ADAMO, EVA ... E L’EDEN?

Archeologia, preistoria, e storia
domenica 18 giugno 2006.
 


GLI SCAVI RITROVANO L’EDEN?

di Aristide Malnati (Avvenire, 15.06.2006)

L’archeologia biblica si arricchisce di antichissime e importanti vestigia, testimonianza concreta di una realtà storica, che avrebbe costituito il sostrato ispiratore del racconto biblico della Genesi. In particolare sono emerse le evidenze archeologiche di un nucleo sociale capace 9.000 anni prima di Cristo, in pieno Neolitico, di dar vita a forme architettoniche indicative di una religiosità viva e di istanze sociali raffinate e complesse.

Cacciatori seminomadi hanno eretto santuari di notevoli dimensioni dedicati a divinità anche zoomorfe, in particolare a un dio serpentiforme che tanto ricorda il rettile edenico e che dunque potrebbe aver costituito un termine di raffronto per il narratore biblico nel corso della stesura del celebre episodio del Paradiso terrestre.

Simili resti si trovano nell’attuale Turchia orientale, sull’altura di Göbekli Tepe, non distanti dalla pianura in cui sorgeva Harran, altro centro menzionato nel libro dei Patriarchi; e non sono nemmeno lontani dalla regione dei monti Tauro e Zagros, che 10.000 fa, al termine dell’ultima glaciazione, diventarono alture verdeggianti, ai cui piedi si estendevano fertili pianure.

Proprio sotto l’impulso di una mitigazione climatica si generò quasi spontaneamente l’attività agricola e fu dall’osservazione di una generazione spontanea che la società di cacciatori e raccoglitori imparò a praticare forme di coltivazione e a dar vita ad ampie pianure agricole, vere e proprie distese, che possono aver formato l’immagine del giardino dell’Eden.

E tale immagine si sarebbe depositata nella memoria culturale di una società ormai sedentaria (presto sarebbero nati i primi centri urbani nella vicina Mezzaluna fertile) e sarebbe giunta a fornire un esempio concreto agli israeliti e al narratore biblico.

Per Klaus Schmidt, direttore degli scavi del complesso templare sul Göbekli Tepe - le operazioni archeologiche riprenderanno il prossimo mese di settembre per la consueta campagna annuale -, non ci sono dubbi: «Questo enorme complesso sacro è un esemplare unico nel suo genere e può essere paragonabile a Stonehenge, di cui però è ben più antico e più imponente: presenta colonne addirittura di cinquanta tonnellate. Questo tra l’altro pone il problema, ancora irrisolto, di come simili blocchi possano essere stati trasportati e collocati nella posizione definitiva». Insomma il popolo dei cacciatori-raccoglitori di Göbekli Tepe mostra caratteristiche di sviluppato sentimento religioso e si pone antropologicamente alla base di quel lungo processo di evoluzione spirituale che è sfociato, sotto l’influenza anche di altri elementi eterogenei, nella realizzazione del racconto di Adamo ed Eva.

All’obiezione da parte di colleghi esegeti veterotestamentari, per cui il racconto biblico della Genesi presupporrebbe come tessuto di riferimento una società con agricoltura già sviluppata e quindi storicamente più recente (in Genesi 2,15 è detto che Adamo ricevette l’incarico di coltivare e conservare l’Eden), Schmidt risponde facendo rilevare il grado di raffinato sviluppo della popolazione di Göbekli Tepe e soprattutto la sua pratica di un’agricoltura in nuce, capace di dar vita a verdeggianti distese coltivate, già possibile modello del giardino edenico: alberi e piante fruttifere erano note e sfruttate e iniziava in quei secoli la coltivazione di cereali. A questo proposito i biologi dell’Istituto Max Planck di Colonia (Germania) hanno ricostruito, tramite la comparazione genetica di 68 tipi di sementi, il cereale, che per primo fu sistematicamente piantato in quelle regioni e «che potrebbe, nella fantasia del racconto biblico, aver costituito il cibo del Paradiso terrestre», osserva Schmidt.

Né osta l’origine persiana e quindi ben più recente del termine Paradiso (pairidaez, in persiano): quando, a metà del I millennio, durante la Cattività babilonese, sarebbe avvenuta la stesura di gran parte dell’Antico Testamento, il narratore avrebbe compiuto un processo di normalizzazione, utilizzando un termine a lui contemporaneo per indicare una realtà geografica ancestrale e stratificata da millenni nella memoria collettiva.

Inoltre a supporto di una simile identificazione del modello biblico concorrono numerosi elementi: la zona individuata pullula di corsi d’acqua, proprio come nell’Eden dell’Antico Testamento; inoltre (Ezechiele 28,14) il giardino di Adamo ed Eva era ubicato su una collina sacra, del tutto simile al Göbekli Tepe; e infine da ricordare la grotta della nascita di Abramo, mitologicamente identificata con un’apertura in una roccia nella città di Urfa ad appena due chilometri dal monte con il complesso templare: «La zona costituì un centro religioso con gran peso mitologico nei millenni», conclude Schmidt.

Ma non è tutto: «Dio modellò l’uomo con argilla e insufflò nelle sue narici il soffio vitale», è detto nel racconto della creazione. Ebbene questo processo creativo presenta forti analogie con le figurine d’argilla recentemente rinvenute a Nevali Çori, a soli cinquanta chilometri dal monte Göbekli Tepe, ad indicare una somma di elementi, che poi convergono in un’unica narrazione; e a questa forniscono sostanza storica con la concretezza di tradizioni ancestrali, la cui eco rimane anche con l’arricchimento conferito dalla patina teologica.


SUL TEMA, NEL SITO, SI CFR.:

"GENESI" E GENERE SESSUALE. MUTAMENTI "BIBLICI" IN CORSO. A PROPRIA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, MASCHIA E FEMMINA LI CREO’. Un ampio studio lo dimostra.

-  L’ITALIA, LA CHIESA CATTOLICA, I "TESTICOLI" DELLE DONNE E LA "COGLIONERIA" DEGLI UOMINI OVVERO ANCHE LE DONNE HANNO LE "PALLE".
-  L’ammissione di Giovanni Valverde, del 1560!!!
-  E CHE COSA SIGNIFICA ESSERE CITTADINI E CITTADINE D’ITALIA!!!

AI CERCATORI DEL MESSAGGIO EVANGELICO. Una nota sulla "lettera" perduta.


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