OGGI IL VATICANO HA SUPERATO SE STESSO NELLA NEGAZIONE DELL’AMORE DI CRISTO E DELL’EVANGELO!
(non dimentichiamo che accadde così anche alla fine della Seconda Guerra Mondiale nel 1945, quando la sempre solerte Santa Sede chiese al Governo Italiano di De Gasperi di tenere in piedi qualche dispozionie delle Leggi razziali del 1938 contro gli Ebrei promulgate dl fascismo, perchè - argomentavano allora i gesuiti e i prelati vaticani - in alcune parti erano buone e auspicabili!....)
AB OMNIBUS MALIS ECCLESIASTICORUM LIBERA NOS DOMINE!
AMEN!
IL VATICANO ALL’ONU: MEGLIO LASCIAR MORIRE E PERSEGUITARE GLI OMOSESSUALI CHE RISCHIARE IL MATRIMONIO GAY: SE I GAY VALGONO MENO DI UN ASINO! (la parabola evangelica dell’asino caduto nel pozzo)
IL VATICANO DETTA LA LINEA ALL’ONU SUI DIRITTI UMANI...
MA PUO’ UN CIECO GUIDARE UNO CHE CI VEDE GIA’ POCO?
NON FINIRANNO AMBEDUE NEL FOSSO? come diceva Gesù Cristo....
L’ULTIMA USCITA del RAPPRESENTANTE del VATICANO ALL’ONU supera di gran lunga ogni fantasia e supera ogni previsione possibile: in puro stile antievangelico, clericale, misantropo, ideologico ed ipocrita, preferisce lasciare intatta una legislazione degli Stati che prevede punizioni anche gravi, detenzione, torture e persino pena di morte per chi è oosessuale o pratica l’omosessualità, con la risibile scusa che altrimenti gli Stati che non avessero domani una legislazione anti-omofobia verrebbero attaccati perchè non contemplano il matrimonio tra omosessuali: siamo alla paranoia pura.
NON SI RIESCE PIU’ NEMMENO A DISTINGUERE, SECONDO L’ANTICA TRADIZIONE (già invero carente mutuata da S. Agostino e da altri Padri della Chiesa) CATTOLICA ROMANA del cosiddetto "MALE MINORE"... e cioè che si deve promuovere la strada che consente un male minore a fronte di uno maggiore... e che quindi nel caso di specie adrebbe concesso il "rischio" del matrimonio omosessuale a fronte dell’uccisione e persecuzione di persone umane!
INVECE NO! LA SANTA SEDE (Santa fino a che punto non si sa...) pontifica dicendo che è meglio rischiare in vari Stati dittatoriali o teocratici islamici l’uccisione di tanti gay e lesbiiche, piuttosto che veder ventilato in un futuro un possibile matrimonio di persone dello stesso sesso.
Se non è barbarie teologica e civile, giuridica e umana insieme, questa! ... non sappiamo quale possa esserla!
Ci sovviene alla mente una parabola evangelica: quella che Gesù ha usato contro i farisei del suo tempo...
LA PARABOLA DELL’ASINO CADUTO NEL POZZO IN GIORNO DI SABATO: diceva Gesù
"Se a Voi cade un asino nel pozzo in giorno di Sabato (festivo per gli ebrei) lo tirate fuori dal pozzo o lo lasciate morire perchè è giorno di Sabato?... Imparate che è il Sabato per l’Uomo e non l’Uomo per il Sabato!... così pure se Voi che siete cattivi e un vostro figlio vi chiede un pane, non gli darete un sasso o uno scorpione, tanto più il Padre celeste che è buono darà ai suoi figli...!"
INVECE IL VATICANO, IL PAPA, E QUESTO MONSIGNOR CELESTINO MIGLIORE (in realtà PEGGIORE!) hanno decretato senza scrupolo e dubbio alcuno che è meglio lasciar morire l’asino e l’uomo insieme, poichè la norma che uccide è meglio dell’amore e della misericordia che fa’ vivere! Hanno decretato che è meglio dare sassi e scorpioni in faccia a chi chiede qualche pane del riconoscimento sociale e qualche diritto a non essere discriminato o penalizato e punito o addirittra ucciso perchè ritenuto diverso!
ECCO DOVE CI PORTA IL MORALISMO DI RATZINGER E DEI PRELATI DELLA CURIA ROMANA VATICANA, COME AI TEMPI DI CRISTO: IL LORO NEOFARISEISMO CATTOLICO CONDUCE DIRITTO DIRITTO ALLA NEGAZIONE DELL’EVANGELO E DI CRISTO!
E dulcis in fundo, (in cauda venenum, cioè in coda c’è sempre il veleno, cioè il peggio...) il buon PADRE FEDERICO LOMBARDI DELLA SALA STAMPA VATICANA aggiunge che "tuttavia nel no alla proposta francese all’Onu per depenalizzare l’omosessualità la Santa Sede «non è sola: meno di 50 membri delle Nazioni Unite hanno aderito» all’iniziativa" .... INTERESSANTE GIUSTIFICAZIONE E ARGOMENTAZIONE DEL GESUITA CHE SI OCCUPA DEI MASS- MEDIA IN VATICANO.... non c’è che dire! in puro stile machiavellico e gesuitico che è la stessa cosa da secoli ormai... con una ipcrisia che farebbe impallidire anche quella del Sinedrio di allora... che procesò e condannò Gesù Cristo!
Una motivazione, sofistica, speciosa, al limite del cinismo e del beffardo : "meno di 50 Stati membri hanno aderito all’iniziativa...! "per forza sono gli stessi STATI DITTATORIALI E INTERGRALISTI ISLAMICI CHE SIEDONO ALL’ONU, gli stessi che boicottano tutte le leggi e risoluzioni sui diritti umani e sui diritti delle donne nei Paesi più arretrati... e tra i quali c’è chi lapida le donne adultere ed impicca i gay le le lesbiche...
Questo il gesuita Lombardi non lo dice, lo tace!... che coraggio trovare risibili giustificazioni in questo!
Se avesse taciuto del tutto era meglio, molto meglio!
Il gesuitismo di Gesuiti senza Gesù fa rabbrividire!....
OGGI IL VATICANO HA SUPERATO SE STESSO NELLA NEGAZIONE DELL’AMORE DI CRISTO E DELL’EVANGELO!
(non dimentichiamo che accadde così anche alla fine della Seconda Guerra Mondiale nel 1945, quando la sempre solerte Santa Sede chiese al Governo Italiano di De Gasperi di tenere in piedi qualche dispozione delle Leggi razziali del 1938 contro gli Ebrei promulgate dl fascismo, perchè - argomentavano allora i gesuiti e i prelati vaticani - in alcune parti erano buone e auspicabili!....)
AB OMNIBUS MALIS ECCLESIASTICORUM LIBERA NOS DOMINE!
AMEN!
I TEOLOGI DEL CENTRO STUDI TEOLOGICI di MILANO
Centro Ecumenico
mons. + GIOVANNI CLIMACO MAPELLI
Arcivescovo Primate
Sul tema, nel sito, si cfr.:
Eu-manità ... ed ev-angelo
EU-ROPA: ITALIA. RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO SULL’OMOFOBIA
«Gay criminalizzati. In Asia e Africa arresti e torture»
di Delia Vaccarello *
Tortura e repressione politica. A questo servono in molti Paesi le norme contro i rapporti omo. Rama Yade, responsabile Esteri francese per i Diritti Umani presenterà a giorni all’Onu una proposta di depenalizzazione universale con l’appoggio dei Paesi Ue. Come già anticipato dal nostro giornale, nella pagina di «Liberi tutti» di lunedì scorso, si tratta di uno «statement» e non di una dichiarazione, dunque non è passibile di voto, strategia adottata per non drammatizzare lo scontro. Il Vaticano però è contrario. «È molto grave. Le norme vengono utilizzate anche per atti crudeli e arresti arbitrari», risponde Stefano Fabeni direttore dell’Iniziativa per i diritti delle persone Lgbt dell’Ong internazionale Global Rights.
Fabeni, perché il Vaticano, attraverso monsignor Migliore, ha preso una posizione contraria, anticipandola rispetto alla discussione all’Onu?«La Francia propone uno statement, come già ne sono stati presentati sul rispetto dei diritti umani indipendentemente dall’orientamento sessuale e l’identità di genere, ma la novità è che in questo caso sarà presentato all’Assemblea Generale di New York e non al Consiglio per i diritti umani di Ginevra. In una prospettiva di difesa dei diritti umani la posizione del Vaticano è non solo incomprensibile ma molto grave. Forse Migliore ignora che le norme che criminalizzano gli atti sessuali tra adulti consenzienti dello stesso sesso sono raramente applicate in modo conforme alla legge, ma per lo più utilizzate da parte delle autorità in molti Paesi dell’Africa e dell’Asia per arresti arbitrari, tortura o altri trattamenti crudeli e degradanti come ad esempio in India, Uganda, Zimbabwe, Nigeria; o per limitare la libertà di associazione e espressione, come in Botswana o nei Caraibi inglesi; ed in alcuni casi per arrestare oppositori politici come in Malaysia. Forse il Vaticano ignora che ci sono Paesi al mondo che prevedono ed applicano la pena di morte utilizzando tali leggi, com in Iran. O forse non sa che sulla base di una legge simile due donne sono state recentemente condannate a 20 frustate e sei mesi di carcere da una corte islamica in Nigeria».
Il Vaticano dice che ciò porterebbe a nuove discriminazioni in quanto gli Stati che non riconoscono le unioni gay verranno «mesi alla gogna». Che differenza c’è tra riconoscere le unioni gay e non prevedere pene per gli atti omossessuali?«La differenza è evidente: in un caso si parla di carcere per un atto sessuale tra adulti, nell’altro caso si parla di diritti per scelte di vita comune. L’idea della gogna, sinceramente, mi fa sorridere, se non fosse che il Vaticano, nel rendere tale affermazione, si pone dalla parte di chi viola i diritti umani. Ma per confutare l’affermazione del Vaticano, un esempio su tutti: l’Italia è stato il 7° paese al mondo a depenalizzare gli atti sessuali tra adulti consenzienti dello stesso sesso nel 1889, e 120 anni dopo il nostro Paese ancora non riconosce le unioni tra gay. Qual è il legame, dunque?»
Non è la prima volta che si parla di depenalizzazione dei rapporti omosessuali all’Onu. Quali i precedenti? «È la prima volta che uno statement sul tema viene proposto all’Assemblea Generale. Non è la prima volta che l’Onu afferma che la criminalizzazione degli atti sessuali tra adulti consenzienti dello stesso sesso viola il diritto internazionale dei Diritti umani. Nel 1994 il Comitato sui Diritti umani, l’organismo che interpreta e monitora il Patto internazionale per i Diritti civili e politici, ha affermato che tali norme penali violano gli articoli 17 e 26 del Patto, che rispettivamente proteggono il diritto alla vita privata ed affermano il principio di non discriminazione. Da allora numerose volte il Comitato ed altri organismi ed esperti dell’Onu hanno ribadito tale interpretazione».
Il Vaticano ha agito di anticipo, senza aspettare che Rama Yade riferisse all’Onu. Quali i possibili scenari adesso?«Non mi aspetto nessuna reazione particolare. I Paesi che sostengono l’iniziativa continueranno a sostenerla. E non credo che l’affermazione di Migliore farà cambiare opinione ad altri Paesi che stanno considerando di appoggiarla. Semplicemente si tratta di una conferma che il Vaticano ha scelto di stare dalla parte di chi viola i diritti umani».
delia.vaccarello@tiscali.it
* l’Unità, 03 Dic 2008
Sabato sit-in delle associazioni gay
contro le posizioni del Vaticano
Alle 17 manifestazione di protesta a pochi passi da San Pietro
E oggi un’analoga manifestazione si tiene a Genova
ROMA - Un sit-in in piazza Pio XII, adiacente a San Pietro, al confine tra lo Stato italiano e quello vaticano, alle 17 di sabato 6 dicembre. "Mai più uccisi perché gay", è lo slogan dell’iniziativa promossa da Arcigay roma, Arcilesbica roma e Certi diritti. Per protestare contro l’iniziativa dell’osservatore permanente del Vaticano presso le Nazioni Unite, Celestino Migliore, che ha chiesto all’Onu di non impegnarsi per la depenalizzazione universale dell’omosessualità - proposta promossa dal governo francese.
"Questa posizione ha turbato fortemente la nostra comunità, e non solo. Tantissimi sono i messaggi di solidarietà che ci stanno arrivando - afferma il presidente di Arcigay Roma, Fabrizio Marrazzo - il Vaticano continua a offendere la vita di milioni di persone criminalizzandone l’orientamento sessuale. Una posizione contraria a qualsiasi concetto evangelico di amore e fratellanza".
Nel mondo ci sono 88 paesi che condannano con il carcere, la tortura e i lavori forzati le persone in quanto lesbiche, gay e trans. In 7 di questi - Iran, Arabia Saudita, Yemen, Emirati arabi, Sudan, Nigeria, Mauritania- è prevista la pena capitale. "Vogliamo rivolgerci - aggiunge Marrazzo - anche ai fedeli cattolici, offesi, come noi, da parole che negano la vita della persona. A loro chiediamo di riflettere, perché siano al nostro fianco in un momento in cui è importante ribadire con forza che nessun credo religioso può giustificare l’opposizione alla cancellazione di una barbarie che ogni anno produce incarcerazioni e sentenze di morte".
Un’analoga manifestazione di protesta di tiene oggi a Genova, organizzata sempre dall’Arcigay: dalle 12 alle 14, davanti all’Arcivescovado. Il capoluogo ligure sarà la sede del prossimo Gay Pride.
* la Repubblica, 3 dicembre 2008
«È STATA SOLO APPLICATA LA DOTTRINA DELLA CHIESA» *
Giovanni Maria Vian, direttore dell’«Osservatore Romano », cosa pensa delle reazioni suscitate dall’intervista di monsignor Migliore?
«Penso che siano state generate da lanci di agenzie di stampa che hanno dato conto in modo non corretto delle sue affermazioni. Poi sono scattate dichiarazioni non tanto sul tenore delle sue risposte, quanto sulle domande dell’intervistatore. E si è innescato il solito circolo vizioso di titoli sempre più "strillati" ».
«Ha ribadito la linea della Santa Sede e la dottrina della Chiesa, da sempre contrarie a ogni discriminazione. Del resto le sue dichiarazioni sono state rese nel contesto del prossimo 60Ëš anniversario delle Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo ».
Cosa ha detto in realtà Migliore?
La «mozione» francese chiede la «depenalizzazione» del comportamento omosessuale, che in molti Paesi è sanzionato duramente, fino alla condanna capitale...
«Da sempre la Santa Sede è a favore del rispetto di ogni persona umana. Migliore l’ha affermato con chiarezza. Ha sottolineato infatti che "il Catechismo della Chiesa cattolica, dice, e non da oggi, che nei confronti delle persone omosessuali si deve evitare ogni marchio di ingiusta discriminazione". Certamente, da diplomatico di grande esperienza qual è, Migliore ha voluto anche mettere in guardia...».
Da chi e da che cosa?
«Ha voluto sottolineare che ci sono organismi che lavorano ideologicamente per trasformare scelte personali in nuovi diritti. La difesa della persona non deve costituire la base o il pretesto per estendere o per promuovere le unioni omosessuali o per mettere in difficoltà, con pressioni e discriminazioni, gli Stati che non riconoscono l’unione tra persone dello stesso sesso come "matrimonio". Non per nulla, come molto opportunamente ha fatto notare padre Lombardi alla Radio Vaticana, meno di 50 Stati membri delle Nazioni Unite hanno aderito alla proposta in questione, mentre più di 150 non vi hanno aderito. Cioè la stragrande maggioranza degli Stati è sulla stessa posizione della Santa Sede».
Giornalista
Giovanni Maria Vian
* Corriere della Sera, martedì 02 dicembre 2008
VATICANO, ATTO CONTRO L’UMANITà
Si trovi il coraggio di condannarlo
di Aurelio Mancuso (Liberazione, martedì 02 dicembre 2008)
Questa chiesa ha con la dichiarazione di ieri fatto il definitivo salto indietro che tanti prevedevano. D’ora in poi non saranno più possibili furbeschi giri di parole. Chi avrà, anche all’interno, il coraggio di condannare apertamente questo atto contro l’umanità allora non sarà complice.
Chissà cosa ne pensano in questo senso la Comunità di Sant’Egidio, le tante associazioni cattoliche pacifiste, impegnate nel volontariato internazionale. E il silenzio è sempre corresponsabilità, così come è avvenuto ieri, quando la gran parte dei mass media si è "dimenticato" che ricorreva la Giornata Mondiale di lotta contro l’Aids, rimozione probabilmente dettata dai tempi, dalle opportunità politiche, per tacere quello che il nostro paese non fa da decenni. Stare zitti è colpevole e nessuno si potrà sottrarre.
Il Vaticano ha superato il limite, nessuna scappatoia è possibile: i politici di sinistra, centro sinistra, destra e centro destra, devono dire con chiarezza cosa ne pensano, senza arrampicarsi come al loro solito sugli specchi!
A niente vale l’obiezione che il Vaticano ha uno status di semplice osservatore e, quindi, non vota. Sappiamo bene quale profondo e continuativo lavoro di lobbing svolge in quel palazzo, in alleanza proprio con quei paesi dittatoriali, teocratici che negano la libertà alle donne e alle persone lgbt.
Attendiamo con grande curiosità le parole che si sapranno pronunciare in queste ore da parte del mondo politico, ma anche da quello culturale, della comunicazione. Da oggi lo spartiacque è finalmente stato delimitato e non è necessario essere anticlericali per provare un moto di sdegno contro un’azione che di cristiano, di messaggio evangelico, non ha proprio nulla.
Questa è la stessa gerarchia che piange (giustamente) quando i preti vengono uccisi, quando i cattolici vengono perseguitati, ma non fa altrettanto contro tutte le altre ingiustizie del mondo. E’ la stessa gerarchia che ha stretto la mano a Pinochet, che ha taciuto sull’omicidio del vescovo Romero, che si è collusa con la mafia, con la P2, con le deviazioni criminali dello Stato italiano.
E’ la stessa gerarchia, che, strumentalizzando un profondo senso religioso, che è ben altra cosa rispetto ai giochi di potere del palazzo, utilizza i soldi per l’8 per mille per organizzare milizie reazionarie di contrasto alle libertà individuali, contro l’autodeterminazione delle donne, contro ogni possibile vita degna per le persone gay e lesbiche.
E noi viviamo nella stessa Italia, che da quasi ventanni non ha una classe politica adeguata a difendere la laicità dello Stato, che ha permesso lo spadroneggiare in tutti gli ambiti di una casta di uomini, eunuchi per il regno dei cieli, che senza averne titolo e mandato, continuano ad opprimere ogni volontà di vera riforma sociale e civile. Speriamo, che almeno in questa occasione, non siamo lasciati soli a difendere non solo noi stesse e noi stessi, ma a difendere il principio di libertà, salvaguardia delle vite, vera e quotidiana democrazia!
Appello
FIRMA PER DEPENALIZZARE L’OMOSESSUALITA’!
Il ministro francese per i Diritti umani, Rama Yade, si è fatta promotrice di una proposta per la depenalizzazione universale dell’omosessualità.
Con il pieno appoggio del governo di centro destra presieduto da Sarkozy, presenterà la sua richiesta all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, il prossimo dicembre.
"Questa iniziativa è importantissima. Ben 91 paesi nel mondo posseggono legislazioni che condannano gli atti omosessuali - dichiara Luca Trentini responsabile Diritti umani di Arcigay - e, fra questi, ben sei prevedono la pena di morte. È una situazione intollerabile, che lede i diritti umani fondamentali. Il mondo civile, e fra questi ci auguriamo anche l’Italia, devono sostenere questa iniziativa e farsi portatori di una cultura di rispetto e civiltà. Solo la settimana scorsa l’Iran ha condannato a morte per sodomia Nemat Safavi, l’ultima vittima di una lunga scia di delitti di stato".
Il forum di ellexelle, web della comunità lesbica italiana, ha lanciato una campagna di raccolta firme a sostegno di questa iniziativa che si può sottoscrivere cliccando sul link:
http://firmiamo.it/decriminalizzazionedellomosessualita
Arcigay aderisce a questa campagna e si adopererà perché l’opinione pubblica italiana sia sensibilizzata sulla situazione di persecuzione che molte persone omosessuali devono subire nei loro paesi d’origine e che, di fatto, impedisce loro di vivere liberamente il proprio orientamento sessuale e vìola il diritto fondamentale di ogni persona alla libera espressione. "Ci auguriamo che il Governo Italiano - dichiara Aurelio Mancuso Presidente nazionale di Arcigay - e in modo particolare il Ministro delle Pari opportunità Mara Carfagna sostenga nelle sedi opportune questa iniziativa e si adoperi perché in tutto il mondo l’omosessualità sia riconosciuta come un orientamento sessuale umano naturale (OMS) e non sia criminalizzata da leggi discriminatorie ed illiberali che privano della libertà, e a volte anche della vita, in nome del pregiudizio e dell’intolleranza".
Il NO del Vaticano alla depenalizzazione dei comportamenti omosessuali è contro lo spirito di accoglienza e di carità di cui parla il Vangelo di Gesù
di "Noi Siamo Chiesa"
“Noi Siamo Chiesa”
Via N.Benino 3 Roma
Via delle Leghe 5 Milano
tel 02 2664753
cell.3331309765
E-mail vi.bel@iol.it
www.noisiamochiesa.org
Comunicato Stampa
Il NO del Vaticano alla depenalizzazione dei comportamenti omosessuali è contro lo spirito di accoglienza e di carità di cui parla il Vangelo di Gesù.
Il portavoce nazionale di “Noi Siamo Chiesa” Vittorio Bellavite ha rilasciato la seguente dichiarazione:
“Dopo il fantasma “eutanasia”, che ha innescato la campagna della CEI sul caso Englaro, ora è il fantasma “matrimonio omo” ad allontanare il Vaticano dal buonsenso e dalla carità cristiana e a fargli assumere una posizione odiosa e incomprensibile come quella di osteggiare la depenalizzazione universale dell’omosessualità, proposta all’ONU dalla Francia con il consenso di tutti i paesi dell’Unione Europea. Per chiarezza nella definizione delle responsabilità, mi sembra impensabile che una tale linea non sia diretta espressione di una decisone di Benedetto XVI, di cui l’arcivescovo Celestino Migliore è un semplice portavoce.
Mi chiedo se questa è la messa in pratica, all’oggi, delle tanto conclamate e sollecitate “radici cristiane” dell’Europa; mi chiedo perché si dicono cose di cui la Chiesa si dovrà pentire in un futuro, magari non troppo lontano.
Con Vito Mancuso (“Corriere della sera” di oggi 2 dicembre) mi sembra che “la Chiesa rischia di essere poco cattolica, poco accogliente, non cattolica, cioè non universale, in fin dei conti, poco cristiana”.
Ora “Noi Siamo Chiesa” e, in generale, i cattolici “del dissenso” o “critici” sperano che si esprimano con chiarezza e ad alta voce, individualmente o mediante le tante associazioni, i molti credenti che si trovano a disagio di fronte a questa presa di posizione, che è estranea ad una autentica sensibilità evangelica, oltre che molto dannosa dal punto di vista pastorale.”
Roma, 2 dicembre 2008
Il movimento internazionale We Are Church-IMWAC (“Noi Siamo Chiesa”), fondato a Roma nel 1996, è impegnato nel rinnovamento della Chiesa Cattolica sulla base e nello spirito del Concilio Ecumenico Vaticano II (1962-1965). IMWAC è presente in venti nazioni ed opera in collegamento con movimenti per la riforma della Chiesa cattolica di orientamento simile.
Funziona dal 2006. Quasi mai attacchi alla Chiesa, solo
una confraternita per la ricerca di conforto, dialogo e anche di possibilità d’incontro
Venerabilis, la chat dei sacerdoti gay
"Grazie per averci dato una voce"
Assoluto anonimato, molte domande da parte di giovani seminaristi
"Credevo di essere solo, ma ora capisco che posso essere uomo tra gli uomini"
di MARCO PASQUA *
Si definisce "confraternita dei preti romano-cattolici omosessuali" e vuole essere un punto di riferimento nel web per i sacerdoti omosessuali. Il suo sito internet, intitolato "Venerabilis", ha una chat multilingue (in italiano, inglese, francese e spagnolo), anche se è nei commenti alle diverse notizie pubblicate, che ci si scambiano e-mail e impressioni. Molti suoi frequentatori si dichiarano preti. C’è chi vuole conoscere altri confratelli o seminaristi, chi ha bisogno di confrontarsi sul complesso tema dell’omosessualità e della fede. Spesso sono anche semplici cattolici, in cerca di un parere.
Il colore dello sfondo del sito si richiama a quello ufficiale del Vaticano. Non è però uno spazio contro la Chiesa cattolica e, anzi, si tiene a precisare che queste pagine web "non condividono la cultura gay, diffusa dai tanti gruppi omosessuali e dai mass media, per una società laica" ostile alla chiesa. I sacerdoti gay vengono definiti col termine di "omosensibili", e a tutti viene rivolto l’invito di fare molta attenzione nel fornire il proprio indirizzo l’e-mail. Il timore è che qualcuno possa volerli smascherare, incluso il gestore del sito, rigorosamente anonimo (il suo nickname è "venerabilis"). I moderatori si definiscono tutti "sacerdoti".
Tanti i messaggi di supporto, da quando il sito, che è registrato in Turchia, ha ufficialmente aperto i battenti, nel 2006. Rob scrive inglese e se la prende col Vaticano: "La cosa peggiore che possa fare, è costringere i gay a rinunciare ai voti. Chi prenderà il loro posto?". "Se solo il Vaticano capisse di aver bisogno anche dei preti che si ritrovano nella nostra confraternita, aprirebbe le porte della chiesa a molte più persone", aggiunge ancora Rob. Alcuni dichiarano di essere sacerdoti, e ringraziano il sito per la possibilità che offre loro: "Sono un prete di 48 anni e frequento da alcuni mesi il sito e la chat di Venerabilis. Vorrei dirti grazie di cuore per aver dato la possibilità di incontrarci in questa fraternità. Mi firmo anonimo perché ritengo che la privacy sia una conquista di civiltà quando vuole salvaguardare l’intimo e l’inviolabile delle persone. Il grazie è per aver dato voce a chi desidera incontrare con semplicità e serietà altri fratelli e pur essendo conscio che questo può prestarsi ad ambiguità penso che anche con questo sito si possa credere amare e sperare ma soprattutto imparare a condividere sentimenti e ideali che ci qualificano ogni giorno".
Anche "Giovanni" ha parole di elogio per Venerabilis: "Grazie a questo sito ho scoperto un nuovo mondo. Credevo d’essere solo, ma ora capisco che posso essere uomo fra uomini. Unico neo: temo di restare confinato in una dimensione virtuale. Vorrei fare quattro chiacchiere de visu con qualcuno per capire di più di me e non chiudermi in me stesso".
Dalla Germania arriva il messaggio di un altro sedicente prete: "Sono un prete tedesco e vorrei conoscere altri sacerdoti e anche coppie gay per conoscenza e scambio di idee". Ildefonso, "futuro teologo moralista", incoraggia tutti ad andare avanti: "Sento il dovere, come futuro teologo moralista, di esortarvi a non mollare. Anche io 10 anni fa volevo diventare prete. La vigilia dell’ammissione agli ordini fui invitato a seguire degli incontri con psicologi e psichiatri, alla fine mollai. Terapie riparative hanno offuscato ancor di più la mia identità sessuale, che, seppur omosessuale, era equilibrata. Un caro saluto a tutti, specialmente a quei sacerdoti gay che io conosco, miei carissimi amici e per me fratelli, che ogni giorno lottano per vivere nella serenità cristiana".
E poi c’è anche chi cerca incontri: "Finalmente un sito dove spero poter incontrare dei preti maturi per poter scambiare oltre a belle parole anche momenti di intimità sani, spirituali e amorevoli. Ho 40 anni e adoro preti anziani dolci e saggi", scrive un utente che si firma Pino e fornisce la sua e-mail. "Cerco un prelato discreto, affidabile, per confessarmi, conoscerci/conoscermi", è il testo pubblicato da un altro utente anonimo.
La confraternita ha uno spazio su Twitter (http://twitter. com/vnews), sul quale riporta gli aggiornamenti salienti del sito, e una web-radio (V Live Radio), che offre a tutti gli internauti la possibilità di intervenire, registrando un messaggio audio. C’è anche la chat "chiedi al sacerdote", dov’è possibile "consultare con assoluta tranquillità e riservatezza, oltre a sacerdoti, religiosi e alcuni laici ma anche personale qualificato (psicologi o medici)".
L’ultimo messaggio pubblicato, nell’homepage del sito, è un "Sos" da parte di un utente che vuole essere "aiutato a realizzare la vocazione al sacerdozio". Il moderatore gli suggerisce, come prima cosa, di "riconoscere qual è la sua vera identità affettiva e sessuale, di accertarla e stabilizzarla".
"UNA SCELTA MOLTO GRAVE C’E’ CHI RISCHIA LA FORCA"
di Umberto De Giovannangeli (l’Unità, 2 dicembre 2008)
Roma - Emma Bonino, Vicepresidente del Senato, risponde così all`affondo Vaticano: «Mi piacerebbe - dice a l`Unità - che anche le gerarchie ecclesiastiche riflettessero sul fatto che in 91 Paesi del mondo l`omosessualità è considerata un reato. E che in 9 di questi è passibile con la pena di morte. Opporsi alla depenalizzazione universale dell`omosessualità equivale al condono per chi perseguita e discrimina gli omosessuali anche con la pena di morte».
La Santa Sede si oppone al progetto francese, e dell`Unione Europea, di presentare all`Onu la depenalizzazione universale dell`omosessualità. Come valuta questa posizione?
«E’ un fatto grave. La Chiesa può pure continuare a ritenere l`omosessualità un peccato, ma non può chiudere gli occhi di fronte al fatto che l`omosessualità è considerata in 91 Paesi del mondo un reato, e che in 9 di questi è prevista la pena di morte, mentre negli altri 82 le persone omosessuali sono oggetto di persecuzioni, violenze e discriminazioni proprio perché l`omosessualità è considerata un reato. La Santa Sede deve interrogarsi su questo: qui non si sta facendo una discussione morale, ma si sta cercando di agire perché le persone omosessuali non siano oggetto di persecuzione per le loro scelte sessuali».
La Santa Sede non sembra far differenza tra peccato e reato.
«Ma questa distinzione va fatta. L`iniziativa della Francia, appoggiata da tutti i Paesi dell`Unione Europea e di altri Paesi di tutti i continenti, tende a superare questa penalizzazione, proprio perché il reato di omosessualità è in aperto contrasto con la Dichiarazione universale dei Diritti dell`Uomo e con la Convenzione europea sui diritti umani e le libertà fondamentali. Mi lasci aggiungere che oltre che grave, la presa di posizione del nunzio apostolico all`Onu, monsignor Migliore, è anche contraddittoria...».
In che senso contraddittoria?
«Nel senso che monsignor Migliore, dopo aver rimarcato che il catechismo condanna la discriminazione nei confronti degli omosessuali, finisce poi per opporsi fermamente ad una iniziativa che tende a porre fine ad una penalizzazione (delle persone omosessuali) che può arrivare fino alla pena di morte per ragioni di sessualità. Noto peraltro che diversi tra i Paesi che discriminano ferocemente le persone omosessuali sono gli stessi Paesi dove i cristiani sono perseguitati fino alla morte. Davvero, non è una bella compagnia...».
Cosa chiede al governo italiano?
«Di non fermarsi alla sola firma in calce alla proposta francese. La firma è un buon punto di partenza. Ma non basta. Voglio ricordare l`interrogazione presentata da Matteo Mecacci, nella quale si chiede al governo quale supporto politico-diplomatico l`Italia intenda dare all`iniziativa francese, anche al fine di raccogliere adesioni di altri Stati, come è avvenuto con la moratoria universale sulla pena di morte. E poi c`è un altra iniziativa concreta che l`Italia può sostenere e sviluppare in proprio e in sede europea...».
Quale sarebbe questa iniziativa?
«Concedere lo status di rifugiato politico a quelle persone, il cui numero è in continua crescita, che fuggono dai loro Paesi per sfuggire a persecuzioni legate al loro orientamento sessuale. L`Italia faccia la sua parte».
La Santa Sede, dopo aver contribuito alla stesura, non firma il testo Onu
Ieri c’era stato il "no" alla depenalizzazione dell’omosessualità
Disabili, no Vaticano alla Convenzione
"Manca il divieto esplicito di aborto"
ROMA - E’ di nuovo tensione tra Vaticano e Onu. Dopo in "no" della Santa Sede alla proposta di depenalizzare l’omosessualità, oggi tocca al disabili. Il Vaticano, infatti, come aveva annunciato, non ha firmato la convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità. Un "no" confermato oggi alla vigilia della giornata internazionale delle persone con disabilità, promossa dalle Nazioni Unite sul tema "dignità e giustizia per tutti noi". Una contrarietà limitata alla sola questione dell’aborto. E’ questo il dissenso relativo ad un testo che la Santa Sede, pur non potendo firmarlo, ha contribuito a realizzare.
La convenzione Onu sui diritti dei disabili, circa 650 milioni nel mondo, entrata in vigore l’8 maggio scorso, è il primo trattato sui diritti umani del terzo millennio ed è stato approvato dall’assemblea generale dell’Onu nel 2006. Il Vaticano ha partecipato attivamente ai lavori per la stesura del testo, durati cinque anni. Per poi non firmarlo perchè il documento non ha inserito un divieto esplicito nei confronti dell’aborto. Il Vaticano ritiene infatti "tragico che una imperfezione del feto possa essere una condizione per praticare l’aborto", come riconosce una Convenzione il cui obiettivo è "proteggere le persone con disabilità da tutte le discriminazioni riguardo all’esercizio dei loro diritti". L’articolo 10 della Convenzione, però, prevede espressamente il diritto alla vita per le persone disabili ed impegna gli Stati a mettere in atto le misure perché questo accada.
La Convenzione, con i suoi 50 articoli, elabora in dettaglio i diritti delle persone con disabilità. Si occupa, tra l’altro, di diritti civili e politici, accessibilità, partecipazione, diritto all’educazione, alla salute, al lavoro e alla protezione sociale. E soprattutto, la Convenzione riconosce che un cambiamento di atteggiamento nella società è indispensabile per consentire alle persone con disabilità di raggiungere la piena eguaglianza.
La convenzione, infatti, vieta qualsiasi forma di discriminazione nei confronti delle persone disabili, in ogni settore della vita sociale. E impegna le 192 nazioni che compongono l’assemblea generale ad adottare leggi che proibiscono discriminazioni basate su qualsiasi forma di disabilità, dalla cecità alla malattia mentale. La Convenzione, infine, dedica particolare attenzione alla tutela dei bambini disabili.
Radio Vaticana descrive oggi la Convenzione come un "passo importante sulla via delle pari opportunità per i 650 milioni di disabili del mondo, circa il 10 per cento della popolazione globale, molti dei quali si vedono ancora negare i diritti fondamentali, quali il pari riconoscimento davanti alla legge, la libertà di espressione e di opinione, l’esercizio del voto e altre forme di partecipazione alla vita politica e pubblica".
* la Repubblica, 2 dicembre 2008.