ECONOMIA E TEOLOGIA POLITICA DELLA GRATUITÀ O DEL PROFITTO?! L’economia e la teologia ateo-devota del dio "Mammona" ("Deus caritas est") è finita!!! Ma la gerarchia della Chiesa cattolico-romana continua con il suo "latinorum"!!!

A TORINO SPIRITUALITÀ, LA GRATUITÀ . "Gratis. Il fascino delle nostre mani vuote". Sul tema, un’intervista a Carlo Ossola di Paolo Lambruschi - a cura di Federico La Sala

(...) la ’gratuità’ non è la dépense, il dispen­dio di sé, bensì - al­l’opposto - il rico­noscere che ciò che ci è più prezioso (la vita, in primis) l’abbiamo ricevuto gratis. La gratuità ’la si vede dopo’ averla riconosciuta (...)
mercoledì 22 settembre 2010.
 

-  TORINO SPIRITUALITÀ (SITO)



Ossola: leggere san Francesco contro la logica del «balconing»

Gratis. La risposta alla crisi

Il critico: «Oggi dilaga la cultura del rischio come ’beau geste’, però è dispendio di sé e non generosità»

DI PAOLO LAMBRUSCHI (Avvenire, 21.09.2010)

La letteratura pare viaggiare su rotte assolutamente slegate dalla gratuità. A «Torino Spiri­tualità» sarà Carlo Ossola, uno dei massimi critici letterari e filologi i­taliani, autore del recente saggio Il continente interiore, a indicare i per­corsi per ritrovare la virtù del dono attraverso la parola scritta. Che non deve essere necessariamente mer­ce, perché a volte non ha prezzo.

Professore, che senso attribuisce a gratuità e dono in questi tempi?

«Un senso molto ristretto: la ’gra­tuità’ oggi dilaga come beau geste pericolosamente esibito, sino alla tragica novità del bal­coning, che ha fatto molte vittime que­st’estate a Ibiza; la ’gratuità’ non è la dépense, il dispen­dio di sé, bensì - al­l’opposto - il rico­noscere che ciò che ci è più prezioso (la vita, in primis) l’abbiamo ricevuto gratis. La gratuità ’la si vede dopo’ averla riconosciuta (da ciò la riconoscenza), tanto essa passa natu­ralmente silente, discreta, imper­cettibile. Come a Emmaus».

È possibile incontrare tali valori in questa società e nella letteratura che esprime?

«La letteratura è della stessa natura dell’acqua: serve ’a scavar pietre, a nutrire arcobaleni. /... Quanto è leg­gero tutto questo in una goccia di pioggia. / Con che delicatezza il mondo mi tocca» dicono i versi del­la poetessa polacca Wislawa Szym­borska, premio Nobel nel 1996. Il gratuito non è un dono, ma quello sguardo che fa del mondo una goc­cia di rugiada, si lascia contemplare «in piccole eternità», sempre Szymborska, La gioia di scrivere. Il gratuito, come la poesia, non conosce la parola ’cosa’».

Ma allora quali autori e letture sug­gerisce per accompagnare la ricer­ca della gratuità?

«Per la luminosa profondità della testimonianza, il diario del segreta­rio generale dell’Onu Dag Hammarskjöld (1905-1961), Tracce di cammino: è il continuo ricercare, nella rettitudine dell’agire, la comunione con l’offerta. Porrei ac­canto la raccolta dei Fioretti di san Francesco, perché non c’è gratuità senza povertà: in essa dono e con­tro-dono cessano, perché non c’è nulla da dare: si è ’a mani vuote’. Infine Tarabas di Joseph Roth: una le­zione e una parabola verso l’ab­bandono. E anche, per chi volesse vederne applicazioni nel viver quo­tidiano, il Comment vivre ensemble di Roland Barthes, un piccolo trat­tato di delicatezza contro l’arro­ganza. Poiché non c’è gratuità sen­za effacement, senza il ’non lasciar traccia’, nell’anonimato».

La lettura di un testo letterario è senz’altro un gesto che arricchisce l’anima. Può restare slegato oggi dall’aspetto commerciale?

«La domanda comincia a prender forma quando il li­bro diventa merce. Ciò che ci ha forma­ti sono i versi che abbiamo imparato a memoria, quelli che abbiamo canta­to, i libri presi a pre­stito in biblioteca, i racconti d’infanzia che ci hanno ac­compagnato, la se­ra, verso il sonno (uno su tutti: Il pic­colo principe ). I libri che abbiamo regalato perché parlassero, all’altra, all’altro, a nome nostro. Questa me­moria non avrà mai prezzo. I veri li­bri sono ’impagabili’».

Come proporre la gratuità ai più giovani?

«’Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procura­tevi oro, né argento, né moneta di rame, né bisaccia da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, per­ché l’operaio ha diritto al suo nutri­mento’ (Mt 10, 8-10). La grazia è un dono, ma la giustizia nella sobrietà è un esercizio che va insegnato, praticato, va ogni giorno riappreso, per­ché questa società chiede, anzi im­pone l’oblio della giustizia. La gra­tuità non mira a un equilibrio tra dato e avuto, ma alla remissione nel­la pace. Insegnare la pace pacificando, il perdono perdonando, la gratuità rendendo grazie».

PERSONAGGIO

Un mistico all’Onu

Svedese di nascita e di religione evangelica, Dag Hammarskjöld (1905-1961) è stato segretario generale delle Nazioni Unite per due mandati consecutivi, dal 1953 alla morte, avvenuta in un oscuro incidente aereo nell’Africa del sud.

Economista di formazione (fu anche presidente della Banca di Svezia), Hammarskjöld era uomo di profonda religiosità: dopo la scomparsa, tra le sue carte venne ritrovato un diario non destinato alla pubblicazione nel quale l’uomo politico indicava le sue «Tracce di cammino», ispirate a varie figure della mistica medievale.

Hammarskjöld - unico caso nella storia finora - ha ricevuto il Nobel per la pace postumo, nel 1961.

*

Il critico letterario Carlo Ossola e il regista Gabriele Vacis partecipano domani alle 21 presso il Circolo dei Lettori a un incontro di «Torino Spiritualità», il dialogo su «Gratuità, la sola moneta dell’arte»; li intervistiamo in questa pagina. La manifestazione torinese, intitolata quest’anno «Gratis. Il fascino delle nostre mani vuote, prosegue poi fino a domenica 26 settembre. Tra gli altri ospiti: il monaco buddhista francese Matthieu Ricard, ex biologo molecolare, e padre Stefano Roze dell’Abbazia di Sant’Antimo, assistente spirituale del movimento «Goum».



NOTA*

LA GRATUITÀ, L’AMORE GRATUITO ("CHARITAS"), E "L’AVVENIRE" DEI VESCOVI DELLA CHIESA CATTOLICA - SENZA GRAZIA ("CHARIS") E SENZA FUTURO.

TUTTO A "CARO-PREZZO" ("CARITAS"): QUESTO "IL VANGELO CHE ABBIAMO RICEVUTO". IL VANGELO DI RATZINGER, BERTONE, RUINI, BAGNASCO E DI TUTTI I VESCOVI.

-  MONSIGNOR RAVASI, MA NON E’ POSSIBILE FARE CHIAREZZA? SI TRATTA DELLA PAROLA FONDANTE E DISTINTIVA DELLA FEDE CRISTIANA!!! DIO E’ AMORE ("Charitas") O MAMMONA ("Caritas")?! Ha dimenticato l’esortazione di Papa Wojtyla ("Se mi sbalio, mi coriggerete")?!

PER CARITÀ!!! Prof. Giovanni Reale, si svegli dal sonno dogmatico!!! L’amore evangelico è "charitas", non "caritas"!!! Alcune note - a cura di Federico La Sala

CHIESA CATTOLICA. PENA DI MORTE NEL CATECHISMO E UN DIO SENZA AMORE ("CHARITAS") NEL CUORE!!!

L’AMORE GRATUITO ("CHARITAS") DI SUOR EMMANUELLE.

PROBLEMI DI ESTETICA (E NON SOLO). I VOLTI DELLA GRAZIA.

* Federico La Sala


Rispondere all'articolo

Forum