EUROPA E GUERRA DELL’ORA DI RELIGIONE. QUANDO IL PASSATO DOMINA IL PRESENTE E SOFFOCA LO SPIRITO DELLA LIBERAZIONE, DELLA COSTITUZIONE, E DEL DIALOGO ...

L’ ORA DI RELIGIONE. A BERLINO, GIA’ UNA GUERRA, UN "KULTURKAMPF". A ROMA, IL PRESIDENTE DELLA CEI, BAGNASCO, E IL MINISTRO GELMINI LA STANNO PREPARANDO. Una nota di Andrea Tarquini e una di Gianni Santamaria

venerdì 24 aprile 2009.
 

[...] Come modello, nell’Anno Paolino c’è l’Apostolo del­le genti. Un promotore di dialogo e cultura. Non a ca­so l’incontro vedeva ieri seduti al tavolo con Bagna­sco, la Gelmini, Annicchiarico e la sua vice, suor Fe­liciana Moro, anche il responsabile nazionale del Ser­vizio nazionale per il progetto culturale Vittorio Soz­zi e il vice Ernesto Diaco, che oggi prenderà la paro­la nella seconda giornata di lavoro. Più volte, infine, è ritornato l’accorato appello di Benedetto XVI sull’«emergenza educativa». E domani circa 8mila insegnanti da tutta Italia saranno ricevuti in udien­za per la prima volta da Ratzinger [...]


Berlino. Se la capitale laica si divide sull’ora di religione

-  I gruppi "Pro Reli" e quelli "Pro Ethik" domenica si sfidano sull’ingresso delle confessioni a scuola Uno scontro culturale e politico che via referendum rischia di ricreare il muro tra Ovest e Est

-  Da una parte, con la Cdu-Csu, gruppi cattolici, protestanti, ebrei e musulmani
-  Dall’altra i sostenitori della lezione di etica: "Una materia che unisce tutti"

di Andrea Tarquini (la Republica,24.04.2009)

Una guerra sulla religione a scuola, un Kulturkampf, spacca Berlino e la Germania, e domenica gli elettori della capitale diranno chi vincerà. Sembra un paradosso, ma proprio la capitale, che è la più laica e atea tra le grandi città tedesche, è chiamata a decidere quali devono essere il posto e di fatto il rapporto di forze tra etica non confessionale e religioni nell’insegnamento e nella società. Lo scontro mobilita partiti, associazioni civiche, media e vip. E soprattutto polarizza più che mai, divide destra e sinistra democratiche, a volte con toni da guerra fredda. Il suo esito sarà rilevante anche in vista delle elezioni politiche di dicembre.

Due milioni e quattrocentomila persone, tanti sono i berlinesi aventi diritto di voto, sono chiamati a esprimersi al referendum che "Pro Reli", cioè "Per la religione", un’associazione di base di cattolici, protestanti, ebrei, musulmani moderati, sostenuta dalla CduCsu della Cancelliera, ha ottenuto con una raccolta di firme. Sfida il sindaco-governatore socialdemocratico (Spd) Klaus Wowereit, il quale del 2006 ha fatto di Berlino un’eccezione nel paese sul tema difficile dell’ora di religione. Nella maggior parte dei 16 Stati (Bundeslaender) tedeschi, infatti, religione (cristiana, ebraica, musulmana o qualsiasi altra) o etica universale sono materie facoltative alternative, a pari dignità.

Wowereit, che governa la città insieme ai postcomunisti della Linke, ha invece introdotto l’etica quale materia obbligatoria per tutti, mentre la religione è facoltativa. L’associazione di base "Pro Ethik" ("Per l’etica") fa campagna per lui. La vecchia opinione di Juergen Habermas, uno dei massimi pensatori laici tedeschi, secondo cui nella società, senza i valori religiosi, perdono punti di riferimento anche i non credenti, non sembra convincere l’ultralaico Wowereit.

"Votate sì alla pari dignità tra etica e religione, perché è una questione di libertà", dicono i vip schierati con "Pro Reli". Personaggi non sospetti di foga clericale, anzi noti per posizioni liberal e aperte, come Guenter Jauck, uno dei più noti conduttori tv tedeschi, o la moderatrice Tita von Hardenberg: «Lo Stato non può arrogarsi su questo tema una posizione di monopolio».

Tutto sbagliato, ribattono i portavoce del no, come il giovane scrittore di sinistra Arne Seidel: «Io voglio la lezione di etica insieme, per tutti gli scolari e studenti, quale che sia la loro confessione e origine». Sono due posizioni entrambe rispettabili, ma lontanissime. L’etica obbligatoria per tutti, afferma l’ex sindaco Spd Walter Momper, è importante anche in nome dell’integrazione tra diverse comunità, qui a Berlino dove 40 bambini su 100 nascono figli di stranieri o di cittadini d’origine straniera. «Se ognuno studia la sua religione separato, danneggeremo l’integrazione che deve cominciare dalla scuola».

Sul fronte opposto, pareri opposti. Da voci insospettabili di volontà discriminatorie: come Stephan Kramer, un leader della comunità ebraica. «Se voglio rispettare un’altra concezione del mondo devo prima sapere chi sono, quali sono le mie radici», afferma.

Fin qui i toni civili del dibattito. Ma la propaganda dei due fronti poi si è fatta pesante. Un manifesto di "Pro Reli" mostrava una cesta con dentro indumenti solo di colore rosso, come a dire che chi chiede di votare no è automaticamente comunista. Neanche quelli di "Pro Ethik" vanno per il sottile: nei loro poster raffigurano la famosa stampa di Albrecht Duerer, le mani in preghiera, sullo sfondo di un tappeto di fiori bruni, il colore che in Germania indica i nazisti. Oppure affiancano un prete cristiano e un Taliban ritratti entrambi a far lezione.

Chi vincerà? Gli ultimi sondaggi danno al "sì" un lieve vantaggio, il 51%, nonostante si calcola che i berlinesi non credenti siano 6 su 10. Ma se domenica sera il numero di partecipanti al voto si rivelerà insufficiente, il risultato del referendum sarà nullo. Comunque finisca, il Kulturkampf sull’ora di religione sta ricreando un Muro nelle anime tra le due Berlino: all’Ovest i paladini della pari dignità tra religione ed etica a scuola sono in decisa maggioranza, mentre nell’Est "rosso" il "no" si prepara a stravincere.


-  EDUCAZIONE E VALORI

-  «Ora di religione, risorsa
-  anche per non credenti»

-  di Gianni Santamaria(Avvenire, 24 Aprile 2009)

L’ora di religione come momento riservato a chi crede? Come catechismo impartito per convertire chi non crede? Oppure come in­segnamento etico, o peggio, asettico elenco di no­zioni? Niente di tutto questo. I numeri dicono che la stragrande maggioranza degli studenti, il 91,1%, si avvale dell’insegnamento della religione cattolica (Irc). Ma oltre a questo, il valore della conoscenza non tanto del fenomeno religioso, quanto della reli­gione cattolica come fattore che ha costruito il tes­suto in cui viviamo è al centro da ieri di una tre gior­ni dal titolo Io non mi vergogno del Vangelo. L’inse­gnamento della religione cattolica per una cultura al servizio dell’uomo, organizzato dal servizio naziona­le di settore della Cei.

Insegnamento confessionale? La «confessionalità» - ha spiegato il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco davanti ai 300 convenuti, tra direttori dio­cesani e insegnanti di religione in rappresentanza dei circa 25mila specialisti - «non può essere vista come una complicazione o un intralcio all’esercizio della laicità, bensì essa costituisce una garanzia di i­dentità ». Essa fa sì, dunque, che l’impegno vada a un insegnamento non «a-situato, cioè fuori contesto, ma al contrario che sia radicato in una tradizione vi­va, capace a sua volta di vivificarlo continuamente, e farlo progredire in un costante confronto con la realtà». E la realtà di oggi parla di una grande richie­sta di senso. Ma è anche caratterizzata da spinte se­colaristiche e dalla presenza plurale di altre religioni tra i banchi.

Per i ragazzi di altro credo o che «si rife­riscono ad altri sistemi di significato», però, cono­scere la religione cattolica è tutt’altro che un orpello. L’alunno, al di là dell’appartenenza, infatti, è bene che percepisca «il significato dei valori che scaturi­scono da questa fede» - ha proseguito il porporato - riconoscendo che essi sono «generalmente vissuti e condivisi e che nel nostro Paese sono parte integrante del patrimonio storico e culturale».

Ma non è solo u­na questione di cultura libresca, bensì di vita quoti­diana. L’insegnamento della religione cattolica, in­fatti, «potrebbe significare comprendere le persone che vivono coerentemente la fede cristiana», in vista della promozione di una «mentalità accogliente» che favorisca una «serena convivenza civile nel quadro del pluralismo». Obiettivo comune di Stato e Chiesa, in questo senso, è l’«alleanza educativa».

Per raggiungere questi obiettivi - è emerso dall’in­tervento di Bagnasco, ma anche dalla presentazio­ne del responsabile del Servizio nazionale per l’Irc, don Vincenzo Annicchiarico e dagli interventi di un direttore diocesano (di Brescia) e di una insegnante romana - occorre che la religione cattolica diventi sempre più disciplina scolastica a pieno titolo e con pari dignità. «La cura e la competenza dell’inse­gnante- ha confermato Annicchiarico - diventa e­spressione di una risorsa non solo per la scuola, ma per l’intera società», andando incontro «ai bisogni culturali ed educativi degli alunni e delle loro fami­glie, mostrando così un impegno educativo per la piena realizzazione dell’uomo».

A partire dalla loro precisa identità di credenti e uomini di «sintesi» tra fede e cultura, li ha definiti Bagnasco. «Testimoni della possibilità di riconoscere il Vangelo come sen­sato e significativo per la propria vita», è emerso dal saluto dei direttori diocesani. Con lo scopo di «for­mare la persona nella sua globalità», hanno ribadi­to gli insegnanti.

Come modello, nell’Anno Paolino c’è l’Apostolo del­le genti. Un promotore di dialogo e cultura. Non a ca­so l’incontro vedeva ieri seduti al tavolo con Bagna­sco, la Gelmini, Annicchiarico e la sua vice, suor Fe­liciana Moro, anche il responsabile nazionale del Ser­vizio nazionale per il progetto culturale Vittorio Soz­zi e il vice Ernesto Diaco, che oggi prenderà la paro­la nella seconda giornata di lavoro. Più volte, infine, è ritornato l’accorato appello di Benedetto XVI sull’«emergenza educativa». E domani circa 8mila insegnanti da tutta Italia saranno ricevuti in udien­za per la prima volta da Ratzinger.

Gianni Santamaria


Sul tema, nel sito, si cfr.:

-  LA CHIESA DEL SILENZIO E DEL "LATINORUM". Il teologo Ratzinger scrive da papa l’enciclica "Deus caritas est" (2006) e, ancora oggi, nessuno ne sollecita la correzione del titolo. Che lapsus!!! O, meglio, che progetto!!!

-  EVANGELO, COSTITUZIONE, E TRADIMENTO STRUTTURALE DELLA FIDUCIA. Il DIO dei nostri Padri e delle nostre Madri Costituenti E’ AMORE (Charitas) non "MAMMONA" (Benedetto XVI, "Deus caritas est")!!!
-  VENI, CREATOR SPIRITUS: LO SPIRITO DELLA VERITA’. Lo Spirito costituzionale di Benedetto Croce, lo spirito cattolico-romano di Giacomo Biffi, e la testimonianza di venti cristiani danesi (ricerca scientifica)

-  Ma quale Logos!!! Non confondiamo il magistero dell’Amore di Gesù ("Deus charitas est") con il nostro magistero-logo di "Mammona" ("Deus caritas est")!!!
-  BENEDETTO XVI, BERLUSCONI, PEZZOTTA. La lobby vaticana all’attacco dello stato italiano: vogliamo l’800 per mille!!! La ragione è chiara: Dio è "Mammona"("Deus caritas est") ... e Gesù era solo un "terrorista" che era solito cacciare i mercanti dal Tempio!!!

-  EU-ANGELO E COSTITUZIONE . "CHARISSIMI, NOLITE OMNI SPIRITUI CREDERE... DEUS CHARITAS EST" (1 Gv., 4. 1-16). «Et nos credidimus Charitati...»!!!!
-  VIVA L’ITALIA. LA QUESTIONE "CATTOLICA" E LO SPIRITO DEI NOSTRI PADRI E E DELLE NOSTRE MADRI COSTITUENTI. Per un ri-orientamento antropologico e teologico-politico.

DAL DISAGIO ALLA CRISI DELLA CIVILTA’: FINE DEL "ROMANZO FAMILIARE" EDIPICO DELLA CULTURA CATTOLICO-ROMANA.

RIPENSARE L’ EUROPA!!! CHE COSA SIGNIFICA ESSERE "EU-ROPEUO". Per la rinascita dell’EUROPA, e dell’ITALIA.


Rispondere all'articolo

Forum