LA LETTERA
Io, prof precaria e delusa vi dico che imparare il latino non serve
Chi come me si è spaccato la schiena su versioni e poesie, ora si ritrova con un pugno d’aria
Tutti giorni questo Paese si burla di me e del mio lavorare per guadagnare 1.250 euro al mese
di OLGA RAVELLI*
Diciassette febbraio, giovedì, primo pomeriggio. Appena tornata da scuola. Mi chiedo spesso se ai giorni nostri valga o no la pena di insegnare la letteratura e, nel mio caso, il latino. Per me come docente, in quanto precaria e in quanto docente di lettere, la risposta è no. Alla luce della mia esperienza personale posso dire che il latino, la letteratura e la filosofia non servono a nulla.
Togliete queste materie dalla scuola, eviterete di far perdere tempo a quei pochi che passano i loro pomeriggi a spaccarsi la schiena su versioni, poesie e filosofi anziché fare altro di più divertente. Io non me la sento più di dire ai miei studenti di sacrificare ore di studio per il latino. L’ho fatto io, non fatelo voi ragazzi. Altrimenti farete la mia fine. Vi ritrovereste con un pugno d’aria, di parole che ormai oggi non hanno più senso per nessuno.
Pro patria mori... cantava il poeta. Ma chi vuole oggi, non dico morire, ma anche solo sacrificarsi per la patria? E cosa significa patria oggi? Io per prima sorrido di fronte a questo concetto astratto e lontano. E fallace, soprattutto. Ingannatore. Io non ho nessuna voglia di sacrificarmi per la terra dei padri, questa terra che mi ha preso in giro, che continua a prendermi in giro giorno dopo giorno, visto che un lavoro stabile non me lo sa dare, e nemmeno uno stipendio che gratifichi i sacrifici che ho fatto da ragazza studiando.
Tutti i giorni questa patria si burla di me, del mio lavorare per 1.250 euro al mese (se sono fortunata e ho la supplenza a tempo pieno, cosa che non accade sempre). E già, devo pure evitare di lamentarmi troppo, perché io sono tra i fortunati precari del Nord che almeno una supplenzina qua e là la beccano, magari a metà novembre, ma tanto con la disoccupazione si campa, precari a non far niente alla soglia dei 40 anni. Pro patria mori... bisogna essere fessi... E io sento invece di morire dentro di me ogni giorno di più, di non crederci ogni giorno di più, ogni mattina quando entro a scuola non vedo l’ora di uscirne e di fare altro, perché non sopporto più di dover prendere in giro me stessa e gli studenti.
Non dovete imparare a usare il cervello, perché vivrete male, sempre critici verso tutto, poco furbi, poco scaltri, poco sfrontati, sempre onesti, sempre fessi e sempre più soli. Come mi sento io. Onesta e fessa, e sola. Debole, sempre senza soldi, sensibile alle belle parole e alle romanticherie. E poi stanca. Stanca di tutto. Stanca di questa maledetta terra dei padri, che quando sono lontana mi manca terribilmente con tutti i suoi difetti. Arrabbiarsi non serve. Io personalmente non guardo nemmeno più il telegiornale. La politica italiana mi fa, nel migliore dei casi, sorridere. Cosa volete che insegni ai ragazzi? Ditemelo, io non lo so più.
(* insegnante precaria in un liceo dell’hinterland milanese)
LA IR-RESPONSABILITA’ DEI FILOSOFI E DEGLI INTELLETTUALI E LA PERDITA DELLA TESTA DELL’ITALIA:
MILANO. UNIVERSITA’ IULM - UNESCO --- 14-16 Febbraio: Meeting sul’insegnamento della filosofia --- Una nota (di Federico La Sala).
USCIRE DALLO STATO DI MINORITA’
SAPERE AUDE!
A 400 ANNI DALLA PUBBLICAZIONE DEL "SIDEREUS NUNCIUS" DI GALILEO GALILEI E A 200 DALLE INDICAZIONI DI IMMANUEL KANT SULL’USO CRITICO DELLA PROPRIA FACOLTA’ DI GIUDIZIO (PER UNA STORIA E PER UNA FILOSOFIA DAL PUNTO DI VISTA COSMOPOLITICO - E - PER LA PACE PERPETUA)
Rimettere al centro della filosofia (e soprattutto del suo insegnamento), la lezione dell’illuminismo kantiano!!!
*** ***
DAL MEETING, UN ALLARME E UNA SOLLECITAZIONE. Una nota parziale (e - ovviamente - molto, molto riduttiva) sulla ricchezza degli interventi e delle discussioni dell’incontro): *
A) LA FILOSOFIA IN RITARDO (E IN PERICOLO NEL MONDO) E NON PRONTA A UNA DELLE SUE MISSIONI FONDAMENTALI - IL DIALOGO GLOBALE
B) RILANCIARE L’INSEGNAMENTO DELLA FILOSOFIA COME EDUCAZIONE ALLA PRATICA DELLA LIBERTA’, ALL’ESERCIZIO CRITICA DELLA FACOLTA’ DI GIUDIZIO, ALLA DEMOCRAZIA PLANETARIA - RIUNIRE SAGGEZZA E SCIENZA
C) NON INGESSARE L’UNESCO NELLA VALORIZZAZIONE E NELLA DIFESA DEL PATRIMONIO CULTURAL E DELL’UMANITA’ - PORTARE AVANTI E POTENZIARE L’ESPERIENZA DELLE "CATTEDRE UNESCO".
D) NECESSITA’ E URGENZA DI METTERE IN COMUNICAZIONE LA TRADIZIONE FILOSOFICA E LA POPOLAZIONE DEL "NUOVO MONDO" - I "NATIVI DIGITALI", L’UMANITA’ DIGITALE.
E) APPROVAZIONE DOCUMENTO: "RACCOMANDAZIONI SULL’INSEGNAMENTO DELLA FILOSOFIA IN EUROPA E IN AMERICA SETTENTRIONALE"
Federico La Sala