CON LA NASCITA DEL PARTITO "FORZA ITALIA" (1994), NON UNO, MA "DUE" SONO I PRESIDENTI DELLA REPUBBLICA (IN "COABITAZIONE") A GRIDARE: FORZA ITALIA!!! IL SONNO DELLA RAGIONE COSTITUZIONALE ..... E LA GUERRA DI "FORZA ITALIA" CONTRO L’ITALIA (1994-2009) CONTINUA!!!

LA DEMOCRAZIA A RISCHIO. L’ANM IN STATO DI AGITAZIONE, MA NON ANCORA SVEGLIA. Una mail del 27 gennaio 2002 a "Magistratura Associata" - di Federico La Sala

IL SONNO DELLA RAGIONE COSTITUZIONALE E L’OCCUPAZIONE DELLA LINGUA DA PARTE DEL "GRANDE FRATELLO" GENERA MOSTRI, ATEI E DEVOTI.
giovedì 15 ottobre 2009.
 

COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA: L’ITALIA E’ UNA REPUBBLICA (ART. 1), UNA E INDIVISIBILE (ART. 5). LA SUA BANDIERA E’ IL TRICOLORE (ART. 12)... E IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA E’ IL CAPO DELLO STATO E RAPPRESENTA L’UNITA’ NAZIONALE (ART. 87)



Messaggio originale----- Da: La Sala

Inviato: domenica 27 gennaio 2002 0.09

A: posta@magistraturaassociata.it

Oggetto: Per la nostra sana e robusta Costituzione...

Stimatissimi cittadini-magistrati

"Nella democrazia - come già scriveva Gaetano Filangieri nella sua opera La Scienza della Legislazione (1781-88) - comanda il popolo, e ciaschedun cittadino rappresenta una parte della sovranità: nella concione [assemblea di tutto il popolo], egli vede una parte della corona, poggiata ugualmente sul suo capo che sopra quello del cittadino più distinto. L’oscurità del suo nome, la povertà delle sue fortune non possono distruggere in lui la coscienza della sua dignità. Se lo squallore delle domestiche mura gli annuncia la sua debolezza, egli non ha che a fare un passo fuori della soglia della sua casa, per trovare la sua reggia, per vedere il suo trono, per ricordarsi della sua sovranità"(Libro III, cap. XXXVI).

Tempo fa una ragazza, a cui da poco era morta la madre e altrettanto da poco cominciava ad affermarsi il partito denominato "Forza Italia", discutendo con le sue amiche e i suoi amici, disse: "Prima potevo gridare "forza Italia" e ne ero felice. Ora non più, e non solo perché è morta mia madre e sono spesso triste. Non posso gridarlo più, perché quando sto per farlo la gola mi si stringe - la mia coscienza subito la blocca e ricaccia indietro tutto. Sono stata derubata: il mio grido per tutti gli italiani e per tutte le italiane è diventato il grido per un solo uomo e per un solo partito. No, non è possibile, non può essere. E’ una tragedia!".

Un signore poco distante, che aveva ascoltato le parole della ragazza, si fece più vicino al gruppo e disse alla ragazza: "Eh, sì, purtroppo siamo alla fine, hanno rubato l’anima, il nome della Nazionale e della Patria. E noi, cittadini e cittadine, abbiamo lasciato fare: non solo un vilipendio, ma un furto - il furto dell’anima di tutti e di tutte. Nessuno ha parlato, nessuno. Nemmeno la Magistratura!".

Oggi, più che mai, contro coloro che "vogliono costruire una democrazia populista per sostituire il consenso del popolo sovrano a un semplice applauso al sovrano del popolo"(don Giuseppe Dossetti, 1995), non è affatto male ricordarci e ricordare che i nostri padri e le nostre madri hanno privato la monarchia, il fascismo e la guerra del loro consenso e della loro forza, si sono ripresi la loro sovranità, e ci hanno dato non solo la vita e una sana e robusta Costituzione, ma anche la coscienza di essere tutti e tutte - non più figli e figlie della preistorica alleanza della lupa (o della vecchia alleanza del solo ’Abramo’ o della sola ’Maria’) - figli e figlie della nuova alleanza di uomini liberi (’Giuseppe’) e donne libere (’Maria’), re e regine, cittadine-sovrane e cittadini-sovrani di una repubblica democratica.

Bene avete fatto, con la Vs. Lettera aperta ai cittadini, a rendere pubbliche le vostre preoccupazioni e a dire e a ridire che la giustizia non è materia esclusiva dei magistrati e degli addetti ai lavori, ma un bene di tutti e di tutte, e che tutti i cittadini e tutte le cittadine sono uguali davanti alla legge.

E altrettanto bene, e meglio (se permettete), ha fatto il Procuratore Generale di Milano Borrelli, già all’inizio (e non solo alla fine) del suo discorso di inaugurazione dell’anno giudiziario, quando ha detto: "porgo il mio saluto, infine, ai cittadini, anzi, alle loro maestà i cittadini, come soleva dire il compianto Prefetto Carmelo Caruso, avvicinati oggi da un lodevole interesse a questa cerimonia, del resto non esoterica nonostante il paludamento, ma a loro destinata"; e, poco oltre, riferendosi specificamente alle "difficoltà che la giustizia minorile incontra", ha denunciato che "il denominatore comune - generatore del disagio donde nascono devianze, sofferenze, conflitti - è rappresentato dalle carenze di un’autentica cultura dell’infanzia, a volte necessitata dalle circostanze, a volte frutto di disattenzione, spesso causata dall’incapacità negli adulti di trasmettere valori che si discostino dall’ideologia di un’identità cercata, secondo la nota espressione di Erich Fromm, nell’avere piuttosto che nell’essere".

Da cittadino-magistrato non ha fatto altro che dire e fare la stessa cosa che don Lorenzo Milani, il cittadino-prete mandato in esilio a Barbiana, in tempi di sonnambulismo già diffuso (1965): suonare la campana a martello, svegliare - praticare la tecnica dell’amore costruttivo per la legge e, ricondandoci di chi siamo e della parte di corona che ancora abbiamo in testa, avere il coraggio di dire ai giovani che essi sono tutti sovrani....

Cordiali saluti

Federico La Sala


-  RIFORME
-  E’ SCONTRO APERTO

-  Giustizia, le toghe contro Berlusconi
-  "La democrazia del Paese è a rischio"

-  L’Anm dichiara stato di agitazione.
-  Mancino frena il piano del governo
-  «Assurdo un Csm sotto il ministero»
-  Duro Alfano: «Guerra preventiva»
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ROMA Cresce la polemica sul fronte giustizia. Ieri il premier Berlusconi ha annunciato l’intenzione di andare avanti sulla strada di una riforma costituzionale «anche a costo di arrivare ad un referendum». Oggi arriva la replica di Anm e Csm.

«A chi dice che bisogna fare un doppio Csm io dico che non si può, perchè uno dei due dovrebbe andare sotto al ministero della Giustizia, il che è assurdo» è la reazione del vicepresidente dell’organo di autogoverno dei magistrati, Nicola Mancino. «O si è giudici e si è indipendenti, oppure si è qualcos’altro e bisogna vedere che cos’è questo qualcos’altro». «Al momento non c’è un testo di riforma - ha spiegato Mancino a margine di una conferenza organizzata dall’Ordine degli avvocati di Avellino - e quindi non si può esprimere un parere. Ci sono propositi, molti velleitari, molti duttili e prudenti, molti altri non ancora definiti. Quando ci sarà una proposta definitiva, che è nei poteri del Governo formulare, allora noi ci esprimeremo».

Ancora più dura la reazione dell’Anm che ha dichiarato lo stato di agitazione e convocazione di assemblee in tutti i distretti giudiziari per decidere le future iniziative di protesta da adottare, non escluso lo sciopero. Il parlamentino dell’Anm parla di riforme «punitive» nei confronti della magistratura. Le iniziative sono state decise all’unanimità e con un documento che definisce «stupefacente e vergognoso» il fatto che il giudice Raimondo Mesiano, «reo unicamente di aver pronunciato una condanna della Fininvest al pagamento di una somma di denaro in una controversia civile, venga spiato e inseguito dalla rete televisiva di tale gruppo mentre compie le proprie attività quotidiane», il tutto per «denigrare e svilire la sua persona».

Dura la reazione del ministro Alfano che parla di «sapore di una guerra preventiva alle riforme», oltre ad essere «inspiegabile, sorprendente e dunque pretestuosa». Ma per il il presidente dell’Associazione nazionale magistrati Luca Palamara «è a serio rischio la tenuta democratica del Paese» a introdurre l’argomento al parlamentino del sindacato delle toghe. La preoccupazione è massima e riguarda non solo le «aggressioni alle massime autorità del Paese», come dice il segretario dell’Anm Giuseppe Cascini, ma anche «l’intimidazione» al giudice del tribunale civile di Milano Raimondo Mesiano, e le riforme «brandite come una clava» e finalizzate a ridurre l’indipendenza del pubblico ministero, sottoponendolo al potere esecutivo. La magistratura è unita. E i rappresentanti di tutte le correnti parlano espressamente di «emergenza democratica»; anche il gruppo più moderato, Magistratura Indipendente, che in questo momento è all’opposizione del governo dell’Anm, ma che è pronto a fare una battaglia comune a difesa dell’indipendenza della magistratura.

Il parlamentino ha dunque dato «un segno tangibile di protesta per ciò che sta accadendo», come auspicato dallo stesso Palamara. L’allarme delle toghe è dunque molto alto per le «aggressioni» non solo alla magistratura ma anche alle massime autorità di garanzia del Paese. «Sono state rivolte accuse di partigianeria alla Corte costituzionale e al capo dello Stato», dice Cascini che definisce poi «l’intimidazione» rivolta al giudice Mesiano, che ha condannato la Fininvest al risarcimento in favore della Cir di De Benedetti, «un messaggio per tutti: chi esercita un potere in maniera indipendente stia attento ai suoi scheletri; chi ha la televisione, i giornali, il potere mediatico può distruggere una persona». Un messaggio «molto più grave, rispetto alle riforme annunciate in materia di giustizia». «In gioco non è la sopravvivenza dell’ordine giudiziario, ma il destino della democrazia», osserva il segretario di Unicost Marcello Matera, che rivolge un appello all’unità per una «mobilitazione culturale e istituzionale, a difesa delle fondamenta dello Stato democratico».

E di «vera emergenza democratica» parla anche Rita Sanlorenzo, che sottolinea che «mai si era arrivati a questo punto». «C’è un totale intolleranza per il ruolo di tutte le istituzioni di garanzia, non solo per la magistratura», rilancia Valerio Fracassi, segretario del Movimento per la giustizia, che propone «uno sciopero per la democrazia». «Quello in atto è l’attacco finale definitivo», afferma a sua volta Antonietta Fiorillo, esponente di Magistratura Indipendente, che invita il parlamentino a lanciare un «messaggio forte: noi magistrati non ci faremo intimidire».

* La Stampa, 17/10/2009 (18:26)


Sul tema, nel sito, si cfr.:

-  L’ITALIA (1994-2009), TRE PRESIDENTI DELLA REPUBBLICA, E I FURBASTRI CHE SANNO (COSA SIGNIFICA) GRIDARE "FORZA ITALIA".

-  "APRITE, APRITE": IL GOLPISMO DEL LUPO, LA PAROLA "ITALIA" CONSEGNATA A UN PARTITO (1994-2011), E I SETTE CAPRETTI.

-  UNA QUESTIONE DI ECO. L’orecchio disturbato degli intellettuali italiani

-  ABUSO ISTITUZIONALE DEL NOME "ITALIA" DA PARTE DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO: DIMISSIONI SUBITO.

-  ZAGREBELSKY E IL GRANDE SILENZIO SULLA NASCITA DEL PARTITO GOLPISTA DEL FALSO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ("FORZA ITALIA"). La democrazia delegittimata

-  GIUSEPPE DE RITA, BERLUSCONI, E LA FALSA TERZIETA’. IN ITALIA E’ IL PATTO COSTITUZIONALE (IL "CHIASMA") A FONDARE E A REGOLARE GLI ANTAGONISMI (LA DIALETTICA POLITICA), NON VICEVERSA. Il vicolo cieco attuale (1994-2009) è un golpe strisciante

-  DALLA BULGARIA, IL PRESIDENTE DELLA "REPUBBLICA" DI "ITALIA", DEL "POPOLO DELLA LIBERTA’", RIASSICURA SULLA RIFORMA COSTITUZIONALE E CANTA LA SUA CANZONE: "FORZA ITALIA"!!!

-  CARLO GALLI NON HA ANCORA CAPITO CHE, NEL 1994, CON IL PARTITO "FORZA ITALIA", E’ NATO ANCHE IL "NUOVO" PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA.

-  SANSONETTI COME BERLUSCONI: CONCORRENZA SLEALE. Devono cambiare testata!!! L’uno al giornale, l’altro al partito!!!


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