IN ITALIA (1994-2009), LA LUNGA E "BRILLANTE" CAMPAGNA DI GUERRA DEL CAVALIERE DI "FORZA ITALIA" CONTRO L’ITALIA CONTINUA ....

"EL PAIS": LA RIBELLIONE DELLE "VELINE" INTORNO A BERLUSCONI E L’AMMALIAMENTO DELLA CHIESA E DI MOLTI ITALIANI PER IL PRESIDENTE DI "FORZA ITALIA" E DEL "POPOLO DELLA LIBERTA’". Un articolo di Miguel Mora - a cura di Federico La Sala

Berlusconi, paralizzato, non smette di ripeterlo: “È tutta spazzatura, ma io sono esperto in spazzatura. Ho ripulito quella di Napoli, ripulirò anche questa“.
lunedì 22 giugno 2009.
 

El País, Madrid

La ribellione delle "veline" intorno a Berlusconi

Le denunce delle modelle contrastano con l’ ammaliamento della Chiesa cattolica e l’ammirazione di molti italiani per il primo ministro.

Miguel Mora - Roma - 21/06/2009 (traduzione dallo spagnolo di José F. Padova)

L’antico flirt fra Silvio Berlusconi e gli italiani naviga verso un finale imprevedibile. Il Noemigate ha aperto i tombini delle fogne un mese e mezzo fa, le foto proibite di Antonello Zappadu hanno illustrato l’ambiente e oggi il fango trabocca senza censura da tutte le parti, eccetto una sola: il silenzio delle televisioni controllate dal primo ministro, meglio conosciuto, dopo la sfortunata frase del suo avvocato, come l’ “utilizzatore finale”.

L’animato entourage del Cavaliere occupa Internet e giornali: Patrizia D’Addario, una prostituta barese sulla quarantina che giura di essere stata la fidanzata di David Copperfield e che lavora armata di registratore e videocamera, lascia il Paese dopo aver dichiarato ai giudici e al Corriere della Sera di aver percepito soldi per fare visita al capo del Governo nel palazzo Grazioli. Giampaolo Tarantini, un imprenditore di Bari che frequentava Berlusconi nelle estati di Sardegna affittando una tenuta vicina a Villa Certosa per 10.000 euro, è accusato dagli inquirenti di farsi strada nella sanità pubblica mediante mazzette e di reclutare meretrici per Papi. Barbara Montereale, una velina pentita, e come la sua amica Patrizia candidata alle elezioni comunali per la lista La Puglia Prima di Tutto, rivela di essere entrata in quella lista dopo essere stata alla Certosa e a palazzo Grazioli, ricevendo soldi ma senza [finire a] letto. Alessandro Manarini, autista di Tarantini e presunto spacciatore alle feste bene, assicura di essere stato nella villa sarda.

Dopo anni di silenzio sembra che qualcosa di molto profondo sia cambiato in Italia. All’improvviso la pioggia contro Berlusconi è continua. Alcuni giornali citano Caligola, altri Nerone, Fellini, Petronio. Berlusconi, paralizzato, non smette di ripeterlo: “È tutta spazzatura, ma io sono esperto in spazzatura. Ho ripulito quella di Napoli, ripulirò anche questa“.

Non sarà facile. La simpatia che soltanto fino a qualche giorno fa suscitavano le sue barzellette e bravate, la sua quasi miracolosa impunità giudiziaria, il suo disprezzo per ogni tipo di regole, sta lasciando il passo a un sospetto e a una disaffezione crescenti. Venerdì il primo ministro cercò di concedersi un bagno di folla durante un meeting vicino a Milano, a Cinisello Balsamo. Fu ricevuto con fischi e cartelli che dicevano: “Sono una donna, non una velina”. Furibondo, Berlusconi rispose alle proteste dicendo: “Sono soltanto alcuni poveri comunisti, analfabeti della libertà”.

Fra i seguaci del centro-destra cominciano a circolare opinioni che esigono più spiegazioni e meno insulti all’avversario. Sono pochi ormai quelli che credono nelle cospirazioni delle toghe rosse. Le argomentazioni suonano deteriorate davanti alla forza dei fatti. I vescovi, mediante un editoriale dell’Avvenire, hanno richiesto “pubblici chiarimenti” e hanno ricordato al loro alleato che “tutto ha un prezzo”, consigliandogli già che c’erano di fare a meno dell’avvocato che aveva coniato quella definizione di utilizzatore finale. Gianfranco Fini afferma gelido che “è in pericolo la fiducia del popolo nella politica e nelle istituzioni”. Il silenzioso numero due del Governo, Gianni Letta, ha scritto sull’Osservatore Romano un austero articolo su crisi e moralità pubblica. E giornali tanto conservatori come il Corriere o Il Foglio cominciano a spostarsi verso il compiacimento per la critica. Giuliano Ferrara, direttore de Il Foglio e fervente ammiratore del Cavaliere, gli ha suggerito “un cambiamento radicale, una rigenerazione del progetto”.

Berlusconi sa appena dove stanno i suoi amici. Libero, il quotidiano telediretto da un altro fedelissimo, Vittorio Feltri, si arrischia venerdì a titolare: “Silvio, occhio alla coca”. Mentre Il Giornale di suo fratello Paolo [Berlusconi] riportava ieri le foto di Villa Certosa già pubblicate da El País (nonostante siano proibite) e alcune altre, accusando i servizi di sicurezza di permettere a Zappadu di lavorare nella residenza.

Per la sinistra, L’Unità raccontava senza mezzi termini che le veline che sono passate [per le mani] dell’ “utilizzatore finale” hanno ricevuto in cambio una bazzecola, aggiungendo che è il momento buono per comperarle di seconda mano. Arrivati a questo punto che si direbbe di non ritorno, tutti aspettano il prossimo terremoto. I ministri cercano di appurare che cosa sarà il seguito, se permetterà loro di continuare a invocare il diritto alla privacy e ad accusare i nemici di essere dei moralisti. Nonostante Berlusconi si dica sicuro e determinato, il suo silenzio non infonde fiducia. E neppure i suoi più fanatici seguaci fantasticano che riesca a uscire indenne da questo che i vescovi, sempre poetici, definiscono come “tanto veleno, tanti sospetti”.

La speranza della maggioranza si limita a che l’esecutivo arrivi incolume al grande appuntamento politico dell’anno, al G8 (allargato a 20), che si celebrerà a L’Aquila fra il 6 e il 9 di luglio. La disgrazia del terremoto ha fatto sì che il vertice non si svolgesse in Sardegna, com’era previsto, e Berlusconi può essergliene grato. È meglio non immaginare che cosa sarebbero stati capaci di fare 4.000 giornalisti globali nei paraggi di Villa Certosa.

In ogni caso, Berlusconi dovrà vedersela con Barack Obama (che già lo ha ricevuto con notoria freddezza questa settimana a Washington), Nicolas Sarkozy, Angela Merkel, il suo amico Vladímir Putin e in più una quindicina di mandatari. Fra questi vi sarà Zapatero, accusato in questi giorni da Antonio Mantovano, sottosegretario agli interni, di istigare il complotto contro Il Cavaliere mediante El País. Grato per l’invito con poltrona al G8, Zapatero ha deciso di appoggiare Mario Mauro, il candidato di Berlusconi alla presidenza del Parlamento europeo.

Forse altri non saranno così magnanimi. Secondo fonti diplomatiche, Berlusconi ha cercato la solidarietà di svariate Cancellerie straniere. Tuttavia lo sconcerto è più grande della comprensione. Lo indica il rilievo dato al Sexgate in molti media statunitensi (“Clinton, perdonaci”, ha ironizzato John Steward) o l’aneddoto narrato da Jacques Chirac sulla sua visita chez Berlusconi, durante la quale questi fece supposizioni circa la qualità delle chiappe che si erano sedute sul suo bidè.

Quello che qualcuno giudicava come una trama gialla o rosa si va rivelando di un’evidente portata politica. Secondo quanto ha ricordato l’opposizione, Berlusconi è responsabile della sicurezza dello Stato italiano e della Difesa del Paese. Come membro della NATO può accedere a documenti segreti sull’armamento nucleare dell’Alleanza. Tanto in Villa Certosa, che è sottoposta al segreto di Stato, quanto in Grazioli, il primo ministro riceve collaboratori, si riunisce con ministri, incontra personalità nazionali e straniere. A sua richiesta, le misure di controllo che si applicano agli invitati privati sono minime. Patrizia D’Addario è uscita da palazzo Grazioli con le registrazioni audio e video nella sua borsetta. L’impressione, dentro e fuori d’Italia, è che Berlusconi è un politico con incrinature eccessive.

Come ha detto Feltri, in casa la cosa peggiorerà se appare la parola “coca”. Gli italiani sono vaccinati, ma questo lo sopporterebbero male. Vera Martini, una professoressa romana che vota Berlusconi, lo spiega così: “La morale vaticana sopporta maschilismo, corna e minorenni, può invidiare le feste con 25 veline, ammettere la corruzione e perfino i falsi in bilancio. Tuttavia gli italiani mai tollererebbero che il nome di un primo ministro venga associato a quello delle droghe”.

Il problema è che quella parola sta venendo fuori. E con profusione. Giampaolo Tarantini, l’imprenditore di 34 anni che portò la D’Addario e la Montereale alle case di Berlusconi, si muove in circoli VIP dove svolazza la polvere bianca. L’inchiesta giudiziaria di Bari, nata come un caso in più di corruzione nella sanità pubblica, viene seguita dal capo dell’Antimafia. I fratelli Tarantini vendevano protesi attraverso l’impresa, fallita, Tecno Hospital; in ragione dei suoi contatti col Potere arrivò a fatturare sei milioni all’anno. Il PM Giuseppe Scelsi indaga per possesso di stupefacenti contro Alessandro Mannarini. Il tipo ha dichiarato che è stato alla Certosa con Tarantini. Il suo avvocato lo nega con queste parole: “Tutto è spazzatura”.

Testo originale:

El País, Madrid

-  La rebelión de las ’velinas’ cerca a Berlusconi
-  Las denuncias de las modelos acaban con el encantamiento de la Iglesia católica y la admiración de muchos italianos hacia el primer ministro

MIGUEL MORA - Roma - 21/06/2009

El viejo romance entre Silvio Berlusconi y los italianos navega hacia un final impredecible. El Noemigate abrió las alcantarillas hace un mes y medio, las fotos prohibidas de Antonello Zappadu ilustraron el ambiente, y hoy el fango rebosa sin censura por todas partes menos por una: el expresivo silencio de las televisiones controladas por el primer ministro, más conocido tras la desafortunada frase de su abogado como el "usuario final".

El animado entourage del Cavaliere copa webs y periódicos: Patrizia D’Addario, una prostituta cuarentona de Bari que jura haber sido novia de David Copperfield y que trabaja armada de grabadora y vídeo, deja el país tras declarar a los jueces y al Corriere della Sera que cobró dinero por visitar al jefe de Gobierno en el palacio Grazioli. Giampaolo Tarantini, un empresario de Bari que frecuentaba a Berlusconi en los veranos de Cerdeña alquilando una mansión cercana a Villa Certosa por 100.000 euros, es acusado por los fiscales de trepar en la sanidad pública mediante sobornos y de reclutar meretrices para Papi. Barbara Montereale, una velina arrepentida, y como su amiga Patrizia candidata municipal por la lista La Puglia Prima di Tutto (Puglia Antes Que Nada), revela haber entrado en tales listas tras acudir a Certosa y Grazioli, cobrando pero sin cama. Alessandro Mannarini, chófer de Tarantini y supuesto camello de fiestas bien, asegura haber estado en la villa sarda.

Tras años de silencio, algo muy profundo parece haber cambiado en Italia. De repente, la lluvia contra Berlusconi es continua. Algunos periódicos citan a Calígula, otros a Nerón, a Fellini, a Petronio. Berlusconi, paralizado, no deja de repetirlo: "Es todo basura, pero yo soy experto en basura. Limpié la de Nápoles, limpiaré también ésta".

No será fácil. La simpatía que producían solo hace unos días sus chistes y sus bravatas, su casi milagrosa impunidad judicial, su desprecio por todo tipo de reglas está dando paso a un recelo y un descontento crecientes. El viernes, el primer ministro buscó darse un baño de masas en un mitin cerca de Milán, Cinisello Balsamo. Fue recibido con silbidos y pancartas que decían: "Soy una mujer, no una velina". Furioso, Berlusconi respondió a las protestas diciendo: "Sois solo unos pobres comunistas, unos analfabetos de la libertad".

En las huestes del centro derecha empiezan a surgir voces que exigen más explicaciones y menos insultos al adversario. Pocos creen ya en las conspiraciones de las togas rojas. El argumento suena gastado ante la fuerza de los hechos. Los obispos, a través de un editorial en Avvenire, han pedido "aclaraciones públicas" y han recordado a su sumiso aliado que "todo tiene un precio", aconsejándole de paso que prescinda del letrado que acuñó lo del utilizzatore finale. Gianfranco Fini afirma gélido que "está en peligro la confianza del pueblo en la política y las instituciones". El silencioso número dos del Gobierno, Gianni Letta, ha escrito un austero artículo en L’Osservatore Romano sobre crisis y moralidad pública. Y periódicos tan conservadores como el Corriere o Il Foglio empiezan a mudar la complacencia por la crítica. Giuliano Ferrara, director del Foglio y ferviente admirador del Cavaliere, le ha emplazado a "un cambio radical, a una regeneración del proyecto". Berlusconi apenas sabe dónde están sus amigos. Libero, el diario teledirigido por otro fidelísimo, Vittorio Feltri, se atrevía a titular el viernes: "Silvio: atento a la coca". Mientras, Il Giornale de su hermano Paolo reproducía ayer las fotos de Villa Certosa que publicó EL PAÍS (pese a estar prohibidas) y algunas más, acusando a los servicios de seguridad de permitir a Zappadu trabajar dentro de la mansión.

Por la izquierda, L’Unità contaba sin tapujos que las velinas que han pasado por el "usuario final" han recibido un mini a cambio, añadiendo que es buen momento para comprarlos de segunda mano. Llegados a este punto que se diría de no retorno, todos esperan el próximo terremoto. Los ministros tratan de averiguar qué será lo siguiente, si les permitirá seguir invocando el derecho a la privacidad y acusando de moralista al enemigo. Aunque Berlusconi se dice seguro y determinado, su silencio no infunde confianza. Ya ni sus más fanáticos seguidores fantasean con que logre salir indemne de eso que los obispos, siempre poéticos, definen como "tanto veneno, tantas sospechas".

La esperanza de la mayoría se limita a que el Ejecutivo llegue incólume a la gran cita política del año, el G-8 (alargado a 20) que se celebrará en L’Aquila entre el 6 y el 9 de julio. La desgracia del terremoto quiso que la cumbre no se celebrara en Cerdeña como estaba previsto, y Berlusconi puede dar gracias. Es mejor no imaginar qué habrían sido capaces de hacer 4.000 periodistas globales por los parajes de Villa Certosa.

En todo caso, Berlusconi deberá lidiar con Barack Obama (que ya lo recibió con frialdad notoria esta semana en Washington), Nicolas Sarkozy, Angela Merkel, su amigo Vladímir Putin y una quincena más de mandatarios. Entre ellos estará Zapatero, acusado estos días de instigar el complot contra Il Cavaliere a medias con EL PAÍS por Antonio Mantovano, secretario de Estado de Interior. Agradecido por la invitación con silla al G-8, Zapatero ha decidido apoyar a Mario Mauro, el candidato de Berlusconi a presidir el Parlamento europeo.

Otros no serán quizá tan magnánimos. Según fuentes diplomáticas, Berlusconi ha buscado la solidaridad de varias cancillerías extranjeras. Pero el desconcierto es mayor que la comprensión. Lo indica la relevancia dada al Sexgate en muchos medios estadounidenses ("Clinton, perdónanos", ironizó John Stewart), o la anécdota narrada por Jacques Chirac sobre su visita chez Berlusconi en la que éste presumió de la calidad de las nalgas que se habían sentado en su bidé.

Lo que algunos juzgaban como una trama amarilla o rosa va revelando un alcance político evidente. Según ha recordado la oposición, Berlusconi es responsable de la seguridad del Estado italiano y de la Defensa del país. Como miembro de la OTAN, puede acceder a documentos secretos del armamento nuclear de la alianza. Tanto en Villa Certosa, que está sometida al secreto de Estado, como en Grazioli, el primer ministro recibe a colaboradores, se reúne con ministros, alterna con personalidades nacionales y extranjeras. A petición suya, las medidas de control que se aplican a los invitados privados son mínimas. Patrizia D’Addario salió de Grazioli con las grabaciones de audio y vídeo en el bolso. La impresión, dentro y fuera de Italia, es que Berlusconi es un político con demasiadas fisuras.

Como ha dicho Feltri, en casa la cosa empeorará si aparece la palabra coca. Los italianos están curados de espanto, pero eso lo soportarían mal. Vera Martini, una profesora romana que vota a Berlusconi, lo explica así: "La moral vaticana soporta machismo, cuernos y menores de edad; puede envidiar las fiestas con 25 velinas, admitir la corrupción e incluso los ajustes de cuentas. Pero los italianos jamás tolerarían que el nombre de un primer ministro se asocie con las drogas".

El problema es que la palabra está apareciendo. Y con profusión. Giampaolo Tarantini, el empresario de 34 años que llevó a D’Addario y a Montereale a las casas de Berlusconi, se mueve en círculos VIP donde vuela el polvo blanco. La investigación judicial de Bari, nacida como un caso más de corrupción en la sanidad, está siendo seguida por el jefe de los jueces antimafia. Los hermanos Tarantini vendían prótesis a través de la decaída empresa Tecno Hospital; a raíz de sus contactos con el poder, pasó a facturar seis millones anuales. El fiscal Giuseppe Scelsi indaga por posesión de estupefacientes a Alessandro Mannarini. El tipo ha declarado que estuvo en Certosa con Tarantini. Su abogado lo niega con estas palabras: "Todo es basura".


Sul tema, nel sito, si cfr.:

-  SINODO DEI VESCOVI 2008. L’ANNO DELLA PAROLA DI DIO: AMORE ("CHARITAS") O MAMMONA ("CARITAS")?! Fatto sta che la prima enciclica di Papa Benedetto XVI (Deus caritas est, 2006) è per Mammona.

-  UN FALSO FILOLOGICO, ANTROPOLOGICO E TEOLOGICO. DIO e’ AMORE ("CHARITAS") non MAMMONA ("CARITAS"), COME SCRIVE BENEDETTO XVI ("Deus caritas est", 2006).
-  Così "il Dio del denaro" inganna Papa Ratzinger, e Papa Ratzinger inganna gli uomini.... e rende cieco anche Enzo Bianchi

-  AI CERCATORI DEL MESSAGGIO EVANGELICO. Una nota sulla "lettera" perduta.

-  BERLUSCONI E IL SUO LINGUAGGIO DA "OSTERIA": LA FONDAZIONE DEL PARTITO DELLA PRESA STRISCIANTE DEL POTERE

-  CRISI COSTITUZIONALE (1994-2009). DUE PRESIDENTI GRIDANO: FORZA ITALIA!!! LA DOMANDA E’: CHI E’ "PULCINELLA"?

-  "OMBRE ET PHOTO": IN ITALIA, NELLA PRIMA REPUBBLICA "PLATONICA" A LUCI ROSSE E A CIELO APERTO. UNA GRANDE LEZIONE (E GLI SCATTI) DI BAUDRILLARD.

-  «Art & Savonnerie». A SAVONA, LO SCENOGRAFO CRAXIANO, FILIPPO PANSECA, CELEBRA I FASTI DELL’EGO-TRIP DI BERLUSCONI E LA MISERIA DELL’EGO-STRIP DELL’ITALICO "POPOLO DELLA LIBERTA’".

-  CATTOLICESIMO E BERLUSCONISMO: LA FAMIGLIA CATTOLICA, UN’ICONA DEL DIO "MAMMONA"("Deus caritas est": Benedetto XVI, 2006), VENDUTA A "CARO-PREZZO" COME UN’ICONA DEL DIO-AMORE ("CHARITAS", "AGAPE") DI GESU’, GIUSEPPE, E MARIA.


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