KARL MARX NON ERA UN "MARXISTA" E "IL CAPITALE" DI KARL MARX E’ UNA CRITICA DELL’ECONOMIA POLITICA CAPITALISTICA E DELLA TEOLOGIA CATTOLICO-MAMMONICA (Benedetto XVI, "Deus caritas est", 2006).

IL CAPITALE DI REINHARD MARX: UNA ENNESIMA APOLOGIA DEL "PLATONISMO PER IL POPOLO" E DEL RAPPORTO SOCIALE DI PRODUZIONE CAPITALISTICO. Una recensione di Vito Punzi - a cura di Federico La Sala

lunedì 18 maggio 2009.
 


E Marx scrisse la dottrina sociale

Approfittando dell’omonimia col filosofo di Treviri, il vescovo tedesco Marx detta il suo «Capitale» fondato sull’etica cristiana ma contro la crisi

di VITO PUNZI (Avvenire, 16.05.2009)

­È un dato assodato che nelle università tede­sche da qualche tem­po si sia tornati a studiare Il capitale di Karl Marx, un po’ per cercarvi rimedi agli effetti della globalizzazione, ma soprattutto - da alcuni mesi a questa parte - per trovare risposte alla dram­matica crisi finanziaria in­ternazionale. Attento da sempre ai temi economici e di giustizia sociale, l’attuale arcivescovo di Monaco-Frisinga, Reinhard Marx (già vescovo di Treviri dal 2001 al 2007...), non è rimasto indifferente ai nuovi tentativi d’interpretazione dell’opera fonda­mentale del filosofo di Treviri e l’anno scorso ha suscitato in Germania un vivace dibatti­to, pubblicando il suo Capitale, poderosa ri­flessione che prende provocatoriamente spunto dal testo chiave del suo omonimo ottocentesco. «Marx scrive a Marx» è il titolo dell’introduzione di questo, che non è un li­bro «riparatore», tanto meno «nostalgico».

Pur accettando che si giochi sulla sua omo­nimia e rimproverando chi ha lasciato che il filosofo fosse «spedito nel dimenticatoio» (così in un’intervista a Der Spiegel), questa dell’arcivescovo è tutt’altro che una riabilita­zione. Come dichiarato alla Frankfurter All­gemeine Zeitung, accanto al riconoscimento che Karl Marx «nella sua analisi del primo capitalismo ha colto giustamente diversi a­spetti », l’arcivescovo non usa mezzi termini per denunciare la sua «immagine totalmen­te falsa dell’uomo, perché fondata sull’esclu­sione della dimensione religiosa».

Con qu­esto presupposto, precisa Reinhard Marx, emerge con tutta evidenza la «radice to­talitaria » del pensiero del fi­losofo. Pur rimarcando co­me l’aver sollevato la que­stione dei diritti umani non sia solo farina del suo sacco, il prelato concede tuttavia al suo omonimo di aver ri­chiamato in maniera signi­ficativa la necessità di defi­nirli in una dimensione so­ciale, oltre che individuale.

A Reinhard Marx, conside­rato una delle personalità cattoliche tedesche più acute nella lettura dei fenomeni sociali contemporanei, non interessa tanto guardare a ritroso. Piuttosto, nel contesto dell’odierno disorientamento in materia di regole e di etica nel campo del­l’economia e della finanza, la preoccupazio­ne è quella contenuta nei capitoli conclusivi di questo libro: definire la responsabilità morale dell’imprenditore e promuovere un ordine mondiale solidale. Questo, tuttavia, senza dimenticare, al di là delle brutture causate dal «capitalismo primitivo» afferma­tosi dopo il crollo dei regimi comunisti dell’Europa orientale, il positivo contenuto nei quarant’anni di civiltà occidentale nove­centesca: «Di certo - ha dichiarato al propo­sito l’arcivescovo - abbiamo fatto esperienza del fatto che l’economia di mercato è mi­gliore e tendenzialmente più giusta e per questi motivi è politicamente ed economi­camente da preferire al dirigismo ed al col­lettivismo ».

Reinhard Marx non vede dun­que alcuna necessità, visti i danni provocati dal capitalismo che pensava di poter opera­re in assenza di regole, di dare nuovo vigore ai poteri dello Stato. Si tratta piuttosto di «rapportare lo Stato e il mercato in una forma più ragione­vole ». Ed in questo nuovo rapporto «le condizioni dello Stato sociale, così come quelle dello Stato di diritto, o, ancor più concreta­mente, un controllo delle Borse e una regolamentazione degli appalti sono il presupposto per l’economia di mer­cato ». Tutto ciò af­finché il mercato si trovi «nella condizione di potersi orientare verso il bene comune».

Dif­ficile trovare in questo testo elementi che lo distinguano in maniera sostanziale dalla lunga tradizione di dottrina sociale così co­me è nata e si è costituita all’interno della Chiesa cattolica (si vedano per esempio le frequenti citazioni dagli scritti «sociali» di Giovanni Paolo II). Tanto che anche sulla questione delle regole, seppur invocate con forza, l’arcivescovo richiama l’uomo al suo essere «soggetto morale», dunque alla sua facoltà di assumersi delle responsabilità.

Per questo non esita a definire una «riduzione» della libertà dell’uomo l’appello lanciato og­gi da più parti alle «regole forti». «Piuttosto - sollecita Reinahrd Marx introducendo la fi­gura dell’’onesto commerciante’ - ogni sin­gola azione, per esempio un’azione impren­ditoriale, deve essere verificata molto bene e ci si deve chiedere anzitutto come si trattano i propri collaboratori o i propri clienti». Una crisi, quella attuale, che è anzitutto morale, ben coscienti che, quando si riduce il nume­ro di coloro cui è dato partecipare del be­nessere, inevitabilmente diventa anche so­ciale.

Alla luce di tutto questo il prelato solle­cita infine un ripensamento del rapporto tra capitale e lavoro, soprattutto dopo il fallito tentativo d’emancipazione dei mercati fi­nanziari dall’economia legata al lavoro. Sul piano internazionale il suo auspicio è che in un prossimo futuro si produca una crescita ulteriore dell’organizzazione del commercio internazionale o dello stesso Fondo Moneta­rio, «fino ad arrivare ad un affidabile ordina­mento economico mondiale».

-  Reinhard Marx
-  IL CAPITALE
-  Una critica cristiana alle ragioni del mercato
-  Rizzoli. Pagine 324.Euro 19,50



SUL TEMA, NEL SITO, SI CFR.:

-  LA CHIESA DEL SILENZIO E DEL "LATINORUM". Il teologo Ratzinger scrive da papa l’enciclica "Deus caritas est" (2006) e, ancora oggi, nessuno ne sollecita la correzione del titolo. Che lapsus!!! O, meglio, che progetto!!!

-  DAL DISAGIO ALLA CRISI DELLA CIVILTA’: FINE DEL "ROMANZO FAMILIARE" EDIPICO DELLA CULTURA CATTOLICO-ROMANA.

-  L’ULTIMO PAPA CEDE IL PASSO A ZARATHUSTRA: "CHI AMA, AMA AL DI LA’ DEL PREMIO E DELLA RIVALSA". Una pagina di Nietzsche

-  PLATONE E NOI, OGGI.

-  "X"- FILOSOFIA. A FIGURA DEL "CHI": IL NUOVO PARADIGMA

-  Ragione ("Logos") e Amore ("Charitas"). Per la critica dell’economia politica ..... e della teologia "mammonica" ("Deus caritas est", 2006)
-  L’ILLUMINISMO, OGGI. LIBERARE IL CIELO. Cristianesimo, democrazia e necessità di "una seconda rivoluzione copernicana"

-  FREUD, KANT, E L’IDEOLOGIA DEL SUPERUOMO. ALLA RADICE DEI SOGNI DELLA TEOLOGIA POLITICA EUROPEA ATEA E DEVOTA.

Federico La Sala


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