MICHELANGELO E IL SOGNO DEI CARMELITANI SCALZI (Teresa d’Avila e Giovanni della Croce): A CONTURSI TERME, IN EREDITA’, L’ULTIMO MESSAGGIO DELL’ECUMENISMO RINASCIMENTALE (1613) - RECUPERATO CON I LAVORI DI RESTAURO, DOPO IL TERREMOTO DEL 1980

DON MARIANO ARCIERO, ILDEGARDA DI BINGEN, E UNA "CAPPELLA SISTINA" IN ROVINA. Al cardinale Angelo Amato, all’arcivescovo di Salerno Luigi Moretti, l’invito a un sollecito interessamento. Una nota di Federico La Sala

SALERNO. Contursi Terme si appresta a vivere un momento di grande solennità (... ) il prossimo 24 giugno 2012, dell’illustre concittadino don Mariano Arciero.... a celebrare la beatificazione sarà il delegato dal Papa, cardinale Angelo Amato, prefetto per la congregazione per le cause dei Santi
domenica 24 giugno 2012.
 


PER DON MARIANO ARCIERO, PER SANTA ILDEGARDA, PER LA CARITA’, NON LASCIATE LA “CAPPELLA SISTINA” DI CONTURSI TERME NEL DEGRADO!

Lettera aperta al cardinale Angelo Amato e all’arcivescovo di Salerno Luigi Moretti

CONSIDERATO CHE “Contursi Terme si appresta a vivere un momento di grande solennità e di grande gioia per la beatificazione, in programma il prossimo 24 giugno 2012, dell’illustre concittadino don Mariano Arciero. Il comitato parrocchiale, guidato dal monsignor Spingi, parroco di Contursi, e il comitato diocesano, presieduto dall’arcivescovo Luigi Moretti, hanno individuato la zona del Tufaro, quale luogo in cui celebrare la beatificazione, l’orario (intorno alle 18), e ricevuto assicurazioni che a celebrarla sarà il delegato dal Papa, cardinale Angelo Amato, prefetto per la congregazione per le cause dei Santi”(cfr. Gianluca Squaccio, Una vita per la carità: don Arciero. La beatificazione il 24 giugno, Avvenire, 27.11.2011)

CONSIDERATO CHE “La beatificazione del sacerdote Mariano Arciero va vista come una grande grazia che il Signore ha elargito alla nostra Arcidiocesi di Salerno - Campagna - Acerno e, in particolare, al clero. Riflettere sulla vita, sull’insegnamento, sulle opere di Don Mariano Arciero va visto come un dono ed un impegno per ciascuno di noi. Egli, animato da autentico spirito missionario, fu tutto dedito al ministero sacerdotale, all’evangelizzazione, alla predicazione, alla catechesi ed all’istruzione degli adulti. Oltre a tutto questo, la sua opera fu molto feconda nella formazione delle coscienze e nella direzione spirituale di seminaristi, sacerdoti, religiosi, laici (Luigi Moretti, Arcivescovo Metropolita Arcidiocesi di Salerno - Campagna - Acerno)

CONSIDERATO CHE A CONTURSI TERME SIETE STATI GIA’ IN VISITA ALTRE E VARIE VOLTE E CHE CONOSCETE LE VIE ...

CHIEDO A VOI ILLUSTRISSIMI - come già alla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Salerno e Avellino (si cfr. allegato), UN INTERVENTO URGENTE PER FERMARE IL DEGRADO E RESTITUIRE AL SUO SPLENDORE LA RITROVATA “CAPPELLA SISTINA”, LA CHIESA DELLA “MADONNA DEL CARMINE”, UN PATRIMONIO STORICO E VITALE PER L’INTERA COMUNITA’ CONTURSANA, ITALIANA ED EUROPEA.

“CONOSCI LE VIE” (“SCIVIAS”)

VISTO, INOLTRE, CHE PAPA BENEDETTO XVI HA DEDICATO TANTA ATTENZIONE A SANTA ILDEGARDA, LA “SIBILLA DEL RENO” (che riceverà da Lui il titolo di “dottore” della Chiesa, ad ottobre di questo anno),

ABBIATE LA BONTA’ DI ACCOGLIERE ANCHE QUESTO ULTERIORE INVITO:

INVITATE IL PAPA A PRESENZIARE PERSONALMENTE ALLA CELEBRAZIONE DELLA BEATIFICAZIONE DEL VENERABILE MARIANO ARCIERO E A FARE VISITA ALLA CHIESA DI MARIA SS DEL CARMINE, OVE POTRA’ FINALMENTE VEDERE MARIA INSIEME AI PROFETI ELIA E GIOVANNI BATTISTA ANCHE LE 12 SIBILLE DELLA TRADIZIONE RINASCIMENTALE E CARMELITANA.

CERTO DELLA VOSTRA NOBILE E CARITATEVOLE ATTENZIONE,

VI PREGO DI ACCOGLIERE I MIEI PIU’ DISTINTI SALUTI

E IL MIO FRATERNO AUGURIO DI BUON LAVORO E

BUONA PASQUA

Federico La Sala (29.03.2012)

Allegati (qui, di seguito):


"CAPPELLA SISTINA" IN PERICOLO.

Lettera aperta al Soprintendente di Salerno, sullo stato della Chiesa "Maria SS. del Carmine" di Contursi Terme

APPELLO DI CONTURSI: SALVATE LA NOSTRA CAPPELLA SISTINA


-  UNA VITA PER LA CARITA’.
-  don Arciero. La beatificazione il 24 giugno
-  Il sacerdote fu modello per il clero napoletano

-  Instancabile, l’«apostolo delle Calabrie» dedicava molte ore al giorno alla predicazione e all’istruzione dei bambini meno fortunati. Ottenne con la sua opera insperate conversioni

di Gianluca Squaccio *

Contursi Terme si appresta a vivere un momento di grande solennità e di grande gioia per la beatificazione, in programma il prossimo 24 giugno 2012, dell’illustre concittadino don Mariano Arciero. Il comitato parrocchiale, guidato dal monsignor Spingi, parroco di Contursi, e il comitato diocesano, presieduto dall’arcivescovo Luigi Moretti, hanno individuato la zona del Tufaro, quale luogo in cui celebrare la beatificazione, l’orario (intorno alle 18), e ricevuto assicurazioni che a celebrarla sarà il delegato dal Papa, cardinale Angelo Amato, prefetto per la congregazione per le cause dei Santi.

Per i devoti don Mariano Arciero è già santo e tale venerazione si è venuta a rafforzare all’indomani dell’evento miracoloso verificatosi a Contursi Terme nel gennaio del 1951 a favore di Concettina Siani, guarita da peritonite tubercolare, grazia acclarata e confermata da diverse e competenti commissioni come «miracolo» ottenuto per intercessione di don Arciero.

Intensa la vita di don Mariano, nato a Contursi Terme il 26 febbraio 1707, da genitori cristiani e modesti lavoratori dei campi, Mattia Arciero ed Autilia Marmura, per cui ad otto anni andò a servizio in casa Parisio, dove uno dei membri, don Emanuele, lo prese sotto la sua personale cura, facendolo collaborare nelle sue missioni, per far insegnare il catechismo ai fanciulli.

A 22 anni si trasferì a Napoli dove studiò teologia e lettere e filosofia, fu ordinato sacerdote il 22 dicembre 1732. In breve tempo don Mariano Arciero divenne un modello per il clero napoletano, per la sua inclinazione alla carità, coltivata sin dai primi anni della sua giovinezza, fu apostolo attivo nei fondachi, nei vicoli, nell’ospedale e nell’arsenale.

Gennaro Fortunato, canonico della cattedrale di Napoli, divenuto vescovo di Cassano sullo Ionio nel 1729, lo volle nella sua diocesi, dandogli incarichi in piena libertà, sia per le missioni, sia per la costante riforma del clero e degli Istituti religiosi femminili [a Castrovillari, in particolare, si occupò delle Clarisse e del loro Monastero, impegno che proseguì anche quando fece rientro a Napoli - fls].

Scrisse la «Pratica della dottrina cristiana, in dodici istruzioni in dialoghi», con un metodo molto efficace e pratico per l’acquisto della perfezione cristiana. Dedicava molte ore al giorno all’istruzione dei fanciulli e alla predicazione, ottenendo strepitose conversioni.

La fama della sua instancabile opera superò i confini della diocesi di Cassano, per cui fu invitato a svolgere la sua missione anche nelle diocesi vicine; per questo venne chiamato «apostolo delle Calabrie». Ritornò a Contursi solo per riabbracciare l’amatissima mamma. Nel giorno della sua morte, come egli stesso aveva predetto, il 16 febbraio 1788, alle 16, a Napoli, Santa Maria Francesca delle Cinque Piaghe, la mistica terziaria alcantarina «monaca di casa», vide la sua anima portata in cielo dagli angeli.

Per i numerosi miracoli che avvenivano per sua intercessione, già nel 1829 la Congregazione dei riti autorizzò l’inizio dei processi per la sua beatificazione, a Napoli ed a Cassano sullo Ionio. Il 24 aprile 1830 il Papa Pio VIII lo dichiarò venerabile. Il 15 ottobre1950 il suo corpo fu traslato a Contursi Terme.

* Avvenire, 27.11.2011


-  La Sibilla del Reno
-  dottore della Chiesa

-  Ildegarda Bingen, mistica medievale famosa per le sue profezie riceverà il titolo nell’ottobre del 2012 per volere di Papa Ratzinger

-  di Andrea Tornielli *

Ha paragonato le sue visioni a quelle dei profeti dell’Antico Testamento, la cita spesso e le ha dedicato due catechesi all’udienza del mercoledì. L’ha additata come esempio di donna teologa, ne ha lodato i componimenti musicali tutt’oggi eseguiti, come pure il coraggio che le faceva tener testa a Federico Barbarossa al quale comunicava ammonimenti divini. Benedetto XVI è molto legato alla figura di santa Ildegarda di Bingen e intende proclamarla, nell’ottobre 2012, «dottore della Chiesa»: un titolo raro e solenne, attribuito a santi che grazie alla loro vita e ai loro scritti sono stati illuminanti per la dottrina cattolica.

La Chiesa ha riconosciuto fino ad oggi 33 «dottori», trenta dei quali uomini. Le donne nell’elenco sono soltanto tre: Teresa d’Avila, Caterina da Siena e Teresina di Lisieux, le prime due proclamate da Paolo VI nel 1970, l’ultima da Giovanni Paolo II nel 1997. Ora Ratzinger vuole aggiungerne una quarta all’elenco, invitando così le donne a seguire l’esempio della mistica renana e a contribuire alla riflessione teologica.

Ildegarda, ultima di dieci fratelli della nobile famiglia dei Vermessheim, nacque nel 1098 a Bermersheim, in Renania, e morì ottantunenne nel 1179. L’etimologia del suo nome significa «colei che è audace in battaglia», una prima profezia che si sarebbe pienamente realizzata. Votata dai suoi genitori alla vita religiosa fin da quando aveva otto anni, si fece benedettina nel monastero di san Disibodo, quindi divenne priora (magistra) della comunità femminile e, visto il numero sempre crescente di aspiranti che bussavano al suo convento, decise di separarsi dal complesso monastico maschile trasferendo la sua comunità a Bingen, dove trascorse il resto della sua vita.

Fin da giovane aveva ricevuto visioni mistiche, che faceva mettere per iscritto da una consorella. Temendo che fossero soltanto illusioni, chiese consiglio a san Bernardo di Chiaravalle, che la rassicurò. E nel 1147 ottenne l’approvazione di Papa Eugenio III, che mentre presiedeva un sinodo a Treviri, lesse un testo di Ildegarda. Il Pontefice la autorizzò a scrivere le sue visioni e a parlare in pubblico. La sua fama si diffuse presto: i suoi contemporanei le attribuirono il titolo di «profetessa teutonica» e «Sibilla del Reno».

La mistica, santa per il popolo ma mai ufficialmente canonizzata, alla cui figura è dedicato il film Vision di Margarethe von Trotta, nella sua opera più nota, Scivias («Conosci le vie»), riassume in trentacinque visioni gli eventi della storia della salvezza, dalla creazione del mondo fino alla fine dei tempi. «Con i tratti caratteristici della sensibilità femminile - ha detto di lei Benedetto XVI - Ildegarda sviluppa il tema del matrimonio mistico tra Dio e l’umanità realizzato nell’incarnazione. Sull’albero della croce si compiono le nozze del Figlio di Dio con la Chiesa, sua sposa, resa capace di donare a Dio nuovi figli». Per Papa Ratzinger, che nel ricordarla un anno fa aveva incoraggiato le teologhe, è evidente proprio da esempi come quello di Ildegarda che la teologia può «ricevere un contributo peculiare dalle donne, perché esse sono capaci di parlare di Dio e dei misteri della fede con la loro peculiare intelligenza e sensibilità».

Non mancano nelle sue visioni profezie a breve termine, come quella sull’affermazione dell’eresia catara, ma anche squarci apocalittici, come quella sull’Anticristo che seminerà morte tra le genti «quando sul trono di Pietro siederà un Papa che avrà preso i nomi di due apostoli». O quella in cui fa balenare la possibilità che un musulmano convertito al cristianesimo, divenuto cardinale, uccida il Papa legittimo perché vuole il suo trono e non riuscendo a ottenerlo, si proclami antipapa.

La storia di Ildegarda attesta la vivacità culturale dei monasteri femminili dell’epoca e contribuisce a sfatare certi pregiudizi sul Medioevo. Era una monaca, teologa, cosmologa, botanica, musicista: è considerata la prima donna compositrice della storia cristiana. Sapeva governare, condannava le immoralità dei sacerdoti che con i loro peccati facevano «restare aperte le ferite di Cristo», teneva testa agli stessi vescovi tedeschi. Come pure a Federico Barbarossa, al quale fece arrivare un messaggio da parte di Dio, dopo che l’imperatore aveva nominato per la seconda volta un antipapa: «Io posso abbattere la malizia degli uomini che mi offendono. O re, se ti preme vivere, ascoltami o la mia spada ti trafiggerà».

La monaca tedesca è anche patrona dei cultori dell’esperanto, in quanto autrice di una delle prime lingue artificiali, la Lingua ignota, un idioma segreto che utilizzava per scopi mistici e si componeva di 23 lettere. È lei stessa a descriverla in un codice che contiene anche un glossario di 1011 parole in «lingua ignota».

La Congregazione per le cause dei santi, guidata dal cardinale Angelo Amato, sta concludendo lo studio dei documenti su Ildegarda. Anche se i Papi avevano permesso il suo culto in Germania - l’ultimo a esprimersi in questo senso era stato Pio XII - la mistica renana non è mai stata veramente canonizzata, perché il processo apertosi mezzo secolo dopo la sua morte venne interrotto.

Si prevede perciò che Papa Ratzinger, che l’ha già più volte definita «santa» nei suoi discorsi, la canonizzi ufficialmente prima di inscriverla nell’esclusivo albo dei dottori la cui vita e le cui opere sono state illuminanti per la dottrina cattolica.

* La Stampa, 15/12/2011



-  ILLUSTRISSIMI SIGG.,

-  CARDINALE AMATO

-  ARCIVESCOVO MORETTI

-  MONSIGNOR SPINGI ...

è tempo! Per le donne e per gli uomini, è tempo: non solo per le pari opportunità, ma anche per la pari dignità - dinanzi alla Legge e dinanzi a Dio.

Questa la grande e importante lezione non solo della nostra “Cappella Sistina” carmelitana, ma anche delle nostre stesse madri e dei nostri stessi padri del nostro amato Paese.

Mi auguro che non vada in rovina non solo la nostra piccola Chiesa ma neanche il nostro piccolo paese, la stessa Contursi - e il nostro grande Paese, la stessa Italia!!!

-  Molti cari saluti e buon lavoro,

-  per la beatificazione di don Mariano Arciero e per la salvaguardia della Chiesa di Maria SS. del Carmine

Federico La Sala

P. S.:

MEMORIA EVANGELICA, BIBLICA, E UMANA:

RINASCIMENTO ITALIANO, OGGI: LA SCOPERTA DI UNA CAPPELLA SISTINA CON 12 SIBILLE.

-  Nell’enciclica ‘conciliare’ Pacem in terris di Giovanni XXIII (1963) al n.22 l’ingresso crescente delle donne nella vita pubblica veniva annoverato tra i segni dei tempi, insieme alla crescita delle classi lavoratrici (n.21) e alla fine del colonialismo (n.23).

-  NON DIMENTICHIAMOLO!!! "Deus charitas est: et qui manet in charitate, in Deo manet, et Deus in eo" (1 Gv., 4.16).

Federico La Sala


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