercategoriale e Cobas hanno proclamato uno sciopero di 24 ore, dalle 8.30 alle 17 e dalle 20 a fine servizio.
«Più lavoro, più salario, più pensioni, più diritti», è questo lo slogan scelto dalla Cgil per lo sciopero generale di 4 ore proclamato per protestare contro le risposte negative e insufficienti del governo alla dura crisi economica che ha colpito il paese. Saranno 108 le manifestazioni in tutta Italia nelle quali il sindacato si aspetta complessivamente oltre un milione di persone. Le bandiere saranno listate a lutto in ricordo «dei tanti, troppi morti sul lavoro» e in tutte piazze i manifestanti osserveranno anche un minuto di silenzio in ricordo dello studente di Torino morto per il crollo del soffitto della scuola.
I CORTEI
A Roma un corteo partirà da piazza Santa Croce in Gerusalemme alle ore 9.30 per poi snodarsi lungo via Carlo Felice e via Labicana. Concentramento al Colosseo dove parleranno Carla Cantone, segretaria Spi Cgil Nazionale e Caludio di Berardino, segretario generale Cgil Roma e Lazio. Sul palco anche le testimonianze di lavoratori e pensionati. Inoltre altri cortei sono previsti a Viterbo, Rieti a Latina.
I TRASPORTI
E disagi sono possibili per gli utenti del trasporto pubblico. In questo settore sono infatti 4 le sigle sindacali che hanno aderito alla protesta. La Filt Cgil e il Sult, un sindacato autonomo, si asterranno dal lavoro dalle 9.30 alle 13.30, mentre Sdl intercategoriale e e Cobas hanno proclamato uno sciopero di 24 ore, dalle 8.30 alle 17 e dalle 20 a fine servizio. Domani dunque potrebbero essere diverse le corse soppresse per bus, filobus, tram, metropolitana A e B e ferrovie regionali (la Roma - Lido, la Roma - Giardinetti e la Roma - Viterbo). Ripercussioni dell’agitazione potrebbero verificarsi anche sulle 27 linee notturne sia stanotte che tra il 12 e il 13 dicembre.
Venerdì l’astensione dal lavoro indetta da una delle tre sigle sindacali confederali in risposta alle misure anticrisi del Governo. Cento manifestazioni
Lo sciopero "in solitaria" della Cgil
Stop a trasporti, energia e poste
ROMA - E’ quasi tutto pronto per lo sciopero generale del 12 dicembre proclamato in solitario dalla Cgil contro il mancato sostegno del governo a salari e pensioni con cui fronteggiare la crisi economica in corso. La macchina organizzativa del sindacato gira a pieno ritmo per coordinare le oltre 100 manifestazioni di piazza che, venerdì prossimo, accompagneranno, in tutte le regioni italiane, le 4 ore di sciopero indette da Corso Italia che molte categorie allungheranno fino ad 8, o comunque per l’intero turno di lavoro.
Ad incrociare le braccia per tutta la giornata, infatti, saranno i metalmeccanici, i lavoratori dei settori della ristorazione collettiva, delle farmacie private così come i lavoratori dei porti, delle agenzie marittime, delle autostrade e dell’Anas. Stop per l’intero turno di lavoro anche per i lavoratori del credito e di Banca d’Italia, per quelli dei consorzi di bonifica, dei settori elettrico, gas-acqua, energia e petrolio, nel rispetto dei servizi minimi indispensabili.
Non è finita. In sciopero per 8 ore i lavoratori delle autonomie locali, del pubblico impiego, delle regioni, della sanità pubblica e privata, sempre nel rispetto dei servizi minimi indispensabili così come i lavoratori di Poste Italiane, delle aziende del gruppo poste e del settore degli appalti e dei recapiti postali. Si asterranno per l’intera giornata anche gli aderenti alla Cgil di Ferrovie e Trasporto pubblico locale (solo impianti fissi) e del trasporto aereo: i lavoratori dei settori addetti alla circolazione comunque saranno tenuti a garantire i servizi essenziali per cui il trasporto aereo si fermerà dalle 10 alle 18; F.S e appalti dalle 14 alle 18 ed il trasporto pubblico locale sciopererà le ultime 4 ore della prestazione giornaliera nel rispetto delle fasce di garanzia.
A livello regionale sarà Bologna, comunque, un po’ l’epicentro ideale dell’intera mobilitazione: lo sciopero di otto ore impegnerà tutta l’Emilia Romagna e piazza Maggiore ospiterà, il comizio conclusivo del leader della confederazione, Guglielmo Epifani. "Contro la crisi più lavoro, più salario, più pensioni e più diritti", è lo slogan scelto per sintetizzare le richieste del sindacato e le "mancanze" del Governo. Le misure anticrisi varate la scorsa settimana ed illustrate alle parti sociali, infatti, sono state bocciate dalla Cgil che non ha ritrovato negli interventi del governo risposte adeguate ad una recessione così grave.
* la Repubblica, 7 dicembre 2008
Il segretario della Cgil conferma lo sciopero nazionale del 12 dicembre
Franceschini: "Quelli di palazzo Chigi sono provvedimenti tampone"
Crisi, Epifani boccia il governo
"Non c’è la svolta che volevamo"
Confindustria: "Bene il decreto ma ora servono altri fondi"
ROMA - "Dovremo leggere tutto il provvedimento del governo, ma al momento non c’è la svolta che chiedevamo". Guglielmo Epifani, boccia così il piano del governo e conferma lo sciopero del 12 dicembre. E anche dal Pd arriva un giudizio negativo: "Quelli presi in 10 minuti da Berlusconi sono interventi tampone, da big bang comunicativo. I ministri forse non li conoscono neppure e ci vorranno dieci giorni per scriverli" dice il vicesegretario Dario Franceschini. "La parte relativa alle famiglie e’ una certificazione umiliante di poverta’’ insistono i senatori del Pd. Mentre al premier che chiede all’opposizione di "collaborare", il ministro ombra dell’Economia, Pier Luigi Bersani replica: "A giochi fatti? Non ci siamo". Positivo a metà il giudizio di Confindustria. Il decreto anticrisi del governo "va nella giusta direzione" ha infatti detto il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia "ma servono ulteriori fondi" a supporto delle imprese.
Positivo, invece, il giudizio del segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni: "Il governo ha recepito la nostra indicazione sull’innalzamento della soglia per la detassazione dei premi e del salario di produttivita’ da 30 a 35.000 euro". Mentre il livello di scontro con la Cgil resta alto: "Non abbai alla luna e ripensi sullo sciopero generale. Ma non lo farà".
Lo sciopero, infatti, resta confermato. Ma sulla questione dalle parti del Pd c’è poca convinzione. Al punto che lo stesso Epifani, a un convegno dei democratici sul welfare, lancia un appello: "Le rappresentanze politiche e sindacali devono dire le cose con più forza e chiarezza. Lo sciopero può essere uno strumento per chiedere al governo una svolta nel modo di affrontare la crisi".
Chi invece si schiera, senza riserve, al fianco della Cgil è Rifondazione. "Considero molto negativo il fatto che il partito democratico non riesca nemmeno ad appoggiare la Cgil sullo sciopero generale" attacca il segretario Paolo Ferrero.
* la Repubblica, 28 novembre 2008
La Cgil: troppo poco, restituite il fiscal drag. Sciopero confermato
di Felicia Masocco (l’Unità, 25.11.2008)
«Esposizione generica e insufficiente». Così Guglielmo Epifani sul pacchetto anticrisi preparato dal governo. «Allo stato lo sciopero è confermato». Il giudizio negativo non trova riscontri in Cisl e Uil
«Il drenaggio fiscale, quei 350 euro pagati in più da lavoratori e pensionati, va restituito con le tredicesime...», Guglielmo Epifani neanche finisce la frase che viene interrotto da Silvio Berlusconi, «Non l’ha restituito neanche Prodi» dice il premier. «Per questo proclamammo lo sciopero generale» è la risposta del leader della Cgil. Solo che allora, agli inizi di quest’anno, la proclamazione fu unitaria. Il 12 dicembre la Cgil sciopererà da sola. «Allo stato sono confermate tutte le ragioni della mobilitazione», dichiara Epifani al termine dell’incontro. «Allo stato» è tutto nelle mani del governo, della sua capacità di accogliere - come ha detto il premier - «i consigli di tutti». A partire proprio dalle tredicesime, che non solo la Cgil, ma anche Cisl e Uil vogliono più pesanti con l’uso, però, della detassazione. Unisce poi il sindacato - ma anche Confindustria- la necessità di ammortizzatori sociali più forti per chi perde il lavoro. Il vertice non ha dato e risposte attese, il giudizio della Cgil è negativo, la delegazione ha lasciato Palazzo Chigi insoddisfatta perché - come ha spiegato Agostino Megale che accompagnava Epifani - «si dovrebbe fare di più per sostenere i redditi da lavoro dipendente e pensioni, e per le tutele per giovani e precari». «È la prima emergenza», ha detto Epifani al tavolo - tantissimi stanno andando a casa». Ma l’esposizione del governo è stata «generica e insufficiente». «Quante sono le risorse? Come sono ripartite tra lavoro e impresa? Ci vuole di più, la crisi è inedita», ha sostenuto Epifani. La detassazione degli straordinari «va sospesa, in questa fase non serve». Opinione condivisa dalla presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia che punta ad alzare da 30 a 35mila euro il tetto di reddito per la detassazione dei premi di produttività. E su questo converge la Cisl. Anche per Raffaele Bonanni, infatti, meglio alzare la soglia di reddito, «anche sospendendo la detassazione degli straordinari».
Il giudizio negativo della Cgil non trova tuttavia riscontri presso le altre due confederazioni. «È stato un incontro interessante», per Bonanni, «vedremo poi venerdì la quantità delle risorse e la qualità delle disposizioni». «Bisogna dare subito un segnale positivo». E un intervento sulle tredicesime è la misura «più immediata». Dalla Cisl, infine, un appello alla «classe dirigente»: «Deve dimostrare senso di responsabilità e unità». Lo sciopero della Cgil è destinato a pesare sui rapporti unitari. L’impostazione data al decreto sembra convincere anche la Uil, salvo «verifiche tecniche». «Condivido l’idea di sostenere la domanda interna - ha detto Luigi Angeletti - e l’idea di incentivare le famiglie con figli, ma non può essere la dichiarazione dei redditi a stabilire chi è povero e dunque chi ne ha diritto».
Epifani: le misure non bastano, il governo è fermo
Il premier stringe la mano al leader della confederazione e chiude il caso del vertice separato
di Enrico Marro (Corriere della Sera, 25.11.2008)
ROMA - Visto che le misure annunciate ieri sera dal governo per affrontare la crisi sono le stesse che si sono lette in questi giorni sui quotidiani e visto che su di esse la Cgil aveva già espresso il suo giudizio negativo, nessuna sorpresa quando il segretario Guglielmo Epifani ha bocciato il pacchetto Berlusconi- Tremonti: «È necessario fare di più». Scontata, quindi, la conferma dello sciopero generale del 12 dicembre: «Le ragioni della mobilitazione restano tutte». A nulla sono valsi i contatti che ci sono stati, prima del vertice, tra lo stesso leader e il sottosegretario alla presidenza Gianni Letta. E nel vuoto è caduto il «caloroso invito» lanciato ancora ieri pomeriggio dal ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, alla Cgil affinché riflettesse «su uno sciopero isolato», considerando quello che il governo propone «senza pregiudizi ».
Alla Cgil la tessera per i poveri non è mai piaciuta, per ragioni etico-politiche (assomiglia, secondo Epifani, al capitalismo compassionevole targato Bush) ancor prima che economiche. Per il resto, non ci sono i 350 euro di restituzione del fiscal drag che la Cgil avrebbe voluto con le tredicesime, non viene affrontata «l’emergenza precari» e gli interventi sembrano squilibrati a favore delle imprese, conclude il leader della Cgil. Concetti che oggi saranno ripetuti in una conferenza stampa dallo stesso Epifani alla quale parteciperà anche il segretario della Fiom, Gianni Rinaldini.
Era già previsto che i due fossero insieme, spiegano alla Cgil, perché l’appuntamento era stato pensato nei giorni scorsi per parlare anche della crisi industriale. Ma è chiaro che il leader dei metalmeccanici - che ieri, ancor prima del vertice di Palazzo Chigi tra governo e parti sociali, aveva definito «insensate e beffarde» le dichiarazioni del presidente del Consiglio sul fatto che gli italiani devono avere fiducia - darà man forte a Epifani a sostegno dello sciopero generale.
Il sindacato, dunque, continua a restare diviso. Cisl, Uil e Ugl, che tengono aperto il dialogo col governo, davano per scontata la conferma dello sciopero da parte della Cgil. Ritengono che, al punto in cui sono gli equilibri interni a Corso Italia - con la segreteria Epifani puntellata dall’inedita alleanza tra la stessa Fiom e la Funzione pubblica di Carlo Podda, entrambe in prima fila sulla linea dello scontro con Berlusconi - la Cgil non potesse sottrarsi alla piazza. Ma i leader di Cisl e Uil, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, sono anche convinti che la Cgil dovrà pur porsi il problema di non restarci per altri 4 anni e mezzo in piazza. Tutti i presenti hanno quindi notato che, al termine del vertice, Epifani ha parlottato a lungo e cordialmente col ministro dell’Economia, Giulio Tremonti: di come potenziare gli ammortizzatori sociali per i precari e non solo. E quando Berlusconi ha stretto la mano a tutti i leader sindacali, a quello della Cgil avrebbe detto di essere dispiaciuto per l’incidente del vertice segreto di Palazzo Grazioli (c’erano Bonanni e Angeletti, ma non Epifani). Viene infine guardato con attenzione il segnale che arriva dal tavolo dell’artigianato dove non è escluso che la Cgil possa firmare la pre-intesa sulla riforma del modello contrattuale. Sarebbe l’inizio della ricucitura con Cisl e Uil? Troppo presto per dirlo.
Crisi, il governo espone il piano
La Cgil: "Confermato lo sciopero"
Imprese e sindacati a Palazzo Chigi per discutere il pacchetto anticrisi che l’esecutivo varerà venerdì prossimo. Il ministro dell’Economia ribadisce: nessuna modifica alla Finanziaria 2009. E anticipa: interventi sui mutui, e riduzione delle tariffe di luce, gas e autostrade
22:33 Epifani: "Confermato lo sciopero generale del 12 dicembre" Epifani ha confermato lo sciopero generale del 12 dicembre: "Ovviamente - ha detto il segretario generale della Cgil - sono tutte confermate le ragioni della mobilitazione" del 12 dicembre"
22:24 Bonanni: "Ci sarà un altro incontro" "Credo che ci sarà un altro passaggio con le parti sociali". Lo ha detto il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, al termine dell’incontro con il Governo. Il Consiglio dei Ministri che dovrà approvare il decreto legge è previsto per venerdì 28 novembre
* la Repubblica, 24.11.2008 (ripresa parziale).
Il leader della Cgil svela i risultati di una recente ricognizione del sindacato
Propone una ricetta: "Favorive l’accesso al credito e sostenere la domanda"
Epifani: "Crisi economica pesante
Sta arrivando una valanga"
Rifletteremo sullo sciopero generale se il governo accoglierà "le nostre proposte"
Domenici (Anci): "Non presenteremo bilanci di previsione entro il 31 dicembre"
ROMA - Dalla ricognizione che la Cgil sta "facendo in queste ore esce un quadro sulla crisi molto più pesante: sta arrivando una valanga". Lo ha affermato il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani, nel corso della trasmissione Panorama del giorno su Canale 5. La crisi, ha spiegato Epifani, "sta colpendo le nostre strutture. Regioni come l’Emilia Romagna che non avevano avuto problemi, ne hanno di seri".
Chiede al governo un "intervento molto forte’’ il segretario Cgil, "una politica economica incisiva per sostenere i redditi più bassi. Se il Governo dovesse accogliere il senso delle nostre proposte, noi siamo disponibili a riflettere sullo sciopero generale del 12 dicembre’’.
Per il leader della Cgil, devono essere adottate due misure in particolare. Prima di tutto ’’favorire l’accesso al credito con la cessione della liquidità da parte delle banche che la trattengono, raggiungendo quindi un accordo serio con le banche restituendo fiducia al sistema bancario.
La seconda cosa da fare è quella di sostenere la domanda, con le famiglie che spendono meno e il calo della domanda di beni intermedi: "La domanda va sostenuta con sgravi fiscali e una politica di ammortizzatori sociali diversa, perchè corriamo il rischio che centinaia di migliaia di persone restino senza tutele".
E parlando della crisi del settore auto, Epifani suggerisce di fare come gli Stati Uniti: "Se loro spendono 30 miliardi di dollari e avviene un’operazione simile anche in Germania, anche l’Italia dovrà farlo. Se lo fanno gli altri - sintetizza - non può non farlo anche l’Italia".
Protestano anche i Comuni: il presidente dell’Anci e sindaco di Firenze, Leonardo Domenici, oggi a Roma per la discussione sull’emergenza dei bilanci dei Comuni italiani, ha ribadito la gravità della situazione finanziaria. "Riteniamo insostenibile la situazione finanziaria ed economica dei bilanci dei comuni 2008 e 2009 per questo invitiamo i comuni e le città metropolitane a non procedere alla presentazione negli organi competenti dei bilanci di previsione per l’anno 2009 entro la data del 31 dicembre in attesa che siano rivisti i contenuti della manovra finanziaria’’.
* la Repubblica, 20 novembre 2008
Non si uccide così un sindacato
di Marco Simoni ( l’Unità 14.11.2008)
La storia politica dell’Italia del dopoguerra è scandita dalle dinamiche tra le confederazioni sindacali. Nel 2002 Berlusconi riuscì a dividerle, come era riuscito a Craxi negli anni ‘80, interrompendo dieci anni di unità. Tuttavia, si giovò solo parzialmente del risultato. La battaglia per la difesa dell’art. 18 fu troppo contraddittoria per generare un coerente programma alternativo, ma un efficace catalizzatore per colpire il consenso di cui godeva Berlusconi. Le recenti mobilitazioni degli studenti hanno avuto un impatto negativo contenuto ma non trascurabile sulla popolarità del governo. Il centrodestra non può dunque rischiare un altro fronte di opposizione di massa e così si spiega la volontà di isolare la Cgil. L’incontro segreto tra il governo e i segretari di Cisl e Uil, che escono dal retro e vengono notati da tutti, sembra una trama farsesca organizzata per farsi scoprire, e forse lo è stata, dato che i suoi autori potevano prevedere la reazione della Cgil: proclamare con enfasi uno sciopero generale.
L’obiettivo del governo è chiaro: dipingere la Cgil come un sindacato che opera contro il Paese in un momento difficile, con mobilitazioni pretestuose e poco comprensibili. Se lo sciopero generale del 12 Dicembre sostenesse una generica piattaforma contro il governo, rimanendo senza una sponda politica da parte del Pd, questo obiettivo sarebbe a portata di mano. Davanti ad una recessione che appare durissima, tutto dovrebbe fare il governo tranne che fomentare divisioni tra i sindacati e aggravare la conflittualità delle relazioni industriali. Ma ciò che interessa Berlusconi è mantenere diviso, nella società e nella politica, il mondo del lavoro, base elettorale naturale per qualunque coalizione vincente di centrosinistra. Per reagire all’offensiva è necessario alzare il livello dell’opposizione al governo dentro le pieghe della società. Non cadere nell’errore di sventolare anatemi generici con linguaggio da iniziati, ma individuare le responsabilità precise: la precarietà diffusa che impoverisce le persone e depaupera le aziende; l’attacco alla scuola e all’università, motori di futuro; un federalismo che inasprisce le differenze e riduce la capacità di reagire alla crisi. Fare opposizione in modo credibile per costruire una alternativa politica non significa annacquare il messaggio da trasmettere. La diminuzione dei consensi al centrodestra non è condizione sufficiente per poter governare efficacemente, ma è una condizione necessaria. Per evitare che lo sciopero generale sia un boomerang, si trasformino due o tre priorità in comunicazione concentrata della Cgil e del Pd. Una volta raccolto il consenso di lavoratori vecchi e nuovi, il resto del sindacato dovrà tornare sui suoi passi.
Sindacati spaccati. Epifani: è sciopero
di Felicia Masocco (l’Unità 13.11.2008)
Bonanni e Angeletti partecipano a un vertice a Palazzo Grazioli, presenti mezzo governo e Confindustria. «Gravissimo» protesta Guglielmo Epifani. E il direttivo Cgil decide: sciopero generale il 12 dicembre.
«È peggio del Patto per l’Italia». L’irritazione di Guglielmo Epifani è evidente, non manda giù l’esclusione dal vertice che l’altra sera ha riunito a Palazzo Grazioli i colleghi di Cisl e Uil, la presidente di Confindustria e mezzo governo. «È gravissimo, non sarà facile da superare», dice al Direttivo Cgil che poi, con unanime convinzione, ha votato lo sciopero generale per il 12 dicembre.
Le avvisaglie non mancavano, ma nessuno si aspettava che l’unità del sindacato italiano toccasse tanto in fretta il punto più basso dal 2002, dalle divisioni sull’articolo 18 e sul Patto per l’Italia, appunto. Ora come allora, il premier è Silvio Berlusconi, i registi sono Tremonti e Sacconi. A capo della Uil c’è ancora Luigi Angeletti. A capo della Cisl c’era Savino Pezzotta che nel febbraio del 2002 passò per la lavanderia di un albergo del centro per incontrare Gianfranco Fini. Ora c’è Raffaele Bonanni, che con Angeletti è stato visto martedì sera lasciare la residenza privata del premier dalla porta posteriore. Escamotage inutile. Entrambi negano, ma le agenzie di stampa che dopo le 21 hanno battuto la notizia non rettificano alcunché.
Il solco è segnato. «Quello che accaduto, se confermato, è un fatto gravissimo, una cosa senza precedenti», attacca Epifani. Il premier «dimostra di non avere rispetto per gli interlocutori che esprimono opinioni diverse dalle sue». Sulla crisi non c’è stato nessun confronto formale, «mentre quelli riservati li tiene con alcuni soggetti, escludendo la Cgil, l’Ugl e le altre rappresentanze di impresa».
La Cgil chiede un incontro immediato con il governo e annuncia che invierà una lettera ai segretari di Cisl e Uil e alla presidente di Confindustria per «chiedere conferma» dell’incontro di Palazzo Grazioli. «Si apre un problema formale nei rapporti con le altre organizzazioni e con la Confindustria». E questo è inedito. Quanto accaduto non pone più solo un problema di «affidabilità politica», di rapporti con un governo «che cerca complicità, che nasconde, che non ha coraggio», ha detto Epifani al Parlamentino Cgil. Dati i trascorsi c’era da aspettarselo. Sorprende e ferisce di più l’atteggiamento dei leader di Cisl, Uil e di Confindustria. Con loro «si apre un problema di affidabilità personale». Ancora ieri sera dai tre nessun contatto, una telefonata, neanche da Emma Marcegaglia che pure con Epifani ha rapporti cordiali.
Divide et impera, questo per la Cgil è il disegno del governo «che spinge verso un accordo separato sulla riforma della contrattazione». Dal vertice è rimasta fuori anche l’Ugl, «pensavamo che la stagione degli incontri separati fosse terminata con la scorsa legislatura - commenta Renata Polverini-. Nel rapporto con il governo c’è ormai una questione di metodo». Non esiste per Cisl e Uil. «Non c’è stato nessun incontro», afferma Raffaele Bonanni; «Non ci sono state trattative con il governo», precisa in serata, «Epifani lo dice per coprire un suo errore, ovvero uno sciopero velleitario che farà da solo». «Non c’è stato nessun invito», gli fa eco Luigi Angeletti. Ma una conferma arriva da Sacconi: «Incontri informali ci sono e ci saranno sempre, quel che contano sono i dati politici».
La spaccatura agita il Pd, il timore è che il governo miri a un bipolarismo sociale d cui il Paese non ha bisogno. Bersani accusa il governo di «irresponsabilità». Dagli ex cislini (Marini, Baretta, Cocilovo, D’Antoni) è partito il pressing su Bonanni perché non consegni la base Cisl a Berlusconi. «È uno dei momenti più delicati della storia sindacale - afferma Pierpaolo Baretta -. La politica dovrebbe fare un passo indietro».